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        | 5° Periodo: dal 26 novembre 1943 al 22 gennaio 1944.
 Territorio a nord della linea del fuoco: Repubblica Sociale Italiana
 
 Terza parte (dal 22 dicembre 1943 al 4 gennaio 1944)
 
 
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        Mercoledì 22 dicembre 1943
 
 
 Dalla Stampa della RSI - Sul quotidiano “La Nazione” di Firenze, 
        sotto il titolo “Nefasti dell’occupazione nemica in Italia” si leggono i 
        seguenti articoli:
 
 “Fanciulli deportati in russia e patriotti tratti in arresto
 Lisbona, 21 “Si apprende dall’Italia meridionale che una ricca 
        siciliana di 22 anni, Maria Dalì, fervente patriota, è stata arrestata a 
        Trapani perché responsabile di avere organizzato un Fascio repubblicano 
        in quella città, al quale aderivano molti connazionali. Questa notizia è 
        data dal corrispondente della “Reuter” dal quartier generale alleato 
        nell’Africa del Nord. La ragazza è stata arrestata con altri compagni ad 
        opera del controspionaggio statunitense avvertito da un traditore. La 
        Dalì appartiene ad una delle più ricche famiglia siciliane e finanziava 
        il Fascio. Insieme alla signorina altri quindici giovani, per la maggior 
        parte studenti, sono rimasti vittime del tradimento. Essi sono ora tutti 
        imprigionati in attesa del processo”.
 
 “Si ha poi notizia dell’esistenza anche a Catania ed in altri centri, di 
        Fasci repubblicani, cui aderiscono sempre nuove reclute. Anche in queste 
        località sono stati operati arresti, ma i capi sono finora sfuggiti alle 
        ricerche”.
 
 “La commissione inviata da Stalin nell’Italia occupata con l’incarico di 
        organizzare la deportazione dei bimbi italiani dai 4 ai 15 anni nel 
        paradiso sovietico, si è posta attivamente al lavoro. Si segnala da 
        fonte neutrale che i primi contingenti di ragazzi italiani strappati 
        all’affetto delle famiglie sono cominciati ad affluire a Siracusa per 
        essere imbarcati alla volta della lontana Russia. Scene strazianti si 
        sono svolte sotto gli occhi impassibili di russi, inglesi ed americani, 
        al momento in cui i bambini sono stati strappati a viva forza dalle 
        braccia delle madri per essere messi sui treni partenti alla volta del 
        porto di imbarco”.
 
 In tempo di guerra e in particolare di una 
        guerra che divide il popolo di una stessa nazione, le falsità sfiorano 
        veramente il grottesco. Ecco ancora:
 
 Sempre da “La Nazione” di Firenze:
 
 “Sforza e Croce protestano contro i loro “liberatori”
 Roma, 21 “Sforza e Croce, i due capi dell’antifascismo, hanno 
        vivamente protestato contro gli anglo americani per la proibizione del 
        congresso antifascista che doveva tenersi a Napoli. Essi si sono, nella 
        protesta, richiamati alla Conferenza di Mosca nei cui comunicati si 
        assicurava agli italiani la libertà di riunioni popolari: proprio gli 
        antifascisti delle terre invase erano destinati a provare per primi il 
        valore delle promesse anglosassoni. Londra e Washington che si 
        dichiaravano, alla radio e nei manifesti gettati insieme con le bombe, 
        vessilliferi di ogni libertà, all’atto pratico si dimostrano quello che 
        in realtà sono: due delle forze più reazionarie del mondo.
 
