La tigre
Metti un tigre nel motore!
Sergio De Benedictis

I nostri lettori più giovani non lo ricorderanno ma così recitava una nota pubblicità della casa di carburanti ESSO. Si invogliava alla scelta di questa marca ipotizzando che in tal modo il motore della propria auto diventava potente e scattante come il nostro felino.

La pubblicità era accompagnata poi con la creazione di opportuni gadget a tema per bambini in modo da costringere i padri alla sosta forzata presso i distributori ESSO.

Quello che appariva in pubblicità, a dire il vero, era più un grosso “gattone” dal faccione simpatico e accattivante, ben lontano da quella che può essere una tigre nel suo habitat.

La tigre è da sempre simbolo del coraggio e della forza. Secondo il calendario lunare cinese, chi nasce sotto questo segno eredita queste caratteristiche e presenta un carattere colorato e ribelle ma dimostra anche di saper affrontare le situazioni della vita con molto giudizio.

Il nome si pensa lo si possa far risalire ad un antico termine della lingua iranica “tigra” che significava “dardo” e quindi legato alla sua velocità nella corsa, potendo l’animale toccare punte di 55 Km/h. Ed anche il fiume Tigri, nell’antica Mesopotamia, era caratterizzato da acque che scorrevano veloci.

Animale dal manto sontuoso, di solito arancione-rossastro con la presenza di striature nere su fondo bianco, ma che per mutazione genetica può anche presentarsi bianco con striature o completamente bianco. Leggende narrano dell’esistenza di esemplari mai avvistati di tigri dal manto blu o nero.

E’ una specie che si colloca all’apice della catena alimentare non avendo predatori al di sopra di sé. Le sue dimensioni variano tra specie e specie ed arriviamo sino ai 300 Kg e 3,3, metri di lunghezza della tigre siberiana, mentre i suoi canini possono raggiungere una lunghezza di circa 10 centimetri.

Anche se per grandi e piccini è sempre un animale che affascina, oggigiorno l’uomo ha maturato una maggiore sensibilità e si cerca di evitare la sua permanenza negli spazi angusti di uno zoo o il suo utilizzo negli spettacoli circensi.

Il suo nome è diventato aggettivo sostantivato per altre specie animali quali lo squalo-tigre, veloce nuotatore dotato di due grandi pinne sul dorso; il tilacino o tigre della Tasmania, una specie che purtroppo si è estinta nelle metà del secolo scorso; la zanzara-tigre, che ci fa compagnia anche in Italia e in tutta le zone europee che si affacciano sul mediterraneo, il serpente-tigre (Notechis scutatus) specie velenosa che si trova solo in Australia, così chiamata in quanto presenta una pelle a bande trasversali gialle, marroni e grigie.

Purtroppo in passato ed ancora oggi in alcune zone dell’asia estremo-orientale la tigre è stata oggetto di caccia selvaggia che ha fatto di molto diminuire la sua numerosità e per alcune specie ha comportato anche l’estinzione. Ciò dovuto sia al suo pregiato manto che all’utilizzo delle sue ossa che, una volta macinate, diventano preparati della farmacopea orientale. E’ infatti noto anche qui in Occidente il famoso balsamo di tigre, utilizzato per lenire dolori muscolari ed articolari e curare emicranie e punture di insetti.

Da sempre l’uomo ha avuto la tendenza a rappresentare gli animali sotto forma umana, trasferendogli le sue caratteristiche e dandogli la parola. Tipicamente ciò avviene nei fumetti e animali che normalmente potrebbero farci impressione o paura, diventano esseri docili e grandi amici dei bambini.


La tigre non sfugge a questa logica e nelle strisce dell’americano Bill Watterson diventa Hobbes, compagno inseparabile del piccolo Calvin. Da giocattolo di pezza inanimato, quando non si trova in presenza di adulti prende vita ed insieme al suo compagno ne combina di ogni colore.
A volte è però rimasto personaggio feroce e crudele come Shere Khan, la tigre del bengala protagonista del “Libro della Jungla” di Kipling, che dopo aver ucciso il padre, voleva morto anche il piccolo Mowgli.

 

Ed infine non possiamo non ricordare la “tigre di Mompracen” che sicuramente tra i vari personaggi e avventure scaturite dalla fervida immaginazione del veronese Emilio Salgari, è quella che più di ogni altra ci fece sognare nella nostra gioventù. Ne parliamo con la speranza che oggigiorno possa suscitare interesse verso qualche giovane.

Non molti anni fa ne fu tratto uno sceneggiato televisivo magistralmente interpretato dall’attore indiano Kabir Bedi, che da allora è sempre stato per tutti Sandokan, affiancato da lady Marianna, la perla di Labuan, un amore impossibile come tanti in letteratura.

La famosa casa editrice Panini di Modena, non si fece sfuggire l’occasione per uscire in edicola con un album di figurine da collezionare con le immagini televisive.

Si ringrazia rjkard del forum di Filatelia & Francobolli per l'immagine di apertura dell'articolo.