MEMORIE
di Antonio Rufini

pagina iniziale le rubriche storia postale filatelia siti filatelici indice per autori

Memorie di un anziano collezionista di storia postale (LXXXII parte):

AEROGRAMMI RESTITUITI AL MITTENTE; SEI BEGLI OGGETTI POSTALI IN ALBUM

Antonio Rufini

Più di 30 anno or sono, nel 1991 o 1992, con la mia Vespa Piaggio fui all’Ufficio Postale di Roma 34, in Via Castel Colonna, vicinissimo alla Strada Consolare Appia Nuova ed alla stazione “Colli Albani” della Metropolitana linea A; esclusivamente col ciclomotore era possibile raggiungere l’U.P. perché in zona non esistevano parcheggi per autovetture e anzi quelle ivi stazionanti, un’infinità e a pochi centimetri le une dalle altre, erano quasi tutte in divieto non solo di sosta ma di fermata; io pensai che se avessi lanciato in aria una manciata di chicchi di riso, crudi, forse di essi solo un 15 o 20% sarebbero caduti in terra, sull’asfalto, mentre gli altri sarebbero rimasti sulle carrozzerie delle auto private lì spavaldamente in sosta….e, controllando in GoogleMap, dopo 30 anni la situazione non è affatto mutata o è peggiorata.

Come sempre, presentate per la spedizione alcune lettere raccomandate, chiesi all’impiegato addetto alle corrispondenze se avesse ancora in vendita qualche vecchio aerogramma; l’impiegato restò perplesso per la mia richiesta ma riuscì ad accontentarmi perchè incredibilmente aveva una ventina di aerogrammi da vendere, ma editi una quindicina di anni prima per il cinquantenario della tragica spedizione al Polo Nord del Generale Nobile (1885-1978) col Dirigibile Italia e che avevano un valore facciale di Lire 200 (Filagrano n. A10, stampati un due milioni di esemplari); li acquistai tutti e non volli francobolli per l’integrazione, cosa che meraviglio ulteriormente l’impiegato della Posta.

Chiarisco: all’epoca quegli aerogrammi non erano più in vendita nell’Ufficio centrale Filatelico romano delle Poste (in Via Mario de’ Fiori) perché esauriti(1); per acquistarli avrei dovuto accedere in un qualche negozio di filatelia; proprio quegli aerogrammi avevano un prezzo di Catalogo effimero, 3.000 Lire l’uno, comunque qualsiasi commerciante me li avrebbe venduti a 1.000 Lire cadauno; io li ebbi ad un quinto cadauno del valore commerciale, al loro valore facciale!

Quegli Aerogrammi (ed altri) li ho usati per invii in posti “esotici”, spediti a nomi e indirizzi di fantasia e con la speranza (mai con la certezza) che sarebbero tornati in casa, anche con lo scopo di quantificare, di monitorare i “tempi” postali impiegati nei viaggi di andata e ritorno.

Gli aerogrammi li ho sempre “confezionati” a modo mio, fregandomene della normativa dell’epoca che prescriveva in 5 grammi il loro peso (difatti gli aerogrammi venivano stampati dal Poligrafico dello Stato su carta leggerissima) e all’interno di ognuno misi –sempre- un rettangolo di “naturene” pesante e trasparente(2) con dimensioni pari all’Aerogramma chiuso con le linguelle piegate e incollate (con Vinavil); il tutto tendente a non riavere in mano degli Aerogrammi “sgualciti” nei vari trasporti (in gergo romanesco abbiamo preso in prestito un ottimo participio passato da usare ad hoc, cioè dal solo significato <masticare> del verbo italiano “ciancicare”, quindi “ciancicati”); ho sempre fatto affidamento nel fatto che raramente gli Aerogrammi venissero pesati dai C.M.P.(3) e che, se fosse avvenuto, avrei indotto in errore gli addetti col fatto che sui medesimi aerogrammi incollavo sempre un buon numero di Mod. 24-R blu “PER VIA AEREA” e, volutamente, vari francobolli per l’integrazione della tassa; debbo confessare che non ho avuto “perdite” e che nessun Aerogramma sia mai tornato “tassato”.

