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Invio bancario fuori distretto o per distretto?
di Nicola Luciano CIPRIANI

L’amico Martino La Selva mi ha inviato la busta di figura 1, annullata il 31.3.45, che ho cercato di capire, non tanto per l’affrancatura, quanto per il possibile tragitto fatto. Prima però bisogna analizzare la situazione ambientale dell’epoca.



Figura 1 – annullata a Genova per Genova il 31.3.45 con tariffa da fuori distretto.

Dalla fine di marzo 1945, il fronte bellico si era posizionato lungo la linea Ferrara-La Spezia. In questo periodo il territorio della Repubblica Sociale Italiana era continuamente soggetto a bombardamenti aerei e a frequenti disturbi da parte dei partigiani tanto che le comunicazioni per il trasporto della corrispondenza incontrava forti difficoltà. Inoltre c’era anche penuria di francobolli, tanto che la Direzione Generale delle Poste autorizzò il pagamento degli invii in contanti con il relativo uso del timbro “R.P. Pagato” e similari.

Contemporaneamente, per agevolare le consegne autorizzò anche organizzazioni private al trasporto della corrispondenza all’interno della RSI rispettando le tariffe postali in vigore e contemplando anche un eventuale agio per il privato. Le autorizzazioni erano necessarie in quanto il libero trasporto era vietato per legge ed inoltre le poste erano state militarizzate e quindi soggette alle leggi di guerra. C’era anche un’altra possibilità: fare annullare la busta presso un ufficio postale, fare annotare la dicitura “in corso particolare” e inviarla a destino con mezzi propri. In questo caso la tariffa era in ogni caso per fuori distretto, vale a dire 1 lira. Tra le organizzazioni private, oltre alle agenzie di corrieri, vi erano grandi ditte e banche. Tra queste ultime, la Banca Commerciale Italiana organizzò un servizio abbastanza organico per il collegamento tra le varie sedi, sia per proprio servizio che per conto dei clienti, e, probabilmente, anche per conto di altre banche più piccole.

Figura 2 – retro della busta di figura 1


Come si può notare la busta è affrancata con una striscia verticale di quattro del valore da 25 cent Monumenti Distrutti senza filigrana. La lettera riporta tre annulli di “GENOVA-CORRISPONDENZE (F) 31.3.45 14” ed è indirizzata alla sede del Banco Ambrosiano di Genova. L’indirizzo è stato scritto per mezzo di una targhetta metallica inchiostrata a denotare che questa busta non era un invio isolato né estemporaneo. Al retro (figura 2) si nota un ovale azzurro che può apparire un chiudilettera, in realtà l’ovale è parte solidale con il lembo di chiusura della busta. L’ovale riporta a stampa il logo con le scritte: Banca S. Paolo (in alto) e Brescia (in basso). Il fatto che l’ovale sia stampato sulla busta, fa sì che questa sia una busta intestata. Poco sotto è stata apposta l’impronta di un timbro a targhetta rettangolare (figura 3), tipico delle banche, a testimonianza dell’arrivo presso il Banco Ambrosiano. Nell’impronta è leggibile in alto BANCO AMBROSIANO - SEDE DI GENOVA (su due righe), al centro del timbro si legge il numero 002214 (probabile protocollo) e la data del 3 APR 1945. La parte bassa del timbro non è leggibile.

Figura 3 – impronta del timbro di arrivo del Banco Ambrosiano


La busta sembrerebbe partita quindi da Brescia ed inviata a Genova. Questa possibilità sarebbe confermata dal fatto che:
a) la Banca S. Paolo di Brescia non aveva, a quel tempo, sedi fuori regione
b) la tariffa di 1 lira copriva la tassa del primo porto per fuori distretto dall’1.10.44 al 2.5.45. Ricordo che per distretto si intendeva solo l’ambito comunale e la tariffa sarebbe dovuta essere di 50 centesimi per il primo porto.

Nell’operare il suo servizio privato la Banca Commerciale Italiana apponeva un leggerissimo pre-annullo sulle affrancature della corrispondenza per scoraggiare il possibile furto dei francobolli da parte di personale infedele. Il pre-annullamento consisteva nell’apporre sui francobolli il timbro rettangolare della BCI in forma molto leggera su cui erano però leggibili il nome della banca e la data di spedizione. Purtroppo sulla busta qui presentata, questo leggero annullamento non c’è. Potrebbe però darsi che la mancanza dell’annullo della BCI sia dovuto proprio al fatto che la corrispondenza fosse di altro istituto bancario.
Tenendo conto, quindi, della situazione del momento, delle difficoltà di far viaggiare le corrispondenze, le possibilità di uso di corrieri privati, l’intestazione e la destinazione della busta e le tariffe in vigore all’interno della RSI, diventa plausibile, anche se non certa, che la busta descritta sia stato un invio fuori distretto da Brescia a Genova, inviato per mezzo di corriere privato e impostato a Genova per l’inoltro attraverso la rete cittadina delle poste della RSI.