QUANDO GLI 'ALTI VALORI' SCARSEGGIANO ...  
le grandi affrancature multiple monovalore

L'introduzione del francobollo adesivo (metà del 1800) e la disponibilità di mezzi efficienti (ferrovie e navi a vapore) che potevano garantire tempi certi e programmabili rese possibile il grande sviluppo del servizio postale: le varie amministrazioni investirono in uffici ben distribuiti sul territorio per favorire l'accesso al pubblico.
Questi Uffici erano dotati di provviste di francobolli, a loro distribuiti dall'amministrazione centrale con quantità e tagli studiati per soddisfare le varie esigenze.
Qualche volta, però qualcosa mancava…..

Le emissioni dei francobolli vengono 'progettate', in termini di numero dei valori (tagli) e di volumi (tiratura) per poter soddisfare, in modo ottimale, alle varie esigenze di affrancatura.
Ottimale significa una affrancatura, composta da uno o più elementi, che occupi uno spazio ragionevole al recto del documento, in modo da lasciare ben evidente destinatario e recapito ed eventuali annotazioni della Amministrazione Postale.
Il problema (fino a quel momento inedito) di ottimizzazione delle affrancature iniziò a porsi fin dall'inizio dell'impiego del francobollo adesivo: fu necessario decidere tagli e volumi delle emissioni su previsioni di volumi non basate su dati storici.
Le prime emissioni degli stati preunitari nacquero alquanto 'povere' di tagli e successivamente, a seguito di nuove esigenze emergenti o di cambio delle regole di tariffazione sia interne che dovute alla stipula di accordi o convenzioni con altri Stati, si arricchirono di valori o ne persero qualcuno poco utilizzato.

Il caso più significativo riguarda probabilmente il Regno di Sardegna: l'Amministrazione Postale si trovò infatti ad affrontare anche l'integrazione tariffaria e monetaria con i territori via via conquistati nel processo di costituzione del Regno d'Italia che si svolse con una certa gradualità; si riscontrarono, soprattutto nelle regioni meridionali, fabbisogni di francobolli ben superiori alle disponibilità programmate.
Con l'emissione dei francobolli (1^ gennaio 1851) vennero introdotte le nuove tariffe per l'interno che restarono in vigore, con vari adattamenti, fino al dicembre 1862.
La tariffa lettera nell'ambito del distretto era di 5 centesimi per porto, fuori dal distretto 20 centesimi (fino a 7,5 grammi di peso) ed il diritto di raccomandazione (allora denominato ASSICURATA), era una quota fissa di 40 centesimi.
Gli stampati non periodici pagavano 5 centesimi entro il distretto e 10 centesimi oltre il distretto, gli stampati periodici 1 o 2 centesimi secondo il volume.

Il costo totale della affrancatura veniva determinato da tabelle che tenevano conto della progressione del peso; queste tabelle subirono modifiche per tenere conto (a partire dalla fine del 1859) delle esigenze tariffarie nelle nuove province annesse.
Significativa era la tariffa ridotta di 10 centesimi per lettere di primo porto indirizzate a militari (ufficiali esclusi).

Le prime tre emissioni del Regno di Sardegna (1 gennaio 1851, 1 ottobre 1853, 18 aprile 1854) erano costituite solamente da tre tagli (5 cent., 20 cent., 40 cent.), con policromia nero-blu-rosa (I emissione) che diventa verde-azzurro-rosa (II emissione) e poi verde-azzurro-rosso (III emissione).
E' significativo notare che il basso valore (5 centesimi) passa dall'iniziale nero (siamo ancora nel periodo Penny Black, già in uso da alcuni anni), al verde che poi manterrà anche nella IV emissione del Regno di Sardegna e poi anche nei dentellati del Regno d'Italia.
Il 20 ed il 40 centesimi mantengono invece l'azzurro ed il rosso-rosa nelle varie emissioni.

La IV emissione nasce nel 1855 come una diretta evoluzione della III: le scritte sono litografate anziché' essere impresse a rilievo e la policromia è analoga verde-azzurro-rosso vermiglio.
Ben presto fu evidente che solo tre tagli (5-20-40) non fossero adeguati alle necessità e la serie si arricchì nel 1858 con l'importante valore di 10 centesimi (variegate tonalità di marrone) ed l'80 centesimi (giallo di varie tonalità usato soprattutto per missive all'estero) e nel 1861 il tre lire (rame poco utilizzato, raro usato, rarissimo su lettera) e di 1 centesimo per stampati.
In questo modo, la gamma fu completata, e fu possibile fare fronte varie esigenze, come quelle siciliane che godettero temporaneamente di tariffe agevolate (10 centesimi anziché' 20 la lettera), come pure le tariffe per l'estero, che necessitavano di alti valori, per soddisfare gli elevati importi di queste affrancature.

