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Trieste - lo sport durante l’occupazione militare alleata

di Pasquale POLO (PHILASPORT n. 92/2014)

1960 - 43° Giro d’Italia annullo meccanico e guller tappa Treviso/Trieste

Quest’anno il Giro d’Italia ha posto il traguardo finale in Piazza Unità d’Italia, una grande festa popolare, per ricordare il 60° anniversario del ritorno di Trieste all’Italia. E’ la terza volta che il Giro termina a Trieste, la prima volta nel 1966, con la vittoria di tappa di Bariviera e quella finale di Gianni Motta, la seconda nel 1973 con Eddy Mercks in maglia rosa e lo sprint di Marino Basso sull’ultimo traguardo e infine quest’anno con la vittoria del colombiano Quintana. Trieste è stata anche sede di diversi arrivi di tappa fin dal 1919, con la vittoria solitaria di Girardengo in maglia tricolore di campione d’Italia, qui hanno vinto, Belloni, Brunero, Van Looy, Basso e Petacchi, ma la tappa più significativa si svolse nel 1946, l’Italia e lo sport italiano stava faticosamente uscendo dalla guerra e la Gazzetta dello Sport, pur nell’incertezza politica e sociale che regnava a Trieste, decise di far arrivare il Giro d’Italia della rinascita a Trieste.

Giovani triestini che inneggiano al Giro d’Italia 1946 Giordano Cottur viene portato in trionfo dai Triestini
all’ippodromo di Montebello subito dopo l’arrivo della
tappa del Giro d’Italia 1946

“La cronaca di quella giornata”, il 30 giugno 1946, la tappa Rovigo-Trieste, venne fermata a due km da Pieris, poco prima di entrare nella zona occupata dagli Anglo-Americani, alcuni attivisti filo-slavi ancora in armi avevano bloccato la strada con delle barricate e all’arrivo dei corridori, accolti da un lancio di pietre, avevano esploso anche dei colpi d’arma da fuoco che ferirono un agente della Polizia di Trieste. La corsa fu annullata e mentre la carovana del Giro si dirigeva verso Udine, 17 corridori, tra i quali tutti i corridori della Willier-Triestina, capitanati dal triestino Giordano Cottur, caricarono le biciclette su alcuni camion e scortati dalle Jeep della Polizia Triestina, giunsero a Grignano dove iniziarono la corsa verso l’ippodromo di Montebello, 7km tra due ali di folla festante. Sotto il traguardo passò per primo Cottur, seguito da Bevilacqua e Polena in un tripudio di bandiere tricolori. L’indimenticabile Bruno Roghi, giornalista della Gazzetta dello Sport, il 1 luglio 1946 nel suo editoriale in prima pagina “La promessa mantenuta”, scrisse “I giardini di Trieste non hanno più fiori, le campane di Trieste non hanno più suoni. Le bandiere di Trieste non hanno più palpiti. Le labbra di Trieste non hanno più baci. I fiori, i suoni, i palpiti e i baci sono stati donati al Giro d’Italia”. Nei stessi giorni a Versailles, si stava decidendo il destino di Trieste dell’Istria e della Dalmazia, ma pur con l’incognita della separazione, l’Italia e il suo tricolore si faceva sentire con il Giro d’Italia che irrompeva in città. Alcuni anni fa, Alfredo Cottur, in una intervista disse, “La vittoria più bella della mia carriera è una vittoria che non figura negli albi d’oro, il trionfo di Montebello nel 1946”.

1947 la conferenza di Versailles
Blocco foglietto della Slovenia con la divisione in Zona A e in Zona B

Il 10 febbraio 1947, la città di Trieste e la parte orientale della Venezia Giulia (Gorizia e l’Istria), con la firma del trattato di Parigi, venne divisa in due settori, la “Zona A”, affidata agli Alleati (Inglesi e Americani), mentre la “Zona B” con l’Istria (Pola, Fiume) vennero affidate alla Jugoslavia.
In quel primo dopoguerra la divisione tra il blocco degli alleati e le nazioni occupate stava creando molteplici problemi, anche lo sport subiva queste pressioni politiche, ma piano piano si stava ritornando alla pace e alla normalità.
Una delle principali corse ciclistiche per dilettanti, che si disputò per la prima volta nel 1948, prese proprio il nome di “Corsa della Pace”, in questa occasione, la corsa venne divisa in due sezioni ben distinte, la prima sul percorso Varsavia-Praga (5 tappe) e la seconda sul percorso inverso Praga-Varsavia (7 tappe). Tutte e due le corse, vennero vinte dai corridori Jugoslavi, Prosenik e Zoric.

