il tramonto di un regno









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il tramonto di un regno


di Giancarlo MAGNONI

11° Periodo: dal 15 agosto al 15 ottobre 1944.
Territorio a sud della linea del fuoco: Allied Military Gouvernament/ Allied Control Commission e Luogotenenza (primo mese 15 agosto – 15 settembre)

Quinta parte (dal 15 al 21 settembre 1944)
 

Venerdì 15 Settembre 1944

DALLA LUOGOTENENZA: NOTIZIE DALL’INTERNO
Si tiene a Roma il Convegno delle organizzazioni sindacali dell’Italia liberata.

A Firenze, il sindaco, Gaetano Pieraccini, consegna al Governo Militare Alleato i poteri di governo della città che aveva assunto ufficialmente l’11 agosto, giorno dell’insurrezione.

DAL DIARIO DI MACMILLAN
Da Roma a Siena – “Con Ralph Anstruther sono partito da Roma verso le undici del mattino. Non ci siamo voluti affrettare e ci siamo fermati ad Orvieto. (…)
Verso le cinque del pomeriggio siamo arrivati a Siena. Abbiamo sostato mezz’ora in questa bella (e fortunatamente del tutto indenne) città. Poi ci siamo recati al quartier generale avanzato del generale Alexander, che sta circa tre miglia da Siena.
Come gli è consueto, il generale si è trovato un posto ameno, in un boschetto, che sorge in zona tutta ondulata e coltivata o a cereali o a vigna. Io sono alloggiato in una fattoria (requisita come casa per gli ospiti). Il generale come sempre sta nella sua “carovana”. Invece, la mensa e l’anticamera o luogo di soggiorno sono sotto delle tende. Tutto il campo dà la solita impressione di tranquilla efficienza. Invece il generale Alexander mi è sembrato un po’ stanco, anzi, direi, stremato. Risente amaramente del fatto che i supremi poteri non si curino della sua campagna e lo amareggia anche la mancanza di appoggi. Anche partendo dall’assunto che tutto doveva essere sacrificato alle operazioni in atto in Francia, uno sforzo più deciso per dargli un po’ di aiuto avrebbe significato molto per lui. Ha perduto sette divisioni (per l’Operazione “Anvil”) e il settanta per cento dell’aviazione. Tuttavia, una sola brigata aviotrasportata o una divisione fatta venire dal Medio Oriente gli avrebbero dato il modo di avere la meglio sui tedeschi. I quali contano ventisei divisioni contro le sue venti (e qui ci sono brasiliani e negri) e hanno nella Linea Gotica una posizione difensiva naturale più forte quasi di quella che avevano a Cassino.
Ma il generale sente di avere la possibilità di operare uno sfondamento, nonostante tutti gli svantaggi della situazione in cui si trova.
Abbiamo pranzato tranquillamente alla mensa ufficiali. C’era il generale Anders e, dopo pranzo, ho avuto con lui un lungo colloquio. Anders è persona molto assennata e ammette che la prima cosa da fare è la sconfitta del nemico. Naturalmente ce l’ha molto con i russi e gli pesa la tragedia di Varsavia. Ad ogni modo mi ha detto chiaro e tondo di considerare la dichiarazione di Sosnkowski stupida e intempestiva (1). Ho la sensazione che Anders prenderà il suo posto e, infatti, sta per partire: deve conferire con il governo polacco”:
…………..
(1) Un’insurrezione popolare contro i tedeschi era scoppiata in agosto a Varsavia. Stalin non solo aveva rifiutato di aiutare i polacchi, ma aveva negato agli alleati gli appoggi necessari per recare il loro aiuto. Il generale Sosnkowski comandante in capo delle forze polacche l’1 settembre aveva emanato, senza autorizzazione, un ordine del giorno in cui lamentava il mancato aiuto alleato a Varsavia. Il 25 di settembre verrà rimosso e gli succederà il generale Komorowski (detto generale “Bor”). Komorowski sarà catturato dai tedeschi alla caduta di Varsavia e sostituito dal generale Kopanski.

BOMBARDAMENTI ALLEATI
Alle 15 del pomeriggio gli alleati bombardano Salsomaggiore Terme (PR). E' il più grave che subisce la cittadina con 25 morti ed innumerevoli feriti.

