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La valigia diplomatica

di Marino BIGNAMI

Le ambasciate e i consolati sono rappresentanze di una nazione all'estero, per convenzione internazionale erano (e sono) considerate territorio nazionale, le corrispondenze inviate dai canali diplomatici all'estero erano inserite nelle cosiddette "valigie" e godevano di particolari previlegi .

La "valigia diplomatica" è fisicamente un contenitore, sacco, borsa, cassetta, cassa, o altro, chiusa e sigillata ed etichettata come tale, accompagnata da documenti ufficiali con la destinazione, la numerazione dei colli, il peso dei contenitori in cui è racchiusa la corrispondenza. La valigia è inviata dal Ministero degli Affari Esteri alle proprie rappresentanze estere oppure con lo stesso canale inviate dalle ambasciate e dai consolati in patria al Ministero.
I documenti di minor riservatezza possono viaggiare, accompagnati da documenti che ne attestano la qualifica di "valigia diplomatica" con il normale corso postale nazionale o internazionale, in questo caso debitamente sigillati in un contenitore erano (e sono) inviati come assicurata di servizio.
Nel caso di documenti molto riservati, il contenitore, o i contenitori facenti parte della "valigia diplomatica" sono accompagnati nel trasporto da un funzionario di ambasciata all'estero (perciò funzionario del Ministero degli Esteri). Sia la "valigia" che il funzionario incaricato sono esenti da controlli e da sequestri, sia doganali (fiscale), sia di sicurezza (polizia) degli stati esteri di partenza o eventualmente attraversati; allo stesso modo delle ambasciate e dei consolati, perciò gode di extraterritorialità anche il personale che accompagna la "valigia" che assume/assumeva la qualifica di "corriere diplomatico".
Come è specificato dal paragrafo N.27 del trattato internazionale di Vienna del 1961 sulla diplomazia, la "valigia" poteva essere affidata anche a personale dei mezzi commerciali di trasporto senza far assumerne a questi ultimi la qualifica suddetta. Oppure disporre la nomina temporanea anche a personale non diplomatico, in tale caso la nomina é valida finché l'incaricato é in possesso della valigia e decade istantaneamente alla consegna della stessa.
Oltre ai documenti strettamente di servizio o ai dossier politici riservati, venivano trasportate anche lettere degli enti e dei cittadini italiani che chiedevano tramite l'ambasciata o i consolati, incombenze burocratiche in patria o all'estero, oppure che dalla patria chiedevano particolari operazioni o notizie, legate ai connazionali colà residenti e naturalmente ne godevano anche le lettere private dei componenti le rappresentanze all'estero e dei famigliari.

Le corrispondenze singole ufficiali, affidate al servizio della valigia diplomatica, non dovevano essere affrancate ma venivano marcate sul frontespizio con bolli di protocollo del Ministero degli Esteri o particolari diciture e bolli amministrativi delle ambasciate che le distinguevano così le une dalle altre, ma partivano senza affrancatura. Se erano corrispondenze private dei funzionari o famigliari non erano protocollate. La corrispondenza giunta a Roma al Ministero, subiva un diverso destino secondo il proprio stato: se inviate a persone private dovevano essere affrancate (lo faceva il Ministero), oppure gravate di tassa a carico se indirizzate ad aziende o ditte oppure in franchigia se destinate alle istituzioni, agli uffici degli enti pubblici (solo se indirizzate impersonalmente). Attualmente la normativa non concede più l'invio in franchigia quando é immessa nel ciclo postale civile e quindi tutte le corrispondenze sono affrancate.

Presento una serie di "posta diplomatica" che esemplifica i casi possibili ed anche gli errori.


1947 - Corrispondenza dell'Ambasciata d'Italia in Argentina. Spedita dalla moglie dell'ambasciatore alla sorella che abita a Milano, nel testo "...ora chiudo perché devo impostare col corriere diplomatico...."
E' stata affrancata a Roma dal Ministero perché indirizzata ad un privato (e non é stata protocollata) .

1916 - Dal Consolato generale in Brasile spedito ad un ente senza protocollatura (regolamento entrato in vigore successivamente?)

1944 - Raro biglietto di posta diplomatica R.S.I. indirizzato al comune per richiesta documenti per matrimonio in Germania

1952 - Buenos Aires invio ad un ente ma con specificata la persona e giustamente affrancata.

1953 - Da Cordoba (Argentina) pur avendola protocollata, é stata giustamente tassata perchè invece di inviare impersonalmente all'ufficio é stata indirizzata alla persona. Forse é sfuggita la cosa al Ministero ma non all'addetto postale di Roma che ha applicato il timbro di tassa a carico.

1952 - Dall'Argentina come risposta alla ricerca di un emigrato sollecitato dalla famiglia di origine. Inviata impersonalmente é stata protocollata e gode di esenzione.


1979 - Da Nuova Delhi ad una ditta di Milano con il bollo del Ministero "Tassa a carico del destinatario" ed il bollo T.S. dell'ufficio postale mittente, per una tassazione semplice applicata meccanicamente.

1958 - Dal consolato di Stoccarda a Bolzano perfettamente in regola con la normativa.

 

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