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L'abbazia di Orval e la sua leggenda

di Sergio DE BENEDICTIS

 


La bella serie emessa nel 1939 dalle Poste del Belgio è la terza emissione a favore dell'abbazia di Orval a favore della sua ricostruzione, le precedenti erano uscite nel 1928 e 1933, e offre lo spunto per parlare dell'abbazia e della sua leggenda. Situato nelle valli boscose delle Ardenne, nella regione vallona del Lussemburgo, il monastero fu fondato alla fine dell'anno 1000 da un gruppo di monaci benedettini scappati dal sud d'Italia a causa delle guerre che affligevano la regione calabra. Accolti dall'arcivescovo di Trier, ebbero in dono le terre da parte del conte Arnoldo II di Chiny. Sfruttando i proventi delle vicine miniere di sale, i monaci iniziarano subito la costruzione della Chiesa e dell'annesso convento. Nel 1076 la bella Matilde di Canossa, invitata dal conte, soggiornò nel convento per cercare sollievo ai suoi dispiaceri causati dapprima dalla morte del marito Goffredo il Gobbo e poi dalla perdita del figliolo di 8 anni morto nelle gelide acque del fiume Semois, affluente della Mosa. Si racconta quindi che durante il soggiorno, immergendo le mani in un laghetto interno al convento, perse il suo anello nuziale. Grande fu la sua disperazione e pregò la Vergine Maria di fargliero ritrovare. Di lì a poco emerse in superficie una trota portando il bocca l'anello perduto e suscitando lo stupore della contessa che esclamò : " Questo luogo è veramente la valle dell'oro " da cui il nome attribuito di " val d'Or " da cui nel tempo " Orval ".


Ma il mistero continua ad avvolgere questi luoghi ed i suoi monaci che improvvisamente, intorno al 1108, abbandonano il monastero sembra perchè chiamati da Goffredo di Buglione in Terrasanta; qui si stabiliscono nel monastero di Santa Maria di Sion ed entrano di fatto nelle file dei Templari.
Da qui il passo è breve perchè il sito di Orval entri di diritto tra quelli ritenuti probabili custodi del Santo Graal. Ma torniamo alla Storia con lettera maiuscola per ricordare come la nostra abbazia ritornò a vivere grazie ad una piccola comunità religiosa che vi si insediò e che aderì all'Ordine dei Cistercensi. Crescendo in numero riuscirono a realizzare, grazie anche a donazioni ricevute nel frattempo, diverse fattorie che consentirono loro una discreta autosufficienza.

La vita dell'abbazia andò avanti nei secoli successivi alternando periodi di prosperità, come quando fu costruita una fonderia che divenne ben presto una delle più rinomate d'Europa, a periodi di declino quando guerre e calamità naturali portarono distruzione e morte.
Agli inizi del XVII secolo abbiamo le prime testimonianze dell'esistenza di una fabbrica di birra nel territorio del convento, attività che, abbandonata a causa delle distruzione dell'insediamento durante la Rivoluzione Francese, è stata ripresa agli inizi dello scorso secolo dalla famiglia de Harenne, che, comprata la proprietà, ne ridonò una parte ai monaci affinchè riprendessero le loro attività religiose.

Si deve a loro anche la rinomata produzione di formaggi tra i quali, seguendo una antica e segreta ricetta, quello di Port Salut. Ricordiamo anche, visto che ci occupiamo di medicina, come da sempre sia nota anche la produzione di medicamenti e prodotti di erboristeria, secondo antichi ritrovati naturali, all'interno dell'antica farmacia. Nel 1948 fu definitavemente completata la costruzione anche grazie ai fondi raccolti con le tre emissioni filateliche.


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