Storia Postale dello
Stato Pontificio

Stato Pontificio: non solo bolli...
di Francesco Maria AMATO

Bibliografia

 

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Stato Pontificio, attenzione ai falsi!
Thomas Mathà (A.I.E.P.)

Recentemente ho visto sulla piattaforma di vendita eBay.it tre lettere con francobolli dello Stato Pontificio, clamorosamente falsi. Dopo aver comunicato al venditore che si tratta di falsi, la vendita è stata da lui
annullata. Si spera che non riappaiano sul mercato, e proprio per questo segnalo i documenti anche attraverso il Postalista.

Si tratta di tre lettere che dal punto di vista storico postale non fanno nessun senso, e quindi il falsario non aveva le più minime conoscenze del settore, altrimenti avrebbe fabbricato dell’altro.

I pieghi di lettera probabilmente (li ho esaminati solo dallo schermo) saranno autentici, il resto è invece falso, in buona parte gli stessi francobolli, e in tutti casi gli annulli.

N. 1

Lettera da Bologna a Modena, con due francobolli del 3 centesimi dentellato (3° emissione), annullati con la griglia pontificia a losanghe. Il colore della griglia è diverso da quello del bollo di Bologna. La griglia, che forse è pure di foggia autentica (purtroppo sono in circolazione timbri originali), ma non ha nessuna relazione con questa lettera.

Non è chiaro quale sia la data precisa (presumo il 1851 o 1852, dato che nel Ducato di Modena si tassa ancora per i diritti interni estensi di 16 centesimi, quindi prima dell’adesione pontificia alla Lega Austro-Italica del 1.10.1852). Il retro si vede solo parzialmente, essendo coperto, quindi è impossibile stabilire se c’era un bollo di impostazione o altro prepagamento fino al confine.

In ogni modo, è totalmente da escludere l’utilizzo di francobolli in centesimi, per più ragioni:
1) nel periodo d’uso (1868) dei francobolli, Bologna era già italiana, e quindi non si usavano più i francobolli pontifici;
2) su una lettera da Bologna a Modena, in epoca invece pontificia, la tariffa di impostazione era 5 baj o multipli (ante periodo Lega);
3) la tassazione modenese di 16 centesimi era appunto solo fino al 1° ottobre 1852. Si potrebbe ipotizzare che in luogo di uno dei due francobolli da 3 cent ci stava un francobollo da 5 baj e quindi la lettera era del 1852 (forse febbraio). È evidente che il bollo annullatore di Bologna non è passante sul francobollo da 3 cent e solo dipinto a mano.

 

N. 2

Lettera da Velletri a Valmontone, affrancata con una striscia di 4 francobolli del 3 centesimi non dentellati, 2° emissione. Risulta un annullo di Roma circolare degli anni ’60, che a mio avviso è pure falso, come sembrano pure le impronte della griglia che lo annullano (probabilmente si tratta di ristampe del francobollo). Sul retro vediamo la tassazione di 1 bajocco, che comunque non è corrispondente all’affrancatura.

 

N. 3

Il falso più eclatante è invece una lettera inviata da Viterbo a Barbarano, dove risulta un bollo lineare di epoca prefilatelica di Viterbo (assieme ad un bollo di un’autorità amministrativa pontificia). Risulta un bollo di Ferrara, a mio avviso falso, ed un francobollo falso da 1 scudo, prima emissione, con una griglia altrettanto falsa. È noto che il francobollo da 1 scudo è stato usato solamente dall’ufficio postale di Roma, quindi a Viterbo non era mai arrivato, in più la lettera era in franchigia postale, oltre al fatto che la tariffa di 1 scudo su tale lettera è mera invenzione o fantasia.

Thomas Mathà
06-05-2022