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  L'occupazione francese del 1799 e l'insorgenza del Viva Maria: lettere e manifesti
di Roberto Monticini

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PROSEGUE con: Dalla fine delle insorgenze toscane del 1799 al Regno d’Etruria di Laurent Veglio e Roberto Monticini

Vedi anche: 1796 - Il miracolo della Madonna del Conforto di Roberto Monticini

AGGIORNATO al 24-03-2022
R. Monticini: revisione.

47 immagini di manifesti e corrispondenze per lo più inedite, relative al periodo compreso tra il 24 marzo 1799, giorno dell'invasione della Toscana da parte dell'esercito francese al comando di Napoleone ed il dicembre 1800, ultimi giorni della resistenza con il ritorno della Toscana sotto il controllo dell'esercito francese.

In anni di ricerca sono riuscito a recuperare dal web immagini di manifesti e corrispondenze delle due parti in lotta, che si sono affrontate combattendo per oltre un anno e mezzo: l'una per occupare la Toscana, l'altra per riportare al potere Ferdinando III.
La maggior parte di questi documenti risultano inediti ed esprimono bene l'idea di come, oltre che con le armi, i due eserciti si fronteggiassero con la propaganda, nel tentativo di coinvolgere ed aggregare alle loro forze, i cittadini ed i coloni della campagna.

Viva Maria fu una delle insorgenze antinapoleoniche scoppiate in Italia tra il 1799 e il 1800. Ebbe come suo teatro principale la città di Arezzo e la Toscana, ma si diffuse anche nei territori limitrofi dello Stato Pontificio.

Nel 1799 l'esercito francese aveva occupato tutti gli stati italiani, escluso il Granducato di Toscana che aveva dichiarato la sua neutralità e aveva anche cercato di comprarsi l'immunità pagando, in più riprese, la somma di due milioni di lire.

Il 23 marzo 1799 il Granducato pagò l'ultima rata della somma pattuita per la sua immunità. Il giorno successivo i francesi aprirono le ostilità e iniziarono l'invasione. Il granduca Ferdinando III di Toscana si rifugiò a Vienna. Sabato 6 aprile 1799 i francesi, comandati dal capitano Lavergne entrarono nella città di Arezzo, che in quell'epoca contava circa 8.000 abitanti. Il giorno dopo, domenica, fu eretto nella Piazza Grande l'albero della libertà (simbolo della rivoluzione francese composto da un alto palo di legno sormontato da un berretto frigio).

All'inizio di maggio si diffusero ad Arezzo voci incontrollate che davano per imminente l'arrivo di un esercito liberatore Austriaco o Russo. La notte fra il 5 e il 6 maggio 1799 si mobilitarono le campagne circostanti Arezzo al grido di “Viva Maria”. La mattina del 6 maggio insorse la città: l'albero della libertà fu dato alle fiamme. La guarnigione francese era poco numerosa e fu messa rapidamente in fuga. Anche le quattro vallate della provincia si liberarono dai francesi. In città si formarono due deputazioni, una militare e l'altra civile. Quest'ultima fu denominata “Deputazione Suprema” e fu composta da Tommaso Guazzasi, da don Benedetto Mancinotti, da Luigi Lorenzo Romanelli, da Francesco Fabbroni, da Niccolò Brillandi e da Carlo Albergotti. Il comando militare aretino fu affidato a Angelo Guillichini, Giovan Battista Albergotti, Giovanni Brozzi, i quali riunirono un primo nucleo di un esercito. Fu dichiarata la fedeltà al legittimo regnante, il Granduca Ferdinando III.

Medaglia con l'immagine della Madonna del Conforto e S. Donato (1796), utilizzata come segno distintivo dagli insorti del "Viva Maria" - Collezione privata

Alcuni storici danno un giudizio estremamente negativo dell'insorgenza mettendone in evidenza il carattere "reazionario" rispetto alla Rivoluzione francese, i cui valori di progresso civile erano portati in Italia dall'esercito di Napoleone. I giacobini avevano l'appoggio degli intellettuali e l'opposizione di un clero contro-rivoluzionario.
Gli ideali della Rivoluzione Francese nel 1799 erano però già stati traditi dai francesi stessi (si pensi al Terrore e alle Guerre di Vandea) e la campagna d'Italia aveva forti connotazioni di rapina. Inoltre la difesa della fede religiosa era contro un pericolo reale e non immaginario in quanto l'esercito francese, giacobino, metteva davvero in pericolo la libertà della Chiesa come istituzione e la libertà religiosa dei singoli.
Napoleone, inoltre, fu avversato in tutte le nazioni invase: non solo in Italia ma anche in Spagna e Russia avvennero insorgenze antinapoleoniche, per dire che la difesa di una patria da un'occupazione abusiva è normalmente un dovere dei cittadini.