SETTORE TIRRENICO
Il II battaglione del 370° Combat Team di colore e il 434° battaglione della 45^ TF vengono sostituiti nell’area di Vecchiano – Filettole – Massacciuccoli dai reparti brasiliani. I partigiani entrano a Stiava, mentre i tedeschi sono in lente ritirata attraverso il territorio di Massarosa.

SETTORE CENTRALE
Continua l’avanzata del XIII Corpo verso Faenza e Forlì lungo le impervie strade che scendono dal Muraglione e dalla Colla. Continua anche l’attacco del II Corpo USA sul monte Altuzzo con violenti combattimenti, spesso corpo a corpo.

SETTORE ADRIATICO
Le unità della VIII Armata che hanno conquistato le creste di Coriano e Gemmano rinforzano le loro posizioni e puntano verso il fiume Marano che è attraversato da alcune pattuglie. Il comando dell’VIII Armata emana le istruzioni per il proseguimento dell’avanzata verso Rimini: il V Corpo britannico proseguirà lungo la statale 9 in direzione di Bologna e il 1° Corpo canadese verso Ravenna e Ferrara. I tedeschi intanto si ritirano dietro il fiume Marecchia.

Conquistate oggi: Castelnuovo (PS); Croce, Montefiore Conca, Montescudo, San Lorenzo in Correggiano e Vecciano in provincia di Forlì.



Nella foto prigionieri tedeschi catturati nella zona di Montefiore Conca (FO).



Storia Postale del 15 settembre


 

 

Cartolina da Caltagirone (CT) a Firenze censurata in transito dala stazione di censura di Roma con il bollo a ponte 41X5. Ultimi usi dei francobolli AMGOT in Sicilia.







sabato 16 Settembre 1944

ALLEATI
Si chiude la conferenza “Octagon” tenutasi a Quebec (Canada) fra i Capi di Stato Maggiore inglesi e americani. E’ durata tre giorni.