La Savoia e la Contea di Nizza vennero cedute alla Francia: dal 14 giugno 1860 non vennero più utilizzati francobolli e tariffe Sarde, è quindi elevato l'interesse collezionistico del materiale filatelico generato negli uffici di questi territori.

Molto interessante, dal punto di vista storico postale, il ruolo dell'ufficio postale di Nizza (allora denominata Nizza Marittima) che era, assieme a Marsiglia, uno dei principali punti di snodo (oggi si direbbe Hub) tra la Francia ed i paesi del Mediterraneo.
L'ufficio di Nizza, sotto amministrazione Sarda, utilizzò, come bollo nominativo datario su tutte le emissioni, il d.c.. rosetta (inchiostro nero/rosso), annullatore o abbinato ad annullatori a tratti di penna, nodo di Savoia, rombi.
Solo nell'ultimo periodo (su IV emissione) venne utilizzato anche il c.s. ore (inchiostro nero/rosso), e raramente il lineare diritto (inchiostro rosso) di origine prefilatelica.

Ecco alcuni esempi di affrancature originate in questo ufficio: un doppio porto nazionale per la Liguria (40 centesimi), ed una lettera per al Francia (tariffa estero 50 centesimi).

Lettera doppio porto da Nizza ad Oneglia
Lire, Soldi, Crazie, Grana e Bajocchi - Mario Mentaschi

Affrancatura di 50 centesimi par la Francia
Catalogo Sassone - I Francobolli

Il valore di 40 centesimi, singolo o abbinato ad un doppio 5, ottimizzava le affrancature.

Poteva però succedere che quando 'tagli giusti' scarseggiavano, si dovesse trovare comunque, una soluzione, anche se un po' particolare.
La tariffa da soddisfare per la Francia (allora Stato Estero rispetto a Nizza) era di 50 centesimi; e, nell'ufficio postale, sia il valore da 40 che quello da 20 erano, in quel momento, probabilmente esauriti: la soluzione fu di applicare 10 esemplari del 5 centesimi della III emissione (siamo nel 1855) per arrivare ai 50 centesimi richiesti.

La busta, peraltro, era di modeste dimensioni (14 x 6 cm) e non consentiva di recepire tutta l'affrancatura al recto: quindi ben sette francobolli vennero applicati 'a cavallo'. Una affrancatura sicuramente molto appariscente!

Da Nizza Marittima a Parigi (17 marzo 1855 affrancata con 10 esemplari 5 centesimi III emissione di Sardegna (due esemplari sono di colore diverso: possibile sostituzione) annullati con multipla impronta d.c. rosetta NIZZA MARITT^. Impronta P.D. maiuscolo inclinato inchiostro rosso ripetuta su frontespizio. Bollo rosso di ingresso in Francia Antibes ed arrivo a Parigi il 20 marzo 1855.

L'illustrazione seguente presenta la lettera ricomposta

Si tratta dell'unica affrancatura conosciuta monovalore multipla di 10 esemplari del 5 centesimi della terza emissione di Sardegna.

Successivamente (periodo della IV emissione), sempre nell'ufficio di Nizza, l'indisponibilità del 40 centesimi (l'80 centesimi fu emesso solamente nell'anno seguente, 1858) richiese l'utilizzo di ben sei francobolli da 20 centesimi per realizzare l'affrancatura di 1 lira e 20 centesimi (2 porti da 60 centesimi) verso l'Inghilterra.
Anche in questo caso le ridotte dimensioni della busta (13,2 x 7,5 cm, e non un piego, come si usava di solito nel periodo) rese necessaria l'applicazione di tre francobolli 'a cavallo'.

Da Nizza Marittima a Bristol (3 marzo 1857 affrancata con n. 6 esemplari del 20 centesimi IV emissione di Sardegna (celeste 15f) annullati con multipla (6) impronta d.c. rosetta NIZZA MARITT^. Manoscritto Paid e impronta P.D. maiuscolo inclinato inchiostro rosso su frontespizio. Indicazione manoscritta 'via Marseilles or C.P.' Bollo rosso di ingresso in Francia Perpignan lo stesso giorno (3 marzo), transita a Marsiglia il 4 ed arriva a Bristol il 6 marzo 1857: un servizio veramente efficiente!
In alto a sinistra una impronta stilizzata 2: indica il numero di porti pagati (2 porti di 60 centesimi, 1 lira e venti centesimi).