 Abbiamo ieri pubblicato le dichiarazioni del comandante militare di 
        Napoli che chiamava i partenopei felici per avere 100 grammi di pane al 
        giorno in confronto alle altre popolazioni che ne hanno 75. Oggi è il 
        “Times” che pubblica una relazione sulla situazione alimentare 
        nell’Italia meridionale. Il giornale afferma che uno dei compiti più 
        difficili dell’ “AMGOT” è di evitare una carestia durante l’inverno. 
        Sempre secondo il giornale, la situazione alimentare è particolarmente 
        critica proprio nella zona di Napoli che il suo comandante militare ci 
        dipingeva come una specie di piccolo paradiso. Anche per questo caso 
        dove sono andate a finire le promesse di molto pane lasciate dalle varie 
        radio, le promesse che la flotta passata al nemico avrebbe servito 
        soltanto ad assicurare i trasporti di viveri in Italia? Noi, pur non 
        essendo né profondi filosofi come Croce, né esperti politici come 
        Sforza, conoscevamo altre pagine della storia inglese piene di episodi 
        schiavisti, piene di affamamenti”.
 
        
 Storia Postale del 22 dicembre
 
 
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        Giovedì 23 dicembre 1943 
        
 
 
          
          
        La vendetta per il tradimento del 25 luglio - Ciano invia una 
        lettera a Churchill dal carcere di Verona nella quale afferma che i 
        tedeschi gli hanno fatto credere in imminenti pericoli per i suoi figli 
        riparati in Svizzera.
 Rappresaglie Nazifasciste - L’articolo a fianco compare oggi 
        sulla Gazzetta del Popolo.
 
 
 
 
 
 
 
 
        
 
 Storia Postale del 23 dicembre
 
 
         
 
        
 Venerdì 24 dicembre 1943
 
 
 Roma – I tedeschi, bontà loro, concedono ai cittadini romani due 
        ore serali in più di “libera uscita” per le feste natalizie come si può 
        vedere dalla riproduzione dell’Ordinanza.
 
 
 
 
 Resistenza: azioni dei partigiani
 Nella zona di Vernate, il grande viadotto ferroviario sulla linea
        Cuneo-Ventimiglia viene sabotato dal gruppo dei partigiani "bovesani.
 Il traffico sarà interrotto per oltre un anno.
 A Cesena (Forlì), uno sconosciuto fredda con quattro colpi di 
        rivoltella il fascista Giacomo Rolandi di 47 anni. Pochi minuti dopo, 
        ancora a Cesena, cade l’allievo ufficiale Salvatore Leto di vent’anni.
 
 
          
          
        STORIA POSTALE del 24 dicembre 1943
 
        
  
          
          
        Altra cartolina raccomandata con ricevuta di ritorno da 
        Verona a Isola della Scala (VR) regolarmente affrancata 0,90 con la 
        presenza dei gemelli 0,25 Propagande di Guerra e Imperiale (0,30 + 0,60 
        di raccomandazione aperta),  
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 Una cartolina da Mercatale Sassocorvaro (PS), in RSI, erroneamente 
        tassata per la mancanza di 0,05. Essendo il testo della missiva composto 
        da meno di cinque parole erano già sufficienti 20 centesimi.
 
 
          
        
 
          
         
          
        
 
          
          
        Cartolina postale 0,30 Vinceremo da Gorizia a Trento. Infrequente il 
        reperimento di posta da Gorizia. 
          
          
          
          
          
         
          
          
          
        
 
        Cartolina raccomandata con ricevuta di ritorno nel distretto di Firenze 
        (0,15 + 0,60 di raccomandazione aperta),  
          
          
          
         
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        | Il ministro delle Poste 
        Liverani non ha gradito il gesto poco cameratesco di Ricci che ha 
        imposto alla Direzione Provinciale di Brescia la consegna dei valori 
        postali per farli soprastampare GNR ed ha subito protestato riferendolo 
        a Mussolini che oggi, sembra, da disposizioni per la cessazione di 
        questa soprastampa. Però tutti i valori in foglio consegnati alla 
        tipografia sono ormai in via di consegna. Ci sarà una rappacificazione 
        Liverani – Ricci alla presenza di Mussolini. Liverani, quasi per 
        legittima suspicione, e nella necessità di poter accontentare le 
        numerose richieste pervenutegli da tanti gerarchi, ordinerà (in data non 
        precisata) allo stabilimento tipografico Chiamenti di Verona la 
        soprastampa di altri valori sotto la responsabilità della Direzione 
        provinciale di Verona. Nascerà così l’emissione GNR di Verona.
 
