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  Relazione di Pietro Salvetti a Ferdinando III sull'U.P. di Arezzo (19 settembre 1816)
 

Altezza Imperiale e Reale

Poco dopo che V.A.I. e R. si determinò di rimettermi alla Sovrintendenza di questo G.le Dipartimento, dal contegno e dai raggiri del Governo Romano osservai chiaramente che si tentava di far chiudere a tutte le Potenze Estere i cosi detti Uffizi di Posta in Roma concessi o per trattati, o per consuetudini da Secoli.
Non conveniva a me fare premura per riaprire l'Uffizio della Posta di Toscana, e solo mi limitai ad osservare il contegno, che si teneva dall'altre Potenze.
Assicurai nella miglior forma il carteggio e ordinai ai corrieri di portarlo tutto alla Posta Pontificia in Roma, questo prudente contegno non ha servito ad altro, che a non volere i corrieri toscani in Roma, e V.A.I. e R. mi ha ordinato di non inviarli provvisionalmente fino a nuovo ordine altrimenti.
Il sistema per altro attuale non è buono né per il commercio Toscano, né per il Romano e molto meno per il Regno di Napoli, ma su di ciò spero che tanto il Governo Toscano, come il Napoletano, suppliranno in qualche forma alle stravaganze, ed ai torti, che si fa ogni giorno in questa Branca delicata di amministrazione di Governo Romano.
Avendo una pratica di simili materie, e rilevando che fino da secoli la Santa Sede teneva un Uffizio di Posta in Arezzo, e che questo Uffizio si dava in appalto per un'annua somma determinata non maggiore di scudi ottocento Romani, seguitando le tracce dell'estinta Amministrazione Francese mi impossessai subito nel primo maggio 1814 di questa branca di Amministrazione alla quale era unita anche una Distribuzione di lettere in Cortona ed una in Castiglion Fiorentino, tenendo per altro l'istesso amministratore che serviva come appaltatore il Governo Romano, e di poi come direttore sotto il Governo Francese nella persona di Luigi Borghini.
Presi questa misura con l'animo per altro di restituirla al Governo Romano se questo si fosse determinato a restituire alla Toscana il privilegio da secoli che aveva di tenere un Uffizio di Posta in Roma.
Monsignor Rusconi, allora Vice Sovrintendente delle Regie Poste Pontificie in Roma, fino dal settembre 1814 mi invitò a render conto dell'incassato e speso per l'Amministrazione delle Poste di Arezzo, Cortona e Castiglion Fiorentino, dicendo di essere questo un assegnamento ceduto dalla Toscana alla Camera Apostolica, Io gli replicai che era verissima questa cessione anche essa da secoli, ma che era in compensazione del privilegio che aveva la Toscana di un'Amministrazione di Posta in Roma, dalla quale ne risentiva un vantaggio e che se voleva la prima mi rendesse la seconda.
Mi pare adunque, A. I. e R. di aver fatto il mio lavoro, e l'interesse del Regio Erario giacchè col contegno che si è tenuto dal Governo Romano posso dubitare, che effettivamente se io accedevo si sarebbe perduta la prima Entrata fino a questo giorno, e non si sarebbe potuto ottenere, quantunque fosse stato giusto, la seconda.
Mi pare adunque, A. I. e R. di avere fatto il mio lavoro, e l'interesse del Regio Erario giacché col contiguo che si è tenuto dal Governo Romano posso dubitare, che effettivamente se Io accedevo si sarebbe perduta la prima Entrata fino a questo giorno, e non si sarebbe potuto ottenere quantunque fosse stato la seconda.
Ma tralascio tutta questa narrativa di fatto e andiamo alla sostanza dell'affare per assicurare stabilmente un Uffizio di Posta in Arezzo, e renderlo utile a tutta quanta la vasta popolazione della Val di Chiana e specialmente alle città di Arezzo e Cortona.
Io dunque fisserei in Arezzo un'Amministrazione per questo Gen.le Dipartimento nella persona di Luigi Borghini prescrivendo al medesimo le istesse Instruzioni e metodi che sono stati prescritti agl'Amministratori di Pistoia e di Prato.