Alcuni Aerogrammi restituitimi, non solo quelli editi nel 1978, ebbero delle bellissime bollature o altri particolari per cui mi sento di mostrarli ma senza esagerare nel numero. Eccoveli:

SOTTO, recto: Aerogramma commemorativo del 50° del Dirigibile Italia, integrato con valori commemorativi vari (Sassone nn. 2084, 2091, 2092), da Roma il 30/3/1994 per le Isole Svalbard, le terre europee abitate più a Nord, sopra il Mar di Norvegia; (il B.T.C. effimero di Roma Belsito che ha colpito la sola impronta da £. 200 dell’Aerogramma in data 18 aprile è della restituzione); la bollatura di Roma S.Lorenzo C.M.P. ha provveduto a obliterare tutto (3 valori ed Aerogramma, incredibilmente con una sola battuta); a sinistra due timbri blu a spirito della restituzione, a destra ed a sinistra lungo i lati minori miei timbrettI blu VIA AEREA, in basso Mod. 24-R “PER VIA AEREA/PAR AVION” e due frecce indicanti l’isola Spitsbergen (da dove nell’anno 1928 partì il Dirigibile Italia per il Polo Nord); sotto, verso, ruotato di 90°: 3 Mod. 24-R, 4 miei timbretti blu VIA AEREA e l’incredibile bollo di Longyearbyen (centro maggiore, 2000 abitanti, ed aeroporto dell’isola) dell’11/4/1994, ottimamente apposto e che espone una “renna” (la razza delle Isole Svalbard) e null’altro se non il C.A.P. e la latitudine “78°12’ Nord” (senza indicazioni di Svalbard o Norvegia); bollo postale BELLISSIMO.

Questo sopra vorrei definirlo un invio eccezionale ed il bollo norvegese di restituzione semplicemente fantastico(4); da annotare anche i “tempi”: avviato il 30 marzo (primavera artica, ma ancora “inverno”, senza luce) e rinviato da Longyearbyen l’11 aprile è stato restituito a Roma il 18 aprile; in 18 giorni è andato e tornato da quasi il Polo Nord (distante solo 1.000 Km., le Isole Svalbard sono oltre il Circolo Polare Artico!) e durante la notte artica, dato che il sole, alle Svalbard, illumina la terra solo dal 19 aprile al 23 agosto di ogni anno! Va da sé che abbia viaggiato veramente in aereo.

L’Aerogramma è ancora chiuso, col rettangolo di rinforzo in naturene al suo interno e che m’auguro non rovini in futuro il colore dei tre francobolli; le tracce di sudicio su bordi ed angoli sono “originali” di 30 anni fa!
Nella mia città l’impresa tragica di Nobile era ed è conosciutissima e anzi il Generale, anch’egli conosciutissimo, partecipò alla Assemblea Costituente dal 1946 al 1948 e nella quale venne eletto con oltre 30.000 preferenze (figuratevi, fu sopravanzato in voti personali solo al capo dei comunisti, Palmiro Togliatti……), nel mondo maschile dell’aeronautica fu quasi un plebiscito; mi pare che lo votò anche mio padre che era ex Ufficiale, ma di Fanteria, del R.Esercito.

Ho conservato qualche Aerogramma, nuovo, del Dirigibile Italia; nel 2028 ci sarà qualche bella commemorazione per il centenario della spedizione; se ci sarò anch’io (oggi ho 80 anni……) proverò a fare una nuova spedizione verso le Svalbard nelle quali chissà che timbro postale useranno.