Coloro che siano interessati ad approfondire la conoscenza dell'insorgenza aretina del Viva Maria, troveranno, a piè pagina, un'esauriente bibliografia sull'argomento.


In Firenze 11 Floreal an. 7 - 30 aprile 1799

Il cittadino Carlo Reinhard Commissario del Governo Francese in Toscana in conformità delle disposizioni date dal Generale in capite dell'Armata d'Italia fa pubblicamente notificare essere intenzione del predetto Generale, che i soli Toscani devono essere incaricati dell'Amministrazione degli Approvvisionamenti, somministrazioni, e mantenimento delle Truppe Francesi stazionate in Toscana ad esclusione di qualunque Compagnia, o Società di Provvisionieri Esteri.
....

In Firenze - 16 Floreal Anno 7 – 6 maggio 1799

Agli abitanti della Toscana

Gli abitanti della Campagna si lasciano traviare, e la loro petulante insolenza provoca i Francesi dei quali non hanno ragione di dolersi; atterrano gli Alberi della Libertà che avevano chiesto di piantare; hanno dei Preti alla testa che insultano i colori nazionali; varj vili istigatori consigliano dal fondo dei loro nascondigli il disordine, e la rivolta, e i loro gridi insensati chiamano i barbari del Nord.
..........
REINHARD


In Siena - 23 Fiorile an. 7 - 12 maggio 1799


In Siena - 27 Fiorile an. 7 - 16 maggio 1799



In Firenze ed in Siena - 29 fiorile Anno 7 – 18 maggio 1799 

Risoluzione contro Arezzo e Cortona per i fatti del 16 e 17 fiorile (5 e 6 maggio) - La minaccia di rappresaglie 

In Firenze - 3 pratile Anno 7 – 22 maggio 1799

Al Quartiere Generale di Siena – Arezzo e Cortona poseranno le armi, In caso di resistenza saranno passate a fil di spada, e le città date in preda al saccheggio, e alle fiamme. Le due Città di Arezzo, e di Cortona saranno distrutte e rase. Sarà innalzata una piramide nel luogo che occupavano  con queste parole: le Città di Arezzo, e di Cortona punite della loro ribellione.

Il Club Patriottico del 24 maggio 1799




In Siena - 9 Pratile An 7.mo – 28 maggio 1799

 

Si chiede la consegna delle armi da parte di tutti i comuni.

... gli Aretini commettono i crimini esecrabili fino a mettergli del fuoco nella bocca, e fargli inghiottire dei Carboni accesi, percuotergli, e fargli morire in seguito nei tormenti più Crudeli ai gridi = VIVA MARIA =

Dal Comune di S. Quirico 16 giugno 1799

Dal Comune di San Quirico al signor Cancelliere di Asinalonga
Si attendano i Comandanti aretini con ì medesimi questi rappresentanti vogliono trattare prima di determinarsi a rispondere già che la situazione di questa terra merita una ponderazione ed un esame più serio...  

Dalla Deputazione di Arezzo ai Sigg. Deputato di Fojano 18 giugno 1799

Richiamo alle armi per servire le Truppe di Linea – Allestimento di servizio Espresso – Predisporre lancieri a cavallo – Deputare un soggetto di Confidenza al quartier generale di Arezzo – Rimettere le Prede – Tassa che la Comunità pagava col titolo di Tassa di Redenzione.

Firmano per la Deputazione aretina: Carlo Albergotti, Tommaso Guazzesi, Niccolò Brillandi, Luigi Romanelli

Fojano invia 15 uomini armati  


18 giugno 1799



Firenze 3 Messidoro 7 – Lettera del 21 giugno 1799 diretta a Parigi



L’incaricato in affari della Repubblica Cisalpina in Toscana al cittadino Ambasciatore della Repubblica Cisalpina presso la francese.
Nel testo descrive la situazione in Toscana e nella Romagna.  

