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APPUNTI SULLA STORIA POSTALE DI ANZIO
- dalla occupazione francese del 1808 al 20 settembre 1870 -
di Francesco Maria AMATO

La fondazione della città di Anzio, o meglio dell’antica Antium, si perde nella notte dei tempi, in quel convulso divenire che si confonde tra leggenda e realtà. Attribuita da taluni al prode Antias, figlio di Ulisse e della maga Circe, per altri le sue origini sono da ricercarsi nei momenti successivi allo sbarco di marinai greci provenienti dalle colonie sicule, od anche nel processo di espansione e colonizzazione etrusca. Gaio Giulio Solino, scrittore latino di geografia vissuto a Roma tra il 3° e il 4° secolo d.C., attribuisce invece la sua nascita ad Ascanio, figlio di Enea. Come ci si può facilmente rendere conto, non vi è data certa che documenti l’evento se non il fatto, storicamente provato, che il luogo ove sorse la città era già popolato ancora prima della nascita di Roma. Sorvolando gli eventi che nel bene e nel male ne mutarono diverse volte la rilevanza nel corso dei secoli, un primo vero momento di splendore si ebbe nel 60 d.C. sotto Nerone, natio del luogo. Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, fatta eccezione per alcuni sporadici eventi casuali che interessarono marginalmente la città (1), Anzio visse per lungo tempo ridotta a semplice porto di pescatori. Una svolta si ebbe sul finire del XVI secolo, quando nel 1594 i territori di Nettuno e la valle di Anzio vennero acquistati dalla Reverenda Camera Apostolica (R.C.A.) su disposizione di Papa Clemente VIII, con un esborso di circa 400.000 Scudi romani versati alla famiglia Colonna. Il passaggio delle terre alla R.C.A. rappresentò per Anzio l’inizio di una nuova era. Le sue condizioni ambientali e climatiche furono di stimolo e di sprone per alcuni personaggi della Chiesa che investirono sul territorio, ben poca cosa tuttavia rispetto a quello che rappresentò la vera “chiave di volta” per l’economia della comunità anziate: la realizzazione del nuovo Porto voluto da Papa Innocenzo XII. Il progetto venne affidato all’architetto Alessandro Zignaghi, che ottenne il mandato in concorrenza con l’architetto Carlo Fontana, fautore invece del ripristino del vecchio porto neroniano (2). Sul finire del primo decennio del XIX secolo lo Stato Pontificio divenne parte integrante dell’Impero Francese. Nel febbraio 1808 infatti, dopo aver occupato le Marche, le truppe napoleoniche entrarono anche nelle terre dell’Umbria e del Lazio. Pio VII, Luigi Barnaba Chiaramonti, dopo un breve periodo di prigionia nel palazzo del Quirinale, per volere di Napoleone venne deportato prima a Savona e quindi a Fontainebleau. Con l’annuncio ufficiale dell’annessione dell’Umbria e del Lazio all’Impero Francese avvenuto il 17 giugno 1809, l’Umbria prese il nome di Dipartimento 117 o del Trasimeno, il Lazio Dipartimento 116 o del Tevere. Sotto il profilo postale, con l’avvento francese, l’allora unito comune di Porto d’Anzio e Nettuno passò dalle dirette dipendenze della Direzione di Albano a quella di Velletri.

Ed è proprio a questo periodo che risale il primo bollo di franchigia utilizzato per la corrispondenza del locale Comando di Artiglieria (fig. 1).

Fig. 1) - 1812. Bollo ovale di franchigia in uso per la corrispondenza d’ufficio del Comando d’Artiglieria. Aquila imperiale francese rivolta a sinistra e dicitura LE COMAND. D’ARTILL. À PORT D’ANZIO (Gallenga M., I bolli del Lazio, p. 55)

L’impronta, apposta con inchiostro rosso, riporta al centro l’aquila imperiale rivolta a sinistra contornata da una dicitura in lingua francese. Con la Campagna militare intrapresa da Napoleone contro la Russia inizia il declino del suo impero che si concluderà definitivamente nella disastrosa battaglia di Lipsia del 19 ottobre 1813. Alla luce dei nuovi eventi, Pio VII potè quindi tornare a Roma, dove venne accolto con grandi festeggiamenti dal popolo. La nuova riorganizzazione dell’amministrazione pontificia interessò anche il settore postale. Con Bando del 1816, a firma del Cardinale Pacca, vennero istituite le nuove Direzioni Postali fra le quali quella di Albano il cui circondario postale comprendeva Ariccia, Castel Gandolfo, Civita Lavinia, Genzano, Galloro, Marino, Nemi, Nettuno, Pratica ed Anzio, appartenuto, nel corso dell’occupazione francese, a Velletri. Nuovi bolli di franchigia riportanti nella dicitura il nominativo della città di Anzio, di cui posso fornire un’adeguata documentazione fotografica, sono quello del Commissariato di Sanità Marittima (fig. 2), del Comando di Piazza (fig. 3), del Vice Consolato del Re di Sardegna (fig. 4) con sede in Porto d’Anzio, del Vice Governo di Anzio e Nettuno (fig. 5), del Comune (fig. 6), della Guardia Civica (fig. 7), resa operativa su tutto il territorio pontificio dal 1847, e della Dogana (fig. 8). È un dato incontrovertibile l’esistenza di una ulteriore impronta relativa alla Soprintendenza dei Sali e dei Tabacchi in Anzio di cui però non mi è possibile al momento disporne l’immagine.

