Cronache Dentellate

Luigi Ruggero Cataldi, "Roma Postale" รจ la storia di Roma

di Danilo Bogoni

A guardarlo, mingherlino e riservato com’è, non si direbbe. E invece, al di là delle apparenze, Luigi Ruggero Cataldi pensa e opera in grande. Toccando, quando scrive di storia postale, vette vertiginose, gigantesche. Da capogiro. Per dire e documentare tutto quello che riguardava, nel 1999, la “Posta in Verona e nella sua Provincia” si è preso 975 pagine. Tutte utili, tutte importanti. Ora per mettere insieme “ROMA POSTALE Gli uffici postali della Capitale d’Italia”, che vende a 90 euro (Luigi Ruggero Cataldi, via Giacomo Favretto 8, 37138 Verona) si è fermato un soffio sotto: 914 pagine.

La posta in Verona e nella sua Provincia, edito nel 1999. Roma postale Gli uffici postali della Capitale d’Italia.


Così come il precedente, anche questo volumone ha un solo difetto: non è facile da maneggiare e da consultare. In compenso ha un grande pregio: il contenuto. Presentato com’è senza ammiccanti, ma con sobrietà contenutistica, come peraltro si conviene ad una pubblicazione rigorosamente scientifica. La quale, basta avere la pazienza di compulsare testi e immagini, è fonte di godimento derivante dalla “scoperta” dei contenuti.

Provare per credere. Andiamo insieme a pagina 297, Roma Arrivi Distribuzioni. Tra i tredici datari riprodotti ce n’è uno sconosciuto ai più e al tempo stesso sicuramente fuori del comune: “Roma AD Sezione Artificieri”. Un datario d’uso amministrativo attraverso il quale veniva documentato che i sacchi contenenti la corrispondenza diretta a sedi istituzionali (Senato, Camera, Presidenza Consiglio dei ministri, ministro Interni eccetera) erano stati esaminato ai raggi X mediante un apposito apparecchio Gilardoni, tipo Fep Scan 3D W.B. Un’operazione che veniva effettuata da un assistente capo di polizia.

Tra tanti datari, anche quello dell’Artificiere.


Non meno interessante, assicura Luigi Ruggero Cataldi, il manuale e la “rossa” della Sezione postale speciale dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, operante nell’ambito dell’Ufficio postale principale di Roma Ferrovia.

Ma perché, chiedo, questa nuova gigantesca opera editoriale? “L'idea iniziale - risponde - era quella di seminare un pochino di storia postale nella mia Regione d'origine, la Puglia e nella città che dal 1958 benevolmente mi ospita, Verona, ambedue carenti in questo genere di letteratura. Nacque, così, nel 1980 la pubblicazione ‘Le collettorie postali della Puglia: province di Foggia, Bari e Lecce’ (con la prefazione di Enrico Veschi) scritta a quattro mani con Vito Mancini, anche lui pugliese.
Nel 1984 fu la volta di un simpatico volumetto dal titolo: ‘Centenario dell'Istituzione dell'Ufficio Postale di Colognola ai Colli – 1884/1984)’; anch'esso scritto a quattro mani, in questo caso con Giulia Rotigni. La qual cosa incuriosì il mio Direttore Enrico Veschi il quale, sussurrando, mi disse: ‘senti, perché non fai qualcosa su Roma?’
.

A Veschi, soprattutto da parte di un suo collaboratore, non si poteva dire di no. ”Infatti”. Però? “Conscio delle difficolta declinai. Certo, dispongo di un archivio probabilmente unico ma fino al 2010 non usavo il P.C., di conseguenza le notizie dovevo andarmele a cercare sfogliando pagina per pagina i bollettini P.T. e tutte le altre pubblicazioni edite fin dai tempi remoti dall'Amministrazione. Trascrivendo di conseguenza le notizie a penna. Un lavoraccio.
Tuttavia, non potendo ignorare la provenienza della richiesta, ad un certo punto mi sono reso disponibile a intraprendere un nuovo cimento: completare quel settore di Storia postale di Roma, alla cui pubblicazione un maestro come Mario Gallenga aveva dovuto rinunciare per il vertiginoso aumento di costi editoriali
.
Ho di conseguenza ricominciato a sfogliare qualcosa come 120.000 pagine, provvedendo contestualmente ad inserire con l’ausilio di bravissimi professionisti, tutto nel P.C. Bene inteso ha anche effettuato alcune visite al Museo storico della Comunicazione di Roma, nonché le biblioteche della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica”.

