Storia Postale dello
Stato Pontificio

Stato Pontificio: non solo bolli...
di Francesco Maria AMATO

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Appunti sulla storia postale di ANAGNI
- dalla prima Repubblica Romana all’annessione al Regno d’Italia -
di Francesco Maria AMATO

nticamente conosciuta con il nome di Anagnia, sorge a circa 424 metri sul livello del mare, nella media valle del fiume Sacco. Capitale della Confederazione degli Ernici (1), fu conquistata dai romani nel 306 a.C. in seguito ad una loro ribellione e ridotta prima a prefettura, poi a municipio.

Celebrata da Virgilio con il titolo di “ricca”, da Strabione con quelli di “nobile” e “illustre”, corrisponde all’Alagna citata nel Canto XX del Purgatorio da Dante (2): “veggio in Alagna intrar lo fiordaliso / e nel vicario suo Cristo esser catto. / Veggiolo un'altra volta esser deriso; / veggio rinovellar l'aceto e 'l fiele, / e tra vivi ladroni esser anciso”.

L’insediamento dei romani fece sì che ben presto la città divenisse un’appendice dell’Urbe: nel corso dei caldi e afosi mesi estivi fu meta di lunghi soggiorni e il suo territorio produceva beni alimentari per l’annona.

Ciò nonostante Anagnia mantenne tuttavia il carattere sacro, come ben documentato da alcune epistole di Marco Aurelio che, rivolgendosi all’amico Frontone scriveva come in ogni luogo si incontrassero templi ed edicole sacre s’innalzassero in onore degli dei.

Anche se il passaggio dall’era romana all’alto Medioevo è scarsamente documentato; si è tuttavia certi della presenza di una comunità cristiana nell’area della città, insediamento dislocato in una zona a valle.

La rinascita dell’anno Mille e la riforma della Chiesa fanno da sfondo ad una forte ripresa locale, ripresa in parte strettamente legata al ruolo del monaco benedettino Pietro di Salerno, diventato vescovo di Anagni.

Appartenente ai riformatori gregoriani, riordinò la diocesi, dando corso ad una serie di restauri degli edifici della città ed alla costruzione di un nuovo edificio religioso al vertice dell’acropoli, l’attuale Cattedrale di Santa Maria. L’ediflcio, consacrato nel 1104, divenne il centro della città, della vita religiosa e della vita sociale.

Nel 1160, durante le lotte tra Alessandro III e Federico Barbarossa, Anagni fu il luogo dal quale il papa lanciò la scomunica all’imperatore, all'antipapa Vittore IV ed a tutti i loro sostenitori.

Divenuto comune conquistando in breve un’ampia autonomia, nel corso del XII secolo, subì l'intolleranza delle opposte fazioni politiche, finché cadde sotto la signoria dei Caetani.

Anagni residenza dei pontefici in fuga da Roma per sfuggire alla malaria, fu sede sicura per tutto il Duecento, ed ebbe come momento finale la permanenza di Bonifacio VIII, l’ultimo dei cosiddetti papi anagnini.

Benedetto Caetani, assurto al trono pontificio dopo Celestino V, con il nome di Bonifacio VIII, fu grande uomo di chiesa. Colto, fine e acuto politico, operò per ristabilire l’autonomia del pontefice e soprattutto per ripristinare l’assoluta autorità della Chiesa.

Al 1303 è legato uno degli episodi più famosi della storia di Anagni, episodio che vide come protagonisti da una parte Papa Bonifacio VIII, nella su residenza di Anagni, e dall’altra i rappresentanti del Re di Francia Filippo il Bello, impersonati da Guglielmo di Nogaret, dai Colonna, e da una serie di diversi baroni, defraudati o oppressi dalla politica espansionista dei Caetani.

Grazie al tradimento di alcuni anagnini (3), i congiurati superarono nella città e assaltarono i palazzi di Bonifacio, dei Caetani e dei loro fautori. Bruciando le porte della Cattedrale, dopo aver attraverso un passaggio interno, giunsero nel cuore del Palazzo papale catturando Bonifacio VIII.

Ed è in questo contesto che avvenne il famoso episodio dello “schiaffo”, quando il pontefice venne colpito al volto da Giacomo Sciarra Colonna. Nogaret, in un secondo momento, conscio dell’importanza storica e della gravità dell’avvenimento, ebbe a dichiarare di non essere stato presente al misfatto.

Dopo tre giorni di prigionia, nel corso dei quali fece una sorta di “sciopero della fame”, il papa fu liberato grazie ad una insurrezione popolare degli anagnini

Bonifacio VIII rimase sotto la custodia del comune di Anagni, fino al 12 settembre (o al 13) quando, improvvisamente e inaspettatamente, decise di rientrare a Roma, che riteneva l'unico luogo in cui sentirsi al sicuro, visto il gran numero di nemici che si era creato.