Il seguente secondo aerogramma è stato inviato anch’esso verso un luogo un po’ freddino, la Groenlandia, alla base aerea di Thule, territorio concesso, in affitto, dalla Danimarca agli Stati Uniti d’America per la modica somma di dollari U.S.A. 300.000.000.= l’anno; base aerea molto attiva durante la “guerra fredda” degli anni ’50, ’60 e ’70; ignoro se lo sia ancora.

SOTTO, recto: il medesimo Aerogramma del 1978 da Roma Nomentano il 22/7/1994 (estate artica) per Thule (Groenlandia), Aerogramma integrato da 2 valori (Sassone nn. 1508 e 2103) con un Mod. 24-R e il timbro di restituzione a sinistra; sotto, verso: 3 Mod. 24-R, timbro datario di restituzione di Pytuffik (villaggio occupato proprio dalla base aerea di Thule) con data 20/11/1994 e bollo meccanico italiano della restituzione, illeggibile. Aerogramma non chiassoso come il precedente Aerogramma e che dà proprio da riflettere: 24 mesi per andare e tornare dalla Groenlandia durante l’estate! Il fatto è che nella base aerea U.S.A. ci vivano poche centinaia di militari e si può solo immaginare come possa funzionale la Posta, diciamo pure “civile”, quindi che non sia solo quella indirizzata al personale aeronautico. Può solo supporsi che le corrispondenze vengano dirette a sud di Thule, verso la capitale dell’isola (Nuuk) e di lì con altri voli periodici verso la Danimarca e che forse i vari collegamenti non siano molto frequenti.

Sotto: tre foto della base aerea dell’U.S.Air Force a Thule (la seconda tratta da Wikipedia); la terza foto è stata scattata ad un aereo U.S.A. quadrielica in parcheggio (quasi sicuramente un vecchio <si fa per dire, è stato prodotto dalla Lockeed Martini fino all’anno 2015> Hercules C130B o serie successiva, aereo militare da trasporto ben noto in Italia ai tempi dello scandalo Hercules e dell’inchiesta per scoprire chi fosse “Antelope Cobbler”); la quarta e la quinta foto riguardano proprio il villaggio di Thule (visibile comunque nelle prime due foto aeree, a destra della base e fronte mare) e danno un’immediata sensazione di posto innevato e freddo (Thule, oggi Qaanaaq, si trova a 77°28’ Nord!); la sesta ed ultima immagine, tratta da Wikipedia, mostra l’isola Groenlandia (la più estesa al mondo) e la collocazione della base aerea di Thule e del vicino villaggio:


Il terzo Aerogramma (stavolta il Filagrano n. A23, da Lire 600) venne inviato sempre in Groenlandia, ma molto più a Sud di Thule, cioè ove è l’attuale paese di Klangerlussuaq (250 abitanti); SØndre StrØmfjØrd è il nome del fiordo lungo più di 100 Km. in fondo al quale è il paese.

SOTTO, recto: integrazione del valore con “Castello” da Lire 250, obliterazione meccanica in partenza di Roma S.Lorenzo C.M.P. del 25/3/1994 (quindi periodo di inverno artico), 2 Mod. 24-R, timbretto su due righe della restituzione e bollo datario di Kangerlussuarq del 20/4/1994; sotto, verso: 3 Mod. 24-R ed etichetta autoadesiva color rosa per la giustificazione della restituzione. Manca il datario della riconsegna a Roma. Non ci sono ingiallimenti delle alette incollate, forse è stato ben conservato dal freddo. Ha impiegato un mese o poco più per tornare a casa.

Sotto: prima immagine del fiordo (foto Jochen Brauer) in fondo al quale, verso Est, è il paese di Klangerlussuraq da dove è stato rinviato a Roma l’Aerogramma (terza foto) e (seconda immagine) con la cartografia (tratta da Wikipedia) dell’intera Groenlandia con la collocazione geografica del fiordo e del paese; l’ultima foto è praticamente “parlante” perché il paese appare innevato, è molto più a Sud di Thule, comunque anch’esso molto a Nord (67°00’ Nord; tanto per dare un’idea di massima NewYork City è a 40°43’ Nord e Napoli a 40°50’ Nord!):

Il quarto Aerogramma (sempre lo stesso del 50° del Dirigibile Italia) ha circolato ugualmente nell’ambito geografico dell’Oceano Atlantico Nord.