 Sabato Natale 25 dicembre 1943
 
 Dalla Gazzetta del Popolo di oggi:
 
 “I feroci bombardamenti sull'Italia nei mesi di ottobre e di novembre
 
 Roma, 24 dicembre
 Nel mese di ottobre i bombardieri nemici hanno effettuato incursioni 
        sulle seguenti città e località italiane:
 Bologna, Boves (Cuneo), Ancona (due volte), Firenze, Chieti, Terni (due 
        volte), Cervo (Imperia), Sulmona (L'Aquila), Pistoia, Viterbo, Grosseto, 
        Varazze, Albenga (Savona).
 Nel mese di novembre: Pesaro, Spineto (Teramo), Pescara, Torino, Genova, 
        Ventimiglia, Recco, Varazze, Lamporecchio (Pistoia), FInale Lunga 
        (Siena), Arezzo, Trecate (Novara), Prato (Firenze), Grosseto, 
        Pontassieve (Firenze), Teramo, S.Benedetto del Tronto (due volte), Sant'Egidio 
        (Teramo), Chiusi, Foligno, Civitanova (Macerata), Pietrasanta (Lucca), 
        Rimini, Cisterna, Giulianova (Teramo), Zara.
 
 Edifici distrutti: circa 3000, abitazioni più o meno danneggiate 15595.
 Le vittime sono state 6489, i feriti 11mila, i morti appartenenti alle 
        Forze Armate 315.
 
 Questi sacrifici, che il popolo italiano affronta in condizioni di 
        assoluta inferiorità, dopo lo stato di disarmo nel quale fu posto 
        dall'armistizio, debbono essere nel debito conto.
 La ferocia degli anglo - sassoni, che distruggono villaggi e casolari 
        sparsi nelle campagne, rafforza nel popolo italiano la volontà di 
        organizzarsi e armarsi rapidamente per potersi difendere contro i 
        banditi dell'aria”.
 
 Sempre su La Gazzetta del Popolo compare anche questo articolo:
 
 “La fucilazione di tredici componenti la banda terroristica di Lovere
 
 Bergamo, 24 dicembre - Reparti della Gendarmeria germanica e 
        della Guardia nazionale repubblicana hanno catturato 13 componenti la 
        banda terroristica di Lovere, che hanno assassinato i fascisti dott. 
        Paolo Rosa e rag. Giuseppe Cortesi e rapinato oltre due milioni e mezzo 
        dalla cassa dello stabilimento Ilva.
 All'alba di mercoledì mattina i tredici arrestati sono stati passati per 
        le armi, sullo stesso posto dove hanno commesso i loro misfatti. Essi 
        sono: Locardi Aleardo, Piana Ivan, Tognetti Mario, Conti Salvatore, 
        Guizzetti Andrea, Buffali Giulio, Vender Giovenni, Luca NIckitsch, 
        Guglielmo Macario, Ravelli Giuseppe, Bessi Francesco, Lorenzini Vittorio 
        e Moioli Giovanni.
 Il Locardi, capo banda, è l'assassino del Cortesi, il Tognetti ha ferito 
        gravemente il brigadiere dei Carabinieri Busicchio, che versa in 
        pericolo di vita. Tutti hanno partecipato ai fatti criminali di Lovere, 
        Vigolo e Adrara San Rocco”.
 Dall’abbazia di Montecassino - Di ritorno da una visita di prima mattina 
        alle linee del fronte il generale Frido Von Senger und Etterling si 
        ferma all’abbazia per il servizio religioso. E’ questa la sua prima 
        visita in veste di comandante del settore. I monaci gli palesano la 
        speranza di vedere rispettata la fascia neutrale di trecento metri.
 
 
 Domenica 26 dicembre 1943
 
 
 Dall’Abbazia di Montecassino - Dopo la sua visita all’abbazia von 
        Senger ordina alla 44^ divisione di fanteria: “Fare sgomberare al più 
        presto i civili, e non fare uso degli edifici dell’abbazia, ma preparare 
        le difese fin sotto le mura del monastero, se necessario”.
 Storia Postale del 26 dicembre
 
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        Cartolina illustrata per Como censurata a Como. Vedi bollo del censore.
 