Terrorizzato e traumatizzato, il papa si barricò nel palazzo di S. Pietro senza più ricevere nessuno. Malato di calcolosi renale, morì circa un mese dopo lo schiaffo, nella notte tra l'11 e il 12 ottobre 1303.

Scrive lo storico cronista del tempo Giovanni Villani: "il dolore impetrato nel cuore di papa Bonifazio per la ’ngiuria ricevuta gli surse, giunto in Roma, diversa malatia, che tutto si rodea come rabbioso, e in questo stato passò di questa vita".

Le esequie furono celebrate il giorno seguente, ed il pontefice venne tumulato in San Pietro, presso la cappella Caetani, in un monumento funerario realizzato dal grande artista Arnolfo da Cambio.

Dopo lo schiaffo di Anagni e la morte di Bonifacio VIII, il contrasto tra la chiesa e Filippo il Bello si attenuò, ma il nuovo papa Benedetto XI, in una bolla del 7 giugno 1304, scomunicò i responsabili della sommossa e condannò il comune di Anagni, che aveva permesso l’affronto al papa.

La reazione degli anagnini fu immediata: processarono gli attentatori di Bonifacio VIII, ne confiscarono tutti i beni e li bandirono per sempre da Anagni, sotto pena di decapitazione in caso di ritorno.
Siamo alle soglie di uno dei periodi certamente più drammatici per la storia della Chiesa di Roma: la cattività Avignonese, che vide diversi pontefici risiedere dal 1309 al 1377, fuori dalla sede romana.

Per Anagni i tempi gloriosi dei due secoli passati, sono solo un ricordo lontano. Dichiarata città fortificata, le viene assegnato il compito di difendere i territori a sud di Roma. Nel 1556 la città, difesa dal duca di Poli Torquato Conti, venne assediata dalle truppe spagnole guidate dal duca d’Alba. La disparità delle forze in gioco portò alla resa della città, che venne occupata e saccheggiata per oltre dieci mesi.

Finalmente nel 1572, scelta dal cardinale Benedetto Lomellino, come luogo di residenza, comincia per la città un lungo periodo di risanamento generale, che perdurerà per tutto il ‘6oo e il ‘700, quando si diede inizio a edificare nuovi palazzi nobiliari dislocati lungo il corso, e a restaurare chiese secondo i nascenti canoni barocchi (4).

Nel 1798, Anagni prese parte ai movimenti giacobini che portarono alla proclamazione della prima Repubblica Romana. Amministrativamente inclusa nel Dipartimento del Circeo, di cui fu capoluogo, venne a costituire il Cantone di Anagni con alle dirette dipendenze i comuni di Monte Acuto e Sgurgola (5).

Dopo la restaurazione pontificia, con la successiva occupazione dei territori della Chiesa ad opera delle truppe napoleoniche e la sua annessione all’Impero di Francia, dal marzo del 1810 a tutto aprile 1814, Anagni ebbe in dotazione un bollo dipartimentale riportante, su due righe, il toponimo della città e il numero 116 (fig. 1).

fig. 1) - bollo dipartimentale dell’Impero Francese


Al 1812, risale invece il bollo (fig. 2) impiegato per la corrispondenza d’ufficio in franchigia. L’impronta, con al centro l’aquila imperiale coronata, presenta tutt’intorno la dicitura MAIRE DELLA CITTA’ DI ANAGNI.

fig. 2) - bollo ovale di franchigia in uso dal Maire di Anagni. Al centro l’aquila coronata
(Gallenga, I Bolli di Roma, p.52)


Ripristinato il Governo Pontificio, con l’istituzione delle Direzioni Postali volute dal Cardinale Pacca nel 1816, Anagni venne a fare parte del circondario della Direzione di Frosinone. Nel 1817, venne elevata a Distribuzione di I Classe con alle dirette dipendenze i comuni di Acuto, Anticoli e Sgurgola.

Come ogni Distribuzione di I Classe, dal 1818 ebbe in dotazione tre bolli in stampatello grande inclinato riportanti il nome della città (fig. 3), la dicitura Affrancata (fig. 4) e quella Assicurata (fig. 5).

fig. 3) - bollo in stampatello inclinato ANAGNI
fig. 4) - bollo accessorio in stampatello inclinato AFFRANCATA
(Gallenga, I Bolli di Roma, p.52)
fig. 5) - bollo accessorio in stampatello inclinato ASSICURATA
(Gallenga, I Bolli di Roma, p.52)


Il 21 dicembre 1827, il nuovo assetto dell’Amministrazione Pubblica voluta da Leone XIII, vide Anagni inglobata nella Delegazione di Frosinone a costituire un proprio Distretto con alle dipendenze i Governi di Anagni (con circondario Acuto e Sgurgola), di Segni (con circondario Carpineto, Gavignano, Gorga e Montelanico) e di Valmontone (con circondario Giulianello, Lugnano, Montefortino e Rocca Massima).