La Toscana però è seriamente inquietata dagli Aretini i quali alla partenza delle truppe per le operazioni grandi si sono resi più arditi dilatandosi ad occupare paesi oltre i limiti del territorio d'Arezzo con minacciare la Capitale.


Circolare del 24 giugno 1799
Dalla Suprema Deputazione di Arezzo al Deputato di Marciano

...inerendo agli ordini del Sig. Conte Shneider Comandante dell'Armamento Generale della Città di Arezzo e dei Luoghi riuniti in Insurrezione, che ha fissato nella Città di Arezzo non solo il Centro del Governo Provvisorio Supremo, ma anche il Quartier Generale, e in consegenza la Cassa Pubblica per far fronte a tutte le spese del Generale Armamento, è in dovere di commettere alle Signorìe Loro Illustriss., che subito facciano ordinare tanto per pubblici Editti, quanto ancora per mezzo d'Intimazioni speciali ai Debitori dei Comuni particolari che tutte le Persone del Distretto, o Circondario di codesta Deputazione, e Comunità, e Luoghi annessi le quali hanno attualmente. e avranno in appresso alle respettive scadenze, debito per qualcuno degli Articoli qui sotto descritti devono pagarne in giorno l'importare a codesta Cassa Comunitativa...


Lettera del 28 giugno 1799 da Livorno a Monaco per la via di Torino

Lettera del Console degli Stati Uniti in Toscana per Questioni Economiche inviata da Livorno a Francesco Spannocchi

Filippo Filicchi (1763 - 1816), nobile di Gubbio, aveva vissuto tre anni negli Stati Uniti intessendo rapporti commerciali e di amicizia con le personalità più in vista, in particolare con il confondatore e direttore della banca di New York, William Seton, che era anche spedizioniere ed armatore: al ritorno in Italia aveva portato con sé, per fare esperienza nei commerci, il figlio maggiore di questi, William Magee. Egli più volte era tornato a Livorno con le sue navi e aveva rinsaldato la sua amicizia con Filippo, diventato nel frattempo primo console degli Stati Uniti per il porto di Livorno, e con il fratello di lui, Antonio. 

Francesco Spannocchi, patrizio senese, fu nominato governatore di Livorno (1796); pochi mesi dopo Napoleone lo destituì per aver favorito la partenza da Livorno di alcuni bastimenti inglesi.

... gli Aretini minacciano Firenze e Siena...


Lasciapassare per il 3 luglio 1799

Lasciapassare per i posti di guardia del Monte Sansavino - Rilasciato dal Comandante della Piazza a Gio.Batta Gori che va a Castelnuovo della Berardenga, con la comminazzione che non si presenti più in questa piazza  senza rimandarlo indietro varrà per giorni uno da oggi.

Dal Quartier Generale di Arezzo 7 luglio 1799
SCENEIDER Comandante austriaco richiede uomini vestiti ed armati per comporre un corpo d'infanteria



Circolare dell'11 luglio 1799
Dalla Deputazione del Supremo Governo Provvisorio per S.A.R.
Circolare contenente disposizione per rifornimento di sale, Tabacco e carta bollata  



Notificazione del 12 luglio 1799
La Deputazione del Supremo Governo Provvisorio della Città di Arezzo contesta le decisioni del Senato Fiorentino, ordinando che si continui lo stesso sistema che era in vigore il 5 luglio con effetto anche nelle Provincie Superiore, ed Inferiore di Siena.



Circolare del 15 luglio 1799
Dalla Deputazione del Supremo Governo Provvisorio della Città di Arezzo
per S.A.R. e S.M.I.
al Deputato di Fojano, con circolare si richiede il maggior numero possibile di gente armata



Circolare del 24 luglio 1799



Circolare del 24 luglio 1799



In Siena 2 agosto 1799



Perugia 16. Termidoro dopo la mezza notte Anno 7. Repubblicano
Dal Quartier Generale del Pian di Massiano 3 agosto 1799 a ore 11 e mezzo

Capitolazione della Città di Perugia



Lettera del Capitano Felice Tuti ai Sigg. Deputati di Anghiari del 19 agosto 1799

Avviso alle Comunità del comportamento da tenere verso coloro che disertano

Il Governo Provvisorio della Città del Borgo S.Sepolcro
All’armi. Uniamoci coi vincoli più Sacri  



Circolare del 19 agosto 1799
Dalla Suprema Deputazione del Governo Provvisorio di Arezzo ai Sig..ri Deputati di Fojano
Le provvigioni di Doganieri e Guardie devono riportarsi a Firenze



In Arezzo 20 agosto 1799



Circolare del 21 agosto 1799
Dal Governo Provisorio di Arezzo ai Sigg. Deputati di Radda
Disposizioni per restaurare il governo legittimo di S.A.R.