DAL DIARIO DI MACMILLAN
In zona operazioni – “Alle nove, la solita riunione del mattino ed esame dell’andamento della battaglia in corso. C’è stata una leggera avanzata della quinta armata sul fronte del Passo della Futa (cioè sulla strada Firenze – Bologna) e qualcosa ha guadagnato l’ottava armata sul fronte di Rimini. I tedeschi però si battono alla disperata e stanno facendo affluire rinforzi sulla sinistra del loro schieramento. Il generale Leese si trova ora a fronteggiare nove divisioni tedesche con le sue sette. E’ una vera e propria corsa contro il tempo (va detto anche questo), dato che le condizioni metereologiche possono volgere al brutto tra breve e i fiumi in piena renderanno impossibile varcare la montagna fino a primavera.
Alle dieci, sono andato con il generale Alexander sulla ormai celebre auto scoperta. Ci siamo portati a Firenze, dove ho trovato nei giardini di Carceri il quartier generale della quinta armata, nei pressi del galoppatoio. Il generale (Mark) Wayne Clark non c’era, ma ci ha spiegato la situazione il generale Alfred Gruenther. Di speranza ce n’è tanta, ma anche molta preoccupazione.
Sempre in auto siamo saliti a nord di Firenze fino a un paesetto chiamato La Trellia. Qui siamo saliti in cima a una collina e di lì siamo saliti su un’alta torre di un grande edificio (ne è proprietario un certo Scaretti, che ha sposato una sorella del funzionario del Foreign Office, Gladwyn Jebb).
Dalla torre si scorgeva tutta la catena appenninica e per due ore, servendoci di cannocchiali e di mappe, abbiamo osservato la dura battaglia in corso.
La spinta principale della quinta armata era concentrata attorno al Passo della Futa e un attacco era in corso su una montagna, il Monte Catria (m 1700 circa) posta a sud – est. L’attacco è riuscito in parte, ma per me è un miracolo che si possano fare progressi su un terreno così mirabilmente adatto ad essere difeso.
L’uso massiccio di cortine fumogene rende arduo seguire l’andamento di una battaglia d’oggi anche da una posizione ottima come era la nostra. La cortina fumogena costituisce l’unica risorsa di cui può valersi la fanteria nell’accostarsi a posizioni così fortemente difese. Certo, oltre la cortina fumogena, bisogna mettere in conto bombe e proiettili scagliati dall’artiglieria che appoggia i movimenti della fanteria. Anche la fanteria però, a questo stesso fine, fa uso dei mortai di cui è dotata. Il colonnello americano che tiene l’OP (Observation Post ossia il punto di osservazione che è stato realizzato dall’artiglieria pesante) ci ha spiegato i punti in cui più infuriava la battaglia. Il generale Alexander (con la sua abituale diplomazia) ha ascoltato la lezione, ma era chiaro che aveva già ben presente ogni dettaglio topografico dei luoghi e sapeva – per una sorta di istinto tattico – in quali punti si sarebbe decisa la battaglia.
Nel ritorno abbiamo fatto sosta a Firenze. Il Duomo, il Battistero, il Campanile di Giotto, Palazzo Vecchio, la Loggia dei Lanzi, Santa Maria Novella sono monumenti che non hanno subito alcun danno. Le porte di bronzo del Battistero sono murate (ma forse le hanno portate via) e così pure portati via sono stati i dipinti del Duomo (per esempio quello che raffigura sir J. Hawkwood ossia l’Acuto). Ma la disgraziata Firenze è piena di polvere e di ferite, dato che tutti i ponti (fatta eccezione per Ponte Vecchio) sono stati fatti saltare e stessa sorte è toccata a molti edifici che sorgevano lungo il fiume. Nessun proiettile e nessuna bomba degli alleati sono caduti sulla città (fatta eccezione per gli scali merci alla sua periferia). Questi sono stati gli ordini del generale Alexander. A distruggere sono stati i tedeschi.
Alexander è molto orgoglioso del fatto che fino ad ora in questa sua campagna di guerra è riuscito a salvare Roma, Firenze, Pisa, Siena, Assisi, Perugia, e Urbino da grossi danneggiamenti e che quelli arrecati alle dette città sono dovuti al vandalismo del nemico in ritirata. Il generale si è fatto la fama di comandante che cerca di risparmiare le vite umane, ma, aggiungo io, egli si preoccupa anche di non rovinare le opere d’arte.
Siamo tornati tardi, dopo avere trascorso una giornata interessante, ma faticosa. Alex non mostra fiducia sull’esito della battaglia: pochi progressi si sono fatti oggi sul fronte dell’ottava armata. Tuttavia (credo) a cena l’ho visto un po’ meno preoccupato e, anzi, l’ho visto del tutto allegro. Certo (nonostante l’autocontrollo che mostra di possedere) questi continui cinque anni di comando operativo, esercitato quasi sempre in situazioni preoccupanti (e di solito con forze insufficienti) hanno lasciato in lui il segna”.

SETTORE TIRRENICO
I brasiliani occupano Massarosa, Bozzano e Quiesa (in provincia di Lucca), paesi dove già agiscono da una settimana i partigiani. Alle 14,22 viene sparato il primo colpo di cannone dell’artiglieria brasiliana in azione di guerra fuori del continente americano. Intanto i primi elementi della 45^ Task Force entrano in Viareggio che è completamente deserta dopo la forzata evacuazione iniziata il 19 aprile.

SETTORE CENTRALE
Continuano i cruenti combattimenti del II Corpo Usa per la conquista del monte Altuzzo e di Monticelli.
Raggiunta e conquistata Casaglia (FI) sulla direttrice di Faenza.

Nella foto gli automezzi della 6^ div. corazzata britannica sul Passo del Muraglione.

SETTORE ADRIATICO
Il comando della VIII Armata emana le istruzioni per il proseguimento dell’avanzata verso Rimini: il V Corpo britannico proseguirà lungo la statale 9 in direzione di Bologna e il 1° Corpo canadese verso Ravenna e Ferrara.



Storia Postale del 16 settembre

 

Cartolina postale 0,30 inviata da Roma a Rieti. Davvero infrequente l’uso della cartolina Imperiale (senza Vinceremo) in data così avanzata. Visto ACS di Roma.

