storia postale

 

 



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osservazioni sulla chiusura personalizzata delle lettere

di Marino BIGNAMI

Da sempre all'esterno delle corrispondenze (per molto tempo composte da sole lettere) oltre all'ovvio nome del destinatario e della località (l'indirizzo col nome e numero delle vie venne introdotto molto più tardi), furono riportati spesso scritte, segni e sigilli, in queste note ci occuperemo di ciò che è stato scritto o apposto dal mittente.

LA CERALACCA

Le motivazioni che fecero lasciare tracce sulle missive sono state le più varie e sono cambiate nel corso dei secoli; per esempio inizialmente quando le missive appartenevano alla cosiddetta "posta dei Re" che trasmetteva bandi, ordini o leggi di pertinenza statale, per il recapito si utilizzavano dei corrieri appositi muniti di credenziali che potevano anche comprendere anelli preziosi indossati per l'occasione al fine di dare credibilità al messo. Le missive di questo tipo erano spesso in pergamena munite di sigilli aurei e ceralacca che venivano fissati al messaggio con nastri di seta onde attestarne l'autenticità.

Quando nel risveglio economico del Cinquecento le corrispondenze si moltiplicarono in un contesto che cominciava ad organizzarsi, il sistema di circolazione delle corrispondenze private si affidava ancora in maggioranza a messi occasionali che erano sollecitati con minacce di sanzioni da parte dei mittenti scritte sulle lettere.
Alcune potenti compagnie mercantili e bancarie avevano organizzato un sistema collettivo di trasporto della corrispondenza (detto della "scarsella"), in cui le lettere erano sigillate con ceralacca con impresso uno stemma o delle iniziali. Da rilevare che in un mondo prevalentemente analfabeta per favorire il riconoscimento del mittente si usava tracciare dei "segni" grafici sul fronte del messaggio che identificavano le compagnie commerciali mittenti.

I segni dei mercanti
La ceralacca (da Wikipedia)
I segni dei mercanti

 


I SEGNI DEI MERCATANTI

Erano questi dei veri e propri "marchi di fabbrica" tracciati sulle missive (spesso erano tracciati anche sugli imballi delle merci) come personalizzazione delle lettere e per autenticare lo scritto. Infatti per assicurare la consegna delle lettere il pagamento del trasporto veniva per consuetudine quasi sempre delegato al destinatario e solo raramente era già pagato in partenza (a volte parcellizzato metà alla partenza e l'altra metà all'arrivo nel servizio della scarsella ).
Questo perchè qualche furbacchione provò a sbarcare il lunario consegnando corrispondenze fasulle che si faceva pagare, perciò oltre al sigillo, anche i segni servivano per riconoscere l'autenticità del messaggio. In sostanza le preoccupazioni dei mittenti erano due: assicurare la riservatezza delle notizie e la personalizzazione della lettera per il riconoscimento del mittente.

Cuneo 1828
Napoli 1847
Val d'Elsa 1860

 

Napoli 1828
Pisa 1853
Venezia 1885

 

Cuneo 1943
Saronno (MI) 1906
Roma 1937

 

LE OSTIE

Per oltre un centinaio di anni le cose da questo punto di vista non cambiarono molto, l'unico cambiamento fu che invece della ceralacca che richiedeva il riscaldamento con il fuoco, per praticità si usarono le cosiddette "ostie" di farina di grano da inumidire e inserire fra i lembi della lettera; a volte per personalizzare il sigillo, quando l'ostia era ancora umida, si pressava sulla zona del sigillo un' impronta in rilievo come timbro a secco o inchiostrato. Con l'asciugatura dell'ostia la lettera rimaneva sigillata e impressa con un marchio.

Nella prima metà dell'Ottocento le tecniche di fabbricazione della carta migliorarono notevolmente, si passò dalla costosa fabbricazione manuale a quella continua a macchina con un abbassamento dei prezzi; pertanto si diffuse anche l'abitudine di avvolgere la lettera vera e propria in un foglio contenitore che a volte precorreva come soluzione le buste moderne. Contemporaneamente si passò all'introduzione del peso nella tassazione della corrispondenza e entrarono in uso le buste preincollate su tre lati, che andarono a sostituire le cosiddette sovraccoperte (un mezzo foglio che opportunamente piegato faceva da contenitore alla corrispondenza). Le buste preincollate, che semplificavano l'operazione di chiusura, richiedevano comunque una sigillatura perché in un primo momento il quarto lembo era lasciato privo di colla, i fabbricanti lasciarono al mittente il compito di sigillare il lembo di chiusura come meglio era loro comodo.
I più continuarono a sigillarle con i metodi della ceralacca o dell'ostia di farina, ma altri, vista la soluzione degli altri lembi, si accontentarono di una goccia di colla. La diffusione della busta già predisposta anche con colla sul lembo di chiusura da inumidire coincise con l'introduzione dei francobolli e la sparizione delle ostie come sigillo. Tale sistema di affrancatura come è noto, rivoluzionò anche tutto il sistema postale con diminuzione progressiva delle tariffe e un fortissimo incremento della corrispondenza ( forse la colla usata per i francobolli da inumidire non è stata estranea alla diffusione di buste con il quarto bordo preincollato per la chiusura).