 
 
 
          
        
 
 Lunedì 27 dicembre 1943
 
 
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        | La 
        vendetta per il tradimento del 25 luglio - Edda si reca a Verona, al 
        carcere degli Scalzi, per un ultimo tentativo di vedere Ciano e viene 
        avvicinata da Hildergard Beetz, assistente personale del tenente 
        colonnello delle SS Wilhelm Hottl. Questi, fin dai giorni trascorsi con 
        i Ciano sul lago Starnberg, alla fine di agosto, non ha mai abbandonato 
        la speranza di poter usare i diari per fare lo sgambetto a Joachim von 
        Ribbentrop. Aveva quindi mandato frau Beetz a Verona per farle tenere 
        contatti quotidiani con il conte. In nome del suo superiore ella ha 
        preparato un piano che richiede la cooperazione di Edda: da lei i diari, 
        in cambio di un colpo di mano alle carceri, da parte di agenti tedeschi, 
        per l’evasione. La Beetz ha già discusso il piano con il generale Wilhelm Harster, capo 
        delle SD a Verona, ed egli a sua volta ha preso contatto con il dottor 
        Kaltenbrunner a Innsbruck. Hanno convenuto di organizzare l’”operazione 
        conte” – un tentativo dell’ultima ora per liberare Ciano, senza farlo 
        sapere ad Hitler – a una condizione previa: Edda doveva consegnare 
        qualche agenda a titolo di saggio, perché Kaltenbrunner e Himmler 
        possano farsene un’idea. Edda accetta.
 
 Rappresaglie Nazifasciste - Provincia di Caserta - Nella “Terra 
        del Lavoro”, con questo nome si intende il territorio corrispondente 
        all’odierna provincia di Caserta, dal 9 settembre ad oggi i soldati 
        della Wehrmacht, delle SS e della polizia hanno trucidato in tutto 709 
        persone. Autilia Robustelli, una bambina di 5 anni, è stata 
        probabilmente la prima vittima, e l’artigiano Giuseppe Lombardi di 51 
        anni, l’ultima. Fra le persone uccise vi sono stati giovani come il 
        bracciante Antonio Tagliacozzo, che si era nascosto nel tentativo di 
        sfuggire alle truppe impegnate nella caccia all’uomo. Dopo che i cani da 
        pastore lo hanno trascinato fuori dal suo nascondiglio, un soldato 
        tedesco lo ha colpito ripetutamente con il calcio del fucile. In 
        seguito, come da testimonianze oculari, è stato gettato ancora vivo dal 
        ponte di Strangolagalli, frazione nel comune di Castel di Sasso.
 
        
 Storia Postale del 27 dicembre
 
 
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        Lettera espressa da Milano il 27 dicembre a Verona il 28. L’uso dei 
        valori Propaganda di Guerra in RSI non è infrequente ma si sta diradando 
        con il tempo.
 
 
          
          
        Martedì 28 dicembre 1943
 
          
        Giovanni Gentile - Suscita notevoli polemiche all’interno del 
        partito, un articolo di Giovanni Gentile, il filosofo presidente 
        dell’Accademia d’Italia, pubblicato oggi sul “Corriere della Sera”. Col 
        titolo “Ricostruire” il Gentile vi sostiene un programma di 
        “riconciliazione nazionale”:
 “I fascisti hanno preso, come ne avevano il dovere, l’iniziativa 
        della riscossa e perciò essi per primi devono dare l’esempio di saper 
        gettare nel fuoco ogni spirito di vendetta o di fazione, e mettere al di 
        sopra dello stesso partito costantemente la patria. E se il partito, 
        nella sua organizzazione nazionale, alla dipendenza dei capi delle 
        province, ha in mano, come organo dello Stato, la responsabilità del 
        potere, egli deve ricordarsi che la sua funzione delicatissima va 
        esercitata più che mai con largo spirito pacificatore e costruttivo”.
 
