La presenza su 
            questo oggetto di un fac-simile di francobollo, forse ne giustifica 
            la presenza in questa rubrica di storia e filatelia dove potrebbe 
            sembrare fuori posto. 
            
            L'oggetto ci fa respirare aria di tempi lontani quando la posta era 
            il massimo della tecnologia delle comunicazioni, ed anche i ragazzi 
            ne comprendevano il forte messaggio sociale.
            Oggi fa tenerezza trovare oggetti di questo tipo, in un mondo 
            ipertecnologico con mezzi di comunicazione in tempo reale si fa 
            fatica a comprendere il pathos per una lettera arrivata da lontano, 
            figuriamoci se la "letterina" arrivava da "sotto il piatto". 
            
            L'oggetto è senza data ma il francobollo riprodotto è della serie 
            imperiale quindi si può posizionarla a metà degli anni Trenta. La 
            scrivente Marisa, o chi per essa, ha diligentemente "affrancato" con 
            25 Cent. che era la tariffa per il distretto, anche se il 
            francobollo reale era di colore verde invece che azzurro. Usualmente 
            all'epoca si indirizzava per il distretto cittadino con un "QUI'" 
            oppure "LUOGO" o più frequentemante "CITTA'" 
            Il francobollo è stato anche annullato dallo scrivente come era 
            usuale per le lettere ricevute dalla posta. 
            
            Chi ha più di "qualche anno" come me, si ricorderà certamente che 
            tutti o quasi i ragazzi scrivevano la loro "letterina di Natale": 
            l'emozione provata e la cura che si metteva nello scriverle erano 
            cose del nostro tempo, oggi le nostre motivazioni non sono 
            certamente più valide.
            In genere era indirizzata al capo famiglia o al nonno che avevano 
            l'autorità di decidere eventuali regalini. E naturalmente nella 
            letterina si facevano le promesse per l'anno a venire: tutti gli 
            anni erano le stesse promesse da marinaio, (vedi lo scritto di 
            Marisa) ma nel momento della promessa si era sinceri e c'era la 
            ferrea volontà di essere più buoni e più studiosi.
            Con la complicità della mamma o della nonna si mettevano 
            ingenuamente di nascosto sotto il piatto della persona più 
            autorevole della famiglia, doveva essere una "sorpresa" ma la 
            finzione faceva parte del gioco e veniva trovata verso la fine del 
            pranzo; questa almeno era la procedura che ricordo. 
            
            In occasione del Natale e delle feste di fine anno faccio a tutti i 
            POSTALISTI i miei più sinceri auguri. 
            
            Marino Bignami