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Appunti sulla storia postale di CEPRANO
- dalle origini all'adesione al Regno d’Italia -
di Francesco Maria AMATO

(prima parte)

Paese del Lazio meridionale è situato sulla destra del fiume Liri, su di un’ansa molto marcata e alquanto incassata che lambisce l’abitato da tre parti. Nel XVII secolo, il primo storico della cittadina, Antonio Vitagliano (1), ipotizzò che il toponimo derivasse da tal Cepario, un romano coinvolto nella congiura di Catilina che aveva alcune proprietà in Terracina, e che non si sa bene perché, sarebbe stato inviato in esilio proprio in questa zona. Altri studiosi invece sostengono che il nome sia piuttosto legato a San Cipriano, vescovo cartaginese, noto per il suo rigore, a cui si sarebbe votata una colonia di cristiani africani, o comunque, di seguaci del santo, stabilitasi sul Liri.

L’importanza strategica del sito, abitato sin da epoche antichissime, come testimoniano i resti di un insediamento lacustre, si evidenzia durante la guerra romano-sannitica quando i romani, sconfitti i sanniti, costruirono la via Latina attraverso il “passo di Ceprano”, collegando così tutte le colonie fondate nella pianura per fronteggiare gli insediamenti volsci e sanniti. Una di queste colonie fu Fregellae, che alcuni scrittori locali identificano con Ceprano.

Possedimento prima dei Volsci e quindi dei Sanniti, che intorno al 330 a.C. la demolirono aprendosi la via per la vallata del Sacco, venne conquistata dai Romani, che vi fondarono una piazza forte anche sulla sponda sinistra del fiume Liri. Dopo essere, stata il centro di operazioni romane durante la tutta la seconda guerra Sannitica, raggiunse grande splendore nel sec. II a. C., divenendo una delle più importanti città italiane dopo Roma e Capua. Rea di aver sostenuto il movimento guidato da Tiberio e Caio Gracco, finalizzato ad ottenere il pareggiamento dei diritti politici latini e italici, la città ribelle venne rasa al suolo dal pretore Lucio Opimio; l’antichissimo abitato si ridusse a un povero villaggio, che solo qualche secolo dopo cominciò ad essere designato col nome di Ceparianum, dal fondo della famiglia Ceparia (2).

Le prime notizie documentate risalgono tuttavia al Medioevo, quando nel “Chronicon Casinenis” viene citata a proposito di una chiesa posseduta dai monaci benedettini. Nel corso dei secoli, Ceprano è protagonista di molti eventi storici e bellici. Fra i tanti degni di nota vogliamo ricordare il pentimento e la successiva investitura di Roberto il Guiscardo sui domini della Sicilia, Calabria e Puglia fatta da Papa Gregorio VII. Storia a “lieto fine” che stende un velo su quanto accadde qualche anno prima, quando il Guiscardo iniziò la sua campagna militare alla conquista del Meridione e della Sicilia.

Nel mentre che il fratello Ruggero combatteva i Saraceni in Sicilia, lui dopo aver occupato Salerno e Capua, ed aver cacciato i Bizantini da Bari, entrò nelle terre pontificie assoggettando i territori da Benevento e ben oltre fino a Spoleto. Atto di ostilità questo punito da Gregorio VII con la scomunica rivolta sia alla sua persona che a tutti i Normanni implicati nelle operazioni. Tuttavia, grazie all’intercessione dei monaci di Montecassino e del cardinale Desiderio, si riuscì ad organizzare un incontro tra le parti a Ceprano.

Si narra che “quando Roberto vide il papa cadde in ginocchio e gli baciò umilmente il piede, chiedendogli perdono dei delitti commessi contro lo Stato della Chiesa. Gregorio VII ordinò quindi che si portassero i Vangeli sui quali il Guiscardo prestò giuramento di fedeltà guadagnandosi l’investitura.

I Vangeli, cui riferisce la notizia, sono contenuti nella cosiddetta Bibbia di San Paolo Fuori le Mura, conservata a Roma nell’abbazia di cui porta il nome (3).

Altra data importante il 1114, che vede la città sede del Concilio voluto da Papa Pasquale II, ed ancora il 1259 con la battaglia tra Manfredi e Carlo D’Angiò, evento ricordato ancora oggi con la rievocazione storica, o Palio delle Corti, che si svolge il mese di ottobre di ogni anno. Sconfitto e morto in combattimento il corpo di Manfredi fu seppellito sotto un pilone del ponte di Ceprano, in un luogo direttamente controllato dal papa e, contemporaneamente, in “terra di nessuno”.

La leggenda è ricordata da Dante nel Purgatorio, nel suo incontro con Manfredi, con queste parole: “Or le bagna la pioggia e mo ve il vento / di fuor dal Regno, quasi lungo il Verde, /Dov’ei le trasmutò a lume spento” (III, 130-2). Questa tradizione sarebbe confermata dalla scoperta di un sarcofago con le insegne sveve trovato nelle vecchie mura del ponte crollato nel 1614. Il sarcofago con i suoi resti umani è oggi conservato nella chiesa collegiata cepranese.

Nel Settecento la città seguì le sorti dei paesi del regno del Sud rassegnato ed inerte ma, sul finire del secolo, dopo la rivoluzione francese, si sviluppò un forte movimento filogiacobino che coinvolse molte famiglie.

Nel corso della Repubblica Romana del 1798, Ceprano divenne Cantone con alle dipendenze Falvatera, Colle e Strangolagallo, località inquadrate nel costituito Dipartimento del Circeo.

