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        Sabato 8 luglio 1944 
        
 DELL’ARMA DEI CARABINIERI
 A proposito dei carabinieri del litorale Adriatico imprigionati il 6 a 
        Trieste, oggi, il comandante della Legione GNR di Trieste scrive:
 
 Mi sono interessato in loro favore ed ho avuto assicurazioni che 
        sarebbero stati trattati come soldati; sono invece venuto a conoscenza 
        che sono considerati detenuti politici. Secondo quanto è stato finora 
        possibile sapere, i carabinieri dell’Istria sono tutti a disposizione 
        della Sicherheitspolizei; una decisione a loro riguardo sarà presa dal 
        comandante della polizia del Litorale Adriatico ad inchiesta ultimata”.
 
 DELLA X MAS
 Il comandante del battaglione Barbarigo, ora comandante del I reggimento 
        della divisione Decima , Umberto Bardelli, salito ad Ozegna, cade 
        con nove dei suoi uomini in uno scontro con i partigiani.
 
 RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
 Il comandante del battaglione “Gramsci”, Terzilio Cardinali, viene 
        colpito a morte durante un combattimento nella zona di Bulcizes.
 
 A Carrara le donne danno inizio, nel mercato di Piazza delle 
        Erbe, ad una certa animazione. Incomincia così un lavoro capillare 
        quartiere per quartiere, con collegamenti stabiliti dai vari gruppi di 
        difesa della donna, con la distribuzione di volantini e con parole 
        d’ordine che reclamano la revoca del bando di evacuazione della città.
 
 RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
 Provincia di Perugia – A Pian dei Bruschi un plotone misto 
        di tedeschi e fascisti passa per le armi sette partigiani.
 
 Provincia di Ravenna - In località Vigne di Casole di Valsenio, 
        elementi delle SS guidati da militi della Guardia Nazionale Repubblicana 
        uccidono senza motivo, durante un rastrellamento, il colono Giacomo 
        Morara. In località Monte Mauro, dopo un assalto dei partigiani, 
        i tedeschi uccidono per rappresaglia tre civili sospettati di 
        favoreggiamento.
 
 Provincia di Vicenza – A San Pietro Bussolino i tedeschi, 
        durante una serie di rastrellamenti, uccidono dieci civili fra cui due 
        donne.
 
 
 STORIA POSTALE dell’8 luglio
 
         
        
        A sinistra una lettera del Comune di Clusone (BG) inviata all’Ufficio 
        Collocamento di Bergamo. Non affrancata per “Zona sprovvista di 
        francobolli” fu dichiarata, in partenza, da tassare a Tassa Semplice (T.S.) 
        e lo fu in arrivo con un segnatasse Imperiale. A destra una raccomandata da Arsiero (VI) per la Croce Rossa 
        Internazionale di Ginevra (Svizzera) regolarmente affrancata 3,75 (1,25 
        di lettera + 2,50 di raccomandazione). Nell’inserire questa busta mi 
        sono reso conto che il Monumenti Distrutti da 0,75 viaggiato è il primo 
        che espongo. Mi è sorto un dubbio che solo una ricerca potrebbe 
        togliermelo: potrebbe essere che quel valore non sia stato emesso il 5 
        giugno insieme agli altri tre? Riguardando le scansioni di documenti 
        postali fin qui insriti si riceve la sensazione (es. 13 giugno) che 
        anche quando il mittente voleva creare una composizione filatelica con 
        quella serie, il 0,75 non fosse disponibile. Il 13 giugno sembrerebbe 
        sostituito da un 0,75 della provvisoria. In altre due buste, il 0,75 
        Miti aereo, ne occupa il posto. E’ solo una mera supposizione che 
        stimola la attenta mente del ricercatore a caccia di “vecchie novità”.
 
          
        
        Domenica 9 Luglio 1944 
 RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
 Firenze - Tre gappisti penetrano nel carcere femminile di Santa 
        Verdiana e liberano 17 donne detenute per ragioni politiche.
 
