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      Vorrei sottoporre alla Vs. attenzione questa Cartolina Postale da 12 lire 
      (C139) con affrancatura aggiuntiva di 20 lire Democratica e due pezzi da 5 
      lire dell’Espresso luogotenenziale. 
      L’importo apposto non è in corretta tariffa in quanto nel V periodo di 
      repubblica dovremmo avere 55 lire: 15 lire per la C.P. e 40 lire per 
      l’Espresso. Siamo quindi in difetto di 13 lire.  
      In partenza da Salsomaggiore l’impiegato postale annulla solo l’immagine 
      della cartolina da 12 lire ed il valore da 20 lire di democratica utili a 
      soddisfare la tariffa cartolina. Giustamente non considera idonei i valori 
      Espresso. In transito a Parma però vengono anch’essi annullati (PARMA 
      FERROVIA ESPRESSI 13.6.49) ed in arrivo viene apposto il guller PESSOLA 
      14.6.49 come a confermare che la cartolina fosse stata veramente trattata 
      come Espresso nonostante sia insufficiente per tariffa e con valori 
      luogotenenziali fuori validità da circa 3 anni. 
      Inizialmente e con superficialità mi era sembrato un accrocchio filatelico 
      ma la successiva lettura del contenuto al verso mi ha convinto che il 
      supporto potesse essere genuino; infatti nell’intenzione del mittente 
      traspare una certa fretta nel concludere la trattativa dei pneumatici, 
      ecco quindi l’utilizzo del servizio accessorio. Peraltro lui stesso 
      richiede analogo mezzo di risposta come scrive nella parte finale prima 
      del commiato e della firma. 
      Se questo quindi giustifica le intenzioni - non le procedure e norme 
      postali - dell’utilizzo di un servizio accessorio, i valori 
      luogotenenziali possono considerarsi come un tentativo ben riuscito di 
      frode postale. 
      Tale utilizzo regolarmente viaggiato e non tassato non vi pare 
      eccessivamente TARDO!?. E’ corretto annoverarli nelle ultime date d’uso?
       
      Cosa ne pensate? Cordialmente 
      Gianni Vitale 
  
      
        
       
        
      
        
      
      Egregio sig. Vitale, ad una attenta analisi e riflessione sul suo 
      documento mi sembra di poter concludere esprimendo alcune certezze ed 
      anche alcune (inevitabili) supposizioni. Sono in accordo con lei che in 
      partenza Salsomaggiore ha operato correttamente, mentre ha sbagliato 
      l’ufficio di Parma.  
      Noto inoltre che l'oggetto a ben guardare somma anche un errore di data al 
      bollo di Parma, quelli laterali non sono visibili ma il bollo centrale mi 
      sembra riporti 13. 8. 48.  
      Per sgomberare il campo ad alcune interpretazioni errate direi di tenere 
      presente quanto recita l'ultima nota del regolamento postale che nel corso 
      degli anni è stato più volte corretto e modificato proprio per quanto 
      riguarda l'interpretazione dell'affrancatura Espresso.  
      L'ultima nota pubblicata e quindi ancora in vigore nel suo periodo, è la 
      seguente: 
       
      "§ 97. Espressi non od insufficientemente affrancati. Con riferimento al § 
      492 della Rivista delle Comunicazioni del 1926 si chiarisce che le 
      corrispondenze non od insufficientemente francate, munite, anziché del 
      francobollo speciale espresso, di francobolli ordinari per l'importo non 
      inferiore a L. 1,25 e sempreché rechino la relativa indicazione, vanno 
      recapitati per espresso. S'intende che la consegna è subordinata al 
      preventivo pagamento, da parte dei destinatari, della sopratassa dovuta 
      per la mancata o la non completa francatura ordinaria."  
      RASSEGNA DELLE POSTE; DEI TELEGRAFI E DEI TELEFONI n. 4, dell'aprile 1932. 
       
      E' evidente che la tariffa di £ 1,25 fa riferimento alla tariffa Espresso 
      dell'epoca. 
       
      Come giustamente fa rilevare lei, l'oggetto è probabilmente genuino con 
      l'errore grossolano da parte dell'ufficio di Parma che non doveva colpire 
      i francobolli scaduti. Invece, come da regolamento, l'agente di 
      Salsomaggiore ha giustamente ignorato i valori Espresso (Parma errando ha 
      forse applicato la norma che imponeva di obliterare i francobolli non 
      colpiti da annullo, però quelli validi, non quelli scaduti che sono 
      considerate vignette di nessun valore).  
      L'oggetto è stato definito Espresso dal mittente con l'applicazione dei 
      valori fuori corso, ma l'affrancatura applicata valida era sufficiente 
      solo per la posta ordinaria e non copriva il servizio Espresso, anche se 
      la cifra applicata era in eccesso. Perciò nessuna necessità di applicare 
      la tassazione, semplicemente era un invio in P.O. come chiarisce la nota 
      riportata.  
      L'ufficio postale destinatario ha quasi sicuramente consegnato in posta 
      ordinaria perchè si nota la mancanza della consueta numerazione degli 
      invii Espresso sul fronte dell'oggetto:  
      quindi cade la qualifica di frode postale; semplicemente per il servizio 
      postale i francobolli Espresso erano pezzi di carta. Per quanto riguarda 
      la classificazione di uso tardivo non mi pronuncio anche se faccio 
      nuovamente rilevare che come valori fuori corso non avevano nessun valore 
      postale. 
      Questa è la mia lettura del documento, spero che altri postalisti, con le 
      loro interpretazioni aiutino a chiarire i dubbi che solleva l'oggetto 
      presentato.  
       
      Marino Bignami  
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