SOTTO, recto: Aerogramma integrato da valori (Sassone nn. 1513, 2124), da Roma S.Lorenzo C.M.P. per la capitale delle Isole Faer Øer il 19/10/1994, un Mod. 24-R, il bollo meccanico del C.M.P. che ha obliterato l’Aerogramma ed un valore, 2 timbretti celesti della restituzione (uno ha provveduto casualmente all’obliterazione del valore da £. 150 sfuggito alla bollatura in partenza) ed il bollo datario, chiarissimo, di Tòrshavn 10/11/1994; sotto, verso: 3 Mod. 24-R e timbro in cartella di Torshavn giustificativo della restituzione al mittente.

Poche osservazioni da aggiungere: a) nello scrivere l’indirizzo errai la grafia di Torshavn, b) durante l’inverno artico l’Aerogramma ha impiegato un mese per andare e tornare dalle lontane isole Faer Øer (Oceano Atlantico Settentrionale, a Nord <350 Km.> della Scozia ed a metà strada tra l’Islanda e la Norvegia), c) l’Aerogramma, ancora chiuso, ha le alette di chiusura incollate e ingiallite da 30 anni (usai il Vinavil!, l’ingiallimento fu causato dalla colla vinilica?).

Sotto: foto panoramica di Thòrshavn e cartografia generale della collocazione nell’Oceano Atlantico dell’arcipelago delle Faer Øer con successiva indicazione specifica dell’isola Streymoy nella quale è la cittadina (capitale dell’arcipelago), tutte e tre le immagini tratte da Wikipedia;

Il quinto Aerogramma lo spedii sempre nel Nord Europa, verso Laerdal, un Comune Norvegese situato in fondo al fiordo Sognefjord lungo oltre 200 Km. (pari alla distanza tra Roma e Napoli!), il fiordo più lungo d’Europa ed il secondo più lungo al mondo, un vero incanto ed uno dei siti naturali della Norvegia più belli e visitati dai turisti, naturalmente solo d’estate e che attorno, sui suoi calanchi ha di tutto: cascate, paesi fiabeschi, un Parco Naturale e il ghiacciaio su terraferma più esteso d’Europa.

SOPRA, recto: il solito Aerogramma per il 50° del Dirigibile Italia con due francobolli di integrazione (Sassone nn. 1508, 2102), un’etichetta adesiva del Mod. 24-R, un’etichetta autoadesiva rosa per la restituzione al mittente, il bollo di avvio di Roma S.Lorenzo C.M.P. del 4/10/1994, il bollo di restituzione di Roma Belsito del 24/10/1994.

SOTTO, verso: 2 Mod. 24-R, un talloncino rosa autoadesivo con la motivazione della restituzione al mittente ed il bollo datario di Laerdal 18/10/1994 caduto in parte fuori della carta dell’Aerogramma, ma leggibile.

Anche per il bell’oggettino da Roma in Norvegia poche considerazioni: viaggio durante l’inverno ma soli 20 giorni per andare e tornare attraversando una zona della Norvegia coperta dalla neve.

SOTTO: due immagini del fiordo (riprese fotografiche estive) più la cartografia della Norvegia e del fiordo, naturalmente da Wikipedia, e (la quinta scansione) della cittadina di Laerdal:

Ancora SOTTO: le ultime foto da me trovate prima dell’incendio (gennaio 2023) che ha parzialmente distrutto la cittadina di Laerdal, patrimonio mondiale dell’UNESCO; ignoro se si sia salvato il bollo tondo del locale Ufficio Postale dal quale nel 1994 venne bollato il mio Aerogramma; gli incendi si verificano anche a Nord e sul mare, non sono una calamità esclusiva dell’Italia (tipo: Sardegna, Calabria, etc.) e sembrerebbe che lì, nel fiordo, a gennaio c’era un vento terribile che ha favorito il propagarsi delle fiamme da una casetta all’altra, dato che, tutte, così ben pittate ed a colori anche chiassosi, come appaiono in foto, pare che siano in legno; l’ultima foto (da articolo di giornale apparso in internet) è proprio dell’incendio:

Il sesto ed ultimo Aerogramma ha una sua bella storia da raccontare.
E’ un comunissimo Aerogramma (Filagrano n. A24, commemorativo del Raid del 1927 attraverso le due Americhe del Generale Francesco De Pinedo con un idrovolante Savoia Marchetti S55) da Lire 800, tariffa aerea per l’estero perfetta per l’epoca, quindi senza francobolli integrativi; fu diretto a Bucarest (Romania).

SOTTO, recto: annullo meccanico con linee ondulate di Roma Fiumicino C.M.P. del 9/2/1994, un Mod. 24-R, un bollo della restituzione di Roma Aeroporto C.M.P. (bruttissimo) del 21/2/1994; sotto verso: un Mod. 24-R, un’etichetta incollata con la motivazione della restituzione e con bollo doppio cerchio “ BUCARESTI 14 2 94 06/17”, un secondo bollo assoluto doppio cerchio “BUCARESTI CARTARE 12 2 94 22/C35”, un’etichetta incollata sul bordo superiore con dicitura a stampa su due righe “DETERIORAT IN TRASPORT/RECONDITIONAT P.T.T.R.” con altro leggero bollo datario doppio cerchio “BUCARESTI CARTARE 13 2 94 22”.
L’Aerogramma conteneva le sole parole, scritte con inchiostro stilografico verde, “Saluti e baci/tuo nipote/Gian”; tornato in mie mani non l’ho riaperto; le linguelle laterali le incollai, ante partenza, col Vinavil.
Abbisogna di qualche considerazione. Allorquando l’Aerogramma giunse in Romania erano trascorsi più di 4 anni dalla “rivoluzione” a Bucarest e dal processo militare “farsa” contro Nicolae Ceausescu e consorte con relativa condanna a morte, eseguita immediatamente. Il fatto vero è che la Romania fu il solo paese comunista in cui il medesimo sistema politico comunista continuò a restare in piedi per diversi anni dopo la rivoluzione del Natale 1989, senza subire una transizione immediata come era successo agli altri Stati della ex Cortina di Ferro (Polonia, Estonia, Lettonia, Lituania, Cecoslovacchia, Ungheria, Bulgaria, Albania, Germania Est).
Il sistema politico rumeno subì una lenta trasformazione solo dopo la caduta del comunismo nella ex Unione Sovietica. Nel 1994 funzionava ancora la Polizia politica, la Securitate, e il mio Aerogramma, così come confezionato, con il destinatario e il mittente un pochino “particolari” dovette mettere qualcuno in sospetto; suppongo che l’Aerogramma venne aperto volutamente per leggerne il contenuto, poi, scoperto che era, che rappresentava il “nulla”, venne riconfezionato e rimandato a casa con la giustificazione che s’era deteriorato durante la lavorazione postale. Come avrebbe potuto “aprirsi” casualmente nel trasporto, dato che le alette di chiusura erano incollate con Vinavil?