 

SUD – Da “Il Corriere di Firenze” nei primi giorni della sua pubblicazione dopo la liberazione della città
 

 

 

 

 

 


 

 Lettera espressa da Bari a Catania censurata in partenza a Bari (bolli poco distinguibili) e vistata con ACS a Catania.



domenica 17 Settembre 1944

ALLEATI
A Montreal inizia la conferenza Unrra. L'ente denominato United Nations Relief and Rehabilitation Administration fu costituito il 9 novembre 1943 (Conferenza di Atlantic City) per l'assistenza economica e civile alle popolazioni delle Nazioni Unite danneggiate dalla guerra; per l'Italia fu regolato da accordi datati 8 marzo 1945 e 19 gennaio 1946. Fu soppresso il 4 luglio 1947. In seguito la Delegazione italiana per i rapporti con l'U.N.R.R.A. prese il nome di Amministrazione degli aiuti internazionali (D.L. 19 settembre 1947, n. 229).

DAL DIARIO DI MACMILLAN
Da zona operazioni a Napoli – “(…) Dopo colazione, sono andato all’aeroporto (circa quaranta minuti d’auto) e sono arrivato a Capodichino verso le cinque (il generale Alexander mi ha messo a disposizione il suo Dakota che mi aspetterà a Napoli, dato che ho promesso – forse un po’ precipitosamente – che sarei tornato).(…)”.

BOMBARDAMENTI ALLEATI
Zara subisce un ennesimo bombardamento da 12 aerei alleati che provocano grossi incendi.

SETTORE TIRRENICO
I brasiliani si portano a ridosso della via della Freddana, dal Monte Ghilardone al Vecoli e al Colle Santa Lucia, mentre il loro plotone esplorante raggiunge Stiava e varie pattuglie toccano Pieve a Elici e Luciano, dove già sono giunti inglesi e americani della 45^ TF. L’opposizione tedesca si è basata negli ultimi due giorni sul tiro dell’artiglieria che batte tutto il territorio di Massarosa fino a Quiesa.

SETTORE CENTRALE
Il II Corpo USA, dopo quattro giorni di violenti combattimenti, che sono costati la perdita di 2713 uomini, si apre un varco nel centro della linea Gotica. Con la caduta di monte Altuzzo è ora aperta la strada verso Firenzuola. Lo sfondamento, su un fronte di undici chilometri, permette di aggirare i tedeschi al passo della Futa. Lungo la linea, per parecchi chilometri, i tedeschi ripiegano, mentre le loro complesse opere difensive diventano completamente superflue. E’ arrivato il momento per far avanzare l’88^ divisione americana, ancora fresca, per sfruttare il successo.
Il IV Corpo dà il via a un attacco generale sul fianco sinistro del suo schieramento. I tedeschi abbandonano Riolo Terme e si attestano sul crinale delle colline a nord dell'abitato. Rimarra terra di nessuno fino all’entrata degli alleati che avverrà solo l'11 aprile dell'anno successivo.

SETTORE ADRIATICO
I tedeschi riescono a rinforzare le loro linee di difesa schierando anche la 90^ Panzergrenedieren e la 20^LW.
Gli alleati entrano in: Castellina, Cerasolo, Certalto, Monte Altavellio e Ripamassima in provincia di Pesaro e Miramare, Mulazzano, Santa Maria del Piano, Santa Maria in Cerreto e Vallecchio in provincia di Forlì.



Storia Postale del 17 settembre

 

Lettera semplice inviata da Firenze a un militare alla PM 181 dislocata a Napoli. Censura a ponte 8722, della station di Firenze, con fascetta.

 

 

 

 


