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In ricordo di Gianfranco Pastormerlo

di Fabio VACCAREZZA (La Voce del C.I.F.R. 110-2015)
Fotografia di Franco Pastormerlo con annullo postale di Milano del 24.11.2012 a ricordo della mostra delle sue collezioni ad un anno dalla sua scomparsa.

Il 24 novembre 2011 ci lasciava Gianfranco Pastormerlo, già vice presidente del Cifr quando alla presidenza era Egidio Errani e poi presidente egli stesso a partire dal 2 dicembre 2006. Negli ultimi anni era anche il direttore di redazione della rivista dell'associazione.
Indimenticabile amico fin dagli anni Novanta, Gianfranco – o meglio Franco per gli intimi - lavorò sino all’ultimo per il sodalizio e per il suo bimestrale “la Voce del Cifr”, unica rivista associativa in Italia a uscire sempre puntualmente, ogni due mesi.
Lo voglio ricordare a tutti voi con la narrazione che mi fece quando gli chiesi delle sue origini di collezionista e anche con le ultime parole che mi disse con un fil di voce ma con orgoglio, il giorno prima della sua morte: “Caro Fabio, il prossimo numero della Voce è già pronto per la stampa!”.

Milano, 25 gennaio del 1946

Proveniente da via Broletto un ragazzo girò l’angolo in Via Tommaso Grossi e, a passo rapido, si diresse verso Piazza Duomo. Il suo nome era Franco e non aveva compiuto ancora 14 anni. Era magro, alto per la sua età e con un ciuffo ribelle in fronte, portava ancora i calzoni corti. Un pesante maglione lo riparava dal rigido inverno milanese che si materializzava ad ogni suo respiro in una nuvola di vapore bianco. Una giacchetta ricopriva strategicamente il braccio destro nascondendo la mano fasciata. Pochi giorni prima la lama di una fresa gli aveva tagliato un dito, enorme tributo pagato dall’allora studente-lavoratore. Franco guardò la Madonnina e le mandò un bacio col pensiero mentre raggiungeva l’ingresso dell’ex arengario che si trova ancora oggi sul lato destro della piazza.
Un grande manifesto campeggiava all’entrata: “Mostra Filatelica: Il francobollo e la guerra”. In corsivo seguiva la scritta: “inaugurazione del sindaco Antonio Greppi il 16 gennaio, convegni e mostre sino al 14 febbraio 1946”. Quindi il programma dettagliato redatto dalla Fondazione Marco de Marchi.
Era stata una locandina simile ad attirare la sua attenzione settimane prima anche perché un’allettante frase lo aveva colpito particolarmente: oltre alla mostra dei francobolli dei C.L.N. e la raccolta del dottor De Marchi era prevista la distribuzione gratuita ai giovanissimi di oltre cento premi di propaganda filatelica!
Franco già raccoglieva francobolli ritagliandoli dalle lettere che arrivavano a casa e nell’incisoria che suo padre aveva avviato dal 1928 in Via Broletto. Ma fu proprio quel pacchetto di francobolli che ricevette in omaggio abbinato alla visione dei fogli zeppi di francobolli e buste nelle bacheche delle austere sale dell’ex palazzo fascista che gli diedero la spinta ad approfondire quell’hobby che lo avrebbe accompagnato per tutta la vita.
Gianfranco Pastormerlo è stato, insieme al suo grande amico Egidio Errani - anche lui scomparso di recente -, uno dei massimi esperti dei francobolli dei C.L.N. e delle Poste Locali che erano fiorite in Italia verso la fine della seconda guerra mondiale.
Innumerevoli le mostre a cui ha partecipato con le sue collezioni, alcune delle quali contenevano esemplari molto rari. Fra le tante vorrei ricordare quella sulla Repubblica dell’Ossola presentata a Bazzano (BO) per il Congresso di FilateliCa il 14 giugno del 2008 (nell'immagine la bandiera della Rep. Dell’Ossola).
Nel cd allegato al volume edito da Vaccari con gli Atti del Congresso, è possibile ammirare i 12 fogli della sua collezione.