 Per recuperare un lancio sul monte Lavane, con il quale armare la 
        nuova brigata ORI di Ravenna, circa 50 uomini dei GAP di Faenza, 
        Brisighella e Castel Bolognese lasciano le loro città e si dirigono 
        verso i monti. Prendendo l’iniziativa, il comandante Vittorio Bollenghi 
        e il suo vice, Bruno Neri, che sono degli sportivi, si incamminano verso 
        la cittadina di Gamogna, precedendo il gruppo principale, per 
        controllare una strada maestra su cui avevano lavorato i tedeschi, tra 
        Marradi e San Benedetto in Alpe. In un punto cieco, vicino al cimitero, 
        dove la strada sterrata curva bruscamente, i due capi partigiani si 
        imbattono in 15 SS armati fino ai denti, evidentemente dirette verso la 
        montagna in cerca di “banditen”. Vittorio e Bruno suonano i loro Sten, 
        obbligando le truppe di sicurezza, colte di sorpresa, a ritirarsi. Ma 
        appena al coperto, i tedeschi aprono il fuoco e crivellano di colpi i 
        due partigiani. Un contadino, testimone della scena, vede, con 
        raccapriccio i tedeschi castrare con un coltello i due uomini feriti ma 
        ancora vivi.
 
 A Carrara continua il movimento delle donne contro il bando 
        tedesco di evacuazione della città. Molte dicono apertamente che i 
        tedeschi e i fascisti devono fare i conti con loro, mogli di cavatori e 
        di marmisti, e che Carrara non sarà sfollata. Passa così il termine 
        (stabilito per oggi alle 20) fissato dai tedeschi e un gruppo di donne 
        si dà appuntamento per le 9 di domani precisando la parola d’ordine: 
        tutte in Piazza Alberica e alla Levatella, concentramento in Piazza 
        delle Erbe, per poi manifestare lungo le strade cittadine.
 
 RESISTENZA: RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
 Provincia di Arezzo – A Bucine i tedeschi accerchiano il 
        castello di San Leolino, in località Poggio del Fattore, radunano 
        la popolazione nella piazzetta, fucilano nove ostaggi e ne feriscono 
        sei.
 
 RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
 I tedeschi effettuano un rastrellamento nell’abitato di Bolano 
        (nel Pontremolese) e catturano 350 uomini che inquadrano e trasportano 
        nella zona a ridosso di Montignoso e di Massa dove vengono impiegati a 
        scavare trincee, tracciare strade di accesso, costruire rifugi per 
        uomini e materiali, postazioni di artiglieria e mortai medi.
 
 
 
 STORIA POSTALE del 9 luglio
 
 
 
          
            | 
             | Lettera semplice 
            intestata AGIP inviata da Bolzano a Verona e affrancata con una 
            coppia di segnatasse da 0,25 in sostituzone dei valori ordinari.
             |  
        
 Lunedì 10 luglio 1944
 
 DELLA X FLOTTIGLIA MAS
 
 
  Omegna 
        (NO) – Valerio Borghese, comandante della X MAS, presenzia ai 
        funerali del comandante Bardelli. 
 Nella foto i funerali di Bardelli, con Borghese (a destra) la signora 
        Bardelli e, a sinistra, il colonnello Carallo, vice comandante della 
        Divisione Decima.
 
 
 
          
          
        RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTEProvincia di Arezzo - Nel bosco di Selvagrossa, per ritorsione 
        all'uccisione di due loro compagni sorpresi dai partigiani a molestare 
        delle donne in località San Donato, presso Badia Agnano, i 
        tedeschi uccidono dieci uomini.
 
 Provincia di Arezzo - In una località imprecisata. in 
        seguito all'uccisione di un soldato tedesco, vengono fucilate, per 
        rappresaglia, 13 persone. Di dodici si conoscono i nomi, il 
        tredicesimo (uno sfollato) è rimasto sconosciuto. Quella che segue 
        potrebbe essere un’altra versione dello stesso fatto come un 
        altro episodio. A Badicroce i tedeschi compiono una strage nella 
        quale perdono la vita 13 persone, tra le quali vi sono anche 
        donne violentate e un uomo di settantasei anni. Anche l’episodio che 
        segue potrebbe essere una terza versione dello stesso fatto. Nei 
        pressi di Castiglion Fibocchi, un soldato tedesco ha perso una 
        gamba a seguito all’esplosione di una mina. Per rappresaglia la sua 
        truppa prende in ostaggio 12 uomini dalle fattorie vicine, 
        impiccandone due e massacrandone dieci con le mitragliatrici. Vengono 
        “fucilati” anche una donna di ottantaquattro anni e un ragazzo di 
        quattordici che appartengono alla famiglia di uno dei giustiziati ed 
        erano accorsi gridando. Ma si trova in altro testo, come avvenuto 
        domani, 11 luglio, con questa descrizione: “Un automezzo tedesco in 
        ritirata salta su una mina a Castiglion Fibocchi. Sette innocenti 
        che si trovavano nelle immediate vicinanze vengono catturati e 
        fucilati”.
 