Fig. 2) - 1831. Bollo di franchigia COM.TO DI SANITA’ IN PORTO D’ANZIO apposto in inchiostro nero (Gallenga M., I bolli del Lazio, p. 56) Fig. 3) - lettera da Anzio a Roma del 3 marzo 1834 presentante il bollo di franchigia COMANDO DI PIAZZA DI PORTO D’ANZIO / CANNONIERA in colore nero (archivio personale)
Fig. 4) - lettera da Anzio a Nettuno del 25 giugno 1845 presentante il bollo di franchigia V. C.TO DI S. M. S. IN P.TO D’ANZIO in colore nero (archivio personale) Fig. 5) - bollo di franchigia del VICE GOVERNO DI NETTUNO E PORTO D’ANZIO (archivio personale)
Fig. 6) - bollo di franchigia COMUNE DI NETTUNO E PORTO D’ANZIO (archivio personale) Fig. 7) - bollo di franchigia BATTAGLIONE DI ALBANO – QUINTA COMPAGNIA / COMARCA / DI ROMA / GUARDIA CIVI / CA DI / NETTUNO ED / ANZIO (archivio personale) Fig. 8) - bollo di franchigia DOGANA / DEL PORTO DI ANZIO / R C A (archivio personale)

Gli anni 1848 e 1849 furono testimoni di un alternarsi di fatti ed eventi che sconvolsero la grande maggioranza degli Stati europei. Diversi focolai rivoluzionari, alimentati da popolazioni stanche di essere dominate da stranieri e di soggiacere ai più disparati soprusi, diedero vita ad un nuovo scacchiere politico internazionale che non lasciò indenne neanche la penisola italiana. In modo particolare, per quello che più strettamente riguarda lo Stato Pontificio, dopo la precipitosa fuga di Papa Pio IX da Roma verso Gaeta e dopo il primo voto a suffragio universale indetto per l’elezione dell’Assemblea Costituente, il 9 febbraio 1849 si assisté alla proclamazione della Repubblica Romana. Tra le tante disposizioni che vennero emanate dalla neonata Repubblica, vi fu anche quella di realizzare nuovi bolli postali che riportassero, quale simbolo, quello dell’Aquila romana. La grande maggioranza dei comuni, viste le gravi difficoltà economiche cui versavano le rispettive casse interne, adempirono alla disposizione dando corso a soluzioni alternative fra le quali quella di rimuovere o inchiostrare i preesistenti emblemi pontifici. Ed è questa la linea adottata anche dal Comune di Anzio che diede così origine ad una notevole diversità di bolli (fig. 9 - 18).

Fig. 9) - lettera per Anzio città del 19 febbraio 1849 recante il bollo di franchigia in colore verde scuro COMANDO DI PIAZZA con lo stemma pontificio e la scritta CANNONIERA inchiostrati (Repubblica Romana-archivio personale)
Fig. 10) - lettera per Anzio città del 12 marzo 1849 recante il bollo di franchigia in colore nero COMANDO DELLA DARSENA DI PORTO D’ANZIO con le insegne pontificie scalpellate (Repubblica Romana-archivio personale)

Fig. 11) - lettera per Anzio città del 22 maggio 1849 recante il bollo di franchigia in colore nero SOPRAINT.ZA DE’ SALI E TAB. IN PORTO D’ANZIO con le insegne pontificie scalpellate (Repubblica Romana-archivio personale)

Fig. 12) - bollo di franchigia VICE GOVERNO DI NETTUNO E PORTO D’ANZIO con le insegne pontificie scalpellate (Repubblica Romana-archivio personale) Fig. 13) - bollo di franchigia VICE GOVERNO DI NETTUNO E PORTO D’ANZIO con le insegne pontificie scalpellate e scritta in corsivo su due righe Republica / Romana (Repubblica Romana-archivio personale) Fig. 14) - bollo di franchigia VICE GOVERNO DI NETTUNO E PORTO D’ANZIO / REPUBBLICA / ROMANA (Repubblica Romana-archivio personale)
Fig. 15) - bollo di franchigia COM.TO DI SANITA’ IN PORTO D’ANZIO con le insegne pontificie inchiostrate (Repubblica Romana-archivio personale) Fig. 16) - bollo di franchigia DOGANA / DEL PORTO DI ANZIO con le insegne pontificie scalpellate (Repubblica Romana-archivio personale) Fig. 17) - bollo di franchigia in colore verde scuro COMANDO DI PIAZZA con lo stemma pontificio scalpellato e la scritta CANNONIERA inchiostrata (Repubblica Romana-archivio personale)
Fig. 18) - lettera per Anzio città del 1 giugno 1849 recante il bollo di franchigia in colore verde scuro COMANDO DI PIAZZA con lo stemma pontificio scalpellato, la scritta CANNONIERA inchiostrata e la scritta in corsivo R.R. (Repubblica Romana-archivio personale)