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        Rappresaglie Nazifasciste - Provincia di Frosinone - A Collelungo, 
        si trova un gruppo di persone che nell’ottobre sono sfollate da Cardito 
        Selva, una frazione di Vallerotonda situata al centro delle linee 
        difensive tedesche. Collelungo è situato a 1500 metri di altitudine ed 
        era risultato il luogo adatto, dove vi era acqua a sufficienza, per 
        costruirvi abitazioni di fortuna nelle quali hanno, fino ad oggi, 
        vissuto pacificamente tenendo anche diretti contatti con i tedeschi. Ma 
        oggi all’alba un gruppo di Alpenjager, giunto da valle, ordina ai 50 
        abitanti degli alloggi di fortuna di radunarsi in un determinato luogo. 
        Quando i tedeschi posizionano una mitragliatrice tutti comprendono cosa 
        li attende. Mariti e mogli si abbracciano, alcune donne cadono in 
        ginocchio mettendosi a pregare, i bambini piangono ma la soldataglia 
        comincia a sparare. Poco istanti prima il loro comandante ha dato un 
        calcio in faccia a una madre che stava implorando la grazia per sua 
        figlia di un mese e per gli altri bambini, uccidendola poi insieme alla 
        sua piccola con un colpo alla nuca. Delle 50 persone, soltanto 8 
        sopravvivono. Fra le 42 vittime c’erano 15 bambini di età compresa fra 
        un mese e undici anni.
 
 Storia Postale del 28 dicembre
 
 
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        Una cartolina da Desenzano (BS), non affrancata per “zona sprovvista di 
        francobolli”, tassata a tassa semplice (vedi bollo TS) con un valore 
        pacchi (visibile la sola parte restante dal distacco della mezza busta 
        che copriva il testo e sulla quale è rimasta la parte che era “a 
        cavallo”).
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        Mercoledì 29 dicembre 1943
 Dall’abbazia di Montecassino - Don Tommaso Leccisotti, da due 
        mesi a Roma come emissario dell’abate Diamare, viene convocato in 
        Vaticano da monsignor Montini e gli fa leggere da un sacerdote una 
        dichiarazione dell’ambasciata dell’ambasciatore di Germania presso la 
        Santa Sede, barone von Weizsaecker, nella quale si ribadisce che 
        “l’abbazia non è occupata da truppe tedesche e che c’è una sentinella 
        fuori del portone per impedire l’ingresso ai militari”.
 La maggior parte della dichiarazione riguarda la questione dei civili – 
        centocinquanta, secondo un calcolo tedesco – all’interno dell’abbazia. 
        Civili che rappresentano un “certo pericolo” perché se avvistati dal 
        nemico potrebbero essere scambiati per soldati tedeschi e provocare il 
        bombardamento dell’abbazia. Secondo l’ambasciatore i civili dovrebbero 
        essere fatti allontanare. Quanto ai monaci, se vogliono, possono 
        restare, ma i tedeschi non possono garantire della loro futura 
        sicurezza.
 
 
 Storia Postale del 29 dicembre
 
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        Cartolina illustrata da Castelnuovo Bormida (AL) a Firenze (il 29 
        dicembre) tassata 0,10 per la mancanza di 0,05 nell’affrancatura. 
        Censurata dalla Commissione Provinciale di Censura di Firenze (49R). 
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        | Risulta in data odierna la 
        prima circolare, della Direzione Provinciale di Novara, nella quale si 
        fa cenno all’obbligo di far scomparire emblemi e simboli regi. Al N° 
        29962/193 si dispone con “effetto immediato” di togliere o coprire la 
        parola REGIE dalle insegne , cassette o piastre d’impostazione. 
         