E siccome la corrispondenza specialmente col nuovo sistema introdotto diventa assai più voluminosa, ed anche più di lucro di quella di Pistoia, così al detto Borghini darei un'ajuto nella persona di Placido Orlandini, tanto più che occorrerà tenere dei libri di prima nota per far render conto ad un distributore tanto in Cortona, come in Castiglion Fiorentino, che dovranno essere di piacimento delle rispettive Magistrature Comunicative, e trattati come gli altri distributori che non possono essere remossi senza motivi e senza darne parte al Soprintendente Gen.le delle Poste, dovendo percipere una qualche remunerazione dalle respettive Comunità, come è stata già fissata dalla Magistratura Comunicativa di Cortona ad Antonio Mariottini in scudi trenta annui, e che io propongo di raddoppiare in altri scudi trenta per il Servizio che deve prestare in corrispondenza dell'Uffizio della Posta di Arezzo, e render conto al medesimo dell'introito delle lettere, come si fa dagl'altri Postieri della Toscana, non tralasciando di fare nota a V. A. e I. che il Distributore in Castiglion Fiorentino di consenso di quella Magistratura sarà trattato con minor mercede di quella stata fissata per il Mariottini nella persona di Carlo Borghini.
Io non parlerò nella presente mia umilissima rappresentanza né di organizzazione, né di Istruzioni, né di metodi da tenersi nel nuovo Uffizio della Posta di Arezzo, questi certamente saranno uniformi agl'altri, che debolmente ho prescritto non solo in questo Gen.le Uffizio della Posta di Firenze, come ancora a tutti gli altri Uffizi di Posta da esso dipendenti, e per questa parte V. A. I. e R. ne può essere ben sicura.
Per proporre quell'assegnamento che conviene all'Amministratore, ed al di lui aiuto in Arezzo, ho voluto prima esaminare l'introito che si è fatto annualmente fin qui dal Primo maggio 1814 ed ho potuto rilevare che questo ammonta annualmente presso a poco alla somma di £ 10.000 ed avendo condotta detta amministrazione sul piède francese dando all'Amministratore Luigi Borghini il diciassette e mezzo per cento sull'entrata lorda, dovendo essere a suo carico la spesa dell'ajuto in Arezzo, dei distributori in Cortona e Castiglion Fiorentino, e della pigione della stanza per uso d'ufficio, veniva a ritirare un guadagno assai limitato, e questo Gen.le Dipartimento al netto dei suddetti aggravi, e di circa £ 500 - di spese di uffizio, veniva non ostante ad incassare verso £ 7000 annue.
Il mio sentimento dunque sarebbe che V. A. e R. nominasse Luigi Borghini Amministratore dell'Uffizio della Posta di Arezzo con l'annua Provvisione di Lire milleseicentottanta, e di buonificare al medesimo scudi trenta per la Pigione di due o tre stanze terrene per uso di Uffizio.
Che confermasse Placido Orlandini ajuto dell'Uffizio della Posta di Arezzo con l'annua Provvisione di Lire settecentoventi.
E che assegnasse una Lira al giorno ad un Facchino per le basse faccende dell'Uffizio.
La scelta di quest'ultimo potrà farsi dall'Amministratore, il quale lo dovrà a me proporre perché previe le opportune informazioni io possa approvare, o non approvare il soggetto che verrà proposto.
Per dimostrare infine a V. A. I. e R. che le suddette mie proposizioni sono dettate dalla giustizia e dall'economia, che devo in questo Gen.le Dipartimento Le farò il seguente confronto.
Sul piede praticato fin qui il Borghini percipeva circa £ 2200 l'anno, ed a suo carico era tutto quello da me rilevato di sopra, così l'Erario Regio venica ad incassare al netto annualmente £ 7800 circa.
Con le mie suddette Preposizioni, le Provvigioni, la Pigione, e gli aggravi ammonteranno al di sotto di £ 3000 - così il prodotto netto sarà di sopra £ 7000 - annue, quel Prodotto attesa la nuova organizzazione certamente aumenterà a sarà sempre maggiore di scudi 800 Romani per cui si dava in appalto dalla Camera Apostolica.
Quanto piacciano a V. A. I. e R. le suddette mie Proposizioni il presente affare potrebbe essere risoluto con il Rescritto.
= approvasi, e facciasi in tutte le sue parti come si propone dal Sovrintendente Generale delle Poste, il quale dovrà dare le disposizioni occorrenti per l'esecuzione =
E profondamente inchinato ho l'onore di baciare la Regia veste.
Di Vostra Altezza Imperiale, e Reale
Dal dipart. Gen.le delle Poste
Li 19 settembre 1816

S.A.I., e Reale ha rescritto = Esclusa l'annua Prestazione di scudi trenta per la Pigione delle Stanze ad uso dell'Ufizio delle Posta delle Lettere a favore dell'Amministratore della medesima in Arezzo, in tutto il restante approvasi, e facciasi come si propone dal Senator Soprindentende Generale delle Poste, il quale darà le convenienti disposizioni per l'adempimento = Dato li 4 ottobre 1816.

Per il Consigl. Dirett. assente
V.N.Corsini (?)

F. Albint...

Originale in fotocopia >>>>