 Provincia di Firenze - Eccidio a Padulino - Vicchio: 15 
        morti (rilevato da il quotidiano La Nazione di Firenze di giovedì 25 
        aprile 2002 su un elenco di sole località e numero dei morti senza 
        descrizione di come sono avvenuti gli eccedi e chi hanno coinvolto).
 
 Provincia di Lucca – A Lucignana i tedeschi fucilano il 
        giovane Bruno Stefani, catturato durante una missione di aiuto ai 
        partigiani.
 
 Provincia di Pisa – A Cevoli I tedeschi catturano il 
        milite della Repubblica di Salò Gino Barsottini. Lo fanno camminare fino 
        a Perignano con al collo un cartello con la scritta: "Quest'uomo non è 
        degno di vivere", poi gli fanno scavare la fossa vicino alla villa 
        Samminiatelli e quindi lo fucilano.
 
 Provincia di Vercelli – Ad Alagna Valsesia un reparto 
        tedesco fucila sedici partigiani che, poco pratici della zona, invece di 
        dirigersi verso il Biellese, si sono portati sopra al Turlo, con 
        l'intenzione di scendere in valle Anzasca. Quattordici di essi sono 
        carabinieri che si sono rifiutati di aderire alla Repubblica di Salò.
 
 Provincia di Verona – A San Giovanni Ilarione i tedeschi 
        passano per le armi don Luigi Bevilacqua, parroco di San Pietro 
        Mussolino (VI). E' colpevole di avere collaborato con i partigiani 
        operanti in valle Chiampo.
 
 RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
 A Carrara continua per tutto il giorno e anche nella notte, 
        l’organizzazione per la manifestazione di piazza contro il bando tedesco 
        di evacuazione della città. Domani si terrà la manifestazione 
        conclusiva.
 
 La controffensiva tedesca alle forze partigiane di Moscatelli e Ciro, 
        iniziata il 2 luglio, si conclude oggi con la “riconquista” di 
        Varallo e Borgosesia. I patrioti devono abbandonare il fondo valle e 
        riprendere la guerriglia in montagna.
 
        STORIA POSTALE del 10 luglio
 Molto interessante la seguente Circolare emessa in data odierna dalla 
        Direzione Provinciale delle Poste e Telegrafi di Novara.
 In rosso la trascrizione per una migliore lettura.
 
         
        
        CORRISPONDENZA PER IL LAZIO, UMBRIA, TOSCANA E 
        MARCHEURGENTE
 Si dispone che tutte le corrispondenze dirette nel Lazio, Umbria, 
        Toscana e Marche siano respinte agli uffici di origine e, da questi 
        restituite ai mittenti, conformemente a quanto ordinato con la circolare 
        n.56 per le corrispondenze dirette a Roma (1).
 
         
        
        STEMMI EX CASA REGNANTE E DICITURA “REGIE”Ancora una volta si rammentano le precedenti disposizioni per cui è 
        fatto assoluto divieto sulle corrispondenze d’ufficio o su ogni altro 
        stampato o busta o documenti o sull’impressioni su ceralacca di usare lo 
        stemma dell’ex Casa Regnante o le diciture “Regie”. Gli uffici che non 
        l’abbiano ancora fatto, trasmettano d’urgenza all’Economato, in 
        assicurazione, suggelli o bolli aventi stemma o dicitura sopradetti per 
        la scalpellatura. Si previene che gli inadempienti incorreranno in 
        gravissime responsabilità (2).
 
         
        CORRISPONDENZA SENZA FRANCOBOLLIRichiamando le recenti disposizioni impartite con la circolare n.53 del 
        31 maggio e n.61 del 22 giugno scorsi, s’invitano gli uffici a non 
        omettere l’apposizione del bollo “T.S.” seguito dalla cifra-importo 
        dell’affrancatura che gli uffici destinatari dovranno riscuotere dalle 
        persone cui sono dirette le corrispondenze impostate senza francobollo 
        in località momenteneamente sprovviste di carte valori postali, 
        avvertendo che l’uso del bollo “P.Pagato” deve aver luogo sugli oggetti 
        privi di affrancatura presentati da utenti che hanno fatto richiesta di 
        apposito conto di credito.
 