         
 
 
 
        
        Giovedì 30 dicembre 1943 
 
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        Storia Postale del 30 dicembre
 
        
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        Rappresaglie Nazifasciste - Provincia di Chieti – A Francavilla 
        al Mare, in località Santa Cecilia, un soldato tedesco tenta di 
        violentare una giovane: il padre, contadino, lo uccide. Per rappresaglia 
        un maresciallo e un sergente prelevano venti uomini, rastrellati in 
        precedenza nelle vicine campagne e destinati al lavoro forzato 
        obbligatorio, che vengono fucilati da un plotone tedesco. Dopo la 
        strage, i tedeschi gettano i corpi delle vittime in una fossa per il 
        letame.
 Provincia di Savona - La rappresaglia per l’attentato del 25 scorso 
        nella Trattoria della Stazione ferroviaria di Letimbro è subito scattata 
        come si può apprendere leggendo articolo comparso oggi sulla Gazzetta 
        del Popolo.
 
 Resistenza azioni dei partigiani - Roma – Attacco di GAP alla 
        centralina telefonica della contraerea tedesca sul piazzale della 
        stazione di Trastevere. Hanno agito i gappisti “Paolo” e “Elena”. Sono i 
        nomi di battaglia di Rosario Bentivegna e Carla Capponi.
 
 
          
          
          
          
          
          
          
        Una ricevuta di ritorno “privata” dell’Arcispedale di Santa Maria Nuova 
        di Firenze affrancata con due diversi valori del 0,25 Imperiale 
        (provenienza da due fogli).  |  
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        A causa degli eventi bellici, nella zona Chieti – Pescara si viene a 
        creare una situazione così difficile che il servizio postale rimane 
        pressoché bloccato, non solo nelle località più vicine al fronte, ma 
        anche in una vasta zona più arretrata, anche perché gli uffici Postali 
        sono stati, nel frattempo, spostati secondo le istruzioni ricevute dalle 
        proprie Direzioni Provinciali. Lo stesso palazzo delle Poste di Pescara 
        è rimasto completamente distrutto durante un’incursione aerea e il 
        personale, con quel poco che era riuscito a salvare, si è trasferito in 
        una località più arretrata del pescarese. La corrispondenza, proveniente 
        dal Nord o dal Centro Italia, è scarsissima e altrettanto scarsa è 
        quella in partenza dalla zona di Pescara e Chieti.
 
        
 Venerdì 31 dicembre 1943
 
 Rappresaglie Nazifasciste - Provincia di Cuneo - A Castellare di 
        Boves arrivano i tedeschi, alle 9 del mattino, con autoblinda e truppe 
        autocarrate e si scontrano con i partigiani. Nella battaglia i tedeschi 
        perdono una cinquantina di uomini e si ritirano; i partigiani né perdono 
        tre. Prima di ritirarsi però, i tedeschi, operano una serie di 
        rastrellamenti e fucilazioni. Nove civili vengono uccisi nella piazza di 
        Boves e in altri luoghi vicini. I tedeschi ritornano verso l’imbrunire, 
        mitragliano e cannoneggiano qua e là, ma senza danni. Vengono fucilati 
        anche due partigiani e il tenente Edoardo Tosello: a quest’ultimo il 
        comandante tedesco spara a bruciapelo un colpo in bocca.
 
        
 Storia Postale del 31 dicembre
 
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        Scade oggi la validità della serie Rossini.
 Piego comunale inviato come manoscritti raccomandati (0,60 manoscritti + 
        0,60 raccomandata aperta) da Tavarnelle Val di Pesa a Firenze.
 
        
 
          
        
 Sabato 1 gennaio 1944
 
 
 
         
          
        Storia Postale del 1 gennaio
 
 
        
 Cartolina fuori distretto dall’Ospedale Civile di Codigoro (FE). Cassati 
        a penna, sia dall’intestazione a stampa che dal timbro, la scritta 
        Vittorio Emanuele III.
 
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        Resistenza: azioni dei Nazifascisti - A Boves (CN) con l’aiuto di 
        aerei che mitragliano le postazioni dei partigiani, i tedeschi iniziano 
        la metodica distruzione della frazione di Rivoira incendiando anche le 
        case già distrutte con la rappresaglia del 19 dicembre (nella foto). 
        Uccidono il bestiame e tutti i maschi che riescono a trovare. Oggi 
        uccidono 12 civili e il comandante partigiano Giovanni Barale assieme al 
        figlio Spartaco. 
         