1948 francobollo commemorativo della prima edizione della corsa della pace Varsavia/Praga e Praga/Varsavia

Nelle successive edizioni della corsa, per le vicende politiche del Maresciallo Tito, la squadra Jugoslavia non venne invitata e solo nel 1956 i corridori jugoslavi ritornarono alla Corsa della Pace, che nel frattempo aveva cambiato il percorso diventando la “Praga-Varsavia-Berlino”, corsa che univa le capitali dell’Europa dell’Est, rimaste sotto il controllo dell’Unione Sovietica.


Ciclismo - zona B

 

1950 Praga - annullo della corsa ciclistica Varsavia/Praga

Nel 1950, la città di Trieste iscrisse alla Corsa della Pace una sua squadra, formata da 5 ciclisti, l’anno successivo, gli organizzatori invitarono anche una formazione italiana dell’UISP, (sostenuta dal giornale l’Unità, organo ufficiale del PCI), che si classificò al terzo posto nella classifica generale individuale con Ferri, anche la squadra di Trieste ritornò alla corsa, Bordon arrivò 18° nella classifica generale, piazzandosi diverse volte nei primi 10 classificati.
La squadra triestina partecipò alla corsa anche nel 1952 e nel 1953 mentre nel 1954, quando a Trieste si stava preparando il ritorno alla madre patria, alla Corsa della Pace partecipò solo un corridore di Trieste, Giordano Dreossi (a titolo individuale).
In definitiva la squadra di Trieste partecipò alla Corsa della Pace, con la bandiera Rosso-Alabardata del Territorio Libero di Trieste per 5 anni. Mentre non partecipò mai ai Campionati Mondiali di Ciclismo e alle Olimpiadi.
Grande merito di questa “mancata partecipazione” di Trieste alle Olimpiadi e ai Campionati Mondiali, va al Conte Alberto Bonacossa che in seno al Consiglio Direttivo del CIO si dichiarò sempre contrario alla nascita di un Comitato Olimpico di Trieste, ma al contrario sponsorizzo la partecipazione degli atleti triestini e istriani alle Olimpiadi con la squadra Italiana.

 

Affrancatura meccanica della sede dell’UISP
Affrancatura meccanica del giornale l’Unità, organo del Partito Comunista Italiano
1951 cartolina della 4 edizione della Corsa della Pace Praga-Varsavia
1951 Campionati Mondiali di ciclismo
1952 cartolina della 5^ edizione della Corsa della Pace Varsavia/Berlino/Praga
Il Conte Alberto Bonacossa


Anche nel calcio, a Trieste, si sviluppò una situazione complicata, le squadre di calcio che restarono nel territorio sotto il controllo del Governo Alleato di Trieste, parteciparono ugualmente ai Campionati Italiani, mentre quelli rimasti nel territorio occupato dagli jugoslavi, cambiarono nome e in qualche caso cessarono l’attività, tra queste la Fiumana diventata Reijka, il Giron Pola che divenne Pula e altre ancora che parteciparono al Campionato Jugoslavo. Ma si venne a formare anche una situazione veramente particolare che aveva dell’incredibile, nel 1946 il ripescaggio e l’iscrizione della Triestina nel Campionato di serie “A” italiano, vista la situazione politica e sociale ad alta tensione in cui si trovava Trieste, in Jugoslavia venne visto come una vera e propria provocazione. Per rispondere a questa “provocazione”, la Federazione Jugoslava Calcio, sempre nel 1946 decise di inserire nel suo massimo campionato, la “Prva Liga”, una squadra di calcio di Trieste.