         
        CORRISPONDENZA CON FRANCOBOLLI ASPORTATIE’ stato con frequenza rilevato che pervengono agli uffici 
        corrispondenze dall’estero e dalla provincia di Lubiana aventi 
        francobolli asportati con conseguenti proteste e controversie coi 
        destinatari. Si invitano gli uffici a contestare il grave abuso con 
        verbale 13 a carico dell’ufficio che ha formato il dispaccio nel quale 
        si sono rinvenute le corrispondenze come sopra e di far proseguire il 
        verbale alla Direzione con particolare richiamo. Gli uffici di transito 
        di Novara Ferrovia, Vercelli e Biella dispongano particolare vigilanza.
 
         
        (1) – 
        Dopo aver sfondato la linea Gustav (Cassino) e, dopo pochi giorni, avere 
        raggiunto Roma, il 4 giugno, l’avanzata delle due armate (V^ USA e VIII^ 
        Britannica) si era trasformata in una contnua battaglia fra retroguardie 
        tedesche in ritirata e avanguardie Alleate in continuo movimento. Gli 
        Alleati si attestarono sulla sponda sinistra dell’Arno in Firenze il 4 
        agosto. Esattamente dopo due mesi. Questo significa che i circa 300 Km 
        percorsi sulle strade che dividono le due città erano stati percorsi in 
        60 giorni a una media di 5 chilometri al giorno e che alla data odierna 
        ne erano già stati percorsi più della metà. E’ pertanto logica la 
        decisione impartita in questo primo paragrafo dalle Poste della RSI: 
        inutile inoltrare la posta verso quella porzione di Centro-Italia perché 
        questa non saebbe mai giunta a “destino”
 (2) -  UN PO’ DI SFRAGISTICA, 
        SCIENZA CHE STUDIA I SIGILLI
 A proposito della scalpellatura degli stemmi della ex casa regnante e 
        della dicitura REGIE, con la circolare odierna N° 65 al N° 19766/193 la 
        Direzione Provinciale di Novara (e si presuppone anche tutte le altre 
        Direzioni Provinciali dato che, secondo quanto si può rilevare dai 
        documenti postali di varie provenienze, il fenomeno è abbastanza 
        diffuso) si vede costretta a minacciare il proprio personale ricordando 
        che “gli inadempienti incorreranno in gravissime responsabilità”.
 
 La rimozione dello stemma fascista dai timbri comunali a seguito 
        del tracollo fascista del 25 luglio, tramite scalpellatura, si presume 
        avvenuta ma probabilmente non in tutti i comuni inviarono i timbri da 
        scalpellare (con assicurata) alle Direzioni Provinciali. Perché 
        l’operazione è facilmente presumibile fosse articolata come nella su 
        esposta circolare che però si riferiva alle impronte della Casa Reale. 
        Forse molti sindaci (allora podestà), un po’ nostalgici, avevano deciso 
        di rimandare il “sacrificio” in attesa del consolidarsi degli eventi già 
        dal post-fascismo del 25 luglio 1943. In fondo togliere uno stemma da un 
        timbro metallico o addirittura sostituirlo con uno nuovo, non era 
        fattibile in tempi brevi, vista anche la nostra atavica burocrazia. 
        Avrebbe l’Economato, ove i suggelli o bolli da scalpellare dovevano 
        essere inviati, provveduto velocemente?
 
 Il tempo sembra aver dato ragione a quei sindaci forse nostalgici di cui 
        sopra. Il periodo di “vacazione” del fascismo si sarebbe risolto infatti 
        in questo breve periodo di 45 giorni. La “resurrezione” creerà 
        situazioni particolari specialmente a proposito di quei timbri ai quali 
        era stato asportato lo stemma fascista.
 Se, a questo punto, facciamo una analisi su questo argomento si può 
        rilevare che dal 26 luglio 1943 fino ai primi anni cinquanta è possibile 
        scoprire un panorama di timbri con le più varie soluzioni di 
        asportazione o cancellazione dell’uno o dell’altro stemma.
 
 Inserisco una serie di documenti postali “comunali” per poter 
        analizzare questo fenomeno che coinvolse, naturalmente, tutta Italia che 
        da Regno con dittatura Fascista prima tornò ad essere solo Regno, poi, 
        per buona parte del territorio, divenne Repubblica di un nuovo fascismo.
 
 
        *********************** 
         
          
          
            
        immagine 1 - 2 
         Nel 
        modulo di cui alla prima immagine, si può vedere il timbro comunale con 
        lo stemma Fascista scalpellato anche se usato in RSI. Era evidentemente 
        impossibile ricostruirlo e pertanto veniva usato quello dei 45 giorni 
        “badogliani” malgrado l’avversione per il re e Badoglio. 
 