          
          
          
          
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        Domenica 2 gennaio 1944 
        
 L’Esercito Italiano del Nord - Continua il contrasto fra Ricci, 
        GNR, e Graziani, esercito. In questa diatriba si inseriscono i 
        rispettivi uomini; ecco come si lagna oggi con Graziani un ufficiale di 
        Stato Maggiore dell’Esercito di Salò: “Alla Milizia Volontaria Sicurezza 
        Nazionale , prima, e ora alla Guardia Nazionale Repubblicana viene 
        largamente concesso tutto e, mentre si vedono giovanissime reclute della 
        GNR che appena si presentano vengono vestite e armate, non si può 
        ottenere nulla, o dopo lunghe discussioni ottenere poco, per 
        l’esercito”.
 
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        | Notizie dall’interno 
        - Da oggi viene adottato il menù di guerra. Nelle mense pubbliche 
        vengono distribuiti pasti al prezzo di lire 4,00, nei ristoranti il 
        prezzo è di 17,00 lire (vino escluso), mentre l’Ente Fascista Assistenza 
        distribuisce minestre gratuite ai poveri. | 
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        |  La vendetta per il 
        tradimento del 25 luglio - Emilio De Bono, degente nella casa di salute 
        di Bergamo, viene trasferito all’ospedale civile di Verona ove resterà, 
        piantonato, per tutta la durata del processo per presenziare alle 
        udienze. L’ultima notte la passerà con gli altri condannati nella 
        prigione degli Scalzi.
 
 
 Storia Postale del 2 gennaio
 
             Lettera 
        semplice da Roma, timbro CITTA’ APERTA di ROMA, a Modena. Timbri della 
        Commissione Provinciale di Censura 64R di Modena.
 
 
 Lunedì 3 gennaio 1944
 
 
 Il sorvegliato Mussolini - Il tenente colonnello Jandl, ufficiale 
        della Wehrmacht messo alle costole di Mussolini, invia una segnalazione 
        a Berlino, all'ambasciatore Rahn, nella quale avverte: "Mussolini 
        programma nei prossimi giorni di spostare il suo quartier generale con 
        un piccolo seguito nelle vicinanze, 50 chilometri a sud - ovest del 
        luogo dove si trova adesso, in modo da separarsi dalla famiglia".
 
 
 Storia Postale del 3 gennaio
 
 
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        Assicurata per 200 lire da Biella a Rovigo affrancata 3,25.
 
 
 
 
 
        
 Martedì 4 gennaio 1944
 
 Dall’Abbazia di Montecassino -
 Roma – Viene oggi completata la restituzione dei tesori dell’abbazia 
        (vedi foto) dopo la prima consegna dello scorso 8 dicembre. I camion 
        hanno trasportato 600 casse dal deposito di Spoleto che vengono 
        consegnate alle autorità italiane nel corso di una seconda celebrazione, 
        anche questa pubblicizzata e filmata. Nel carico sono comprese 172 casse 
        delle collezioni che la divisione Herman Goering avevano “prelevato” a 
        Napoli prima di ritirarsi dalla città. I funzionari italiani delle Belle 
        Arti scoprono però che la collezione di Napoli era andata a Montecassino 
        in 187 casse, 15 in più di quelle che stanno ricevendo.
 
        
  
 STORIA 
        POSTALE del 4 gennaio
 
 Lettera espressa da Castel San Pietro dell’Emilia (BO) a Antella (FI).
 I valori Propaganda di Guerra continuano a circolare anche se l’effige 
        reale non sembra più adeguata a quel tipo di francobollo
 
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 Chiesta spiegazione ai tedeschi della differenza si sentono rispondere 
        che due autocarri sono in ritardo per colpa di “tiri di mitragliatrici”. 
        I funzionari attenderanno tutta la notte ma gli autocarri non 
        giungeranno mai. Le opere contenute nelle 15 casse rappresenteranno il 
        regalo della divisione al “patrono” Herman Goering per il 51° compleanno 
        che cadrà il 12 gennaio prossimo.
       
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