Circolare del 23 agosto 1799
Dal Comando Militare di Arezzo – Cav. Angiolo Guillichini ai Deputati di Marciano
Disposizioni militari per sloggiare i francesi che persistono nella difesa della Fortezza di Perugia



In Firenze 26 agosto 1799
Federigo De Ricci Luogo-Tenente, per il Direttore delle Reali Finanze
Ritorno all’antico sistema politico ed economico
Le Truppe Aretine ed Alleate possono ritornare alle loro Abitazioni



30 agosto 1799 - Dal Comando Militare di Arezzo ai Sig. Deputati di Foiano
Cav. Angiolo Guillichini Comandante militare
Caduta finalmente La Fortezza di Perugia è inutile la leva ulteriore di volontari



In Firenze 4 settembre 1799

Michele Barone di Frelich – General Tenente Maresciallo – proprietario di un Reggimento d’Infanteria e Comandante Generale del Corpo d’Armata nel Gran-ducato di Toscana, e Romagna, rassicura il popolo e lo chiede pronto alle armi  

In Firenze 17 settembre 1799

Federigo Francesco Saverio, Conte del Sacro Romano Imperio Hohenzollern
Monito ai cittadini di aver pazienza e moderazione altrimenti siamo obbligati a riempire di Distaccamenti Militari i vostri Borghi  

In Firenze 2 ottobre 1799

Federico De Ricci Luogo-Tenente per il Direttore delle Reali Finanze Alessandro Pontenani Perdono a tutti i disertori di qualunque Corpo delle sue Reali Milizie  

Arezzo 18 dicembre 1799
Da Gio.Batta Albergotti al Conte Giovanni De Lazara

... Spero, che avete ricevuto un plico mio con due sonetti a me dedicati, nel quale vi davo parte della nostra gloriosa revoluzione merce dei prodigi immensi di Maria SS. del Conforto. Vi prego di sapermi dire, se avete ricevuto tale plico. Vi premettevo l'istoria della nostra rivoluzione....
Mi vorrei ritirare dagli affari pubblici, e vivere da buon capo di famiglia, ma credo che bisogna prestarsi fino alla fine.


(Il cav. marchese Giovan Battista Albergotti aveva prestato servizio quale ufficiale nella Marina di Malta e nel Governo Militare di Arezzo aveva il grado di Maggiore della Piazza)


7 pluviose an 9 - 27 gennaio1800


Motuproprio del 10 febbraio 1800







Il 10 febbraio 1800, con un motu proprio, il Granduca di Toscana Ferdinando III (1769-1824), in risposta al malcontento diffuso fra coloro che avevano partecipato all'impresa di liberare la Toscana dai francesi, a motivo dello scioglimento della Suprema Deputazione aretina è del disarmo dell'Inclita Armata, che quella liberazione avevano guidato e organizzato, promise di promuovere Arezzo a capoluogo di provincia, di far erigere un monumento commemorativo della sollevazione, di chiedere al Pontefice Pio VII (1800-1823) che la diocesi aretina fosse innalzata ad arcidiocesi, mentre nominava una commissione, con il compito di segnalare i nomi dei più valorosi fra gli insorti, per ricompensarli con onorificenze cavalleresche e impieghi. In gran parte quel motu proprio rimase lettera morta e nessun monumento sorse "nella Pubblica Piazza [ ... ] con un'Iscrizione analoga agli avvenimenti più rimarchevoli, e più brillanti dell'insurrezione aretina", come prevedeva lo stesso documento. Così la vicenda dell'insorgenza non entrò a far parte della storia nazionale, e non divenne neanche una componente delle memorie pubbliche e ufficiali del Granducato e della Toscana.

