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150° anniversario dell'unione di LEGNAGO all'Italia

di Danilo BOGONI


L’11 ottobre 1866, quando Pietro Avrese, “uomo politico di alti sentimenti patriottici, amministratore insigne, ligio al dovere, coraggioso”, ricevette da generale Edmond Le Beuf le chiavi della fortezza di Legnago, non tutti i vertici dell’Amministrazione pubblica vennero rimossi.

Il servizio postale, allora importantissimo per le comunicazioni e per il commercio, rimase saldamente nelle mani di Giuseppe Geremia. L’ufficio postale era di terza classe e gli annulli datari italiani entrarono in uso il 16.10.1866 (datario tondo) e il 18.5.1867 (numerale a punti: 2612). All’epoca gli abitanti della fortezza si aggirarono intorno a 11.000 anime e fin da subito fecero propria la rivoluzionaria riforma postale introdotta in Austria e, di conseguenza, in Lombardo Veneto. Così come era avvenuto in Gran Bretagna dieci anni prima, nel 1840, anche Vienna decise che da allora in poi a pagare le lettere fossero coloro che le spedivano. Una cosa normale ai giorni nostri, non un secolo e mezzo fa quando a pagare il costo della lettera era il destinatario, che aveva la possibilità di rifiutare la missiva, se il mittente per una serie di ragioni non era gradito. O, più prosaicamente, perché non mancava la somma necessaria, fissata per giunta in base alla distanza.

Già nel primo giorno d’uso dei francobolli (il 1° giugno 1850) a Legnago ci fu chi, per certo se ne conosce almeno uno (magari il loro numero fu superiore, ma manca una testimonianza documentale) che, sul plico indirizzato ad un avvocato di Padova, applicò un francobollo da 15 centesimi (tanto all’epoca costava spedire una lettera) raffigurante l’aquila austroungarica.

Di lettere e francobolli che raccontano il 1866 a Legnago nel Quadrilatero parlerà a partire dalle ore 16 di domenica 18 dicembre Lorenzo Carra, vicepresidente dell’Accademia Italiana di Filatelia e Storia Postale, al Centro ambientale archeologico di via Enrico Fermi 10.
Servendomi di lettere e di francobolli usati a Legnago e dintorni in quel 1866" – assicura Lorenzo Carra riferendosi all’incontro promosso dal Circolo filatelico “Sergio Rettondini” – "racconterò le vicende che videro l’unione del Veneto, del Friuli e di Mantova all’Italia.
All’epoca la lettera era l’unico modo per dare e avere notizie e per tenersi in contatto col mondo. E sulle lettere c’erano i francobolli e dai francobolli, dal loro uso, dalle strade percorse, si può immediatamente comprendere la situazione di un luogo e di un momento. Legnago – conclude – era allora una delle fortezze del Quadrilatero, un importante presidio austriaco e se, per fortuna, non vide vicende di sangue, visse momenti particolari che lettere e francobolli ben evidenziano e rammentano”.


Manifestino del 1966 con il francobollo celebrativo e l’annullo ricordo



Copia anastatica del 1° numero del quotidiano L'ARENA di 150 anni fa che annunciava il ritorno all'Italia,
con francobollo e annullo commemorativo di Verona


   
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