il tramonto di un regno









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il tramonto di un regno


di Giancarlo MAGNONI

11° Periodo: dal 15 agosto al 15 ottobre 1944.
Territorio a nord della linea del fuoco: Repubblica Sociale Italiana (secondo mese 16 settembre – 15 ottobre)

Nona parte (dal 10 al 15 ottobre 1944)
 

martedì 10 ottobre 1944

DELLA BANDA KOCH
Il ministro di Giustizia, Pisenti, a seguito della lettera del Procuratore Generale di Milano, Laviani, si reca a Milano per parlare con il questore, Bettini, ma viene invece ricevuto da un funzionario, il console Larice, nuovo nominato al posto del Bettini, che è stato rimosso. Pisenti da ordine al nuovo questore di presentare regolare denuncia contro tutti gli appartenenti al reparto Koch.

RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
I partigiani entrano in Alba (vedi foto) evacuata dai tedeschi.

Il libero governo della Carnia emana un decreto sui “tribunali del popolo” in cui, oltre a stabilire la composizione delle giurie, si sancisce l’abolizione della pena di morte, la scelta dell’avvocato da parte dell’imputato, l’assoluta gratuità dell’amministrazione della giustizia.

RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
Attacco fascista di 190 uomini contro due distaccamenti di complessivi 34 partigiani della “Gufi” nella zona di Val d’Intelvi e Buffalora. Una compagnia di polizia tedesca di 70 uomini, due compagnie di brigatisti Neri di Menaggio e di Como con circa 170 effettivi, un reparto della X MAS con 80 armati, salgono nella zona di Gera – Dongo – Gravedona per stanare 21 uomini del distaccamento ”Puecher” e 16 del “Gravedo”. I fascisti ritorneranno alle loro sedi con 5 morti e 6 feriti. I partigiani subiscono una sola perdita.

Continua l’attacco nazifascista alla repubblica dell’Ossola. A Falmenta i tedeschi, con una pattuglia della SS - Polizia riescono a prendere intatto il ponte (1) e guadagnarsi la salita per rioccupare più velocemente la Val Cannobina. In questo frangente i partigiani collocano una mitragliatrice sul campanile della chiesa (2).
…………
(1) Ponte a Ovest di Falmenta importante baluardo difensivo delle formazioni partigiane operanti in Val Cannobina durante l'avanzata tedesca e RSI per la rioccupazione dell'Ossola, il ponte a nord della strada era stato previsto per essere minato. Questa azione permetterà una rapida rioccupazione della Val Cannobina.

(2) Il quale colpito di risposta dai tedeschi porta ancora oggi i segni del bombardamento.

Continua l’attacco anche alla Carnia, dove oggi si riunisce per l’ultima volta il libero governo. Si combatte sotto la pioggia battente; i partigiani sono costretti a ripiegare, non hanno armi che possano contrastare le artiglierie, i carri armati, i lanciafiamme.

RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Como – A Introbio le SS italiane del battaglione comandato dal maggiore friulano Paolo Comelli fucilano nel cimitero sei giovani partigiani della 55^ brigata Garibaldi catturati durante un duro rastrellamento in Valsassina. Il rastrellamento ha fruttato centotrenta morti fra i partigiani e circa cinquecento deportazioni di civili in Germania. Le baite, le case e i rifugi alpini distrutti sono settecento.

Provincia di Trento – A Castel Tesino, nella bassa Val Sugana, i tedeschi fucilano cinque partigiani in occasione di un rastrellamento, bruciano una casa e catturano un centinaio di uomini che consegnano all’organizzazione Todt. Anche una ragazza viene violentata, torturata e poi uccisa.

 


Storia Postale del 10 ottobre


 


Cartolina fuori distretto espressa da Albino (BG) a Verona affrancata 3,00 (0,50 di cartolina fuori distretto + 2,50 di diritto espresso)
 

 

 

 

 

 

mercoledì 11 ottobre 1944

DELLA GUARDIA NAZIONELE REPUBBLICANA
Dal 28 settembre ad oggi, a Reggio Emilia, 63 legionari della GNR sono stati mandati di fronte ai giudici militari, tutti sempre per diserzione.