Per l’ultimo Aerogramma mi vergogno a non voler allegare più di una foto; in internet però non ci sono cartoline illustrate specifiche di Bucarest (ebay, Delcampe), sia ante che post comunismo e non so spiegarmene il perché. Non si usavano e non si usano tutt’oggi? Le immagini di Bucarest nel web sono tante, ma non sono datate. Quella che qui allego sotto è una veduta aerea della città di Bucarest, ed è tratta dal T.C.I., non è una cartolina illustrata che abbia avuto una qualche vita postale, quindi “datata” se non dalla realizzazione tipografica comunque dall’uso postale(5). Vada bene anche così:

Il Direttore Monticini ha pubblicato il 17 ottobre 2023 una mia memoria nella quale mostrai vari Aerogrammi da me inviati verso destinazioni esotiche, all’estremo Sud del mondo, tornati poi qui a Roma dopo aver attraversato gli oceani e percorso migliaia di chilometri; stavolta ho riferito, senza dilungarmi troppo, di 6 Aerogrammi vecchi di tre decenni ma che hanno volato verso il Nord del mondo ed uno verso il Mar Nero; le loro scansioni, con bolli-datari, timbri, etichette e tutto il resto e le loro storie saranno piaciute ai lettori de IL POSTALISTA?


_____________
NOTE:
1) – Gli aerogrammi per il 50° del Dirigibile Italia non li aveva in negozio nemmeno il mio amico commerciante filatelico/numismatico che forse ne aveva acquistati in numero contato per i suoi clienti “abbonati” al servizio filatelico.
2) – Naturene è il nome comune di un PVC col quale vengono realizzate le buste trasparenti formato A4 “porta listini”con banda laterale traforata universale e impiegate nei raccoglitori ad anelli inventati dal Signor Louis Leitz più di un secolo or sono.
3) – All’epoca qui nella mia città erano operanti due C.M.P., Roma Fiumicino e Roma San Lorenzo ma ignoro quale dei due si occupasse della posta diretta all’estero. I miei invii sono bollati da entrambi i C.M.P.; forse la bollatura in partenza dipendeva da quale “buca delle lettere” vennero impostati, cioè da quale buca venne poi fatta la “levata” della corrispondenza; l’Aerogramma bollato in partenza da Roma Nomentano forse venne imbucato proprio in quell’U.P. “principale”; altre spiegazioni non ho e non ricordo più i fatti precisi perché ho sempre frequentato decine di Uffici Postali e imbucato corrispondenza dovunque, e poi sono trascorsi tre decenni, praticamente una vita.
4) Il bollo datario con la renna è stato già mostrato dal nostro Direttore Monticini nell’articolo di Pietro Biondi in “Varietà Filateliche Polari” (TURINPOLAR N° 50) del 13/2/2023, datario che espone l’anno “2015”; il mio che è di 20 anni prima sembra proprio identico. Per controllarlo i lettori possono andare in INDICE GENERALE/FILATELIA SPECIALIZZATA/FILATELIA POLARE e con soli 4 clic del mouse l’articolo è raggiunto (il bollo di Longyearbyen è nelle immagini sesta e settima, S.E. & O.); se a Pietro Biondi occorre qualcosa qui da me mostrata per implementare la sua splendida collezione tematica, sono a sua disposizione, regalo e spedisco, naturalmente non per POSTA1 ma per Raccomandata: “le cose debbono essere tenute da chi le apprezza, perché solo così possono avere la speranza di una seconda vita……” (è il mio “credo” quale collezionista). Chissà se al Biondi saranno piaciuti gli Aerogrammi da me spediti al Polo Sud nell’anno 2000 (verso la Terra di Coats, McMurdo e Fossil Bluf) e mostrati, come detto sopra, nella memorietta del 17/10/2023?
5) Mi rendo conto benissimo del fatto che il bollo postale non certifichi la data della ripresa fotografica; io stesso nell’anno 2000 feci inviare da Santa Maria degli Angeli (PG) cartoline illustrate realizzate tipograficamente nel 1935 da foto del 1934! Comunque anno di realizzazione della cartolina e data di spedizione, assieme, rappresentano con una buona approssimazione la situazione reale un “certo” posto in una “certa” epoca. O no? Chissà cosa ne pensa su questa questione il Marino Bignami che si è dedicato con passione alle cartoline illustrate?

il 12 novembre

Antonio Rufini
20-06-2024

pagina iniziale le rubriche storia postale filatelia siti filatelici indice per autori