Ecco quanto lo stesso Franco Pastormerlo scrive come sintesi della propria collezione a pagina 200 e 201 del volume sopracitato:

La posta della Repubblica dell’Ossola 1944

A pagina 200:

Ai primi di settembre 1944 i partigiani iniziarono in Val d’Ossola una grande offensiva e con un colpo di mano nella notte del 9 settembre occuparono Domodossola, sorprendendo la guarnigione tedesca, ed instaurarono la più estesa Repubblica di esemplare organizzazione democratica.
La Giunta Provvisoria di Governo nella seduta del 14-9-1944 (al paragrafo 8) disponeva che la censura della corrispondenza diretta fuori dalla zona liberata fosse esercitata da funzionari del Comando Militare.

Le comunicazioni a mezzo posta all’interno della zona liberata sono viaggiate sempre con affrancature con valori della RSI o del Regno sovrastampati. Le lettere spedite all’interno della Repubblica non portano alcun segno di censura come invece avverrà nelle lettere spedite nella vicina Svizzera. La prima fu spedita dal Comune di Baceno il 30-9-1944 e giunse a Piedimulera il 1° ottobre 1944. La seconda è una Raccomandata spedita dall’Ospedale S. Biagio il 3-10-1944 e giunta a Villadossola a pochi chilometri da Domodossola. È da notare che questa lettera porta il talloncino della Raccomandata con il numero 3731, mentre si conosce un’altra raccomandata con il talloncino n. 3423; ciò dimostra che molte furono le raccomandate spedite dall’Ufficio Postale di Domodossola.

A pagina 201:

Il 20 settembre dall’Ufficio Postale di Domodossola vennero prelevati la maggior parte dei francobolli esistenti in luogo per potere procedere ad una sovrastampa; i lavori furono affidati alla Tipografia Antonioli di Domodossola.
Nella seduta del 22-9-1944 al paragrafo 64 la G.P.G. approvava la soprastampa dei francobolli prelevati ed incaricava la presidenza della Giunta alle opportune pratiche presso l’Unione Postale Universale di Ginevra per l’approvazione di questa proposta.
La proposta non ebbe il tempo necessario per l’approvazione, data la ripresa del territorio da parte delle forze nazifasciste, ma esistono prove dette “di Lugano” che dimostrano questo interesse postale.

Il Servizio Postale della Repubblica dell’Ossola è stato maggiormente usato per la spedizione di missive verso la vicina Svizzera, dove già risiedevano come espatriati o internati molti cittadini italiani. Le prime lettere spedite in Svizzera risultano datate 25 settembre. La prima lettera è spedita da Pieve Vergonte (località nella valle che porta a Macugnaga) con la data di partenza appunto 25-9-44 e come si nota porta la fascetta di censura con la scritta stampata in blu “Ossola - Zona Liberata” con il timbro del censore 1 ad inchiostro nero oleoso con filo di contorno. Al retro la stessa fascetta porta la dicitura VERIFICATO per CENSURA, di nuovo il timbro del censore, ed il numero della carta di identità del mittente, titolare della sede, e la scritta a macchina (OSSOLA) Zona Liberata(*).

A completamento di quanto sopra possiamo dire che la Repubblica dell'Ossola durò una quarantina di giorni, in quanto il 14 ottobre 1944 truppe della R.S.I. rioccuparono le zone liberate.
Dal punto di vista postale è importante sapere che le lettere venivano affrancate con carte valori del Regno pre 8 settembre 1943 o della R.S.I. e applicando le tariffe in vigore nella repubblica sociale. Come modalità di spedizione da parte di privati il bollettino N.5 del 25.9 del Governo Provvisorio citava testualmente: "Si invitano i mittenti a precisare sul retro della busta il loro indirizzo aggiungendo al nome del paese la dicitura - Ossola Zona liberata -."
Di fatto un vero ibrido postale internazionale in quanto la legittimità alla Repubblica dell'Ossola era data dal Governo del Regno del Sud con anche l'autorizzazione a relazioni postali con l'estero, mentre normative, regolamenti e tariffe erano della Repubblica Sociale Italiana.
Non esistono quindi francobolli italiani con la sovrastampa " C.L.N. - Giunta provvisoria dell'Ossola" se non nella forma dei cosiddetti saggi di Lugano come Franco ha scritto nella sua sintesi.

Ciao Franco e ciao Egidio,

Fabio


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(*) - Pastormello Gianfranco, La posta della Repubblica dell'Ossola 1944 in FilateliCa La filatelia nel III millennio - Atti del secondo congresso nazionale - Vaccari, Vignola 2008, pagg. 200 e 201.


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