L’impostazione è una pagina (talvolta ben più di una) per ogni ufficio. Con date di apertura e di chiusura. Una sorta di carta d'identità dei servizi postali. “Effettivamente il sistema adottato, che fedelmente ricalca quello usato nel volume gemello ‘La Posta in Verona e nella sua Provincia’; l'unico possibile che l'esperienza mi ha suggerito per offrire al cultore di storia postale una chiara lettura dei dati contenuti nello specchietto, contestualmente ad eventuali immagini (qualora disponibili) ed agli annullamenti, senza ricercarli in altre parti del libro".

Partenza, da quando? “Si parte dalle ’origini e sviluppo dei servizi postali’ ” e subito ci si imbatte in singolarità, tra le tante, come il casellario americano, “E non è l'unica! Si leggano gli altri inediti, quali: le sottostazioni di posta pneumatica e i loro annullamenti, allo stato mai studiate, il cambio di denominazione degli uffici e le molteplici variazioni di indirizzo; solo annunciate ma mai pubblicate dal grande maestro Gallenga. Ed ancora: la storia della nascita e la soppressione dei Quartieri postali della capitale con la presentazione dei rarissimi annullamenti preparati per quella circostanza (Roma Nord, Sud, Est e Ovest). Ed inoltre: la vera e interessante storia della grande Succursale 13 (pagine 659, 660, 661) e della succursale 64 (pagine 727/730) oltre alle minuziose storie sulle istituzioni di tutti i Ministeri e della maggior parte degli stabilimenti postali principali, senza tralasciare gli uffici postali istituiti in epoca fascista con i rari annullamenti, compresi quelli della E.42 e del Palazzo degli Uffici, poi divenuti Eur.

Le Agenzie provvisorie 1894/1899: solo 5. A dir la verità Gallenga ne cita 6; ma la sesta non fu mai istituita”. I recapiti postali presso gli alberghi con il Bristol che non c'è e molti altri ancora in glorioso servizio. “L'albergo Bristol è regolarmente repertoriato alle pagine 54 e 55. Tutti gli alberghi con le annesse agenzie postali sono presenti nel volume; quelli mancanti non avevano la posta". Tra i recapiti, curioso quello attivo Recapito presso la Pia Società Figlie di San Paolo che forse anche per questa loro vicinanza con i servizi postali, nel 2015 si videro ricordare il centenario dell’istituzione con un apposito dentello.
Interessante, sotto l’aspetto tariffario, il richiamo riportato sulle assicurate dell’Ufficio filatelico (pagine 364, 365). Le quali, per interessamento di Enrico Veschi, godettero di un trattamento particolare: semplice affrancatura ordinaria. L’assicurazione era gratis. Piccolo, piccolo l’articolo in questione, citato nei plichi così recita: ”Gli oggetti contenenti carte valori postali inviati dal competente ufficio agli abbonati al servizio filatelico sono considerati come corrispondenza epistolare e gravati della sola affrancatura ordinaria, ancorché spediti in raccomandazione o in assicurazione” (articolo 36 legge 25.10.1989, numero 355). Un caso unico, davvero eccezionale.
"Una particolare attenzione ho dedicato ai servizi Postacele e P.T. Postel, presentando un raro insieme di dati, immagini e annullamenti mai apparsi sulla stampa specializzata. Qua e là manca quale immagine semplicemente perché, pur richieste più volte agli uffici non mi sono state fornite”.

L’assicurata filatelica che pagava la semplice affrancatura ordinaria


Con questo suo corposo lavoro Luigi Ruggero Cataldi offre un utilissimo spaccato, e per certi aspetti unico, sulla storia postale di Roma, che è poi parte integrante della storia di Roma. Una volta si sarebbe detto: “il volume non può mancare in nessuna biblioteca”. Penso, almeno per questo tomo di Luigi Ruggero Cataldi, si possa dirlo anche oggi.

Luigi Ruggero Cataldi, nel suo studio.