Torna alla storia postale

pagina iniziale le rubriche storia postale filatelia siti filatelici indice per autori

la storia postale

le domande dei lettori

 


i segni di cavalcata
Andrea Grimaldi
sul fronte di alcune lettere del '500 e '600 ho riscontrato un segno a penna ricorrente, di forma elicoidale, penso potrebbe essere un segno di posta e non un segno casuale o decorativo; nell'ultimo numero di “qui filatelia”, c'è un interessante articolo "Mezzi e modi di trasporto della posta" di Emanuele Gabbini l'articolo pubblica l'immagine di una prefilatelica, da Gerusalemme a Verona, con vari segni, tra i quali una specie di spirale, l'autore spiega che - secondo l'uso orientale - tale spirale è una specie di segno scaramantico, per assicurare il buon proseguimento della lettera.
Alberto Del Bianco, in un forum, ha risposto:

“Trattasi di segni di "cavalcata" ossia il mittente metteva fretta al trasportatore ma senza arrivare alla "minaccia" della forca. Sono segni che si riscontrano su quasi tutte le lettere dell'epoca”

le motonavi postali Messapia e Ausonia: gli ultimi bolli
   

 

   
le allego due esempi di annullo, ivi compreso l'ultimo della m/n messapia, poco prima di andare in disarmo e radiata dalla flotta, solo per una curiosità e non certo per venalità quale valore possono avere questi annulli? ( anche questo fa parte dell'animo del collezionista ... fortunatamente: la curiosità!) 

Franco Prevato


condivido quello che dice Prevato circa il trattamento della posta sulle navi (ndr: Luciano De Zanche: vicende di vita vissuta: posta consolare, valigia diplomatica risponde: Franco Prevato), anzi quello che lui chiama secondo momento va a sua volta diviso in due parti: la prima riguarda la posta che i passeggeri scrivevano sulla nave e spedivano dalla nave, che doveva avere francobolli italiani in quanto si trattava di territorio italiano per il diritto internazionale (anche quando si trovava in un porto straniero), e la seconda riguarda la posta che i passeggeri scrivevano a terra, in un porto straniero, e poi imbucavano sulla nave, che invece doveva avere francobollo dello stato si sosta, pur se annullato dallo stesso annullo della nave. Su questo argomento ho recentemente scritto un articolo, sul n. 122 del "Bollettino Prefilatelico e Storico Postale". 
Interesanti i due documenti di discarico del materiale postale, in occasione del disarmo delle due navi: penso possano valere circa € 100 l'uno,
Cordiali saluti

Adriano Cattani


 
vicende di vita vissuta: posta consolare, valigia diplomatica
Egr. Sig. Prevato, 
Ho molto apprezzato quanto ha messo a disposizione degli appassionati riguardante l'Adriatica Anonima di Navigazione in tempo di guerra: non è un mio campo di interesse diretto, ma sono curioso e mi sembra che abbia fatto un bel lavoro. Comunque, tra gli argomenti di mio interesse, anche se non primario, vi è quello della posta diplomatica: quando Lei accenna nell'articolo alla spedizione della posta consolare, usa questo termine come sinonimo di posta diplomatica? Conosce documentazione che riguarda le modalità di spedizione della posta degli ambasciatori  o dei consoli, compresa quella dei privati che ottenevano di poterla far viaggiare nella valigia diplomatica? Resto in attesa di una Sua cortese risposta e Le invio i migliori saluti

Luciano De Zanche 
Egr. Sig. De Zanche   
premetto che risponderò alle sue domande con grande piacere perché pochi sanno oppure ricordano le vicissitudini legate alla vita degli uomini e delle navi durante i vari conflitti... 
personalmente sono stato gratificato dal fatto di aver potuto rispolverare una "storia" alla quale ho dedicato 4 lunghi anni del mio tempo libero e poi dal fatto che il mio sito, totalmente gratuito sta avendo un certo successo di pubblico, senza dilungarmi ecco le risposte:   
- per posta consolare si deve intendere la posta diretta ai consolati e non alle ambasciate, perché molti di questi consolati erano retti da consoli onorari, soprattutto nel dodecanneso, in alcune isole greche prossime alla Turchia come Castellorizon  ecc...  
- la cosiddetta valigia diplomatica normalmente viaggiava su auto al seguito dello stesso ambasciatore o suo addetto oppure per i traslochi veniva organizzato a bordo un particolare servizio di sorveglianza il cui responsabile era il cosiddetto "capitan d'armi", ovvero una sorta di 1° nostromo anziano addetto alla disciplina dell'equipaggio ed alle dirette dipendenze del comandante in seconda o del primo ufficiale a seconda dell'organizzazione di bordo.   
- le cose più delicate venivano comunque consegnate al comandante per l'eventuale occultamento come oggetti preziosi o denaro da far rientrare in patria ( anche questo è scritto nel mio sito... www.prevato.it)   
cordiali saluti  

Franco Prevato


   
pagina iniziale le rubriche storia postale filatelia siti filatelici indice per autori