Contemporaneamente anche le tecniche grafiche si perfezionarono e alla solita ceralacca, a cui molti erano ancora affezionati per personalizzare il sigillo, si sostituirono piccole etichette colorate adesive, con disegni o cifre dei nomi dei mittenti come chiudilettera, anche se il lembo di chiusura era già stato inumidito su gomma preesistente o incollato .
Questi sigilli cartacei venuti di moda servivano prevalentemente per l'impatto estetico e a personalizzare le missive; sostituirono per praticità la ceralacca che per la sigillatura a caldo delle corrispondenze richiedeva la fiamma e il possesso di un costoso sigillo.

 

Napoli 1852 Letterina preincollata su tre lati inviata negli stati Uniti sigillata con una piccola ostia
Napoli 1852 particolare della letterina di sinistra compressa con impronta a rombi
Brescia 1865 Lettera preincollata su tre lati sigillata con ceralacca e timbro inchiostrato
Siena 1886 Lettera sigillata per normativa delle raccomandate vigente nel periodo
Trieste 1921 Sglillo con ceralacca color oro con iniziali del mittente
Milano 1930 Lettera a lutto sigillata con impronta di inziali del mittente
Ascoli 1894 L'abitudine a sigillare è continuata anche con i francobolli
Milano 1911 Sigillatura con etichette preincollate con motivi floreali
Genova 1936 Sigillatura con etichetta destinata ai bagagli dei clienti dell'albergo che fa anche da indirizzo del mittente

 

I CHIUDILETTERA

Con l'adozione delle buste del commercio la sigillatura con la ceralacca venne progressivamente abbandonata e a volte sostituita da etichette gommate che inizialmente simulavano la ceralacca sagomandole inizialmente di forma tonda poi per praticità di fabbricazione divennero rettangolari, e nel tempo, sempre di più somiglianti ai francobolli anche perché furono spesso dentellate ed anche gommate.

Entrarono massicciamente in uso soprattutto nel primo Novecento, ma già sul finire dell'Ottocento erano usate per sigillare le buste delle corrispondenze, in tale periodo la fioritura delle tecniche grafiche ne permise una stampa policroma ed accattivante, motivo della loro diffusione.
Tecnicamente dai collezionisti sono denominate etichette erinnofile.

Nate per semplificare il processo di sigillatura personalizzata delle lettere,tali etichette diventarono nel tempo pubblicità, propaganda e commemorazione di eventi e di ricorrenze. Spesso anche le aziende le applicarono a scopo promozionale e pubblicitario. Agli inizi del Novecento si fece un grande uso di etichette chiudilettera in occasione di esposizioni, fiere, commemorazioni civili e patriottiche ed in occasione di manifestazioni sportive. Erano molto richieste perché si prestavano alla personalizzazione e alla decorazione delle buste e delle cartoline in un periodo in cui la posta era il principale mezzo di comunicazione, inoltre si era sviluppato un collezionismo paragonabile a quello dei francobolli. .

Furono emesse e vendute massicciamente anche dalla Croce Rossa e da enti ed associazioni assistenziali a scopo benefico durante il primo conflitto mondiale. Essendo vendute per beneficenza, vennero stampate inserendo nelle diciture valori monetari creando un po' di confusione sul loro uso postale. Molto diffusa fu la campagna antitubercolare per la raccolta di fondi effettuata fra le due guerre mondiali e rivolta specialmente ad enti ed aziende fruitori del servizio postale. Bisogna anche ricordare che negli anni Venti del Novecento aziende specializzate creavano a stampa delle chiudilettera personalizzate con il ritratto del mittente.

Rassegna di chiudilettera in ordine cronologico; la prima in alto a sinistra della Accademia Navale di Livorno è su lettera del 1891

Le norme postali, per non ingenerare confusione, permettevano che fossero applicate solo come chiudilettera al retro della corrispondenza e non dovevano essere colpite da annulli postali (era vietato), però occasionalmente si ritrovano anche sul fronte delle buste, e i tipi riportanti una cifra di valore furono usati anche come normali francobolli, forse per ignoranza degli utenti, ed annullati dagli agenti.Tali irregolarità raramente vennero sanzionate dai controlli, anche se ad un esame attento sono facilmente riconoscibili poiché non riportano la scritta Poste Italiane, che doveva essere sempre presente sui francobolli.

Un caso a parte furono le emissioni Pro Vittime Politiche del secondo dopoguerra, che ebbero una prima edizione nel 1945 ed una seconda nel 1946, poiché furono prodotte dall'O.C.V. (Officina Carte Valori) e furono distribuite negli uffici postali concedendo un premio agli addetti allo sportello che ne favorivano la vendita. Definite ufficialmente "francobolli commemorativi" dall'amministrazione postale, generarono confusione sulla loro natura finendo, qualche volta, su corrispondenza nel conteggio dell'affrancatura.

Frequentemente durante il secondo conflitto mondiale, soprattutto dai militari dislocati su fronti esteri, sono stati applicati francobolli postali di amministrazioni estere come chiudilettera e non mancano sigilli di "emergenza" o di personalizzazione. Tali sigilli personalizzati sono stati realizzati nei modi più fantasiosi, sigilli virtuali con tratti di penna, sigilli cartacei di etichette dei pacchetti di sigarette o di cioccolatini, grandi etichette numerate con il logo dei grandi alberghi da incollare sui bagagli, o addirittura, la sigillatura con stagno fuso applicato direttamente sulla carta!

 

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