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  Castiglion Fiorentino: dal Pastificio Marcelli alla Fabianelli
di Giuseppe Alpini

PERCORSO: Personaggi, documenti ed oggetti testimoni di vita e di storia > questa pagina

La Valdichiana, legata a filo doppio  agli interessi dei proprietari terrieri , non conobbe, verso la fine dell’Ottocento, un grande sviluppo delle attività industriali e manifatturiere.

La crisi agricola di fine ‘800 e l’aumento della popolazione delle zone rurali, al contrario, provocarono l’aumento della categoria dei “pigionali” e dei braccianti che erano costretti a rinforzare la già folta schiera di quelli che nei registri parrocchiali venivano classificati come “miserabili”, anzi “miserabilissimi” e destinati ad una vita di stenti che trovavano aperta solo la via dell’emigrazione.

Per ovviare, almeno in parte, a questi disagi, sulla stampa locale si sollecitava da tempo la nascita di stabilimenti industriali, ma questi appelli cadevano praticamente nel vuoto anche se, a partire dagli anni Ottanta del XIX secolo, non mancarono fondazioni bancarie che si proponevano  l’investimento di capitali  in attività diverse da quelle agricole. Così sorsero qua e là dei piccoli opifici sempre, però, non svincolati dall’economia agricola.

A Castiglion Fiorentino l’unica attività industriale degna di questo nome fu la Fornace Lovari, un’industria di laterizi destinati al mercato locale, che era situata a meno di un chilometro dalle mura castellane e che impiegava manodopera per lo più maschile.

Fino al 1896 la lavorazione era eseguita con forni a “fuoco intermittente” e “condotta a mano”. A partire da questa data Geremia Lovari introdusse sistemi più  moderni con la costruzione di forni a “fuoco continuo”  (sistema Hoffermann) che permettevano la fabbricazione  di “tegolini alla marsigliese”, di mattoni di ogni genere (pieni e forati), di oggetti ornamentali , di mensole, di cornici, di serbatoi, di tubi, di condutture ed altro.

La Ditta Marcelli fin dal 1843 aveva impiantato a Foiano un panificio e pastificio che, con il tempo, era progredito “fino a rivaleggiare, per la bontà dei suoi prodotti, con i migliori pastifici della Toscana”.

Nei primi anni del Novecento, nonostante la produzione avesse raggiunto i 20 quintali giornalieri, la Ditta si trovò costretta a non poter soddisfare  completamente la sua crescente clientela. Fu allora che, non potendo ingrandire il pastificio di Foiano, perché delimitato da due fabbricati contigui e inoltre per l’assenza di un adeguato scalo ferroviario, spinse il Marcelli  ad acquistate i locali dell’ex pastificio Olivieri a Castiglion Fiorentino che era situato a poche decine di metri dalla stazione ferroviaria.

Il pastificio Marcelli passerà in seguito alla Famiglia Fabianelli che tuttora lo gestisce e ne ha fatto un marchio di interesse internazionale.

La situazione di scarsa industrializzazione del territorio castiglionese rimase immutata fino alla seconda metà del Novecento. Infatti, nei pressi dello scalo ferroviario erano sorte soltanto il “Cantinone” e la “Distilleria”  che offrirono poco lavoro date le loro limitate dimensioni.

L’economia di Castiglion Fiorentino continuò a basarsi sull’agricoltura  regolata dal contratto di mezzadria. Per questo motivo nell’immediato secondo dopoguerra  la popolazione  di questa cittadina si ridusse di oltre tremila unità che emigrarono verso il triangolo industriale di Prato –Pistoia - Firenze. Contemporaneamente continuò l’emigrazione verso la Francia (zona di Marsiglia) e verso il sud- America (Argentina).