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  Il bollo corsivo di Strada (in Casentino)
Roberto Monticini

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Il bollo corsivo di Strada lo si è sempre visto, nelle corrispondenze, abbinato al bollo a doppio cerchio dell’ufficio postale di Strada che, nell’elenco 1866, risultava ufficio di 3ª classe.


La funzione di questo bollo corsivo è stata da sempre oggetto di studio ed in merito sono state formulate molte ipotesi dovute al fatto che: il bollo è conosciuto solo su corrispondenze, accompagna sempre il doppio cerchio, ma ad ogni buon conto non poteva trattarsi di una Collettoria, perché Strada aveva già un ufficio postale ed un suo bollo; non può essere annoverato però neppure come bollo ferroviario perché, in quegli anni, in quel territorio, non vi era ancora una linea ferroviaria, neppure nelle vicinanze; da ultimo, il bollo corsivo di Strada era anche molto simile a quello della collettoria di Strada in Chianti.

Anche io mi sono impegnato, per cercare, di dare una risposta convincente a questo rompicapo, ma, pur recandomi direttamente sul luogo, sono riuscito solamente ad appurare che l’allora proprietario della linea automobilistica locale, che collegava Strada a Castel S. Nicolò e Montemignaio, era discendente di una famiglia di procaccia che avevano sempre servito quelle zone.

Ho anche esaminato la possibilità che potesse trattarsi del bollo a disposizione di un pedone, che aveva avuto l’incaricato di ritirare e consegnare la posta presso il domicilio degli abitanti di quelle Comunità e, a sostegno di questa mia ipotesi, concorrevano più elementi:

a) - La posizione geografica dei comuni limitrofi:

Elemento importante questo, perché Strada è l’ultimo paese che si trova al termine della strada che dà accesso alla via Casentinese per potersi congiungere a Poppi, Bibbiena ed Arezzo. Lunga oltre 13 chilometri era passaggio obbligato per tutti gli abitanti di Montemignaio, Castel San Nicolò, Pagliericcio e le frazioni e case sparse lungo il suo percorso, dall’altro lato proseguiva solo verso il passo della Consuma, Pontassieve portando il viaggiatore nella provincia di Firenze, comunque la corrispondenza avrebbe dovuto transitare attraverso Arezzo.
Osserviamo anche le distanze e l’altitudine dei paesi:

- Da Castel San Niccolò a Strada percorrenza Km. 7,1 – passo odierno 1 h 47’ – da mt. 758 slm a mt. 381 slm;
- Da Montemignaio a Strada Km. 13,3 (non transitando per Castel San Niccolò) – passo odierno 3 h 11’ – da mt. 1052 slm a mt. 381 slm;
- Da Montemignaio a Strada (attraverso Castel San Niccolò) Km. 20,5 – passo odierno 4 h 57’ – da mt. 1052 – 511 – 758 – 381 slm.

b) - L'Amministrazione pubblica:

- MONTE MIGNAJO, o MONTEMIGNAJO, una volta MONTE MIGLIAJO (Mons Mignarius, e Miliarius) nel Val d’Arno casentinese. Contrada composta di più casali dove fu un Castello e dove si conserva un’antica pieve (S. Maria). È capoluogo di Comunità nella potesteria di Castel S. Niccolò, Diocesi di Fiesole, Compartimento di Arezzo. (Repetti, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, vol. terzo, Firenze 1839);

- CASTEL S. NICCOLO’, nel Val d’Arno casentinese. Castello che ha dato il nome a una comunità e potesteria sulla sponda destra dell'Arno e del torrente Solàno presso il borgo di Strada, attuale residenza dei suoi magistrati, nel Vicariato Regio e 3 miglia toscane a grecale di Poppi, nella cura dell’antica pieve di S. Martino a Vado, Diocesi di Fiesole, Compartimento di Arezzo. (Repetti, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, vol. primo, Firenze 1833);

- STRADA, nel Val d'Arno casentinese. – Grosso borgo nel luogo dell’antica pieve di S. Martino a Vado, sotto il Castel S. Niccolò, i di cui uffiziali comunitativi risiedono costantemente nello stesso borgo di Strada, Giurisdizione e circa 3 miglia toscane a maestrale di Poppi, Diocesi di Fiesole, Compartimento di Arezzo. (Repetti, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, vol. quinto, Firenze 1843)

Oggi da Wikipedia:

Montemignaio è un comune italiano di 546 abitanti.

Castel San Niccolò è un comune italiano sparso di 2 662 abitanti. Capoluogo del comune è Strada in Casentino, il più grande tra gli abitati, con poco meno di 2 000 abitanti. Le frazioni più grandi sono Cetica e Borgo alla Collina.