Diversi dirigenti e giocatori della Ponziana, militante nel Campionato Italiano di serie “C”, accettarono l’offerta della Federazione Jugoslava e con il nome di Amatori Ponziana, iscrissero la propria squadra alla “Prva Liga”, mantenendo, con la formazione “riserve” anche l’affiliazione alla serie “C” Italiana. Nel Campionato 1946/1947, l’Amatori Ponziana si classificò 11ª nel Campionato Jugoslavo e venne retrocessa, ma al pari della Triestina, retrocessa nel Campionato Italiano di serie “B”, venne ripescata per motivi politici, mentre la Ponziana Italiana in serie “C” si classificava 15ª. Le autorità militari Anglo-Americane, che governavano Trieste, vietarono all’Amatori Ponziana, di giocare le partite casalinghe del Campionato Jugoslavo in città e per evitare incidenti e polemiche furono costretti a vietare anche alla Triestina di giocare a Trieste, nel campionato 1946/1948 le partite casalinghe degli alabardati si giocarono allo Stadio Moretti di Udine. Nei successivi campionati la Triestina ritornò a giocare allo stadio Comunale di Trieste. Nel campionato 1947/1948 l’Amatori Ponziana si classifica al 7ª nella “Prva Liga”, mentre la Ponziana “Italiana” venne retrocessa in “Promozione”. Nel Campionato Italiano la Triestina, guidata dal mitico Nereo Rocco, si classificò addirittura al 2° posto, preceduta solo dal “Grande Torino”.

Annullo commemorativo per il centenario della nascita di Nereo Rocco

Nel Campionato del 1948/1949 l’Amatori Ponziana si classifica 10ª e viene definitivamente retrocessa. Con la firma dei trattati di pace di Londra, l’annessione di Trieste alla Jugoslavia diventava quasi impossibile e Il Maresciallo Tito tagliò i finanziamenti che avevano permesso all’Amatori Ponziana di giocare nella massima serie Jugoslava. Ai dirigenti della Ponziana non rimase che rientrare in Italia nella Serie “Promozione”. La FIGC reintegrò la squadra, che riprese il nome di Circolo Sportivo Ponziana, non senza squalificare per sei mesi quelli che si erano tesserati per la Federazione Calcio Jugoslava.
Interessante segnalare che dal vivaio della Ponziana, in seguito sono saliti agli allori del nostro massimo campionato il portiere Fabio Cudicini (Ponziana-Udinese-Roma-Brescia-Milan) e il difensore Giorgio Ferrini (Ponziana-Torino-Varese).

Anche in campo filatelico-sportivo, Trieste si distinse sovrastampando per la zona “A” i francobolli sportivi italiani con la sigla AMG-FTT, mentre la zona “B” sovrastampò i francobolli sportivi jugoslavi con la sigla STT-VUJA ed emise anche una propria serie sportiva di sei valori con tutti gli sport più popolari.

 

In campo marcofilo, gli annulli speciali sportivi utilizzati in quel periodo a Trieste riguardarono alcune manifestazioni veliche e motonautiche che si svolsero nel golfo di Trieste. Anche le targhette pubblicitarie utilizzate, sulle macchine obliteratrici meccaniche in uso presso l’Ufficio Postale di Trieste, riguardavano avvenimenti sportivi che si svolgevano a Trieste (pur se organizzati dalle Federazioni sportive italiane), ad eccezione della targhetta che pubblicizzava le Feste ginniche che si svolsero a Firenze nel 1951.

1951 - targhetta
commemorativa delle feste
e concorsi ginnastici
internazionali di Firenze
1952 - targhetta
commemorativa dei VI
campionati nazionali
Universitari
1953 - targhetta
commemorativa del 7
congresso nazionale della
Federazione Italiana
Hockey Prato
1949 - annullo speciale per il
trofeo Battaglin, Gran Premio
motonautico Internazionale
1952 - Trieste, annullo speciale
per il trofeo Battaglin, Gran
Premio motonautico Golfo di
Trieste Campionato Europeo
1953 - Trieste, XII
settimana Adriatica regate
per il 50° Anniversario del
Yacht Club Adriatico