Storia Postale dello Stato Pontificio

Stato Pontificio: non solo bolli...

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Appunti sulla storia postale di APIRO
- dalle origini all’adesione al Regno d’Italia -

di Francesco Maria AMATO

Piccolo centro marchigiano già abitato al tempo dei piceni e poi dei romani, fu conosciuto nel tempo con diversi toponimi: Pire, Piro, Lapiro. Quello attuale di Apiro lo si fa risalire intorno alla prima metà del XII secolo ed è legato a diverse ipotesi che sono divenute oggetto di interesse e controversia nell’ambito degli studiosi del settore.

Una fra tutte quella proposta da Giovanni Mestica, secondo il quale il toponimo “Apiro” deriverebbe da un albero di pero che, un tempo posto sulla cima di una collina, fungeva da punto di riferimento e di incontro per tutti i viandanti.

Non a caso lo stemma l’attuale stemma del Comune è proprio un albero di pero con le radici nel suo ceppo e nei lati del tronco una P ed una I ad indicare Pirum (1).

Nel corso degli anni, si è avuto modo di credere che oltre all’attuale castello di Apiro, ne fosse esistito anche un altro. Collocato in un luogo diverso dal primo, si presume fosse stato distrutto, come del resto accadde a molte altre città Picene, nel corso delle invasioni barbariche.

Dopo aver fatto parte del ducato di Spoleto, Apiro passò sotto lo Stato Pontificio. Nel 1798, la sua popolazione prese parte ai movimenti giacobini che portarono alla proclamazione della prima Repubblica Romana.

Amministrativamente inclusa nel Dipartimento del Musone, venne a costituire il Cantone di Apiro con alle dirette dipendenze i comuni di Massaccio, San Paolo, Majolati, Monte Roberto, Castel Bellino, Poggio Cupo, Sisiano, Retorsio, Duomo, Ficano e Frontale (2).

Dopo la restaurazione pontificia, con la successiva occupazione dei territori della Chiesa ad opera delle truppe napoleoniche e la successiva annessione all’Impero di Francia, dal 1808 al 1811, Apiro ebbe in dotazione il bollo in stampatello diritto con il toponimo del comune (fig. 1).

fig. 1 - Lineare in stampatello diritto grande APIRO (generalmente mal impresso)

 

Al 1811 risalgono invece lo stampatello maiuscolo inclinato entro una cornice rettangolare sagomata riproposto in figura 2 e il bollo P.P., ad indicare il porto pre-pagato, utilizzato fino a tutto il 1828 (fig. 3).

fig. 2 - Lineare in stampatello grande inclinato APIRO entro una cartella rettangolare sagomata
(Gallenga M., I Bolli delle Marche, p. 37)
fig. 3 - Bollo accessorio P.P. (porto pre-pagato) in uso dal 1811 al 1828 (Gallenga M., Rettifiche di bolli e bolli inediti delle Marche, in Il Nuovo Corriere Filatelico, n. 46 anno 1983, p. 88)

 

Caduto Napoleone e ritiratesi le forze di occupazione francese dai territori della Chiesa, nel corso del Governo Provvisorio di Murat nelle Marche, nel 1815 Apiro ebbe in dotazione il bollo ovale riportante la dicitura Governo Provvisorio / Comune / di / Apiro (fig. 4).

fig. 4 - Governo Provvisorio del 1815. Bollo ovale con dicitura GOVERNO PROVVISORIO / Comune / di Apiro (Gallenga M., Rettifiche di bolli e bolli inediti delle Marche, in Il Nuovo Corriere Filatelico, n. 46 anno 1983, p. 88)

 

Ristabilito il potere temporale del papa sui territori dello Stato della Chiesa, a fronte del Bando del Cardinale Pacca dell’agosto 1816, sull’istituzione delle Direzioni Postali e degli Stradali dei Corrieri Postali, Apiro venne posto alle dipendenze di Macerata costituendone

il vasto circondario amministrativo unitamente a Appignano, Cingoli, Civitanova, Monte Cassiano, Monte Cosaro, Monte Granaro, Monte Milone, Monte Olmo, Monte San Petrangeli, Morrovalle, Sant’Elpidio a Mare, San Giusto e Trja.

Il 21 dicembre 1827, il nuovo assetto dell’Amministrazione Pubblica voluta da Leone XIII, trova Apiro ancora nel circondario della Delegazione di Macerata. Al 1840 risale il bollo di franchigia della Sanità di Apiro proposto in figura 5.

fig. 5 - Bollo circolare di sanità con dicitura in stampatello diritto grande SANITA’ / APIRO

 

Prestato giuramento al Governo della Repubblica Romana del 1849, le autorità comunali, allineandosi alle nuove normative in vigore, provvidero ad allestire un nuovo bollo di franchigia postale riportante le insegne repubblicane (fig. 6).

fig. 6 - Repubblica Romana 1849. Bollo di franchigia ovale REPUBBLICA ROMANA / COMUNE D’APIRO con aquila romana al centro.

 

Ristabilito il Governo del Papa, con l’abolizione delle Delegazioni e l’istituzione delle Province, Apiro, venne inglobata nella provincia di Macerata a costituire, unitamente a Ficano il circondario del Governo di Cingoli.

Dopo che l’11 settembre 1860 le Marche e l’Umbria vennero occupate dalle truppe Sarde al comando del Generale Manfredo Fanti, con plebiscito del 5 novembre 1860 Apiro venne annessa al Regno di Sardegna.


 

Note:

1. cfr. turismo.comune.apiro.mc.it/alla-scoperta-del-comune/la-storia/(visitata il 10 giugno 2018);

2. Leggi Relative alla Costituzione della Repubblica Romana, Roma, Stampatori Nazionali, Anno VI Repubblicano, 1798, p. 12.