Al 1832 risale il bollo ovale con dicitura in stampatello inclinato su tre righe DISTRIBUZIONE / DI / ANAGNI (fig. 6).

fig. 6) - bollo ovale di franchigia in dotazione alle distribuzioni postali di I Classe


Prestato giuramento al Governo della Repubblica Romana del 1849, le autorità comunali, allineandosi alle nuove normative in vigore, provvidero sia a rimuovere gli emblemi pontifici dai bolli postali, che a realizzarne di nuovi (fig. 7- 10).

fig. 7) - Repubblica Romana 1849, bollo ovale ANAGNI / GOVERNO DISTRETTUALE con insegne pontificie scalpellate e dicitura manuale Republica / Romana (con una sola “b”) fig. 8) - Repubblica Romana 1849, bollo ovale COMANDO DI PIAZZA / DI ANAGNI con dicitura manuale R.R. apposta sulle insegne pontificie
fig. 9) - Repubblica Romana 1849, bollo ovale COMANDO DI PIAZZA / DI ANAGNI con dicitura manuale Repub.a / Romana apposta sulle insegne pontificie fig. 10) - Repubblica Romana 1849. Bollo a doppio cerchio GOVERNO DI ANAGNI / PROVINCIA DI FROSINONE con aquila repubblicana al centro

 

Bolli utilizzati fino al luglio del 1849, quando con il ritorno del Governo Pontificio, vennero ripristinati i preesistenti bolli con le insegne papali. Completamente di nuova foggia (fig. 11-15), quelli impiegati per la corrispondenza della neonata Gendarmeria, Corpo militare, che andò a sostituire quello dei Carabinieri Pontifici, sciolto da Pio IX per tradimento, avendo giurato fedeltà alla Repubblica Romana (6).

fig. 11) - Epistola da Anagni a Roma (s.d.) riportante il bollo a doppio cerchio GENDARMI PONTIFICI / BRIGATA DI ANAGNI con le insegne pontificie

fig. 12) - bollo ovale DELEGAZIONE DI FROSINONE / GONFALONIERE / DI / ANAGNI con al centro lo stemma pontificio fig. 13) - bollo circolare GENDARMERIA PONTIFICIA / LEGIONE DI ROMA / BRIGATA / ANAGNI con insegne pontificie
fig. 14) - bollo circolare GENDARMERIA PONTIFICIA / LEGIONE DI ROMA / TENENZA / ANAGNI con insegne pontificie fig. 15) - bollo ovale PROVINCIA DI FROSINONE / GUARDIA CIVICA / BATTAGLIONE DI ANAGNI con stemma pontificio


Dopo l’introduzione dei francobolli, dall’ottobre del 1855 la posta di Anagni ebbe in dotazione una griglia a losanghe con la quale obliterare i francobolli. Unitamente alla griglia, sulla corrispondenza era impresso anche il vecchio lineare ANAGNI ormai deteriorato (fig. 16). Bollo successivamente sostituito con il datario a doppio cerchio riportato in figura 17.

fig. 16) - bollo in stampatello inclinato ANAGNI deteriorato
fig. 17) - Frammento riportante un esemplare del 10 centesimi annullato con bollo a griglia pontificia e bollo datario a doppio cerchio ANAGNI / 19 / NOV. / 67


Dal mese di settembre 1863 Anagni ebbe la stazione ferroviaria sulla linea Roma-Ceprano, e da quella data inoltrò la posta con l’Ambulante (fig. 18). Al 1865, come riportato dal Gallenga, risale l’impiego del bollo postale della stazione ferroviaria ANAGNI in cartella ottagonale (fig. 19).

fig. 18) - lettera da Anagni a Roma del 13 maggio 1868 inoltrata con l’Ambulante Roma-Ceprano

fig. 19) - bollo postale della stazione ferroviaria di Anagni in cartella ottagonale - (Gallenga, I Bolli di Roma, p.52)


Con la caduta dello Stato Pontificio nel 1870, Anagni aderì al Regno d’Italia.

 

Note:

1. antica popolazione nel bacino del fiume Sacco. Alleati con Roma al tempo di Tarquinio il Superbo, dopo alcune guerre al principio del IV secolo a.C., furono sottomessi dai romani;

2. Grande Dizionario Enciclopedico, Unione Tipografico Editrice Torinese, Volume Primo, A–AU, Torino 1954, pag. 537;

3. per un maggiore approfondimento vedi www.andreagaddini.it (visitato il 29 ottobre 2017);

4. cfr. www.citta-in-arte.it (visitato il 30 ottobre 2017);

5. Leggi relative alla Costituzione della Repubblica Romana, in Roma, presso i Lazzarini Stampatori Nazionali, Anno VI, Repubblicano 1798, pp. 1 e 6;

6. vedi mio articolo: I trentatre anni di vita del Corpo dei carabinieri pontifici 16 luglio 1816 – 17 settembre 1849 - note di storia postale del 5.03.2015.