(Sandro Petrucci, Il mancato monumento al Viva Maria: le insorgenze dopo il 1799, in Il Viva Maria di Arezzo: aspetti religiosi, politici e militari (1799-1800) Atti del convegno di studio del 3 giugno 2000, Istituto Storico dell'insorgenza e per l'identità nazionale, Milano 2004)


13 marzo 1800
Lettera di Angiolo Guillichini (Comandante Militare delle Truppe aretine) al Cav. Curzio Inghirami Ten. di Vascello al Servizio di S.A. Reale

Ill.mo Sig. Sig. P.e Col.o
Mi è pervenuta la lettera del 4 Marzo da v.s. Ill.ma indirizzatami da Livorno. In replica devo cominciare dal ringraziarla della parte che prende in ciò che riguarda me particolarm.e stato nominato per uno dei deputati a riferirvi i meriti di tutti quelli che hanno concorso al buon esito della Coalizione contro i Francesi.
Volterra fra gli alleati, è fra le prime che meritano, e per la mia parte non mancherò per dovere di renderle Giustizia, qualora mi siano dati gli ordini che mi autorizzino a farlo.
Questi ordini, e queste istruzioni non sono per anche a me, ne agli altri di Arezzo dati, e si aspettano per fare il nostro Dovere, giunti che siano saprò cosa devo fare.
Frattanto ella che è stato uno dei Principali attori con onore del Corpo Volterrano, potrebbe preparare una Nota dei soggetti meritevoli individuando il loro Grado o nel civile o nel militare, Patria, Nomi, e cognomi, in che spedizioni hanno servito bene, sotto quali Comand.ti ed in che Luoghi.
Questa Nota, Ricev.i che siano gli Ordini potrò avvisarla a chi dei Deputati sarà utile di mandala per che serva all’effetto Bramato.
Avrà osservato che dei Deputati, sono quattro in Arezzo, dei quali però uno è morto, uno del Casentino, uno nel Valdarno, due a Firenze, uno a Livorno. Non pare possibile il riunirli tutti in un solo luogo per deliberare, attesi gli Impieghi Pubblici di alcuni che loro non permettono di assentarsi dal Posto. Deduco da questo, che possino essere distribuite le Commissioni a Distretti, ma è una semplice mia supposizione senza dati. Se così accaderà, allora potrò dirle a chi sarà conveniente di far pervenire la Nota che le propongo di Preparare.
Per ora sono al bujo del metodo che si dovrà tenere, quale deriverà dalle Istruzioni che fin’ora mancano.
Comunque sarà, Ella può essere per la mia parte certa che io seguiterò le regole di Giustizia, che ho cognizione dei meriti del (?) componenti la famiglia Inghirami, e che mi è nota la lealtà, ed attività colla quale ha operato Volterra, e solo mi manca la cognizione dei particolari individui della sped.e che hanno agito per la buona Causa.
Lo Stato attuale della Marina di Guerra nostra mi duole, ma non vedo come possa aprirmisi un’adito per Giovarle come Corpo del quale sono separato da 4 anni, in un tempo in cui manca di Bastimenti, di legname, di artiglieria, e di denaro per ristabilirsi.
Non ostante nel mio particolare credo, che avendo S.A.R ordinato che tutti i componenti i diversi Militari Corpi, sbandati all’arrivo dei Francesi, si riconduchino ai med.i, sia meritorio il rimettersi al Servizio a tutti quelli, che in quel tempo vi erano ascritti, qualunque sia il Servizio, che il Governo ne esiga. Convengo però che il procurarsi quel Corpo Commissioni Marittime dagli Austriaci purchè ne siano dati mezzi sufficienti per eseguirle, sarebbe di decoro, e di utilità del Corpo.
Per me sarà sempre gradita la Favorevole occasione di rendere giustizia alla Loro causa, di tanto posso assicurarla e sono con piena stima, rinnovand.le gli ossequi miei di Casa, del Sig. Marchese Albergotti, il Cancell.e maggiore di Vs. Ill.
Arezzo 13 Marzo 1800
Devot. ed obbl Serv…
Angiolo Guillichini


2 maggio1800
Da Gio.Batta Albergotti al Conte Giovanni De Lazara

Benchè già a letto incomodato di raffreddore...
Stante il mio incomodo non posso allungarmi di più in darvi ragguaglio della nostra gloriosa rivoluzione contro una potenza tanto formidabile, che in quel giorno contava 60 miglioni di Sudditi. È stata prodigiosa, ed i Miracoli della nostra SSª Vergine si sono visti più evidenti della stessa luce del sole.


