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POSTA ITALIANA:
UN INEDITO FALSO DA € 0,95

di Nicola Luciano Cipriani

Nel mese di novembre è stato individuato un francobollo falso da 0,95 di Posta Italiana (figura 1).

Figura 1 – Imitazione del francobollo da € 0,95 di Posta Italiana

Si tratta di un valore molto in uso la cui tariffa è ancora valida, anche se l’originale di questo francobollo è stato stampato l’ultima volta nel 2016 riconoscibile dal codice alfanumerico NB072xxxxxx. Ripeto, per chi non è ancora al corrente, che in detto codice la prima lettera (N) corrisponde all’anno solare di produzione che, in questo caso, è il 2016. La seconda lettera (B) identifica la macchina da stampa che corrisponde alla calcografica Brm-p-350p; il numero di nove cifre identifica in progressione la produzione in fogli. L’intervallo numerico corrispondente a ciascun lotto di stampa corrisponde al numero di fogli stampati, salvo gli sfrisi.

Tornando al nostro falso, bisogna riconoscere che si discosta molto da quelli che abbiamo conosciuto sino ad ora. Ricordo che la prima produzione di falsi di questa serie uscì nel 2011 e furono contraffatti tutti i valori in uso in quel periodo (0,60, 1,40, 1,50 e 2,00). Con le successive integrazioni dovute ai cambi di tariffa furono riprodotti i valori da da 0,70, 0,75, 0,85, 1,90, 3,30 e 3,60 oltre naturalmente ai tre piccoli valori da 0,05, 0,10 e 0,20. Ad oggi non si conoscono imitazioni degli altri valori che presumibilmente potrebbero essere stati anche contraffatti, ma non sono stati ancora trovati. In questo mese di novembre è stato individuato il valore da 0.95 che di seguito passo a descrivere.

La carta

È liscia, abbastanza lucida e di colore bianco abbastanza smorto, tendente molto leggermente al grigio. Valutazione effettuata per confronto con altri valori della stessa serie. Alla luce viola si presenta fluorescente con colore bianco brillante (figura 2) mentre, l’originale è totalmente neutro. Sempre nell’imitazione, si noti anche la risposta neutra dei colori che appaiono tutti con la stessa tonalità.

Figura 2 – Confronto tra l’imitazione (a sinistra) e l’originale in luce viola


La stampa

È stata eseguita in offset (o fotolito) ed appare molto piatta. Il confronto visivo tra l’imitazione ed il falso fornisce subito la sensazione della piattezza dell’immagine. Ricordo che l’originale è stampato in calcografia, a dire il vero una particolare tecnica calcografica che influenza anche la carta sotto la stampa che assume un leggerissimo rilievo al di sotto del colore. La riproduzione potrebbe essere stata fatta mediante riproduzione con software di grafica o con riproduzione fotografica, ma sicuramente ritoccata nei particolari; alcuni decisamente evidenti. Vediamoli nell’ordine.

Nelle figure 3 e 4 riporto le dimensioni della stampa. Come si può vedere, l’imitazione, anche se di pochissimo, è inferiore in entrambe le direzioni rispetto all’originale. Queste piccole differenze fanno pensare ad una riproduzione fotografica, piuttosto che ad altre metodologie. Si tratta comunque di differenze minime che richiedono in ogni caso almeno una lente da ingrandimento. Il modo migliore per verificare questa carattere resta comunque sempre una scansione .

Figura 3 – Le due immagini sono allineate a sinistra e l’imitazione (in alto) risulta leggermente più stretta dell’originale

Figura 4 – Le due immagini sono allineate in alto. L’imitazione risulta appena più corta dell’originale.

