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      la stampa di riproduzioni offset e... "Piazza 
      Armerina" 
        
       
      E’ bene avere qualche nozione in più sui metodi di 
      stampa, anche per individuare più facilmente anomalie e trucchi. Prendiamo 
      ad esempio la stampa fotolitografica, in gergo detta offset. In sintesi: 
      oltre alle parole inserite elettronicamente, in un articolo, abbiamo 
      bisogno anche delle illustrazioni. Per poter riprodurre una illustrazione 
      a colori è necessario selezionare (cioè scomporre) i colori primari 
      dall’originale. Con l’uso dei filtri complementari riusciamo a fare le 
      pellicole dei colori di stampa (foto1) o l’incisione degli stessi sulle 
      lastre di stampa tramite computer. “CTP” Computer To Plate, dal computer 
      alla lastra. 
        
        
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          (foto 1) 
          
           
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              I colori primari sono il CYANO (azzurro), il 
              Magenta (rosso), il GIALLO ed il NERO, quest’ultimo serve a dare 
              più incisività ai particolari delle foto. 
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              (foto 2) 
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          Nel disegno (foto 2) vediamo i colori primari e 
          quelli derivati. Rammento che ogni colore viene retinato e stampato 
          con inclinazione diversa (foto 3),
           
            
          
            
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              (foto 3) 
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          ed è il macchinista che stampando “a registro”, 
          ricompone i “puntini colorati” ricreando l’immagine originale (4). In 
          poche parole quando vediamo una foto in una rivista od in un giornale 
          “vediamo una vera illusione ottica”, perché la foto è fatta da tanti 
          piccoli puntini colorati che l’occhio non percepisce. 
          
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          (foto 4) 
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      Nelle foto in bianco e nero è la solita storia però 
      lavorando con un solo colore ed una sola retinatura. (Foto 5, 6 e 7 
      ingrandite) 
  
      
        
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          (foto 5) 
          
          
            
          
          (foto 6) 
          
          
            
          
          (foto 7) 
          
            
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              Ed ecco uno schema di una macchina da stampa 
              offset cilindrica a foglio singolo e rotativa in bobina: 
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          a foglio 
          
          
            
          
          a bobina 
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          Vediamo per esempio un trucco su di un 
          francobollo stampato in calcografia ed in offset combinati: Mosaici di 
          Piazza Armerina del 1993. (foto 8). 
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          (foto 8) 
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          In questo esemplare sono stati tolti 
          (chimicamente oppure per esposizione a radiazioni luminose o con una 
          gomma morbida), i colori della vignetta centrale stampati in offset. 
          Ancora oggi ho visto in commercio tali francobolli contraffatti. 
          Questi francobolli “truccati” però, hanno anche perso la fluorescenza 
          (foto 9), proprio dove è stampata la vignetta, in quanto trattasi di 
          una emissione con fluorescenza “in patina”, cioè con applicazione di 
          uno strato di patina/vernice contenente il pigmento fluorescente, per 
          cui il recto (facciata stampata) del francobollo risulta molto 
          sensibile alle manipolazioni. 
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          (foto 9) 
          
          
            
          
          (foto 10) 
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          Normalmente rimangono sempre tracce di colore 
          tra i solchi della stampa calcografica che è a rilievo, ed è anche per 
          la complessità del disegno (foto 10), che in alcuni punti è più 
          difficile “far scomparire” le tracce della stampa fotolitografica. I 
          francobolli di “Piazza Armerina” catalogati con mancanza dei colori 
          non devono avere traccia di stampa offset e la fluorescenza deve 
          essere omogenea su tutto il francobollo.  | 
         
       
      
        
      
      
      (continua) 
      
      
       
      
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