In Firenze 9 giugno 1800 - In Arezzo 11 giugno 1800

La Guarnigione Austriaca può essere forse obbligata da un momento all'altro ad abbandonare la Toscana...

Il Marchese Cavaliere Gio. Battista Albergotti è incaricato a promuovere, e presedere all'Armamento da formarsi nella città di Arezzo, e nel Contado, Terre, Castelli del Territorio...



In Arezzo 17 ottobre 1800

Marco Covoni Girolami Bettoni, Amerigo Antinori Gaetano Niccolini Segretario
Il Marchese Sommariva trasferisce il Quartiere Generale – La città di Arezzo è affidata al Governo Provvisorio  

Riferimento storico:
Il 14 giugno 1800 Napoleone, quando sembrava ormai battuto, vinse la battaglia di Marengo contro gli austriaci e riprese in pugno la situazione. Da quel momento l'Italia fu sua fino al 1814. Il Granduca aveva nominato capo della difesa del Granducato il generale Annibale Sommariva. Questi, probabilmente dopo aver giudicato impossibile l'impresa, fuggì prima da Firenze e poi da Arezzo, che fu lasciata a sé stessa. Il 18 ottobre 1800 un reparto di 5000 soldati comandati dal generale Monnier si presentò alle porte di Arezzo che oppose una resistenza disperata. Il 19 ottobre, mentre una delegazione aretina trattava la resa, Monnier fece attaccare all'improvviso la Porta San Lorentino e riuscì ad entrare. Arezzo subì una dura rappresaglia. Fu saccheggiata per 4 giorni; l'esercito francese si abbandonò ad ogni sorta di eccesso e circa 40 cittadini furono uccisi. Di conseguenza vi fu anche una gravissima crisi economica dalla quale la città si riprese veramente solo dopo moltissimi anni.



 

Riferimento storico:
Il 19 novembre l'Albergotti viene arrestato insieme a 35 persone e condotto a Firenze - processato per sedizione e trattenuto come ostaggio.

Fino al 30 novembre 1800 i francesi ebbero il controllo della Toscana poi, dopo che la tregua firmata ad Alessandria venne disdetta, il generale Sextius Alexandre François de Miollis, succeduto a Dupont, si trovò a fronteggiare gli austriaci e i vecchi insorgenti del Viva Maria, guidati dal generale Francesco Spannocchi, con una esigua truppa a sua disposizione. I sanfedisti dello Spannocchi inflissero, nei giorni prima di Natale del 1800, delle sconfitte ai francesi: a Siena, a Figline e a San Donato, fino a che il generale Pino, non riprese l’offensiva.

I "giacobini" aretini erano riusciti a destituire i governanti lasciati dai francesi e a formare una nuova municipalità. Poco dopo la caduta di Arezzo le truppe napoletane, unite a contingenti austriaci e guidate dal Generale Ruggiero de Damas, interverranno per liberare il Granducato, ma, nel marzo del 1801, ha termine la conflittualità con l'esercito francese, il generale Miollis, che si era mostrato incapace di gestirla, era stato sostituito, alla fine di gennaio, con Gioacchino Murat.

 


18 brumaio an 9 - 9 novembre 1800

Dal Quartier Generale d'Arezzo le 8 Brumaio an. 9 della Repubblica Francese

Calvin Generale di Brigata al ministro d'Arezzo

Vorrete bene, cittadino, fare fornire subito due cavalli da sella per uno Straordinario che faccio partire. Per il generale Gelin, aiutante di campo  

Dal Quartiere generale di Arezzo questo dì 19 Dicembre 1800 ai componenti il Governo di Siena per S.A.R.

... Sono addoloratissimo della disgrazia seguita a cotesto nostro ottimo Pastore; ... dopo la resa di Cortona, ebbi la fortuna di disfare il Nemico a Figline, e se seguitavo in quel momento la mia Marcia forse sarei a quest’ora in Firenze, ma alcuni motivi di giusta precauzione mi obbligarono a retrocedere; vivo però nella sicura lusinga, aiutato da molti fedeli Sudditi di Sua Altezza Reale, d’entrar presto in quella Città, respingendo i Francesi nel Piano di Pisa, dove opero anche di batterli, e fugarli ...


