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a cura di Alberto Del Bianco

 

AVVISO

 Il sottoscritto fa noto al Pubblico che il servizio postale cui si riferisce la sua Notificazione de’ 27 Dicembre ultimo, e che dovè essere variato improvvisamente nel di 12 del decorso Febbrajo per la rottura della Strada Ferrata Leopolda, non essendo prossimo un cambiamento nell’Orario delle partenze dei convoj sulla Strada Ferrata medesima, rimane ordinato come appresso:

la.   Spedizione, tanto da Firenze che da Livorno, col convoglio della Strada Ferrata delle 11 antimeridiane.

2a.   Spedizione, da Firenze, ore 6, e da Livorno, ore 9, meridiane.

Colla prima spedizione avrà luogo, tanto da Firenze che da Livorno (a cominciare dal di 6 corrente), anche l’invio delle corrispondenze da e per Grosseto, Massa, Piombino ecc., e da e per l’Isola dell’Elba. Come pure seguiterà ad aver luogo per questo mezzo il cambio delle corrispondenze tra la Capitale, Livorno, Lucca, Pisa e Stradale.

Colla seconda spedizione serale avrà luogo, tanto per Firenze che per Livorno, anche il cambio delle corrispondenze colla Val d’Era e con Volterra, Pomarance ec.

Il servizio tra Livorno, Pescia e Pistoja sarà fatto per la via di Lucca.

Resta fermo che le corrispondenze debbono essere impostate un ora prima della loro spedizione.

 Dalla Soprintendenza Generale alle Poste

Firenze, li 2 marzo 1849

 Il Soprintendente Generale

GIUSEPPE PISTOJ


 

NOTIFICAZIONE

 

Giuseppe Pistoj, Soprintendente Generale alle Poste, in obbedienza alle disposizioni contenute nel dispaccio del Ministero delle Finanze, in data di ieri, fa noto al Pubblico:

Che il Governo Provvisorio Toscano, desideroso di viepiù stringere i legami d’intima fratellanza che unir debbono i Popoli dell'Italia Centrale, d’accordo col Governo della Repubblica Romana, ha approvato che quind’innanzi sia stabilito un 7.° corso di posta settimanale per Roma, per la via d’Acquapendente, che avrà effetto nel Venerdì, in corrispondenza di quello per la Toscana, che avrà effetto da Roma nella Domenica, con arrivo a Firenze nel successivo Martedì, all’ora consueta.

Questa disposizione avrà immediato effetto.

 Firenze, li 17 Marzo 1849.

 IL SEGRETARIO GENERALE

GIUSEPPE PAGNI.


Avviso

 

La soprintendenza Generale alle Poste previene il Pubblico che, durando l’interruzione delle comuni-cazioni con Genova, le corrispondenze per la Svizzera Francia Belgio Inghilterra ec. verranno, fin d’oggi, provvisoriamente inoltrate per la via di Bologna e Milano. 

Firenze, 9 Aprile 1849.

 IL SOPRINTENDENTE GENERALE

GIUSEPPE PISTOJ


NOTIFICAZIONE

 Il Cav. Commend. Giuseppe Pistoj, Soprintendente Generale alle Poste del Granducato, in obbedienza all’ordine del Ministero delle Finanze Commercio e Lavori Pubblici de’ 2 del corrente, fa pubblicamente noto:

Che, attesa l’apertura della Strada Ferrata da Siena e Empoli, in conformità della Sovrana Veneratissima Risoluzione de’ 4 Dicembre 1848, la Stazione Postale di Castel Fiorentino rimane soppressa, e al servizio Postale tra gli Uffizi di Siena e Poggibonsi e quelli di Livorno Lucca Genova ed oltre, sarà provveduto, profittando della Strada Ferrata suddetta.

In conseguenza di che, visto l’orario delle partenze della Strada Centrale, ed esaminato in qual modo poteva trarsene presentemente profitto per il più pronto ed economico trasporto delle corrispondenze tra Siena ed i paesi precitati non solo, ma anche tra Siena e la Capitale Bologna ed oltre, è stato fissato che, a cominciare dal prossimo di 12. col 1° Convoglio, che partirà da Empoli alle ore 8. e 40. minuti antimeridiane, siano inoltrati agli Uffici di Siena e Poggibonsi le corrispondenze di Livorno di Lucca ed oltre, quivi pervenute nella notte coll’ordinario Procaccia, e che col convoglio, che partirà da Empoli alle 3 e 10. minuti, siano inoltrate a Siena le corrispondenze quivi pervenute da Livorno e dalla Capitale col 3° Convoglio della Strada Ferrata Leopolda, tra le quali saranno anche quelle dell’Alta Italia, Germania ec.

Da Siena poi è stato fissato che la spedizione a Livorno Lucca ed oltre, che facevasi fin qui due volte la settimana alle 12 meridiane, per mezzo di un R. Procaccia e negli altri cinque giorni facevasi per la via di Firenze, segua col Convoglio delle 3 e mezzo pomeridiane.

Rimarrà fermo, fino a nuove disposizioni, l’altro servizio giornaliero per la via di S. Casciano tra Siena e la Capitale.

 Dalla Soprintendenza Generale alle Poste

li 8 novembre 1849

 Il Segretario Generale

G. PAGNI


Regolamento per disciplinare l’attività impiegatizia

 

1.   Gli impiegati dell’ufficio devono scopare i pavimenti ogni mattina, spolverare i mobili, gli scaffali e le vetrine;

2.   Ogni giorno devono riempire le lampade a petrolio, pulirne i cappelli e regolarne gli stoppini, e una volta alla settimana dovranno lavare le finestre;

3.   Ciascun impiegato dovrà portare un secchio d’acqua e uno di carbone per le necessità della giornata;

4.   Tenere le penne con cura: ciascuno può fare la punta ai pennini secondo il proprio gusto;

5.   Questo ufficio si apre alle sette del mattino e si chiude alle otto di sera, eccettuata la domenica, nel qual giorno resterà chiuso. Ci si aspetta che ciascun impiegato passi la domenica dedicandosi alla Chiesa e contribuendo liberamente alla causa di Dio;

6.   Gli impiegati uomini avranno una sera libera alla settimana allo scopo di svago, e due sere libere se ne vanno regolarmente in Chiesa;

7.   Dopo che un impiegato ha lavorato 13 ore in ufficio dovrà passare il rimanente tempo leggendo la Bibbia o altri buoni libri;

8.   Ciascun impiegato dovrà mettere da parte una somma considerevole della sua paga per gli anni della vecchiaia in modo che egli non diventi un peso per la società;

9.   Ogni impiegato che fumi sigari spagnoli, faccia uso di liquori in qualsiasi forma, frequenti biliardi o sale pubbliche, o vada a radersi dal barbiere, ci darà una buona ragione per sospettare del suo valore, delle sue intenzioni, della sua integrità ed onestà;

10.   L’impiegato che avrà svolto il suo lavoro fedelmente e senza errori per cinque anni avrà un aumento di paga di 5 centesimi al giorno, ammesso che i profitti della ditta lo permettano.

 

(Stato Pontificio – 1850 circa)

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