I TEDESCHI IN ITALIA
Bormann invia una nota ai Gaulaiter (capi dei distretti del Reich) nella quale dichiara ufficialmente che contrarre matrimoni o avere rapporti intimi con italiani rappresenta una minaccia per “la purezza del sangue tedesco”, e che, per tale ragione occorre evitare, per quanto possibile, simili unioni. Bormann vorrebbe fissare tali dispositivi in una legge, ma deve rinunciarvi per via dell’alleanza ancora formalmente in vigore.

RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
Continua l’attacco nazifascista alla repubblica dell’Ossola.




Storia Postale dell’11 ottobre

Una lettera raccomandata regolarmente affrancata 2,50 (1,00 lettera fuori distretto + 1,50 di raccomandazione) e una cartolina commerciale affrancata 0,50.




Piego affrancato come manoscritti raccomandati regolarmente affrancato 2,70 (1,20 manoscritti + 1,50 di raccomandazione). Da Bagnolo Mella (BS) a San Gervasio Bresciano. Occorre ricordare che il nuovo tariffario della RSI non prevede più la raccomandazione aperta a metà tariffa.





giovedì 12 ottobre 1944

MUSSOLINI E LE ARMI SEGRETE TEDESCHE
Luigi Romersa, corrispondente di guerra, al quale Mussolini ha affidato il compito di effettuare un giro in Germania per una visione personale delle armi segrete di Hitler, si trova oggi sull’isola di Rugen, sul Baltico, prospiciente la costa nord – orientale della Germania, dentro a un bunker d’acciaio e cemento armato nel folto della foresta. Là dentro, nonostante gli occhiali antiabbaglianti, mentre il bunker trema sotto una violenta scossa, Romersa, si sente trafiggere le pupille da una luce potentissima. Sono le 11,45.

Il cronista, mentre si accorge di essere madido di sudore freddo, ricorre con il pensiero alla precedente settimana – i sette giorni più allucinanti della sua vita. Intanto, vedere Hitler nel suo bunker a Rastenburg lo aveva profondamente impressionato: da quando, dopo lo scoppio della bomba nella sala dei piani strategici, il dottor Theo Morell, un empirico ciarlatano al quale Hitler aveva affidato la sua vita, gli somministrava iniezioni di stricnina e morfina Hitler, tremante e barcollante, era pietoso a vedersi.

A Peenemunde, il centro di ricerche non lontano da Nordhausen nascosto nelle viscere delle montagne dell’Harz, dove diecimila prigionieri di guerra al lavoro forzato montavano seimila missili a lungo raggio d’azione e li disponevano sulle rampe di lancio, Romersa era stato autorizzato a vedere ogni cosa. “Le armi che abbiamo – gli aveva detto Hitler sottovoce – sono formidabili”. Aveva impiegato sei giorni nell’osservare cose che i suoi occhi non osavano credere, prima di capire in tutta la sua potenza la carica di morte dell’arsenale di Hitler. A Peenemunde aveva assistito alla prova del caccia a reazione ME 163 e aveva sentito dire che ben presto almeno mille sarebbero stati pronti al lancio. Aveva veduto il progetto del Wasserfall, un missile aereo antiaereo telecomandato che poteva levarsi in volo sino a oltre quindicimila metri e il caccia a reazione Me 262, in un volo operativo, con il suo sibilo minaccioso.

Anche il cacciabombardiere Bachemnatter a decollo verticale e il sottomarino Boersig, congegnato per raggiungere e colpire New York senza essere intercettato, lo avevano lasciato allibito.
Eppure quelle terribili armi, secondo Romersa, sono poca cosa in confronto alla misteriosa “bomba disintegratrice”, alla cui esplosione ha assistito in quel momento sull’isola di Rugen, a una distanza di due chilometri e mezzo dal punto di impatto: era probabilmente l’arma più letale che sia mai esistita (dal momento che gli scienziati di Hitler non riusciranno a perfezionare la bomba atomica).