Dal Comando militare di Montevarchi ad Arezzo, 28 dicembre 1800

Sig. Genle Spannocchi
Arezzo

Dal Comdo Milit di Montevarchi
26 Xbre 1800 (ndr: il giorno sembra il 25 ma il 26 è più congruo con la data della lettera del Sig. Stefanini, v. sotto)

Mi perviene nel momento una lettera del Sig. Stefanini del 26 corrente da Siena col ritorno del mio Esploratore.

Dalla med:ª rilevo esersi peranche notificata la partenza del General Pino alla volta di Siena ciò non ostante qualche dubbio vi ha luogo ancora esendosi fatti vedere a Poggi bonsi 16 uomini di Cavalleria, 25 di Fanteria della istesa Divisione di Pino, abbenchè nei giorni scorsi avessero fatto le istesse Pattuglie. Tutto per ora colà è quieto, e tuttora vi ho persona che al momento di qualche variazione, o arrivo di Truppa in poche ore può rendermi ragguagliato, ed a vista inoltrerò qualunque Rapporto a codesto Generale Comando, come pure renderò avvisato l'Ufiziale del Posto Avanzato di Levane per prendere quelle misure necessarie a forma dei suoi Ordini.

Viva quieto su questo che nulla risparmio per fare in giorno con le forze, e mosse del nemico.

Al più presto farò recapitare costà pochi fucili che sarà possibile trovare.

Sto in attenzione dei suoi ordini ringraziandola tanto delle nuove buone di questa mattina partecipatemi e ne desidero la continuazione.

Suo con stima, e rispetto

Dev. Servit.

Marri Cap. dei Dragi della ...

 

Con lettera del 12 dicembre il Generale Spannocchi invita le autorità aretine a mobilitare un piccolo numero di legionari per prevenire i disordini dovuti all'esultanza della popolazione per la cacciata dei francesi. I napoletani vengono sconfitti presso Poggiponsi e poco dopo il territorio aretino ritornò sotto il controllo francese (Santino Gallorini, La primavera del Viva Maria, Grafiche Calosci, Cortona 1999, p. 195)

prosegue con: Dalla fine delle insorgenze toscane del 1799 al Regno d’Etruria di Laurent Veglio e Roberto Monticini

Bibliografia

Antoniella Augusto - Occupazione francese e insorgenza antifrancese nelle carte dell'Archivio di Stato. 1799-1801, Provincia di Arezzo, Arezzo, 1991.
AA.VV., 1799 Il 'Viva Maria' disegnato, Biblioteca Città di Arezzo, Siena, 1999.
AA.VV., "Digitus Dei est hic" Il Viva Maria di Arezzo: aspetti religiosi, politici e militari (1799-1800), Istituto Storico dell'insorgenza e per l'identità nazionale, Milano, 2004.
Antonio Bacci, Viva Maria! Storia in ottava rima dell'Insurrezione Aretina del 1799 contro i Francesi con una nota introduttiva, Calosci Cortona, 1999.
Stefano Dondi, Maria Giorni, Ilaria Pescini (a cura di), Augusto Antoniella (coordinamento), Fonti per la storia di Arezzo dal 1799 al 1801: occupazione francese ed insorgenze, Archivio di Stato di Arezzo, Grafiche Badiali snc, Arezzo, 1989.
Santino Gallorini - La primavera del Viva Maria, Calosci, Cortona, 1999.
Santino Gallorini - Viva Maria e Nazione Ebrea, Calosci, Cortona, 2009.
Giacomo Lombroso - I moti popolari contro i francesi alla fine del secolo (1796-1800).
Claudia Minciotti Tsoukas - I torbidi del Trasimeno (1798). Analisi di una rivolta.
Roberto Salvadori - Bibliografia aretina 1790-1815. e Rassegna bibliografica del Viva Maria.
Ivan Tognarini (a cura di), Arezzo tra rivoluzione e insorgenze 1790-1801, Aretia libri, Arezzo 1982.
Gabriele Turi - Viva Maria. Riforme, Rivoluzione e Insorgenze in Toscana (1790-1799.
Massimo Viglione - Le insorgenze. Rivoluzione e Controrivoluzione in Italia (1792-1815).

https://it.wikipedia.org/wiki/Viva_Maria
http://firenze.unuci.org/la-toscana-napoleonica.html