Con Bando del Cardinale Pacca del agosto del 1816 relativo all’istituzione delle Direzioni Postali e degli Stradali dei Corrieri Postali, Ceprano venne inquadrata nella Direzione di Frosinone.
Elevata a Distribuzione di I Classe nel 1818 ebbe in dotazione tre diversi timbri in stampatello inclinato grande rispettivamente riportanti il toponimo della città (fig. 1), e le diciture Franca e Assicurata (fig. 2-3).

fig. 1) - bollo CEPRANO in stampatello inclinato in uso dal 1818 al 1840 (Gallenga-I bolli del Lazio)

fig. 2) - bollo AFFRANCATA in stampatello inclinato (Burgisser-Stato Pontificio)

fig. 3) - bollo ASSICURATA in stampatello inclinato (Burgisser-Stato Pontificio)

Da Ceprano dipesero postalmente i comuni di Falvaterra, Poli, Strangolagalli e Castro, l’ultimo dei quali successivamente ceduto a Vallecorsa quando, con la ristrutturazione amministrativa voluta da Papa Leone XII nel 1827, Ceprano, elevata a Governo, mutò l’estensione del suo circondario. Dogana di Semiriscossione nel 1832 e di Bollettone di Prima Classe nel 1837 (fig. 4), viene così descritta nel Manuale di Legge Organica ossia Istruzione Elementare ad uso degl’Impiegati delle Dogane dello Stato Ecclesiastico: nella stessa Città è la Dogana distante da Roma 64 miglia, dal confine un miglio in contrada la Terra di Arce del Regno di Napoli. L'aria non può dirsi insalubre, ma il Fiume Liri che la circonda la rende umida, nebbiosa. Tutto l’interesse di questa Dogana è di sorvegliare ai controbandi di Merci, e di Bestiami, che con grande facilità si tenta d'introdurre in quella parte. Per quanto invece attiene alle diverse Strade di accesso alla dogana si elencano la strada nuova rotabile proveniente da Colle Noci. Ed ancora la strada rotabile di Santa Maria Colonnella che collega direttamente Ceprano con Isoletta, Dogana del Regno di Napoli.

fig. 4) - bollo di franchigia della Dogana di Ceprano (archivio personale)

Al 1840 risale la prima data conosciuta dell’impiego del bollo ovale Distribuzione/di Ceprano e del nuovo bollo lineare in stampatello inclinato che andò a sostituire quello preesistente, ormai fortemente usurato, (fig. 5-6).

fig. 5) - bollo ovale DISTRIBUZIONE/DI/CEPRANO (Gallenga-I bolli le Lazio) fig. 6) - bollo CEPRANO in stampatello inclinato in uso dal 1840 (archivio personale)

Con l’avvento della Repubblica Romana del 1849 si ebbe una ulteriore produzione di bolli di franchigia postale riportanti le insegne e le diciture repubblicane quali quelli in uso dal Comando della Piazza di Ceprano (fig. 7) o dal Governo cittadino, di cui propongo non la semplice impronta, bensì l’immagine del timbro circolare in ottone custodito nella raccolta dei timbri della Repubblica Romana del 1849 dell’Archivio di Stato di Roma (fig. 8).

fig. 7) - bollo di franchigia COMANDO DELLA PIAZZA DI CEPRANO/REPUBBLICA/ROMANA (archivio personale)
fig. 8) - timbro circolare in ottone GOVERNO DI CEPRANO/PROVINCIA DI FROSINONE con aquila iscritta in serto di alloro reggente il fascio romano ornato di fascia con il motto legge è forza - (Archivio di Stato di Roma)
(per una migliore lettura l'immagine di destra è stata riflessa a specchio)

Ristabilito il potere temporale del Papa sui territori della Chiesa, vennero ripristinati i preesistenti bolli con le insegne papali procedendo, quando necessario, ad un loro nuovo allestimento. Caso quest’ultimo riproposto in figura 9, dove viene presentato il bollo di franchigia in dotazione alla Gendarmeria Pontificia, l’organizzazione militare che sostituì il Corpo dei Carabinieri Pontifici sciolto da Pio IX per alto tradimento (4). Insignita dal Pontefice nel 1863 del titolo di Città per le sue grandi e importanti vicende, nel 1864 divenne Ufficio Governativo (fig. 10). Con plebiscito dell’ottobre 1870 la popolazione votò per l’adesione al Regno d’Italia.

fig. 9) - bollo di franchigia GENDARMERIA PONTIFICIA/LEGIONE DI ROMA/BRIGATA/CEPRANO
(archivio personale)
fig. 10) - bollo di franchigia DELEGAZIONE APOSTOLICA DI FROSINONE/GOVERNO/DI CEPRANO
(archivio personale)


leggi la seconda parte: LINEA FERROVIARIA ROMA - CEPRANO

Di prossima pubblicazione:

7 marzo: RINNOVO DEGLI ARREDI DELL’UFFICIO POSTALE DI CEPRANO

 

Note:

1. Il Ceprano ravvivato dal celebre, & eccellente dottore il sig. Antonio Vitagliano da Ceprano, in Roma per Francesco Moneta, anno MDCXXXXXIII;
2. vedi www.treccani.it;
3. Monti P.G., Roberto il Guiscardo ed un famoso giuramento, in www.newsandsociety.net;
4. cfr. Amato F.M., I trentatré anni di vita del Corpo dei carabinieri pontifici 16 luglio 1816 - 17 settembre 1849, in www.ilpostalista.it del 05-03-2015.