Il missile provato oggi è un bolide di quaranta tonnellate, lungo più di tre metri e mezzo, con la testata che può aprirsi sull’obiettivo, espellendo la carica esplosiva in esso contenuta.

Concludendo la sua “visita”, il giornalista pensa che il suo rapporto su quanto ha visto rincuorerà certamente Mussolini. Se i tedeschi faranno le cose abbastanza in fretta, la vittoria sarà loro. E la repubblica di Salò sopravviverà di rimbalzo per un’alea di pochi attimi presi a prestito.

SULLA SOCIALIZZAZIONE DELLE IMPRESE
Viene emanato il decreto legislativo n° 861 concernente una revisione integrativa e correttiva del decreto sulla socializzazione delle imprese (del 12 febbraio 1944), con particolare riguardo alla partecipazione dei lavoratori all’attività dell’azienda.

CONSIGLIO DEI MINISTRI
Mussolini propone al Consiglio dei Ministri un ordine del giorno sulla posizione dell'Italia di fronte all'alleato; sulla partecipazione attiva alla guerra contro gli anglo - americani; sul problema dei partigiani, in parte conseguenza dell'incomprensione militare tedesca.

Il predicatore fascista padre Eusebio (nella foto), di ritorno da un suo giro oratorio, ha portato al Duce l’ordine del giorno emanato dal generale Farina (comandante della divisione “San Marco”) il 1° ottobre (vedi in tale data) e Mussolini, sdegnato, lo legge in pieno Consiglio e poi scrive a Farina: “Si stenta a credere che vi siano ancora ufficiali meritevoli di essere bollati a fuoco, così come voi avete fatto! Conto su di voi, sulla vostra intelligenza e sulla vostra energia, per mettere in ordine una divisione sulla quale il popolo aveva tanto contato”.

RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
Inizia un’azione di rastrellamento in Val Piadina. Le SS italiane, risalendo Val Trongia, puntano direttamente su Pian Piadino mentre la Scuola Allievi Ufficiali, attraverso Val Varrone, punta su Bus del Rat, poi alla Cornagera, da dove poi ripiegherà. Un’altra colonna, partendo da Taceno, per Passo d’Ovini, punta prima sullo Scic da cui, poi, ripiega la SS tedesca di Barzio a la Falk con alcuni reparti della Brigata Nera. Negli scontri di questa azione i partigiani subiscono la perdita di una diecina di morti mentre una ventina sono i prigionieri.

Continua l’attacco nazifascista alla repubblica dell’Ossola. Cade oggi in combattimento ferito a morte da un’avanguardia della SS-Polizei a Finero il colonnello Attilio Moneta. Muore in combattimento anche, sempre a Finero, Alfredo Di Dio (1). Lo scontro che porta alla morte dei due comandanti partigiani avviene in località Galleria di Treves (Finero) (2). Nello stesso frangente il Stossgruppe della SS-Polizei riesce anche a catturare diversi ufficiali partigiani, fra i quali l'ufficiale canadese George Patterson (3) che fungeva da tramite fra i partigiani ed il OES inglese.
…………
(1) Di Dio Alfredo (Palermo 1920- Finero 1944). Ufficiale di carriera nella Fanteria corazzata. Catturato inizialmente dai fascisti, liberato dalla R.S.I. il 6 marzo 1944 forma in seguito la Divisione Valtoce, fra le più organizzate formazioni, di orientamento cattolico.

(2) Lo scontro e sicuramente uno dei fatti più importanti nelle operazioni belliche che hanno portato alla riconquista dell'Ossola.

(3) Patterson, George (Canada 1919- ? ) Fatto prigioniero dai fascisti nel 1941, in procinto di fare esplodere un acquedotto in Calabria. All’armistizio riesce ad evadere ed entrare in Svizzera. Fuoriesce in Ossola nel settembre 1944 durante la Repubblica Partigiana in qualità di ufficiale di collegamento, viene catturato con la propria divisa inglese a Finero. Fino alla Liberazione prigioniero dei tedeschi a Milano.