 
         Il modulo di cui alla 
        seconda 
        immagine, anche in questo caso usato in RSI 
        anche se da pochi giorni (il timbro postale è del 26.9.43), lo stemma 
        Sabaudo è stato scalpellato. 
          
          
            
        *********************** 
         
        immagine 3 - 4
  Ancora 
        due esempi di timbri comunali scalpellati. Siamo in entrambi i casi in 
        RSI, 27 maggio e 28 febbraio 1944. In quello di cui alla terza immagine 
        è stato “cassato” lo stemma fascista, probabilmente scalpellato durante 
        i 45 giorni di Badoglio e lasciato quello reale che però appare diverso 
        dallo stemma sabaudo . 
 
  In quello della 
        immagine 4, dal quale era stato scalpellato lo stemma 
        fascista, è stato scalpellato anche lo stemma reale. Evidentemente, in 
        questo caso, l’Economato era intervenuto in entrambi i periodi e questo 
        dovrebbe essere il timbro regolare in RSI fino all’approvvigionamento di 
        timbri ad hoc come quello della successiva immagine 10. 
        
 
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        immagine 5 - 6
 
  Con i documenti postali delle immagini 5 e 6, siamo ancora in RSI e 
        troviamo due timbri comunali ex - Regno che non hanno subito amputazioni 
        sia nei 45 giorni che nel loro periodo d’uso. La missiva della immagine 
        5, del  30 novembre 1943, ha viaggiato tra le provincie di Varese e 
        Padova, un nord più convinto antimonarchico, mentre quella della 
        immagine 6 è partita da Montegallo (AP) il 25 febbraio 1944 per Ostra 
        Vetere (AN), zone meno contrarie alla ex - casa regnante e quindi più 
        disponibili alla tolleranza. 
 
 
        ***********************
 
         
        immagine 7 - 8
 
  Nelle
        immagini 7 e 8. ecco invece due timbri intonsi usati al Centro - 
        Sud dove era giusta la presenza dello stemma reale ma doveva essere  scalpellato quello fascista. Una inconsueta tolleranza. Il piego da Enna 
        è del gennaio1944, quello dal comune di Castelliri (FR) dell’aprile 45.
 
 
 
 
 ***********************
 
         
        immagini 9 – 10 
         Ancora una soluzione di annullamento dei simboli del regno con timbro  a 
        barre usato in RSI inoltrata (immagine 9) e un timbro RSI definitivo già in 
        uso a Grugliasco (TO) nel maggio 1944 (immagine 10) con il solo fascio repubblicano.
 
 
 
 
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        immagine 11 – 12
 
  Con le 
        immagini 11 e 12 siamo al Nord nell’immediato dopoguerra, a Roncoferrato (MN) il 18 maggio 1945 (immagine 11) 
        gli impiegati del Comune hanno rispolverato un vecchio timbro del regno 
        e hanno cassato a mano lo stemma fascista. 
  
        Invece, nel Comune di Borgosesia (VC) (immagine 12), e ben quattro mesi dopo 
        (siamo al 7 settembre 1945), si usa ancora il timbro della ex - RSI 
        (nostalgici o distratti?).
 
 
 
        *********************** 
         
        immagini 13 – 14
 
  Con i documenti di cui alle 
        immagini 13 e 14, siamo nel Centro - Sud; il piego del Comune di Penne (PE) (immagine 13), in data 5 marzo 
        1946 (in Luogotenenza), mostra il timbro comunale con entrambi gli 
        stemmi;
 
  quello del Comune di Pratovecchio (AR) (immagine 14), in data 8 
        giugno 1946 (in regno di Umberto II°) ha lo stemma fascista ma con il 
        fascio centrale scalpellato. 
 
 
 
        ***********************
 
           
 
        Il 14 luglio 1944 a Serbenno (CO) veniva usato un timbro ausiliario con 
        il fascio repubblicano di dimensione tale da garantire una adeguata 
        copertura al sottostante stemma sabaudo. 
        ***********************
 
 I PROPAGANDA DI GUERRA CON VIGNETTA ASPORTATA
 
 Già nei giorni precedenti la comunicazione dell’armistizio gli italiani 
        hanno ormai la certezza che la guerra sia persa. I due interi postali 
        del 28 luglio 1943 e del 18 agosto 1943 sono stati affrancati con valori 
        della serie Propaganda di Guerra con la sezione propagandistica 
        accuratamente ritagliata e non sembra per necessità di spazio.
 