lunedì 18 Settembre 1944

IL PROCESSO A PIETRO CARUSO E IL LINCIAGGIO DI DONATO CARRETTA
Roma –- Si apre al Palazzo di Giustizia il processo all’ex questore Caruso. Fin dalle prime ore del mattino una folla enorme è accorsa al Palazzo di Giustizia. Pietro Caruso è uno degli uomini che personificano gli aspetti più obbrobriosi della dominazione nazi – fascista nella Capitale, l’organizzatore di innumerevoli retate e di spietate persecuzioni contro gli antifascisti e gli ebrei, il responsabile della consegna ai tedeschi dei cinquanta prigionieri di Regina Coeli trucidati alle Fosse Ardeatine.
Le principali entrate del palazzo sono sorvegliate dagli agenti che verificano scrupolosamente i biglietti d’invito e le tessere rilasciate alla stampa. Gli esclusi tumultuano rivendicando il diritto di vedere Caruso in quella che sarà certamente la sua ultima apparizione pubblica.
Verso le 8,30 giungono l’avvocato Francesco Spezzano, difensore di fiducia di Caruso, l’avvocato Ottavio Libotte, difensore dell’altro imputato, il segretario di Caruso, Ochetto, (nella foto) e alcuni patroni di parte civile.
La Corte è costituita da: Lorenzo Maroni, presidente; membri Guido Guidi, Francesco Gabriele Arena, Filippo Profeta, l’avvocato Attilio Di Napoli, ex – ministro prefascista, Carlo Fasciotti, Guido Lay ex – sindaco di Roma, il comunista Eugenio Reale e l’ex – deputato Alessandro Bocconi. Il cancelliere, Leonardo De Mitri, ordina di introdurre i dodici testimoni d’accusa e ne fa l’appello. “Presente”, risponde disciplinatamente il dottor Donato Carretta, ex – direttore di Regina Coeli. La sua deposizione, resa in istruttoria, è stata definita “schiacciante”. Carretta aveva dichiarato al pubblico accusatore, Mario Berlinguer, che “il Caruso è sempre stato estremamente rigoroso contro i detenuti politici”. Berlinguer aveva voluto anche la conferma delle sevizie che la voce popolare attribuiva al Caruso e Carretta, in questo, aveva potuto fornire soltanto la testimonianza dei ceffoni che l’ex – questore in persona aveva sferrato ai due commissari trovati a San Paolo.
Per quanto riguardava la consegna ai tedeschi dei cinquanta prigionieri che dovevano essere trucidati insieme agli altri alle Fosse Ardeatine, Carretta, sempre in istruttoria, aveva confermato che l’ordine di consegnare i cinquanta prigionieri gli era stato dato personalmente da Caruso, per telefono, dicendogli che dovevano essere trasferiti al Nord.
Sono trascorse da poco le 9 e l’udienza non è ancora cominciata. L’eccessivo affollamento, la ridda di voci e di rancori stanno creando nell’aula un’atmosfera elettrizzata. La poca forza pubblica tenta di mantenere l’ordine. Giunge notizia che la folla ha sfondato gli sbarramenti, dalla parte di via Ulpiano, e sta salendo minacciosamente lo scalone.
Assalita l’aula dalla parte riservata ai magistrati, vengono inferti duri colpi alla porta della Camera di Consiglio, dei vetri vanno in frantumi e cadono anche alcuni mattoni. Gli agenti riescono a puntellare l’uscio. Ma la folla è riuscita a raggiungere anche l’entrata principale dell’aula dove, i pochi carabinieri cercano ancora di opporsi ma stavolta senza successo.

La fiumana entra tumultuando, rovescia sedie, scavalca tavoli. “Morte a Caruso!”, gridano gli scalmanati. “Consegnatelo a noi!” (nella foto).
A questo punto interviene il colonnello Pollock, capo della polizia alleata. Decide che l’udienza venga sospesa, vista l’impossibilità di fare il processo. “Ciascuno ritorni tranquillamente alle proprie case, pago dell’assicurazione che giustizia sarà fatta” grida in inglese. Ma neppure le parole del colonnello raggiungono l’effetto sperato.