RAPPRESAGLIE DEI NAZIFASCISTI
Provincia di Reggio Emilia – A Toano in località Manno, dieci giovani di Sassuolo e uno di Gorizia vengono parte impiccati e parte fucilati dai tedeschi, coadiuvati da alcuni brigatisti neri di Sassuolo.



Storia Postale del 12 ottobre

A sinistra una lettera nel distretto di Torino affrancata erroneamente 0,25, secondo le tariffe precedenti, e tassata 0,50 per la mancanza degli 0,25 che dovevano completare l’affrancatura della lettera nel distretto (0,50) secondo le tariffe in atto dal 1° ottobre. Rara la combinazione di valori per la tassazione: pacchi Imperiale + segnatasse con fascetto. A destra una lettera raccomandata da Aosta a Torino regolarmente affrancata 2,50 (1,00 lettera + 1,50 di raccomandazione) che presenta due quartine del 0,30 Provvisoria con sovrastampa di Verona (1^ tavola).




venerdì 13 ottobre 1944

VIOLENZE DELLE BRIGATE NERE
Milano – Alle 6 del mattino vengono fucilati quattro squadristi della Brigata Nera “Aldo Resega”, “rei di reati comuni contro il patrimonio, compiuti ripetutamente e abusando delle funzioni di comando di cui erano investiti”. La “virile decisione” - dice un comunicato stampa della Brigata – è stata presa dal comandante militare della “Resega”, “sentito il parere del Consiglio militare della stessa”. Altri tre squadristi vengono radiati dalla Brigata e dal partito, e inviati al lavoro obbligatorio in un campo d’internamento. Il più giovane dei puniti ha 27 anni; gli altri due 30 e 46 anni.

DALLA RSI: RELAZIONI CON I TEDESCHI
Il testo dell'ordine del giorno stilato durante la riunione del Consiglio dei Ministri di ieri viene consegnato da Graziani all'Ambasciatore Rahn presenti anche il Segretario del Partito Pavolini, il Sottosegretario della Presidenza del Consiglio Barracu e l'Ambasciatore Mazzolini. Rahn si dichiara d'accordo con i vari argomenti svolti nell'ordine del giorno e promette il suo personale interessamento presso il Governo tedesco e le autorità militari germaniche in Italia.

DALLA RSI: LA BANDA KOCH
Un rapporto indirizzato al capo della polizia e per conoscenza al prefetto di Milano fa presente che mentre il provvedimento iniziale per eliminare la “banda Koch” ha suscitato impressione oltremodo favorevole nella pubblica opinione, profonda disillusione ha creato il protrarsi di una situazione equivoca, quale si è determinata con l’intervento tedesco che ha provocato il rilascio dei componenti la banda e il loro rientro a Villa Triste.
Ma nel frattempo, a seguito dell’intervento del ministro Pisenti presso il nuovo questore di Milano, Larice, si è nuovamente proceduto agli arresti dei componenti la banda e alla chiusura di Villa Triste. Il comandante del “reparto speciale”, Pietro Kock, viene trattenuto in “stato di fermo”.