         
          
        
        Martedì 11 luglio 1944 
 LA LOTTA AL RIBELLISMO
 Gli ufficiali della GNR di Cuneo, che il 5 scorso hanno 
        sollecitato un intervento del governo per sollecitare l’invio di forze 
        sufficienti a fronteggiare la situazione, permanendo la situazione 
        prospettata, si riuniscono di nuovo oggi per sollecitare il comando 
        provinciale a richiedere d’urgenza gli aiuti invocati e dichiarano 
        formalmente di rassegnare le dimissioni ove non venissero adottati i 
        provvedimenti richiesti.
 
 RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
 Firenze – Davanti al chiosco di giornali in piazza S. M. Novella 
        viene giustiziato il milite Valerio Volpini mentre i nazifascisti 
        catturano il gappista Sergio Posi.
 
 A Carrara, la popolazione risponde in pieno alla parola d’ordine 
        lanciata dai gruppi di difesa della donna e dal movimento partigiano. I 
        gappisti e altre formazioni partigiane sono pronti a sostenere l’azione 
        tenendosi pronti ad intervenire in caso di necessità. Alle 9,30 in 
        Piazza Alberica si radunano diverse centinaia di donne che poi si 
        muovono in corteo. Da ogni strada arrivano altre donne, alcune 
        giovanissime. Si dirigono tutte verso via Garibaldi dove ha sede il 
        Palazzetto del Comando Nazista. Tedeschi e nazisti, in pieno assetto di 
        guerra, puntano le armi. Ma la folla continua lentamente ad avanzare, a 
        gridare, a rivendicare. Prima di mezzogiorno arriva un contingente 
        fascista dei “Mai Morti” che, assieme ai soldati tedeschi, piazzano due 
        mitragliatrici: una all’angolo fra Via Verdi e Via Garibaldi, l’altra 
        nei grottini che fiancheggiano la scaletta che porta in Piazza 
        Risorgimento (oggi Gramsci). Due folti gruppi di donne si staccano dal 
        corteo e si avvicinano fino a pochi metri dalle mitragliatrici e facendo 
        così cedere il Comando tedesco che revoca il bando di sfollamento.
 
 RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
 Provincia di Arezzo - A Staggiano - Villa Sacchetti 
        una pattuglia di tedeschi si presenta nella casa colonica Carboni e 
        pretende pane e formaggio. Avamposti partigiani sparano. Alla fine dello 
        scontro i tedeschi incendiano la casa e un'altra adiacente, uccidono 
        alcuni buoi e catturano degli uomini. Sei giovani vengono calati in una 
        buca con esplosivo nelle tasche, poi i tedeschi sparano loro addosso con 
        cartucce a pallini. A Quota di Poppi i tedeschi fucilano cinque 
        paesani. A Carda, Ortignano Raggiolo e Toppole i tedeschi 
        uccidono altre quattro persone. A Matole (Cavriglia), verso le 
        17, arrivano alcuni tedeschi e si mettono a cercare gli uomini. Ne 
        trovano undici nascosti in un rifugio e li finiscono a raffiche di mitra 
        alla presenza dei familiari terrorizzati. A Pogi (Bucine) SS 
        italiane e tedesche catturano padre e figlio: Antonio Gambino, di 40 
        anni, e Silvano, di 16. Il padre, quando capisce che stanno per essere 
        uccisi, chiede che di essere fucilato al posto del figlio, il figlio fa 
        altrettanto. Le SS assistono quasi con gusto alla scena pietosa, poi con 
        una raffica di mitra li uccidono entrambi. A Capannole "La Villa" 
        (Bucine) i tedeschi, senza nessuna ragione, uccidono a raffiche di 
        mitra tre uomini.
 
 Provincia di Parma – A Santa Maria del Taro i tedeschi 
        fucilano un civile.
 
 Provincia di Pisa – A Ripafratta, alcuni tedeschi 
        catturano due civili e li accusano di avere sabotato alcune linee 
        telefoniche. Interviene in loro difesa il console svizzero Alberto Noef, 
        ma invano. I tedeschi legano i due ai platani presso la stazione 
        ferroviaria e li fucilano. Poi incendiano la loro casa.
 
 Provincia di Vicenza – A Covolo il comandante della piazza 
        rende noto che per un militare della Wehrmacht ferito saranno fucilati 
        50 maschi del paese in cui si sia verificato l’attentato, mentre il 
        numero salirebbe a 100 per ogni tedesco ucciso. Se invece, addirittura, 
        in seguito a un attentato, dovessero rimanere uccisi o feriti diversi 
        civili o militari tedeschi, “tutti i maschi della zona sarebbero subito 
        passati per le armi, le case bruciate, le donne internate e il bestiame 
        confiscato”.
 