Le due Sicilie

Il regno delle due Sicilie, era costituto dal Regno di Napoli e dal regno di Sicilia, riuniti sotto la dominazione Borbonica.
Le emissioni di francobolli avvennero in epoca tarda, rispetto ad altri stati preunitari: 1858 a Napoli (grana napoletani) e 1859 Sicilia (grani siciliani, di valore 0,68 del grano napoletano)
Di fattura alquanto rozza i francobolli napoletani, di fattura invece eccellente i francobolli di Sicilia, stampa calcografica e incisioni realizzate da Tommaso Aloisio Juvara, nipote dell'architetto Filippo, grande esponente del Barocco, che sono considerati i francobolli classici di maggiore qualità: 1/2 grano giallo, 1 bruno-verde oliva, 2 azzurro, 5 rosa-vermiglio, 10 azzurro scuro, 20 grigio, 50 lacca bruno.

Dal punto di vista collezionistico, questa è una delle più importanti ed interessanti emissioni degli stati preunitari: sia per i francobolli in se' (varie tavole, ritocchi, colori, varietà, …), sia per quanto riguarda le affrancature (storia postale): al centro del Mediterraneo, la Sicilia è sempre stata, infatti, un punto di incrocio dei traffici tra i paesi Europei ed i paesi africani e mediorientali affacciati sul Mediterraneo: quindi tariffe, convenzioni, ecc. hanno creato un interessante insieme di materiale collezionistico filatelico e storico postale.

Ne sono testimonianza le importanti collezioni storiche i numerosi studi e pubblicazioni.

L'emissione era molto ricca in termini di 'tagli': ben 7 valori, dal 1/2 grano ai 50 grani siciliani, in modo da potere soddisfare le più varie esigenze e combinazioni di affrancatura.

Ma non sempre quanto era necessario era anche disponibile: ne è un esempio questa corrispondenza, originata a Cefalù per Palermo (5 settembre 1859), che viene affrancata (per 8 grana siciliani) con ben 16 esemplari del 1/2 grano (arancio, carta di Napoli, gomma gialla): tre coppie della I tavola e cinque coppie della II tavola (valori gemelli), posizionate con molta cura sul supporto e annullate con altrettante (16) impronte del 'ferro di cavallo', anche queste accuratamente posizionate in modo da lasciare intatta la effige del Sovrano.

La tariffa per una 1 oncia di peso è ampiamente giustificata dal bustone con ceralacca al verso; manca il contenuto, probabilmente un pesante atto notarile o similia.
L'affrancatura rappresenta il massimo multiplo conosciuto del 1/2 grano ed è la più grande affrancatura siciliana di valori gemelli, in quanto composta da 1/2 grano di I e II tavola.
Le grandi dimensioni della busta, alquanto inusuali per l'epoca, hanno permesso di contenere tutta l'affrancatura al recto: questa è talmente spettacolare da essere conosciuta con la denominazione 'mare giallo': si tratta di una delle grandi rarità del Regno della Sicilia.

CONCLUSIONI

L'introduzione del francobollo adesivo, e la conseguente definizione di regole e tariffe chiare e formalizzate, gli accordi e le convenzioni postali fra Stati e la disponibilità di trasporti efficienti (in particolare ferrovie e navi a vapore) consentì uno sviluppo notevole delle comunicazioni postali che, da un servizio per pochi privilegiati, diventò un fondamentale servizio pubblico.

Via via i vari Stati svilupparono estese reti di Uffici Postali, per consentire alla cittadinanza l'accesso al servizio.

Questi uffici erano, ovviamente, dotati di provviste di francobolli nelle quantità e valori che venivano distribuiti; sulle quantità c'era molta attenzione, perché' i francobolli erano elementi di valore, equiparati alla carta moneta ed, addirittura in alcune situazioni, come ad esempio in Toscana, era il responsabile stesso dell'ufficio Postale che doveva acquistare la provvista pagandola anticipatamente con fondi propri.
Quindi, gestione accurata dello stock di francobolli dell'Ufficio Postale: ma in qualche (raro) caso, si riscontravano mancanze dei tagli più appropriati per l'affrancatura e queste venivano quindi realizzate con un largo (e anomalo) impiego di esemplari di taglio basso.

Casi come quelli presentati sono peraltro molto rari, se non unici e comunque di elevato interesse collezionistico. In qualche caso si presenta l'effetto inusuale ed interessante dell'affrancatura 'a cavallo', che produce però piegature in alcuni francobolli.

Sono comunque corrispondenze molto rare, appariscenti e talvolta spettacolari.


© E. CALCAGNO febbraio 2018