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La posta in Toscana durante il periodo Murat:

Documenti e lettere del periodo Murat

(seconda parte)

di Fabrizio Finetti e Paolo Saletti (N.U. Toscana 2014 - A.S.Po.T.)

PISA COME LIVORNO

Pisa, 28 maggio 1814. Sebbene questo documento appartenga al periodo della cosiddetta Restaurazione, è logico pensare che l’adozione del nuovo bollo di porto pagato qui riprodotto risalga al mese precedente, come è certo che avvenne per il corrispondente lineare di porto dovuto (cat. ASPOT n° 3). In questo senso si giustifica l’analogia con la rivale Livorno, in quanto le due Direzioni furono le uniche in Toscana a fabbricare bolli completamente nuovi
durante il periodo di governo provvisorio del Murat (coll. Amorini).

 

LA TESTIMONE OCULARE

Montepulciano 2 giugno 1814. Anche se questo documento, come il precedente, appartiene “tecnicamente” al periodo di governo del Rospigliosi e non a quello di Murat, riteniamo di doverlo pubblicare in quanto testimone (straordinario) di quell’ampio e duraturo processo di modificazione dei bolli dipartimentali che si diffuse proprio nei primi mesi della Restaurazione. In questo caso, l’immediata rispedizione della missiva (come viene specificato nel testo interno), conferma in modo inequivocabile che la “scalpellatura” del bollo di porto pagato di Montepulciano avvenne il giorno seguente a quello del primo invio, ovvero il 3 di giugno.

 

 

GLI “ACCESSORI FRANCESI”

Com’è noto, con l’introduzione del sistema postale francese, anche in Toscana furono adottati a partire dal 1808 una serie di bolli accessori fi no ad allora sconosciuti, relativi ai servizi offerti dalla stessa amministrazione postale, i più famosi dei quali sono i deboursé e i rarissimi chargé.

Roma 26 marzo 1814. L’istituto del “deboursé” rappresenta la migliore testimonianza di continuità riguardo all’uso del sistema postale napoleonico nei territori toscani occupati dalle truppe di Murat. A Siena, in particolare, questa operazione di mantenimento andò in porto nel modo più spettacolare, in quanto l’Ufficio fu l’unico a riesumare il bollo del 1808 con la grafia errata.

 

 L’UNICO SUPERSTITE

Da Genova per Roma del 2 aprile 1814. Messa in posta a Sarzana per superare il blocco imposto alla città, la lettera giunse a Firenze solo il 16 dello stesso mese, prima di essere inoltrata a destinazione, testimoniando così tutte le difficoltà del momento in tema di comunicazioni postali. A questa particolarità si aggiunga il fatto che presenta al verso una rarissima impronta dell’unico bollo dipartimentale sopravvissuto a Firenze dopo l’arrivo del Murat.

 

IL NERO “FANTASMA”

Da Pisa per Montecalvoli del 7 maggio 1814, erroneamente appoggiata alla Direzione postale di Pescia. Di particolare interesse sono le tonalità brunastre del colore rosso di entrambe le bollature (e in particolare di Pescia), evidentemente ottenute con miscele di sostanze instabili e quindi tendenti a ossidarsi. Questo fatto, riscontrabile abbastanza frequentemente nel nostro periodo, ha generato in passato non poca confusione nella classificazione delle suddette bollature, spesso etichettate come di colore nero.
Firenze 11 marzo 1814. Nel caso del capoluogo toscano, per contrassegnare le lettere raccomandate si tornò a usare l’accoppiamento di bolli previsto dalla fornitura del 1808, ma con la differenza del colore, in quanto a Firenze lo chargé nel periodo Dauchy fu impresso esclusivamente in rosso (coll. Caroli).
In extremis. Montepulciano 15 marzo 1814. L’unica impronta nota del bollo di raccomandazione di quest’Ufficio, risale proprio al periodo di governo dell’Amministrazione napoletana (coll. Pallini).
Portoferraio 22 marzo 1814. In questa raccomandata d’Ufficio nessun elemento postale si discosta da quanto previsto nel regolamento francese, compreso il numero di registrazioneprogressivo (assai elevato) riportato in alto a sinistra, che non denota nessuna interruzione dovuta al cambio di Amministrazione (coll. Caroli).
Bastia 2 febbraio 1814. La lettera, trasportata via mare a Livorno e qui disinfettata (come testimonia il purifieé a Livourne) prima di essere inviata nel Dipartimento dell’Arno, dimostra come bolli e metodi propri del sistema postale francese furono mantenuti integralmente dalla Direzione labronica nel primo periodo dell’occupazione napoletana (coll. Stocchi).

 

I BOLLI DI FRANCHIGIA

Casole 20 aprile 1814, con doppia impronta al verso del bollo circolare “Comune di Casole - Governo Provvisorio", di nuova fattura.
Casole 16 marzo 1814, con bollo circolare “Mairie de Casole (dept. De l’Ombrone)", privo dell’aquila al centro.
Empoli 17 maggio 1814, con bollo ovale recante la dicitura “Comunità di Empoli” e uno stemma centrale raffigurante la Collegiata di Sant’Andrea. Da notare l’abbinamento con il bollo dipartimentale ancora integro.
Grosseto 29 aprile 1814, con il corsivo “Sous Prefecture de Grosseto” al recto e il circolare “Sotto Prefettura di Grosseto – Governo Provvisorio”, al verso. Da notare l’uso contemporaneo (a dir poco bizzarro) di questi due bolli da parte dello stesso organo di governo.
Monteroni (d’Arbia) 30 aprile 1814, con bollo circolare “Comune di Monterò – Governo Provvisorio”, al verso. Tra le altre cose si legge nel testo: “La colonna mobile, che ha transitato per la Comune che amministro, mi ha fatto commettere forzatamente un’infinità di spese, il rimborso delle quali non so da dove cavarle. Vi sono rimasti in Monteroni (...) sette fucilieri, che hanno preso alloggio all’albergo dell’oste Pietro Fregoli. Io la prego di levarli, o sivvero di additarmi il modo di pagare i loro alloggi. Monteroni è un piccolo luogo abitato da povera gente, che appena ha il letto per se e non può soffrire ulteriori aggravi, ed io non vorrei trovarmi addosso alcuna odiosità col mettere un’imposizione, che da nessuno sarà pagata.”
Pistoia 23 febbraio 1814, con il circolare “Città di Pistoia”, in abbinamento al bollo dipartimentale ancora integro.
Porta Carratica (Pistoia) 15 marzo 1814, con “Mairie de Porta Carratica” in doppia cartella rettangolare punteggiata con piccoli cartigli ai lati.
Castelnuovo Berardenga 16 marzo 1814, con il bollo rettangolare in cartella “Mairie di Castelnuovo Berardenga “. Comunque le cose non andavano sempre bene nonostante in Toscana ci si fosse liberati dagli invasori francesi, se il Maire ha di che lamentarsi con il Direttore della Posta di Siena per il fatto che riceveva la bolgetta con la sua corrispondenza regolarmente aperta...
Siena 26 marzo 1814, con bollo a doppio cerchio recante la dicitura “Prefettura dell’Ombrone”, privo della simbologia centrale.

 


UNA LETTERA AUTOGRAFA

Firenze 21 maggio 1801 (1° Prairial _an 9 de la Rép. Franc.). Lettera autografa di Gioacchino Murat, allora Generale in Capo dell’Armée d’Observation du Midi, indirizzata al Cardinale Consalvi (coll. Guerri).


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