 Provincia di Vicenza - Nella zona di Altissimo, i tedeschi 
        uccidono otto civili, tra i quali una donna. Nella zona di Chiampo. 
        passano per le armi altri otto civili, tra cui due donne.
 
 
 STORIA POSTALE dell’11 luglio
 
 
         
          
        Una cartolina privata raccomandata espressa da Bologna a Imola che 
        presenta un’affrancatura abbastanza inconsueta: 2,15 (0,30 di cartolina 
        fuori distretto + 0.60 di raccomandazione aperta + 1,25 diritto per 
        espresso).A destra un piego dell’Ospedale Civile di Padova a Legnago (PD) 
        affrancato come manoscritti raccomandati aperti con una bella quartina 
        di 0,30 Imperiale sovrastampati GNR tiratura di Brescia.
 
 
        
        Mercoledì 12 luglio 1944 
 RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
 Inizia un’altra grande operazione di rastrellamento denominata “Wallestein 
        II”, eseguita da unità della 2^ flotta aerea (Luftflotte 2) per la 
        guerra terrestre e dalla 135^ brigata di fortezza, sempre nella zona 
        circoscritta da Pontremoli – Parma – Reggio Emilia – Fivizzano – 
        Pontremoli (l’operazione durerà fino ad agosto. Il rapporto conclusivo 
        menzionerà “45 persone cadute o fucilate secondo la legge marziale”, 
        nonché 127 prigionieri “di cui 30 poi uccisi perché riconosciuti come 
        banditi”).
 
 RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
 Provincia di Ancona – A Offagna, circa 17 chilometri a sud 
        di Ancona, un reparto germanico in ritirata trucida, nella loro casa 
        colonica, Giovanni Lucantoni e i suoi familiari: Mario, Rosa, Umberto, e 
        Marino, accusandoli di avere fatto segnalazioni al "nemico".
 
 Provincia di Arezzo - A Capannole "La Villa" (Bucine) - I 
        tedeschi fucilano un anziano di settanta anni.
 
 Provincia di Firenze - La partigiana bolognese di origine ebrea, 
        Anna Maria Enriques, muore mitragliata insieme con altri partigiani sul 
        greto del Mugnone a Firenze.
 
 Provincia di Modena – A Fossoli per rappresaglia 
        all'uccisione a Genova di sette loro commilitoni, SS tedeschi, prelevano 
        all'alba sessantasei (secondo altri testi sono 68) prigionieri politici 
        dal campo d'internamento. Li portano al poligono di tiro della frazione 
        Cibeno, dove otto prigionieri ebrei hanno dovuto scavare una fossa 
        comune. I prigionieri vengono fatti inginocchiare ai bordi della fossa, 
        dentro cui cadono quando vengono colpiti. Il secondo scaglione si 
        ribella e due condannati, il partigiano Mario Fasoli e l'avvocato 
        Eugenio Jemina, riescono a fuggire. Il terzo gruppo viene portato al 
        massacro ammanettato, e non può quindi reagire. L'ultimo fucilato è 
        Giovanni Bertone, di Alessandria, che era una spia dei tedeschi 
        infiltrato nel campo.
 
 Provincia di Pistoia - A Montale i tedeschi iniziano 
        azioni di rastrellamento che porteranno avanti fino al 15. Dieci ostaggi 
        vengono eliminati a Santa Lucia.
 
 Provincia di Torino – A Airasca i tedeschi fucilano il 
        medico partigiano Paolo Vasario.
 
 Provincia di Udine – A Barcis di Pordenone il 
        paese, composto da 185 case, 100 stalle e numerosi stavoli, viene 
        parzialmente incendiato dai tedeschi (Lo sarà ancora dal 7 al 12 
        settembre e nell'ottobre).
 
        STORIA POSTALE del 12 luglio
 
         
          
        A sinistra, una curiosa affrancatura. Il mittente ha usato un valore 
        regolare della serie provvisoria ed ha rispettato la tariffa di 0,75 per 
        l’estero considerando il valore prestampato da 0,30 come fuori corso. In 
        realtà la cartolina postale era ancora valida. Non si capisce perché il 
        signor Guido, evidentemente non informato, si sia preoccupato di 
        comporre una affrancatura valida e abbia lasciato scoperta l’effigie 
        “intonsa” dell’odiato re!La cartolina a destra rappresenta invece una missiva con destinazione 
        abbastanza inconsueta: la Danimarca. Inviata da Milano, dove fu 
        censurata dalla Commissione Provinciale di quella Provincia (81R) e 
        passò il controllo della censura tedesca di Monaco (Ad). Regolarmente 
        affrancata 2,25 (0,75 cartolina per estero + 1,50 raccomandazione per 
        estero) presenta tre valori della Provvisoria, lo 0,75 ha la sovrastampa 
        della tiratura di Milano, gli altri due quella di Roma.
 