Osservando la microscrittura, si può notare una scarsa leggibilità, decisamente inferiore rispetto all’originale (figura 5). Questo particolare è identico a quello descritto per l’ultimo da 0.70 pubblicato a gennaio (http://www.peritofilatelicocipriani.it/un-falso-070-posta-italiana/). L’analogia tra le due microscritture è veramente notevole:

Figura 5 – La microscrittura dell’imitazione (in alto) risulta poco leggibile e la cartella è leggermente più corta rispetto all’originale


Per quanto riguarda la busta, notiamo caratteri nettamente differenti rispetto a quella dell’originale. Innanzitutto le fasce interne che disegnano la busta sono più strette nell’imitazione, ma il carattere che si nota benissimo con una semplice occhiata è la mancanza del quadrettato tipico di questa emissione. Nell’imitazione è ben visibile un rigato verticale il quale è intersecato da rare e sottili linee orizzontali che non danno affatto l’idea del quadrettato. Inoltre la busta dell’imitazione, nella direzione del volo, è più lunga di circa 0,5 millimetri.

Figura 6 – La busta dell’imitazione (a sinistra) non ha il quadrettato visibile nell’originale

Anche le scritte presentano caratteri piuttosto evidenti di distinzione (figure 7, 8 e 9). Nella figura 7 è riportata la scritta Posteitaliane, nella figura 8 il valore e nella successiva la parola ITALIA. In tutte si nota un quadrettato interno alle lettere più grande rispetto all’originale. In particolare, nella figura 7 si può notare anche che la lunghezza totale delle due parole è identica, ma la parola Poste è più lunga nell’imitazione e, di conseguenza, italiane è più corta. Questo mette in dubbio il metodo fotografico utilizzato per la riproduzione.

Figura 7 – il quadrettato dell’imitazione (in alto) è più grande rispetto all’originale e la lunghezza della parola Poste è più corta e, di conseguenza, italiane è più lunga

Figura 8 – Il valore mostra la differente dimensione del quadrettato

Figura 9 – Anche la parola ITALIA mostra la differente dimensione del quadrettato


Altra evidente differenza è il quadrettato delle scie rosse e verdi: nelle figure 10 e 11 si può notare come il quadrettato dell’imitazione sia costituito da rettangoli. In particolare nelle scie rosse (figura 10) le invasioni di blu alle estremità verso la busta, sono state realizzate con tratti scuri verticali. Questo barocchismo poteva senz’altro essere evitato, ma la fantasia decisamente non ha limiti.

Figura 10 – il quadrettato a rettangoli dell’imitazione (a sinistra) con le linee verticali blu a simulare l’invasione di colore rosso

Nelle scie verdi invece (figura 11) il quadrettato con le invasioni rosse è stato simulato con puntini rossi sparsi.

Figura 11 – le code delle scie dell’imitazione, si notino i punti rossi sulle scie verdi per simulare l’invasione del colore rosso


La fustellatura e la tracciatura

Come per tutti i falsi che ho potuto analizzare, la fustellatura, non è mai identica a quella utilizzata presso il Poligrafico, anche se dal 2011 i fustellatori delle imitazioni sono veramente difficili da riconoscere (figure 12 e 13).

Figura 12 – la dimensione orizzontale del falso e di pochi decimi inferiore rispetto all’originale ed inoltre il dentone d’angolo è, come al solito, arrotondato mentre nell’originale è leggermente lanceolato

Figura 13 – anche la dimensione verticale del falso e di pochi decimi inferiore rispetto all’originale.

Nell’imitazione in esame il fustellatore taglia il francobollo conferendogli dimensioni minori, anche se le differenze sono limitate a pochi decimi e possono passare inosservate. Relativamente più evidente è invece la geometria del dentone d’angolo che con il suo arrotondamento non si avvicina minimamente alla forma leggermente lanceolata dell’originale. Questo particolare l’ho evidenziato in tutti i falsi a partire dal 2011. Infatti anche i francobolli prioritari che sono stati i primi ad avere la fustellatura di passo 11, simile al fustellatore del Poligrafico, hanno in comune con questi falsi di posta italiana il dentone d’angolo arrotondato.
Per quanto riguarda la tracciatura, non è possibile dire alcunché sino a quando non saranno trovati esemplari nuovi del francobollo falso.