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Anschluss:12 marzo 1938, nasce l'illinguellato

di Giorgio LANDMANS

Il mondo sta cambiando. I tedeschi oggi decidono di invadere ed incorporare l’Austria alla Germania, l’Austria, paese natale del loro attuale adorato capo.
Mussolini che aveva promesso difesa ad oltranza a Engelbert Dollfuss (Protocolli di Roma 1934), capo del Governo austriaco assassinato nel 1934 da congiurati nazisti, ci ripensa e non lo dice ma si mette a cuccia.

Forse pochi oggi sanno che in quegli anni vigeva un cambio forzoso per le varie valute. Ad esempio Il prezzo ufficiale di vendita della allora vigente moneta tedesca era fissato a circa lire 4.50, mentre al cambio libero lo si poteva recuperare a circa lire 2.50. Questo medesimo prezzo lo si sarebbe potuto egualmente ottenere ufficialmente,recandosi in Germania in qualità di turista e sottostando alla condizione di spendere però ogni marco in Germania stessa, pena, se rilevata l'inadempienza in fase di rientro al controllo in frontiera,il sequestro del denaro posseduto e scoperto.(... ma la cosa di certo non sarebbe finita lì.)

L’ingresso forzoso in Austria delle truppe tedesche, accompagnate dagli immancabili facinorosi, provoca negli ebrei ivi residenti, il timore del possibile ripetersi, nei loro confronti,di quanto già subito dai loro consanguinei e correligionari in Germania e pertanto concretizzano il desiderio e la volontà di espatriare per riuscire a sfuggire a quel pericolo incombente.

Ben poche sono le cose che queste persone possono però portare con sè perchè alla frontiera i nuovi controllori non scherzano.
Molti sono coloro che cercano non solo il modo di partire,ma anche desiderano portare con sè qualcosa che permetta loro di sopravvivere.
C’è chi compera gioielli, oro e quant’altro e cerca di sistemare gli oggetti in modo da non essere ritrovati dai doganieri tentando poi di attraversare la frontiera che divide l’Austria dall’Italia. Molti di costoro contano di poter poi proseguire il viaggio verso l’America dove parecchi possono contare su parenti o antichi amici. Ma gli altri, quelli che non hanno tali possibilità di nuove sistemazioni, cosa possono fare per riuscire a sopravvivere decentemente scegliendo di stabilirsi in Italia,in quell’Italia il cui popolo non è poi fanaticamente antiebraico,come pure non lo è neanche il fascismo ufficiale ancora non razzista in quel momento?
Quindi cosa poter portare con sè per non andare incontro ad ingrati sequestri in dogana ed esporsi ad ulteriori pericoli? Alcuni,e non certo pochi, pensano di portare francobolli,specialmente valori in corso, facili da ritrovare presso un ufficio postale.

In quell’epoca era uso dei filatelisti applicare francobolli su particolari libretti denominati di “Invio a scelta”. Il mal di pancia dell’illinguellato non era vigente.
I neo-fuggitivi andarono alla posta e acquistarono quanto poterono, alcuni andarono anche presso i commercianti locali e acquisirono soprattutto i valori ancora validi per affrancatura e poi li applicarono, con linguella, in quei sopra descritti speciali libretti in uso abituale in quell’epoca. Alla frontiera risposero giustificandoli d'essere valori della propria collezione personale.
Gli addetti ai controlli per lo più lasciarono passare: non avevano ricevuto precisazioni in merito, per cui ...

Questo è veramente successo. Cosa avvenne qui in Italia dopo quel non modesto afflusso di tale materiale?

In quei tempi una sola Ditta in Italia faceva il “Servizio novità anche dei paesi esteri “ . Era la Ditta Sassone che acquistava a mercato ufficiale anche i valori di altri Stati: li avrebbe poi girati agli abbonati a tale speciale servizio. Tutto in regola perciò, compresi i pagamenti che avvenivano tramite banche quindi in base al cambio ufficiale della moneta estera.

I fuggitivi potevano portare con sè,occultandolo, solo poco di denaro. Così, e non furono pochi, si procurarono dei valori postali e offrirono quei valori delle posta austriache calcolandone un prezzo di vendita in base alla valutazione corrente del mercato libero.
Acquirenti furono i commercianti con negozio e vetrinette nelle quali si affrettarono a inserire in offerta speciale quei loro acquisti posizionandone la valutazione in base al loro prezzo d’acquisto.

Un 10 scellini del 1936, l’ esemplare oggi detto Dollfuss venne offerto nelle vetrine a poco più del controvalore calcolato in base a valuta di mercato nero, praticamente venne offerto alla metà di quanto era stato fornito in distribuzione "novità" dalla ditta Sassone: i clienti della Sassone, quasi in massa, andarono a lamentarsi.
E la risposta, creata per l’occasione, non fu data con la spiegazione dei cambi forzosi, ma nacque quella fatidica risposta: «I francobolli noi ve li abbiamo distribuiti con la colla d’origine INTEGRA mentre gli altri ora ve li propongono con linguella o con traccia di questa».

Il 12 marzo 1938 è così, idealmente, anche il giorno di nascita della moda dell’illinguellato nella filatelia cosiddetta ufficiale. Moda che poi si andrà ad estendere in tutto il mondo filatelico. Quel mal di pancia degli ammalati dei “senza linguella” hanno vinto la loro battaglia infrangendo ogni resistenza.
Ma costoro ne conoscono tale casuale origine?

A dire il vero lo stesso dott. Sassone, passato qualche anno, fece una sorta di campagna con veementi articoli sulla stampa filatelica contro la collatura dei francobolli.
In qualche anno, predisse, i francobolli cui non veniva eliminata totalmente la gommatura sarebbero fortemente ingialliti o sarebbero divenuti con colori visibilmente alterati prevedendo perciò per i valori in questo stato un bel sicuro futuro di carta straccia.
Di conseguenza nel suo catalogo di un certo anno (non ne ricordo la data) quotò i valori degli Antichi Stati Italiani solo allo stato di senza gomma, evitando anche di esprimerne valutazione degli stessi esemplari con gomma. Oggi possiamo dire che fu previsione errata.

12 marzo 1938: se è la data da ricordare per l’Anschluss, è vero anche che i filatelisti d’oggi la devono ricordare quale momento di condanna a morte dell’uso della linguella ed innalzare, almeno mentalmente, in un coro di voci verginali un inno celestiale dedicato alla ritrovata e conquistata verginità della colla del francobollo.

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