Strada è divenuta nel corso dei secoli il Borgo di maggiore estensione e sviluppo. Riconosciuta nel 1776, con Decreto del Granduca Pietro Leopoldo, capoluogo del Comune di Castel San Niccolò, è stata prima sede podestarile e, in seguito, centro amministrativo e sede comunale. (http://www.comune.castel-san-niccolo.ar.it/il-paese/frazioni/strada-in-casentino).

c) - La struttura postale

1) - Gli uffici postali presenti sul territorio nel periodo preso in considerazione:

- Castel S. Niccolò: abit. nel 1833 n. 3.741 – Nella Nota inviata dal Prefetto di Arezzo alla Soprintendenza, risulta che la Comunità abbia istituito un ufficio comunicativo in Strada. Non compare tra gli Uffici Regi nel D.M. del 16.2.1861. [Sergio Chieppi, Roberto Monticini, Uffizi di Posta in Toscana (1814-1861) - Editoriale Olimpia, Firenze 2002];

- Montemignaio: 3° tr 1873 istituzione di un servizio rurale nel 3° trim. 1873 (BU 11/1873), Ufficio di 2ª cl. dal 1° luglio 1887 (Num. 4248 – BU 6/1887);

- Strada:

Sergio Chieppi, Roberto Monticini, Uffizi di Posta in Toscana (1814-1861) - Editoriale Olimpia, Firenze 2002

Questo fino al 1861, in seguito:

Istituzione di una Distribuzione di 2ª cl. dal 1° febbraio 1864 (BU 1/1864), elevata a Ufficio secondario il 1° marzo 1865 (BU 2/1865), poi Ufficio di 3ª cl. con num. 2246, (Elenco dell'anno 1866).

2) - Le corrispondenze esaminate:

- a) - Ne conosco 4 con il doppio cerchio di Strada (1864-1865) senza corsivo. In 2 non è manoscritto il luogo di partenza, 1 parte da Strada, 1 parte da Pagliericcio.

- b) - Ne ho esaminate n. 14 con doppio cerchio e corsivo (in molte il datario non è leggibile), la prima del 22.09.1870, l’ultima del 4.11.1874. Di queste 14 corrispondenze, 4 hanno il contrassegno del Sindaco di Montemignaio, 1 ha il contrassegno del Sindaco di Castel S. Niccolò, 5 hanno il timbro della ditta “D. Angelo Ferri, Grosseto” (*), 4 missive sono scritte da privati cittadini; queste corrispondenze sono tutte dirette in Toscana.

- c) - Successivamente all’agosto 1876, non conosco corrispondenze con il bollo corsivo.

- d) - Le lettere con il bollo corsivo sono risultate tutte in partenza, nessuna in arrivo.

Questi elementi non erano tuttavia sufficienti per far accettare la mia ipotesi, pur consentendomi di poter sostenere che trattavasi di un servizio inerente la posta, seppur privato, equiparabile a quello svolto nel passato da “espressi”, procacci e procaccini, o più recentemente, dalle autovetture chiamate “postali”, servizi questi, che andavano ad integrare quello pubblico.

d) - La normativa postale

Recentemente, Carlo Grossheim, esperto in normativa postale, mi ha invitato a rileggere due documenti pubblicati nel 1864 e presenti in “Le collettorie postali del Regno d'Italia” di Giuseppe Gaggero, Il Mondo filatelico, Roma 1970, dove sono contenute le disposizioni riguardanti il servizio rurale.

1) - Bollettino n. I del 1864 - «Istruzioni generali sul servizio delle collettorie rurali

Art. 1 - Le Collettorie rurali sono una emanazione dell'Ufficio postale al cui distretto appartengono e vengono stabilite nei Comuni ed anche nelle borgate site lungo le linee ferroviarie e lungo gli stradali percorsi dai corrieri procacci dell'Amministrazione e dalle vetture pubbliche.

Art. 2 - Gli agenti incaricati del servizio delle collettorie prendono il nome di collettori. quando l'opera loro si limita a distribuire le corrispondenze alle persone che recansi a ritirarle alla collettoria.
Quando invece il collettore assume l'obbligo di recapitare le corrispondenze al domicilio dei destinatari prende il nome di portalettere collettore.

omissis .....

Art. 12 - Ai collettori non è fatta la spedizione di lettere raccomandate, ma saranno loro trasmessi gli avvisi da darsi ai destinatari perchè si presentino a ritirarle all'ufficio di posta.
omissis .....

Art. 15 - L'ufficio che riceve il piego da una collettoria, applica sulle corrispondenze entrostanti il bollo del luogo d'origine, oltre a quello del proprio ufficio, ed in mancanza del primo vi supplisce con apposita indicazione a penna, annulla i francobolli degli oggetti francati, dà corso alle corrispondenze per gli altri uffici ed applica il segnatasse a quelli da distribuirsi nel distretto del proprio ufficio.

omissis .....