Nel clamore assordante si leva il grido acutissimo di una donna vestita a lutto (nella foto) che si scaglia contro Carretta. “Ecco l’aguzzino!” grida. “Ecco lo sbirro di mio figlio! E’ lui che lo ha ammazzato!”. La folla, eccitatissima, raccoglie immediatamente la provocazione e, forse senza nemmeno rendersi conto dell’identità dell’accusato, gli si avventa contro martellandolo di pugni. Gli agenti e i carabinieri si affannano a sottrarre Carretta all’ira degli assalitori. Ci riescono dopo una durissima lotta. Mentre gli agenti trattengono i più scalmanati, l’ex – direttore di Regina Coeli riesce a lasciare l’aula. Nel frattempo la polizia militare, agli ordini di Pollock, è riuscita a far sfollare l’aula e a richiudere la pesante porta. Caruso, nel frattempo, è stato rinchiuso in una delle piccole stanze sul retro dell’aula.
Intanto intorno all’aula si sta svolgendo un dramma ben più grave. Il dottor Carretta, che spera di essere sfuggito ai persecutori, viene raggiunto e acciuffato quasi all’esterno del palazzo da una folla inferocita. Reagendo con la forza della disperazione, se pure battuto a sangue e tramortito, riesce a sfuggire ancora una volta e correndo per gli scaloni si rifugia in una stanza della cancelleria. Ma la porta viene sfondata. Cento mani lo afferrano e lo spingono fuori a calci e pugni. Uno, presolo per le caviglie, se lo trascina dietro come un sacco, facendogli battere la testa su ogni gradino. Il suo percorso viene segnato da una scia di sangue. A pianterreno accorrono nuovamente i carabinieri che ingaggiano con la folla una vera e propria battaglia. Finalmente, laceri, pesti e sanguinanti anche loro, riescono a sottrarre una seconda volta il malcapitato al linciaggio. Sollevandolo quasi di peso, lo portano di corsa fuori del palazzo, dove è in sosta una macchina dell'Arma. Ma il motore rifiuta di avviarsi. Sopraggiunge ancora la folla. Carretta, che ha quasi tutti i capelli strappati e la faccia solcata da un lungo taglio, afferra la manovella di avviamento della vettura e prende a vibrare colpi all’impazzata. Una bastonata lo raggiunge in piena testa e la fa crollare svenuto. I carabinieri vengono letteralmente catapultati via dalla folla imbestialita che si impadronisce del corpo esanime. Lo gettano sulle rotaie del tram e urlano al conducente di una vettura in sosta di mettere in moto e di stritolarlo. Il tranviere rifiuta, inorridito. Una dozzina di energumeni si scaglia allora contro di lui che è costretto ad aprirsi un varco mulinando la sbarra di cui si serve che serve per azionare gli scambi. Fuggendo porta con se la chiavetta senza la quale non si può azionare il tram.

“A fiume! A fiume!”, grida la gente. Così Carretta viene trascinato sul vicino ponte Umberto e buttato nel Tevere. In acqua, sotto gli occhi attoniti della folla affacciata ai parapetti, si riprende e cerca scampo a nuoto. Due ragazzi lo raggiungono e lo fanno annegare costringendolo sott’acqua.
                            Nella foto le tragiche immagini
Sarà tirato fuori sul viale del Lungotevere e trascinato per le strade fino alla Lungara e lanciato contro il portone di Ragina Coeli. Viene poi appiccato per i piedi a un’inferriata del primo piano a destra del portone principale. Soltanto all’una i carabinieri e la polizia americana riescono, a fucili spianati, a disperdere la folla inumana che ancora sta accanendosi contro il cadavere.

DAL DIARIO DI PUNTONI
“A Roma inizia il processo Caruso e avviene il linciaggio da parte di una folla inferocita del dottor Caretta ex direttore del carcere di Regina Coeli. L’accaduto è di una gravità inaudita. La folla anzi che essere tenute a freno è aizzata e sobillatta da agitatori politici i quali vogliono il disordine per poter pescare nel torbido e portare a termine i loro programmi di disgregazione dello Stato. Nessun partito è immune da questa grave responsabilità. Raccogliamo i frutti della politica di odio di certi santoni che si professano liberali e sono peggiori degli estremisti. Se continua di questo passo torneremo a creare l’atmosfera del 1919, quella che diede vita e ragione al fascismo. Se ne accorgeranno gli italiani?”.

