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  Dal Quartiere generale di Arezzo questo dì 19 Dicembre 1800 ai componenti il Governo di Siena per S.A.R.
di Roberto Monticini

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Quella sotto riportata è una parte di lettera priva della sovraccoperta che risulta asportata e avrebbe dovuto riportare, il destinatario e la modalità del suo inoltro, si presume fatto per staffetta militare: il mittente è il Generale Spannocchi (1).

Il periodo storico è quello successivo alla cacciata dell'esercito francese dalla Toscana, avvenuto tra il 16 e il 17 luglio 1799 con l'ingresso dell’Armata Austro-Russo-Aretina a Livorno e a Portoferraio, che completò l'opera di liberazione del Granducato.

Nell'ottobre del 1800, dopo Marengo, al comando dei generali Pierre Dupont de L’Ètag e Domenico Pino, le truppe francesi erano rientrate in Toscana. Il 19 ottobre 1800, la Città di Arezzo fu di nuovo occupata dai francesi. Il 19 novembre l'Albergotti venne arrestato insieme a 35 persone e condotto a Firenze - processato per sedizione e trattenuto come ostaggio.

Fino al 30 novembre 1800 i francesi ebbero il controllo della Toscana poi, dopo che la tregua firmata ad Alessandria venne disdetta, il generale Sextius Alexandre François de Miollis, succeduto a Dupont, si trovò a fronteggiare gli austriaci e i vecchi insorgenti del Viva Maria guidati dal generale Francesco Spannocchi, con una esigua truppa a sua disposizione. I sanfedisti dello Spannocchi inflissero, nei giorni prima di Natale del 1800, delle sconfitte ai francesi: a Siena, a Figline e a San Donato, fino a che il generale Pino non riprese l’offensiva.

I "giacobini" aretini erano riusciti a destituire i governanti lasciati dai francesi e a formare una nuova municipalità. Poco dopo la caduta di Arezzo le truppe napoletane, unite a contingenti austriaci e guidate dal Generale Ruggiero de Damas, interverranno per liberare il Granducato, ma, nel marzo del 1801, ha termine la conflittualità con l'esercito francese, il generale Miollis, che si era mostrato incapace di gestirla, era stato sostituito alla fine di gennaio da Gioacchino Murat.

Illmi Sigri Prni Coldsmi

Dal Sigre Maggiore Stefanini con suo rapporto di 17. Corrente, con indicibile piacere intesi l’evacuazione seguita dell’Inimico in cotesta nostra fedelissima Città, e lascio alle Sigrie loro Illme di giudicare del mio giubbilo.

Il medesimo Sig:re Stefanini coerentemente alle mie istruzioni, hà rimesso in piedi l’antico Governo, e hà fidato questo a persone dal loro conosciuto zelo, attività, e talento, non dubito, che con facilità riusciranno a mantenere la quiete, e il buon ordine.

Trovo giusto il loro desiderio di avere delle Truppe di Linea, ma le critiche mie circostanze, non mi permettono per ora di mandargliele; La loro Guardia Urbana, i loro Cacciatori gli credo più che opportuni a questo effetto, e scriverò su di ciò domani al Sigre Colonnello Malevolti l’occorrente.

Sono addoloratissimo della disgrazia seguita a cotesto nostro ottimo Pastore; i riguardi che gli abbiamo, meritano ogni considerazione e nonostante che fermamente creda, che per oppinionisti non possino ne devino considerarsi quelli, che si sono serviti di questo manto per commettere delle scelleratezze a danno della società, pur nonostante rimetto tutto ciò al savio discernimento del Sigre Auditor Fiscale, ed alle altre persone alle quali spetta giudicare di tali cose.

Deve essere a notizia delle Sigrie Loro Illme, che dopo la resa di Cortona, ebbi la fortuna di disfare il Nemico a Figline, e se seguitavo in quel momento la mia Marcia forse sarei a quest’ora in Firenze, ma alcuni motivi di giusta precauzione mi obbligarono a retrocedere; vivo però nella sicura lusinga, aiutato da molti fedeli Sudditi di Sua Altezza Reale, d’entrar presto in quella Città, respingendo i Francesi nel Piano di Pisa, dove opero anche di batterli, e fugarli, e in questa lusinga, che grato alla Loro bontà per me desideroso di influire sempre al bene di cotesta Città e delle Sigrie Loro Illme con distinta stima mi rassegno

Delle Sigrie Loro Illme

Dal Quartiere generale di Arezzo questo dì 19 Dicembre 1800.

All’Illmi Sigri componenti il Governo
di Siena per S.A.R.

Devotissmo obbmo Gene(?)
Franco Spannocchi P.M.(?)

 

 

NOTE

1) - Il barone Francesco Spannòcchi Piccolòmini era nato a Siena nel 1750, ma trascorse la maggior parte della sua vita a Livorno. Era un discendente di un ramo della potente famiglia Piccolomini, Cavaliere di S. Stefano e Commendatore dell'Ordine di San Giuseppe. Ufficiale della marina toscana, nel 1778 si recò a Napoli sotto Acton, dove risiedette per diversi anni. Nel 1796 fu nominato Governatore di Livorno, ma pochi mesi dopo fu rimosso dall'incarico ed arrestato da Napoleone per aver permesso ad alcune navi britanniche di lasciare il porto. Rientrò a Livorno con grandi onori solo nel 1814, nella quale si spense il 22 ottobre 1822.
Dal generale austriaco Sommariva aveva ricevuto il comando di un corpo di austro-toscani con il fine di liberare la Toscana dai francesi (https://data.cerl.org/owners/00016470).


BIBLIOGRAFIA

Ivan Tognarini (a cura di), Arezzo tra rivoluzione e insorgenze 1790-1801, Aretia libri, Arezzo 1982.
Santino Gallorini - La primavera del Viva Maria, Calosci, Cortona, 1999.