Il sogno di libertà del popolo romano durò però solo 146 giorni, nei quali la città fu testimone anche di eventi degni di nota, uno dei tanti lo sbarco dei Bersaglieri Lombardi sotto la guida di Luciano Manara. Il contingente, composto da reclute e volontari provenienti dalle province liberate del Lombardo-Veneto, aveva combattuto a fianco di Carlo Alberto contro gli austriaci, e in base alle convenzioni dell’Armistizio di Vignale, doveva essere sciolto. Giunti nella rada di Civitavecchia a bordo dei battelli a vapore Colombo e Giulio II, i reduci trovarono il porto e la città sotto il diretto controllo delle truppe francesi precedentemente intervenute per ristabilire l’autorità del Pontefice. Il Comandante in Capo delle truppe, Generale Oudinot, timoroso della reazione che avrebbe potuto suscitare lo sbarco del reparto di bersaglieri a Civitavecchia, permise che i due battelli riprendessero il largo con nuova destinazione Porto d’Anzio, ove giunsero il 27 aprile1849 proseguendo, con una marcia forzata, verso Roma. Caduta la Repubblica Romana e ristabilito il potere temporale del Papa sui territori della chiesa, le chiavi decussate trovarono nuovamente posto nei timbri postali. Con l’adozione del francobollo nello Stato Pontifico, avvenuta nel 1852, le lettere in partenza da Anzio, venivano annullate dalla Direzione di Albano. Anomale e rare quelle inoltrate direttamente con francobolli annullati tramite data di partenza scritta a penna (fig. 19), o annullate con semplici tratti di penna.

Fig. 19) - lettera da Anzio a Roma del 22 febbraio 1853 affrancata con un valore da 6 baj. annullato con datario a penna. Sulla sinistra il bollo COMUNE DI NETTUNO E PORTO D’ANZIO in colore nero (Asta Ghiglione n. 77 - Lotto 2132)

Il 26 giugno del 1856, con effetto 1° gennaio 1857, Papa Pio IX decretò l’istituzione del Comune di Anzio che venne quindi separato ufficialmente da quello di Nettuno. Primo Priore, ovvero primo Sindaco eletto al governo della città fu Giuseppe De Angelis. Dal 1859 al 1870 l’ufficio di posta di Anzio potè anche utilizzare il bollo ovale Distribuzione Postale di Anzio, bollo di ragguardevole rarità sia quando presente in franchigia (fig. 20) che apposto su lettere affrancate.

Fig. 20) - lettera da Anzio ad Albano del 14 gennaio 1869 recante il bollo ovale DISTRIBUZIONE POSTALE / DI ANZIO in colore nero (archivio personale)

Il 20 settembre 1870, l’occupazione di Roma da parte delle truppe italiane decretò di fatto la fine dello Stato Pontificio. Con il Plebiscito del 2 ottobre 1870 la popolazione di Anzio, votò l’annessione al Regno d’Italia.

 

 

NOTE:

1. Uno fra tutti, la battaglia navale conclusiva della così detta Guerra di Chioggia, tra Venezia e Genova spalleggiata dal patriarca di Aquileia Marcardo, da Luigi re d'Ungheria, da Leopoldo III duca d'Austria oltre che dai carraresi signori di Padova. Vettor Pisani sconfigge i genovesi comandati da Luigi Fiesco davanti le acque di Porto d'Anzio, cfr. Cronologia della Veneta Serenissima Repubblica, in http://www.veneteka.org;

2. per un approfondimento leggi Storia di Anzio in www.capodanzio.com.

 

BIBLIOGRAFIA:

Gelmi J., I Papi da Pietro a Giovanni Paolo II, Biblioteca Universale Rizzoli, Milano 1993;
Gallenga M., I Bolli del Lazio dalle origini alla fine del XIX secolo, Italphil, Edizione Studi Filatelici, Roma 1976;
Fedele C. – Gallenga M., Strade, Corrieri e Poste dei Papi dal Medioevo al 1870, Quaderni di Storia Postale, Enrico Mucchi Editore, Modena 1988;
Amato F.M. – Isufaj D., Storia Postale della Repubblica Romana del 1849, 9 febbraio - 4 luglio, Francesco Maria Amato Editore, Anzio 2011;
Burgisser A., Stato Pontificio, Bolli ed Annullamenti Postali, Romagna, Sardegna e Italia, Firenze 1963.