I TEDESCHI IN ITALIA
Ampezzo (Friuli) - Alle 11 del mattino compaiono i primi cosacchi. Sono ventimila, raccolti in due divisioni comparse in Friuli il 14 luglio e subito spostati agli imbocchi delle vallate della Carnia: quelle che dovrebbero, come è stato loro promesso dai tedeschi, costituire la Kosakenland, in cambio della collaborazione alla repressione del movimento partigiano. Per la maggior parte prigionieri di guerra catturati a Sebastopoli e in Crimea, i cosacchi hanno accettato di venire incorporati nella “Armata Russa di Liberazione” che i tedeschi hanno affidato al generale Vlassov. Parte di questa armata ha collaborato in Polonia alla repressione dell’insurrezione di Varsavia, parte è giunta in Italia, nel Veneto e specialmente nel Friuli. Questi russi che attendono di insediarsi in Carnia, la “terra promessa”, sono comandati dal generale Pietro Nikolaievic Krasnov, l’ex ufficiale zarista autore del romanzo “Dall’aquila imperiale alla bandiera rossa”. Assieme a 6000 cavalli e a 50 cammelli i cosacchi si sono portati dietro le mogli e i figli, stipati con le masserizie sui carriaggi delle salmerie (1).
…………
(1) Sono soldati crudeli, aggressivi; vivranno di razzie e commerciando, sulle piazze, in latte, sale e cavalli per procurarsi alcool e tabacco. La loro presenza in Carnia, che si protrarrà fino al maggio del 1945, si compendierà in un bilancio terribile: 150 uomini, donne e bambini uccisi; un centinaio di ragazze violentate; un migliaio di deportati in Germania; 500 case e 400 casolari incendiati; 6000 persone derubate di tutti gli oggetti personali; la perdita di 10000 capi di bestiame, di 15000 tonnellate di fieno e di enormi quantità di legna; la distruzione vandalica di molti boschi e quasi tutti i ponti.

RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
Continua l’attacco nazifascista alla repubblica dell’Ossola. L’albergo “Oscella” a Santa Maria Maggiore (1) viene oggi bombardato dagli obici tedeschi piazzati a Finero al limite estremo della Val Cannobina. L’albergo è stato occupato dai partigiani, che vi hanno insediato un importante comando.
……….
(1) Santa Maria Maggiore è uno dei centri principali della Valle Vigezzo, tenuto sin dal settembre 1943 da un presidio della ZGS. Nel giugno del 1944 uno dei punti di partenza per il rastrellamento della Val Grande. Le truppe presenti in questo frangente a Santa Maria Maggiore erano tedeschi ma soprattutto Georgiani, appartenenti al Ost-Btl.616. Questi georgiani saranno però destinati a sole mansioni di supporto, svolte con un ottantina di muli. Il presidio tedesco si trovava all'albergo Oscella, sulla strada statale. Durante la repubblica partigiana, lo stesso albergo verrà poi adibito a comando partigiano.

RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Brescia – A Darfo i tedeschi fucilano nel cimitero un partigiano catturato in un rastrellamento.

Provincia di Cuneo – A Cuneo, un plotone di SS al comando di un maresciallo fucila, per rappresaglia al sabotaggio della linea ferroviaria Fossan – Torino, il diciassettenne Aldo Bonelli, staffetta partigiana, e lo studente francese Adrian Graglia, diciannovenne, pure partigiano. Per risparmiare tempo i due vengono legati allo stesso palo.

Provincia di Lucca – Ad Azzano, in seguito al cannoneggiamento tedesco, muoiono due anziani civili.




Storia Postale del 13 ottobre

Lettera raccomandata da Villanovetta (CN) a Zurigo regolarmente affrancata 2,75 (1,25 di lettera per l’estero + 1,50 di raccomandazione). Censurata in partenza dalla Commissione Provinciale di Cuneo 19R con fascetta e bolli accessori e censurata in transito dai tedeschi.

Lettera non affrancata e dichiarata da tassare da Bologna a Zelbio (CO) e tassata in arrivo a tassa semplice con un pacchi da 1,00 in sostituzione del corrispondente segnatasse. Cartolina postale Mazzini da Milano per Ginevra affrancata 0,80 in eccesso di 0,05. Censura tedesca.




sabato 14 ottobre 1944

DELLE BRIGATE NERE
Mussolini riceve a Gargnano una delegazione di ufficiali della Brigata Nera milanese, “Aldo Resega” ai quali tiene un lungo discorso nel quale dice, fra l’altro:

(…) ognuno ricordi, sull’esempio della storia, che i traditori, sia nella politica come nella guerra, sono utilizzati ma disprezzati. Ora è proprio in questo momento, in cui la Germania è impegnata in una lotta suprema e ottanta milioni di tedeschi stanno diventando ottanta milioni di soldati, tesi in uno sforzo di resistenza che ha del sovrumano, è proprio in questo momento nel quale i nemici anticipano – nelle speranze e nelle illusioni – una vittoria che essi non raggiungeranno, perché la Germania non capitolerà mai, perché capitolare per la Germania sarebbe moralmente, politicamente e anche fisicamente morire, è in questo momento che noi riaffermiamo la nostra piena, totale solidarietà con la Germania nazionalista.
Ciò sia ben chiaro per tutti. Questo è l’atteggiamento inflessibile dell’Italia repubblicana. La serie dei tradimenti nei quali i Savoia, da Carlo Alberto a Vittorio Emanuele III, si squalificarono, è finita con la caduta della monarchia. La nostra Italia è repubblicana. Esiste a nord dell’Appennino la Repubblica Sociale Italiana. E questa repubblica sarà difesa palmo a palmo, sino all’ultima provincia, sino all’ultimo villaggio, sino all’ultimo casolare. Quali che sia le vicende della guerra sul nostro territorio, l’idea della Repubblica, fondata dal fascismo, è oramai entrata nello spirito e nel costume del popolo (…)
”.

RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
I partigiani occupano la polveriera di Mirteto di Massa, mentre sulla Via Aurelia i partigiani attaccano una colonna tedesca; in questo scontro si registrano dieci morti tedeschi e un numero imprecisato di feriti.

RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
Si conclude l’attacco nazifascista alla repubblica dell’Ossola con la riconquista della zona. Il capo della provincia di Novara, avvocato Enzo Vezzalini, rientra in Domodossola. Caso raro, la maggioranza degli attaccanti era, questa volta, costituita da fascisti, i tedeschi erano solo 500.

Cimamulera, teatro di uno scontro fra truppe partigiane e tedesche - RSI, viene bombardata oggi durante la rioccupazione dell'Ossola.

RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Torino – A Traverselle reparti della Wehrmacht misti a mercenari russi fucilano due civili e incendiano cinquantaquattro case.



Storia Postale del 14 ottobre

Due cartoline postali Mazzini affrancate in emergenza con un la presenza di un 0,10 Recapito Autorizzato fascetto, in gemellaggio con il 0,10 Monumenti, e con una sezione del 0,20 Pacchi. Da Vicenza a Thiene quella di sinistra, da Lecco (GO) a Torre dei Busi (BG) quella di destra.

Un piego raccomandato da Vicenza a Piovene Rocchette e una lettera P. PAGATO 1,00 scritto a lapis da Bussolasco (CN) a Genova dove fu censurata dalla Commissione Provinciale 47R di Genova.


 

Lettera raccomandata fuori distretto regolarmente affrancata 2,50 con presenza di valori gemelli da 0,50 (due 0,50 Provvisoria Verona e un 0,50 Propaganda di Guerra sovrastampa Verona), un 0,30 Provvisoria tiratura di Verona rosso arancio. Da Padova a Puos d’alpago.

 

 

 



domenica 15 ottobre 1944

RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE

Provincia di Rovigo - Contro questo muro di Villamagna (o Villamarzana?) (vedi foto) vengono giustiziate 42 persone, a gruppi di sei, per rappresaglia per l’uccisione di quattro abitanti del luogo che, secondo i partigiani, erano spie dei tedeschi (1).
………..
(1) Questo eccidio verrà ricordato nel dicembre 1944 sul n° 14 del foglio