Art. 19 - Le presenti istruzioni avranno luogo a cominciare dal 1° febbraio 1864.»

2) - Bollettino n. 6 del 1864 - «Denominazione degli agenti del servizio rurale

In relazione al n" 5 del Bullettino dello scorso mese di gennaio è stato emanato il seguente Decreto:
Il Ministro Segretario di Stato dei Lavori Pubblici ritenuta la convenienza di denominare i portalettere rurali a seconda del servizio che prestano,
decreta:
A cominciare dal 1° luglio 1864 gli agenti che sono incaricati del servizio di posta rurale assumeranno le seguenti denominazioni a seconda delle attribuzioni che saranno loro rispettivamente affidate e cioè:
Collettori rurali - Portalettere collettori - Portalettere rurali collettori - Portalettere rurali distributori - Pedoni rurali
Il presente Decreto sarà registrato alla Corte dei Conti
Torino addì 2 febbraio 1864.
per il Ministro
G. Barbavara»

e) - Conclusioni

Leggendo queste norme, possiamo oggi sostenere l’esistenza di un servizio rurale di cui beneficiavano gli abitanti delle Comunità che risiedevano nella zona che va dal passo della Consuma fino a Strada e, quindi, potremmo attribuire quel bollo al servizio svolto da un Collettore o Portalettere rurale, che nel suo percorso raccoglieva e, forse, consegnava queste corrispondenze all’ufficio postale dal quale dipendeva, anche per il loro successivo inoltro e recapito.

Il bollo è stato apposto solo su corrispondenze in partenza, mai è stato trovato impresso in quelle in arrivo: questo potrebbe forse trovare una giustificazione nel fatto che l’incaricato del Servizio, probabilmente, consegnava anche quelle in arrivo e la normativa prevedeva l’uso del bollo solo su quelle in partenza. Se questo fosse, l’Addetto che operava, dovremmo considerarlo un Collettore.

L’esame delle lettere conforta la nostra tesi: la normativa è del secondo semestre del 1864 ed il bollo corsivo non compare sulle lettere a far data dal 1865; lo troviamo solo dal 1870 al 1874 e già non più dal 1876, nel decorrere di quegli anni, a Montemignaio era stato istituito il servizio rurale nel 3° tr 1873 (BU 11/1873) e successivamente un Ufficio di 2ª cl. dal 1° luglio 1887 (Num. 4248 – BU 6/1887).

Deliberatamente, non avendo elementi comprovanti a sostegno, non ho azzardato nessuna ipotesi in risposta alla ovvia domanda consequenziale che si pone: “il timbro materialmente era in uso al collettore, oppure era a disposizione dell’ufficio di Strada?”, posso solo, facendo tesoro degli studi messi a frutto da Carlo Grossheim, nonchè utilizzando fin anche le sue parole, ricordare che i bolli corsivi, quantomeno fino al 1870 erano in dotazione all’ufficio postale dal quale dipendeva la collettoria e solo successivamente furono dati in dotazione ai collettori e portalettere collettori.

L’anno 1883 registra la riorganizzazione dei Servizi rurali, con il loro passaggio, di parte di essi, a Collettorie, distinte in 1ª e 2ª classe, e con il perdurare delle altre figure presenti nel servizio, quali i portalettere rurali, che erano la stragrande maggioranza, i pedoni ed i distributori rurali.

Occorre ancora ricordare che questi servizi, nelle varie realtà, erano sempre stati presenti, rendendosi poi sempre più necessari con il superamento dell’analfabetismo e l’affermarsi della comunicazione epistolare anche nelle campagne. I Comuni toscani sprovvisti di ufficio postale, per il trasporto della posta all’ufficio postale più vicino, incaricavano un procaccia per svolgere il servizio almeno due volte a settimana. Il Regno di Sardegna aveva da tempo regolamentato il servizio rurale, ma così non era in tutti gli altri ducati, il Regolamento del 1864 oltre a dettare una migliore struttura del servizio, sanciva anche l’uso di un bollo di origine ed in mancanza vi suppliva con apposita indicazione a penna.
Molti di questi bolli, ad esempio quelli che Giuseppe Gaggero ha chiamato bolli diversi, dovrebbero essere studiati e, se del caso, aggiunti a quelli delle collettorie, da definire quindi “rurali”.

I miei ringraziamenti per l'aiuto fornito a: Leonardo Amorini, Carlo Grossheim, Giovanni Guerri, Alessandro Papanti, mai dimenticando di onorare la memoria dell'Amico Vanni Alfani.


(Collezione Alessandro Papanti)

 

 

NOTA:

(*) - [Angelo Ferri (Grosseto, 10 novembre 1815 – Strada in Casentino, 12 settembre 1874) è stato un politico italiano, fu rappresentante di Poppi all'Assemblea toscana del 1859],