        
 Giovedì 13 luglio 1944
 
 
  I 
        TEDESCHI IN ITALIA Firenze – Un’ordinanza tedesca vieta l’uso delle biciclette che sono il 
        mezzo preferito dai Gruppi di Azione Patriottica (GAP) per fare degli 
        attentati.
 
 ATTIVITA’ CLANDESTINA DEI PARTITI ANTIFASCISTI NEL NORD
 Esce il primo ed unico numero de "La Nuova Italia" giornale del 
        Territorio Libero del Taro. E’ stampato a Borgotaro dalla tipografia 
        Cavanna.
 
 RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
 Provincia di Arezzo –Il villaggio di Montebornioli viene 
        dato alle fiamme per rappresaglia in seguito a un combattimento con i 
        partigiani. Bruciate anche trentuno case nelle frazioni di Ortignano, 
        dove una donna viene uccisa a pugnalate, e Raggiolo.
 
 Provincia di Firenze – Nel capoluogo, fascisti, guidati da un delatore, 
        si presentano a casa di Elio Chianesi per catturarlo. Il Chianesi, 
        operaio meccanico cinquantenne organizzatore e partecipe dei GAP 
        fiorentini, nel tentativo di sottrarsi all’arresto, riesce a giungere 
        fino in strada dove si imbatte in due militi e li affronta pistola in 
        pugno. Nello scontro rimane gravemente ferito; morirà in ospedale senza 
        parlare anche sotto gli inutili interrogatori dei fascisti che tentano 
        di strappargli qualche nome. Vengono arrestati oggi anche il nipote 
        diciassettenne del Chianesi, Giuliano Molendini, e altri gappisti: 
        Giuliano Gattai, Giuseppe Milani, Giuseppe Rosseto e Emilio Donati, 
        dirigente del PCI (Saranno tutti fucilati il 23 luglio alle Cascine)
 
 Provincia di Pisa - A Ponte a Piglio di Titignano di Cascina, le SS 
        trucidano il giovane Sirio Romoli e il pastore Quinto Vaselli. Da Sirio 
        vogliono la bicicletta, ma lui si difende e uccide un tenente. Finite le 
        munizioni, esce con le mani in alto dal fienile da cui sparava. Viene 
        ucciso a colpi di mitra e impiccato alla finestra della camera da letto. 
        Il pastore che si trovava nei pressi viene fucilato.
 A Castellonchio di Cigoli (PI), i tedeschi fucilano tre soldati italiani 
        meridionali sbandati.
 
 Provincia di Ravenna - In località Valsenio, a seguito di una delazione, 
        i tedeschi uccidono in un'imboscata i partigiani Antonio Angioli e 
        Giulio Scalini. I parenti riusciranno a recuperare le salme e a 
        seppellirle soltanto la notte.
 
 Provincia di Udine – A Valeriano di Pordenone due ragazzi, Gianni Missena, quindicenne, e Primo Zanetti, sedicenne, vengono catturati dai 
        tedeschi e condannati a morte perchè ritenuti confidenti dei partigiani. 
        Gianni Missena viene impiccato a un lampione del paese e il vecchio 
        nonno, incurante degli assassini armati, prende una scala e va a 
        staccare il nipote morto. L'altro ragazzo viene impiccato alla torre 
        occidentale di Spilimbergo (UD).
 
 RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
 Dopo avere combattuto ininterrottamente per sette giorni, stanchi e 
        affamati, i partigiani della brigata garibaldina “Pesaro”, riescono a 
        raggiungere le avanguardie alleate. Qui però li attende una dura 
        delusione: gli inglesi, invece di accoglierli nelle linee come 
        combattenti, impongono alla formazione l’immediato scioglimento o 
        l’altrettanto immediato ritorno a settanta chilometri a nord. Alcuni 
        abbandonano la lotta, altri riattraversano le linee intenzionati a 
        riprendere la lotta.
 
 STORIA POSTALE del 13 luglio
 
 Nessun documento postale reperito.
 
 
 
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