clandestino “Fratelli d’Italia”, organo clandestino del CLN veneto. Ecco il testo:
I quarantadue giovani sono riuniti in una casa in piazza, tra percosse, sputi, insulti di ogni genere. Entrano poi nella stessa casa (sulla quale si scrive a lettere cubitali: Primo esempio) padre Gennaro, padre Cornelio e due altri frati vestiti di bianco: evidentemente comunicano agli sventurati il loro destino, perché subito dopo si innalzano urla e pianti disperati. Sono i più giovani, sono quelli che non hanno mai fatto parte delle formazioni partigiane, che non si rassegnano alla loro sorte. Ma è splendido il contegno dei patrioti Tasso Giovanni e Mantovani Egisto, figure magnifiche di eroi popolari, che, sereni, rincuorano gli altri, dicendo che bisognava morire da forti, che non si deve temere la morte, che l’idea per la quale si muore è immortale”. Dopo aver ricordato come, nel frattempo, i gerarchi gozzovigliavano con le loro amanti in una vicina osteria il giornale prosegue: “I condannati furono fatti uscire a gruppi di sei: erano ormai tutti calmi e rassegnati. Poiché l’esecuzione era fatta a gruppi di sei, gli ultimi udirono e videro fucilare per ben sei volte i loro compagni. Avevano tutti la faccia sanguinante per le percosse. Passarono attraverso due schiere di militi che facevano ala, lanciando ai morituri gli ultimi insulti, le ultime percosse, gli ultimi sputi…Dal punto di vista dell’esecuzione a tale autocarro (quello predisposto per il trasporto delle salme) i cadaveri venivano trascinati per i piedi. Già dopo l’esecuzione del primo gruppo di sei, sul terreno si formarono larghe pozze di sangue così che tutti gli altri condannati, fino alla fine, camminarono nel sangue dei compagni che li avevano preceduti. L’ultimo gruppo era costituito dal Tasso, dal Mantovani, dal Botton, dal Boaretto; da un sesto di cui ci sfugge il nome e infine da Raule Giuseppe. Calmi, sereni, orgogliosi, non ebbero un istante di debolezza. Appunto per questo furono tenuti per ultimi, così che potessero soffrire dell’agonia di tutti i loro compagni, ma non si piegarono. Mentre passano tra i militi furono colpiti un’ultima volta dalle staffilate del capitano Zamboni. Di quest’ultimo gruppo di sette cinque furono fucilati insieme: gridarono “Viva l’Italia”. Uno gridò anche “Viva Stalin”…Il settimo, Raule Giuseppe, fu risparmiato”. Evidentemente esiste qualche incongruenza riguardo al numero dei prigionieri che sembrerebbero 43; si parla di gruppo di sette ma si indicano i nomi di cinque uomini e di uno di cui il nome sfugge…e sono sei (!?).

Provincia di Torino: reparti della Wehrmacht e mercenari russi fucilano a Vico Cavalese due partigiani e a Traverselle altri undici. Presso il cimitero di Vico un reparto tedesco fucila due partigiani e un civile.

L’ESERCITO ITALIANO DEL NORD: ATTIVITA’ DELLA X MAS
Nella repubblica degli intrighi che si è costituita intorno a Salò, non regge più nemmeno il rapporto Borghese-tedeschi. Lo si vede chiaramente quando, in questi giorni, il principe decide di spostare la Decima nell’Istria “destinandola alla difesa dei confini orientali contro le bande di Tito, con lo specifico compito di restare sul posto per una resistenza ad oltranza anche nell’eventualità che le truppe germaniche si ritirino”. Oggi il comando della divisione si trasferisce a Conegliano Veneto.

L’ESERCITO ITALIANO DEL NORD: DELLE DIVISIONI “SAN MARCO” E “MONTE ROSA”
A proposito della divisione “Monte Rosa”, la GNR segnala:

Molti elementi della “Monte Rosa” continuano a defezionare. E’ recente un passaggio ai banditi con tutte le armi e le salmerie di un reparto di 40 alpini. Elementi della stessa divisione, che è dislocata parte in Liguria e parte in Piemonte, si dedicano all’accaparramento a al commercio di qualsiasi genere di merce e praticano anche su larga scala il baratto dei quadrupedi, cambiando muli e cavalli buoni con altrettanti scarti”.

L’odierno ordine del giorno n. 41 della “Monte Rosa” recita: “Sentenze del tribunale di guerra divisionale: tre alpini disertori condannati alla fucilazione in contumacia; altri due disertori condannati a 30 anni, un altro a 24 anni e un altro a 15 anni di carcere”.



Storia Postale del 15 ottobre

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