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L’ASTRONOMO LEGNAGHESE GIOVANNI SILVA RICORDATO DAL CIRCOLO FILATELICO E NUMISMATICO “SERGIO RETTONDINI”

di Danilo Bogoni

Nell’ideale quadreria degli illustri legnaghesi, ai quali il Circolo filatelico e numismatico “Sergio Rettondini” dedica l’annuale Mostra filatelia e l’annullo celebrativo di Poste Italiane, quest’anno ha deciso di appendere il ritratto dell’astronomo Giovanni Silva. Il padre dell’Osservatorio astrofisico di Asiago e della Nebulosa del Granchio ossia, come precisa Massimo Turatto, direttore dell’Osservatorio astronomico di Padova, di “uno degli oggetti più interessanti e studiati del cielo”, fotografata dal telescopio Copernico di Cima Ekar ad Asiago, mostrata sul francobollo da 95 centesimi emesso qualche mese fa e chiamato a far memoria dei due secoli e mezzo dell’Osservatorio di Padova che inizialmente fu ospitato nell’antica fortezza patavina di Ezzelino III da Romano. La Specola, appunto, anch’essa presente sul francobollo.
A Legnago, dove è nato il 26 marzo 1882 (è morto a Padova il 20 ottobre 1957) Giovanni Silva è ben presente attraverso l’Associazioni astrofili “G.Silva”, che al Museo Fioroni ha allestito la mostra “Galileo e la Luna”, vistabile fino al 12 novembre, e più ancora l’Istituto d’istruzione superiore che ne porta il nome, condiviso con quello del gesuita Matteo Ricci.

Ed è proprio al “Silva-Ricci” che, accogliendo la proposta del Circolo filatelico, il dirigente scolastico Antonio Marchiori, nel laboratorio di pittura coordinato da Laura Reani e Cristina Rossetto ha preso forma il dipinto “Il cosmo a misura d’uomo, l’uomo che misura il cosmo” presente nella cartolina celebrati e nell’annullo che Poste Italiane porrà in uso sabato pomeriggio 23 settembre al Museo Fondazione Fioroni. E che l’Istituto così descrive: ”questo lavoro pittorico realizzato mediante una tecnica mista che utilizza colori acrilici materiali organici (farina di mais), carta stagnola, lurex e colla vinilica vuole rappresentare un’idea di Universo attraverso il movimento di elissi tracciate dai pianeti” , mentre l’uso dei colori “intensi e brillanti vuole richiamare la forza e l’energia degli elementi dinamici che generano la vita, a differenza dell’immobilismo che produce negatività e morte”. Ancora:” la presenza dominante della figura umana stilizzata, eseguita in materiale metallico, rappresenta l’azione intellettuale dell’essere umano che, attraverso i gesti compiuti da un geodeta – e tale fu il nostro Giovanni Silva – misura, colora e determina le distanze siderali e i circuiti orbitali che egli osserva nell’Universo”.

Astronomo e geodeta, professore di geodesia all’università di Torino, quindi direttore dell’osservatorio astronomico di Padova che sotto la sua guida, benché povera di strumenti e di mezzi, sotto la sua guida raggiunse una posizione di primo piano nel campo dell’astronomia, nel 1952 Giovanni Silva vide coronata la sua idea di fornire all’università di Padova, attraverso l’Osservatorio astrofisico di Asiago, di un telescopio di dimensioni paragonabili a quelle del massimo strumento europeo allora esistente (quello costruito dall’Osservatorio di Berlino- Babelsberg e trasportato nel 1946 in Crimea come bottino di guerra).

Aperta da sabato 23 settembre (nel corso dell’inaugurazione, fissata per le ore 16, Simone Zaggia, dell’Osservatorio di Padova, tratteggerà l’importante opera scientifica dell’astronomo e geodeta Giovanni Silva) e aperta fino al domenica 1 ottobre con ingresso gratuito, la mostra curata dal Circolo filatelico “Sergio Rettondini” e che ricorda i sessant’anni dalla morte di Giovanni Silva, propone le collezioni, quella di Renato Dicati intitolata “Da Stonehenge al telescopio spaziale”, un’affascinate e puntuale storia dell’astronomia raccontata attraverso francobolli e documenti postali, e quella di Roberto Gottardi che postalmente documenta i contributi e le presenze italiane nello spazio, a cominciare dal satellite San Marco che nel 1964 fede dell’Italia quinto paese spaziale dopo Unione Sovietica, Stati Unititi, Gran Bretagna e Canada.

Il cosmo a misura d’uomo, l’uomo a misura di Cosmo, il lavoro pittorico realizzato presso l’istituto Silva-Ricci in onore di Giovanni Silva