LA BALENA
 
Sergio De Benedictis

 


Ma il Signore dispose che una grossa balena inghiottisse Giona;
Giona restò nel ventre del pesce tre giorni e tre notti.
Dal ventre della balena Giona pregò il Signore suo Dio.

(Giona 2:1-3)


Miti e leggende circondano quello che possiamo definire il rappresentante più grande tra le specie animali: con una lunghezza che arriva anche a 25-30 metri e un peso che sfiora le 200 tonnellate.

Ed in realtà all’interno di alcuni capodogli, i più grandi in assoluto tra questi cetacei, catturati e sventrati, è stato trovato di tutto, colpa anche della nostra incuria nell’inquinare il suo habitat con i nostri rifiuti.

Si racconta di marinai inghiottiti e poi riapparsi dopo qualche giorno ma certamente il pensiero nostro va alla favola più famosa, quella del burattino di legno che nella sfortuna di essere inghiottito ha invece la fortuna di ritrovare il suo babbo Geppetto, anche lui rimasto vivo e vegeto all’interno.

 

E poi c’è la balena per antonomasia, quella bianca, che la mente fervida dello scrittore statunitense Herman Melville battezzò Moby Dick e che turbava i sonni del capitano Achab:


“Laggiù soffia! Laggiù soffia! La gobba come una montagna di neve! È Moby Dick!“

 

Con il termine “balena” noi intendiamo qualsiasi cetaceo di grossa taglia dal capodoglio alla balena propriamente detta; dotata di enormi polmoni, respira al pari nostro da orifizi simili alle nostre narici posti nella parte superiore della loro testa; la sua evoluzione la possiamo sicuramente ricondurre ad un primo periodo vissuto sul suolo terrestre.

Non potendo quindi addormentarsi nelle profondità marine, dovendo riemergere per respirare all’incirca ogni ora, tempo massimo in cui riescono a rimanere in apnea, la natura ha fatto sì che il loro cervello riposi alternativamente ed un emisfero rimane sempre vigile.

È un grande spettacolo vederle riemergere, spesso raggruppate in branco, con il tipico soffione; caratteristico è anche il suono che emettono, paragonabile ad un canto o dolce melodia.


Di cosa si nutrono? Qualcosa che sia alla loro altezza e quindi sono ghiotte di calamari giganti ma non disdegnano anche altre prede più piccole; alcune specie però non hanno denti ma sono provviste dei cosiddetti fanoni, una sorta di filtro attraverso il quale assumono il plancton e altri piccoli crostacei.

Perché la caccia alla balena è ancora praticata tanto da mettere a rischio la loro esistenza?

Se in passato largamente commercializzato era il loro grasso, che veniva convertito in olio usato per le lampade, mentre i fanoni venivano utilizzati nell’industria della corsetteria femminile, oggigiorno è la carne l’unico utilizzo che se ne fa tra le popolazioni del Giappone, Islanda e Canada.


Una moderna sensibilizzazione verso l’ambiente e le specie animali in pericolo di estinzione ha fatto sì che anche verso le povere balene si siano movimentate diverse associazioni ambientaliste; tra queste la più attiva e incisiva è sicuramente Greenpeace, spesso alle cronache dei giornali per le sue azioni di “guerriglia” nei confronti delle baleniere.