falsi in filatelia








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falsi in filatelia


Il 75 cent falso raddoppia
(da Il Francobollo Incatenato n. 236 - CIFO)

di Luciano Nicola CIPRIANI

 

 


Figura 1 – il falso intercettato dalla polizia lo scorso anno, è stato il primo 0,75 falso apparso sul mercato
Figura 2 – il falso ritrovato recentemente, cronologicamente posteriore a quello di figura 1

Figura 3 – l’originale

Tutti ricorderanno che poco più di un anno fa la polizia ha sequestrato a Napoli circa 10.000 francobolli falsi ed in bella mostra, nelle riprese televisive, comparivano diversi fogli del 75 cent. A me non era sfuggito il fatto che quei francobolli falsi erano del tipo con fustellatura ad ondine larghe. Dopo il servizio televisivo, questo falso lo abbiamo cercato per lungo tempo, sembrava introvabile; alla fine, i nostri sforzi sono stati coronati da successo e ne siamo entrati in possesso di pochi pezzi (figura 1). In effetti, l’osservazione attraverso lo schermo televisivo non mi aveva ingannato, si trattava proprio di questo francobollo di cui avevo fatto una news lo scorso anno. Recentemente sono riuscito a trovarne altri (figura 2), ma ironia del destino, questi sono differenti, precisamente del tipo a fustellatura simile agli originali. Avete capito bene, quest’ultimo ritrovamento è parente stretto dei falsi di Posta Italiana che ho trattato nel mio articolo “Posta Italiana: facili da falsificare” pubblicato nel numero 215 del febbraio 2012 di questo notiziario. Nella figura 3 è invece riportato l’originale. Quali sono le caratteristiche dei due falsi e le loro differenze con l’originale?
Al solito il falso della figura 1 è stampato in offset. Decisamente piatto nella stampa con colori leggermente più chiari rispetto all’originale. La microscrittura è costituita da tanti puntini variamente colorati che ne danno solo lontana un’idea. La fustellatura è di passo 10 e ha forma ondulata. Inoltre, in tutti i valori in nostro possesso (provengono tutti dallo stesso foglio) le scie verdi sono sempre più corte di quelle rosse e la carta è bianca brillante e molto lucida. Questi ultimi due caratteri sono tipici del falso da 0,60 che ho chiamato terzo tipo e che ho descritto in “Mamma mia quanti falsi!” pubblicato nel numero 222, ottobre 2012, di questo notiziario.
Il falso di figura 2 è stato anch’esso eseguito in offset, ma con modalità di stampa decisamente più curata, la fustellatura è di passo 11, come negli originali, la microscrittura è fedele all’originale per quanto riguarda le parole, ma differente sia nella cura della stampa che nel colore utilizzato. La carta è bianca, opaca, più resistente del precedente alla flessione tra le dita; la carta siliconata di supporto è bianca. Questa imitazione corrisponde ai falsi che ho definito di IV tipo in “Mamma mia quanti falsi!”. Questa imitazione ha inoltre una caratteristica molto particolare: è piena di piccoli difetti di stampa, si tratta di grumi di colore che hanno impedito il contatto del cliché intorno al grumo; i difetti quindi appaiono come punti di colore che interrompono la stampa intorno al grumo. Nelle figure 4 e 5 ne sono riportati due esempi.

Figura 4 – posizione 4
Figura 5 – posizione 30

Quasi tutti i francobolli ne sono affetti, spesso con più difetti coesistenti nello stesso francobollo. Si tratta di una stampa molto poco curata. Questo falso presenta anche un particolare evolutivo rispetto ai fratelli del 2011. Ricorderete infatti che per conferire l’effetto rilievo alla serie precedente, i falsari usarono una vernice plastificata a grumi, a dire il vero un po’ troppo grandi ed era palese sotto i polpastrelli l’eccesso di rugosità. Con questo nuovo falso è stata usata ancora questa vernice trasparente, ma per stampare tutti gli elementi del disegno e con grumi molto più piccoli dei precedenti. Al di sopra di questa vernice trasparente sono stati stampati i colori. Questo accorgimento simula molto meglio l’effetto della calcografia rispetto alle imitazioni del 2011.


Figura 6 – la cartella grande, in alto l’originale, al centro il primo tipo ed in basso il secondo tipo falso
Figura 7 – la scritta Posteitaliane, in alto l’originale, al centro il primo tipo ed in basso il secondo tipo falso

Ma vediamo un po’ le differenze tra i due falsi e l’originale. Per il confronto riporto solo tre particolari che ritengo più che sufficienti per realizzare le differenze, in ciascuna figura in alto c’è sempre l’originale. Nella figura 6 sono riportate le tre cartelle grandi e si vede molto bene la puntinatura del primo tipo che sostituisce la microscrittura; il secondo tipo, invece, per quanto molto simile all’originale (ci sono anche le iniziali del Poligrafico) pur tuttavia le lettere sono meno nitide e la microscrittura è meno regolare.
Lo steso vale per la scritta Posteitaliane, i caratteri descritti per la figura 6 li ritroviamo identici in questa nuova figura. Il quadrettato che riempie le singole lettere è molto nitido negli originali, al solito, un puntinato indecifrabile nel primo tipo, mentre, nel secondo tipo falso è stato usato il quadrettato, ma si vede molto bene la minore nitidezza. In questo caso si può notare anche una differente dimensione delle singole lettere, specialmente le “a” e la “e” di italiane. Le altre scritte che non presento in immagine hanno le stesse caratteristiche ora descritte. Un particolare cenno merita la scritta del valore € 0,75. Questa presenta sempre le stesse caratteristiche descritte per le due figure precedenti, ma in più mette in evidenza la vernice trasparente sottostante il colore viola.

Figura 8 – la scritta € 0,75, in alto l’originale, al centro il primo tipo ed in basso il secondo tipo falso

Nella figura si vede traslata verso sinistra ed in basso l’immagine trasparente della scritta € 0,75 formata da una serie di puntini incolonnati a simulare un rigato verticale. Questa vernice trasparente conferisce al disegno l’effetto rilievo della stampa calcografica. Tutte le parti in colore della stampa di questo secondo tipo hanno al di sotto la vernice trasparente a piccoli puntini. Bisogna riconoscere che questi falsari ce l’hanno messa tutta la loro inventiva per realizzare una simulazione che potesse essere facilmente confusa con l’originale, ma questa di conferire l’effetto rilievo alla stampa penso che possa essere considerato un “eccesso di zelo” perché, per dirla in modo molto pratico, ritengo che nessun dipendente postale, tra quelli addetti alla lavorazione della corrispondenza, possa avere il tempo di verificare l’autenticità di tutti i francobolli delle missive lavorate all’interno di un CMP. Ultima nota è il differente carattere del “5” nel primo tipo.