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"Jesse" Owens un nome, una legenda

di Alessandro DI TUCCI (Philasport 90: aprile-giugno 2014)


James Cleveland Owens detto Jesse, è stato un atleta statunitense nato ad Oakville (Alabama) il 12 settembre 1913, in una famiglia non agiata. La giovinezza fu ancora più difficile in quanto, essendo nero, dovette arrangiarsi come meglio poteva nel periodo della grande depressione americana. Ma nonostante tutte le situazioni gli remassero contro, il piccolo Jesse trovava, di tanto in tanto, anche il tempo per allenarsi nella corsa ed alla prima occasione, colse tutti di sorpresa.

Era il 1933 quando ai campionati nazionali studenteschi fece delle grandi prestazioni nella velocità e nel salto in lungo, che gli consentirono di ottenere l'ammissione nell'Università statale dell'Ohio e, di conseguenza, anche di potersi dedicare seriamente all'atletica. Da questo punto in poi furono solo trionfi; il 25 maggio 1935, nel giro di 45 minuti, al Big Ten meet di Ann Arbor, nel Michigan, stabilì i record del mondo di salto in lungo, con la misura di 8,13 metri (record straordinario, destinato a durare fino al 1960), 220 iarde piane in rettilineo (20"3), 220 iarde a ostacoli in rettilineo (22"6, primo uomo a scendere sotto i 23"), ed eguagliò quello delle 100 iarde (9"4); da notare che i due record sulle 220 iarde erano validi anche per i 200 metri, sia piani che a ostacoli, per cui in realtà i record del mondo stabiliti o eguagliati da Owens in quella memorabile giornata furono sei.



Jesse riprodotto su un francobollo delle poste statunitensi nel 1998

Questi risultati strabilianti costituivano solo l'antipasto di quello che poi successe nel 1936 a Berlino, durante le Olimpiadi quando, da semplice atleta, riuscì a trasformarsi in una vera e propria stella in grado di brillare sino ai giorni nostri. In quell'occasione Jesse Owens riuscì a far impallidire tutti i presenti, conquistando ben 4 medaglie d'oro e facendo arrabbiare non poco Adolf Hitler, il quale si augurava una vittoria del tedesco Luz Long (il migliore atleta tedesco, nonché amico di Owens) rovinando i piani dei nazisti che volevano sfruttare l’evento per esaltare la forza della razza ariana.

Owens sul gradino più alto del podio a Berlino ‘36

Le quattro medaglie furono conquistate rispettivamente il 3 agosto 1936 (100 metri), il 4 agosto (salto in lungo), il 5 agosto (200 metri) e infine il 9 agosto concluse le sue fatiche olimpiche con la vittoria nella staffetta 4×100.

Dopo Berlino passò al professionismo disputando anche gare ad handicap. Nel 1976 venne premiato con la Medaglia presidenziale della libertà, il massimo titolo per un civile americano, dal presidente degli Stati Uniti Gerald Ford, che lo omaggiò con queste parole:
«Owens ha superato le barriere del razzismo, della segregazione e del bigottismo mostrando al mondo che un afro-americano appartiene al mondo dell'atletica.».

Quattro anni dopo trovò la morte per colpa di un cancro ai polmoni all'età di 66 anni. Le vittorie ottenute nell'edizione del 1936, hanno avuto nuovamente gran risalto nel mese di dicembre 2013, quando, una delle quattro medaglie conquistate, di proprietà della vedova di un ballerino e star del cinema americano, Bill Robinson, grande amico di Owens, è andata all'asta a Los Angeles, per la cifra record di un milione 466.574 mila dollari. Si tratta della cifra più alta mai pagata per un cimelio olimpico e che, per qualche istante, ci rende partecipi del successo e del significato che una sola medaglia può rappresentare per ognuno di noi.

La medaglia battuta all’asta a Los Angeles e venduta alla
cifra record di 1.446.574,00 dollari