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Non ti scordar di me n.2
tempera all’uovo, tavola di legno preparato con gesso dell'artista: Yingjing Sang

a cura di Djana ISUFAJ

COLOMBO NEL FRANCOBOLLO
a cura di Arrigo Pecchioli e Gennaro Angiolino
EDITALIA, Roma 1991
pagine 206 con illustrazioni in bianco e nero ed a colori.

Introduzione a cura di Arrigo Pecchioli
A cinquecento anni dall’avvenimento, l’avventura di Cristoforo Colombo non ha perso nulla dell’originaria importanza e, quel che più conta, della meraviglia che suscitò nei contemporanei colti o incolti che fossero; la maggior conoscenza che oggi abbiamo delle difficoltà tecniche del viaggio e dei suoi connessi problemi ideologici e di superstizione, innalzata a maggior altezza il valore storico ed umano dell’avvenimento, insieme alla capacità marinaresca dell’ammiraglio genovese, che per quell’epoca era addirittura sbalorditiva. Neppure l’impresa lunare del nostro secolo fantascientifico, inattesa e paventata per possibile fino a pochi anni prima della sua realizzazione, trascorso il suo momento magico, regge il confronto; ed infatti per il viaggio verso la Luna tutto era previsto, tutto visibile, tutto calcolato e le cose apparvero davanti agli occhi del mondo, per filo e per segno, come erano state programmate e descritte. Non così per il viaggio di Colombo; nulla si sapeva circa la grandezza del mare da attraversare, le opinioni dei dotti essendo, in proposito, diversissime (e non avevano torto i calunniati dotti di Salamanca; ma bensì, in proposito, era in torto Colombo, che fu fortunato); nullo era certo sui venti, ignote le rotte e più ancora incerto era il ritorno; incalcolabile il tempo del viaggio, reso più terrificante dalle leggende e dalle superstizioni che narravano dei mostri inghiottinavi o di paludi gigantesche, succhiatrici di cose e di uomini. Colombo fu fortunato, certo (ma la fortuna, com’è noto, aiuta solo gli audaci); attraversare un Oceano sconosciuto o quasi con tre piccole e per un certo verso disadatte navicelle, fu, è giusto riconoscerlo, una grande impresa umana; se fortuna vi fu, questa premiò il coraggio dei capitani e degli equipaggi, ma anche, e soprattutto, il coraggio, l’abilità, la fede di Cristoforo Colombo; a questo riguardo non vi è dubbio alcuno che la genialità del marinaio genovese, la sua intelligenza navale furono determinanti e senza di lui, della sua volontà e capacità, l’impresa sarebbe stata per allora impossibile o, almeno, per molti anni ancora, ardua a realizzare. È quindi del tutto giustificato e legittimo l’intatto entusiasmo con il quale il Vecchio ed il Nuovo Mondo celebrano, quest’anno, il Cinquecentesimo anniversario del viaggio di Colombo e della conseguente scoperta dell’America. Sensibile ad ogni avvenimento della storia, del pensiero religioso e scientifico, della tecnica e e di ogni altra possibilità umana, la filatelia universale non poteva non dedicare a questo eccezionale accadimento (che storia, fede, pensiero e tecnica compendia in un sol nome), tutta la sua attenzione; un’attenzione che, per la verità, ebbe addirittura inizio cento anni or sono, nel 1892, celebrandosi con universale riconoscimento, anche allora, il quarto centenario colombiano (furono emessi, per la circostanza ritenuta eccezionale, i primi francobolli commemorativi dell’impresa dell’Ammiraglio genovese). QUESTO VOLUME SI PROPONE, ORA, DI RICORDARE Colombo e la scoperta del Continente nuovo in due modi; con i testi, affidandosi a ciò che scrisse di suo pugno Colombo stesso, e con le illustrazioni, proponendo quanto, fino ad oggi, è stato emesso, filatelicamente, da ogni Nazione del mondo. Com’è noto il famoso “Diario” del navigatore genovese è una rielaborazione d’altra mano, ed è proprio per questo motivo che, oltre alle sue pagine ricostruite da M.A. Lazzaroni, abbiamo affidato alle lettere scritte da Colombo il ricordo più prestigioso della sua impresa, perché’ è proprio dalla loro spontaneità che meglio si rilevano la personalità, la cultura, l’ambizione del grande marinaio; egli traccia in esse un profilo rapido e vivo dei suoi problemi, del mondo che lo circonda, delle ansie che nutre e delle difficoltà che supera e che incontra in mare e in terra; dalle sue lettere l’Ammiraglio -che per molti versi è ancora un uomo del Medioevo. Si rivela per quello che è, nel bene e nel male, senza finzioni o ipocrisie. Oltre alle lettere, destinate dunque a dar viva testimonianza di Colombo, il volume, nella sua parte illustrativa rimessa alle emissioni filateliche universali, dà contezza visiva e documentaria dell’Ammiraglio genovese com’è ricordato nel suo aspetto fisico, delle navi, degli uomini politici e religiosi e dei Sovrani dell’epoca, ed anche della civiltà e degli uomini del nuovo mondo, così come apparvero e furono descritti. Una scelta iconografica colombiana accompagna quella filatelica per integrarla e definirla, giacché alle carte, agli uomini e ai documenti di allora che la filatelia si è abbondantemente affidata, nella certezza di illustrare un avvenimento e un uomo che non finiranno mai di stupire.

Indice degli argomenti
Introduzione; elogio di Cristoforo Colombo; lettere e relazioni sulla scoperta; buscar el levante por el poniente; indici.

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