DAL DIARIO DI MACMILLAN
Napoli – “(…) Ci sono disordini a Roma. Durante il processo al fascista Caruso ( Pietro Caruso, come questore di Roma nella prima metà del 1944, ha fatto arrestare migliaia di persone e le ha mandate nei campi di concentramento e di lavoro nazisti), la folla ha fatto irruzione in tribunale (o meglio ha assalito il taxi che tornava dal tribunale o vi giungeva) e ha linciato il principale testimone dell’accusa – un fascista – e ha riempito di botte il malcapitato che aveva testimoniato contro i propri complici. Forse si temeva che così facendo egli volesse evitare di essere personalmente punito. E naturalmente, una cosa del genere non passerà liscia.
Può darsi che dobbiamo porre Roma sotto il regime del governo militare (infatti ora è stata riconsegnata all’amministrazione italiana). (…)”.
“(…) Subito dopo colazione, ecco un nuovo problema: è giunto un telegramma del primo ministro in cui mi si dice che lui si è accordato con il presidente (Roosvelt) perché faccia io il capo della commissione alleata di controllo per l’Italia (e questo in aggiunta a tutte le altre mie incombenze!) (…)”

BOMBARDAMENTI ALLEATI
Nella notte sul 18, 93 aerei del 208° Group della RAF attaccano gli scali ferroviari di Brescia e ne perdono 2. Zara subisce un nuovo bombardamento sempre con 12 aerei.

SETTORE TIRRENICO
Al mattino un gruppo misto brasiliano e americano parte dal territorio di Massarosa dirigendosi verso Camaiore. Perduto, a causa delle interruzioni stradali, il supporto dei carri americani, i brasiliani entrano ugualmente in città sotto il tiro intenso dei cannoni e dei mortai tedeschi posti sulle alture circostanti. I primi brasiliani a mettervi piede sono alcuni soldati del genio. La scarna retroguardia tedesca si è sollecitamente ritirata mentre il tricolore sta sventolando già da due giorni per merito dei partigiani.

SETTORE CENTRALE
Il II° Corpo riesce a sfondare nel settore del Passo del Giogo. Il gruppo A della I^ Div. corazzata viene posto in riserva nei pressi di Prato (FI) per essere lanciato in azione nella Valle Padana, non appena sarà possibile.

SETTORE ADRIATICO
Nella cartina la odierna posizione della “linea del fuoco”.
Raggiunte e conquistate oggi: Albereto, Cerasolo, Gesso, Marebello, San Piero in Bagno e Sasso Feltrio in provincia di Forlì; Macerata Feltria, Mercatino Conca, Montegrimano, Pietrarubbia e Sassofeltrio in provincia di Pesaro; Domagmano e Falciano della Repubblica di San Marino.

 

 



Storia Postale del 18 settembre
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martedì 19 Settembre 1944

BOMBARDAMENTI ALLEATI
Alle 11,30 prima e alle 15 poi, squadriglie alleate attaccano pesantemente Castelnuovo Garfagnana, dove nella mattinata sono state segnalate truppe tedesche in transito.

SETTORE TIRRENICO
Completata l’occupazione di Viareggio, raggiunte Camaiore, Pietrasanta, Marina di Pietasanta e Valdicastello nell’immediato entroterra e le località costiere da Viareggio a Fiumetto. Pattuglie partigiane e soldati americani che, fino da ieri, hanno preso contatto nel territorio compreso tra Viareggio e Piano di Mommio, spingendosi fino a Fiumetto, si portano ora a ridosso del fosso del Baccatoio in quel di Pietrasanta. In questa località, all’altezza del cimitero, vengono arrestati da armi automatiche e tiri di mortaio. La resistenza tedesca è accanita; soltanto alle 16, l’azione partigiana e alleata ha successo. I tedeschi si ritirano e i partigiani alzano il tricolore sulla torre civica del Marzocco, in piazza del Duomo. I tedeschi abbandonano Val di Castello (LU) e la postazione di Forte di Rotaio.

SETTORE CENTRALE
Gli Alleati raggiungono il Passo del Giogo, sopra a Scarperia, che il 13 e 14 settembre era stato sottoposto a intensi bombardamenti.

SETTORE ADRIATICO
Gli alleati entrano in: Faetano, Fiorentino e Valdragone nella Repubblica di San Marino; Mercato Vecchio, Montelicciano, Monterotto e Savignano in provincia di Pesaro e San Martino l’Abate in provincia di Forlì.



Storia Postale del 19 settembre
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mercoledì 20 Settembre 1944

IL PROCESSO A PIETRO CARUSO
Roma – Riprende oggi il processo a Pietro Caruso sospeso il 18. Si tiene nell’antico Palazzo Corsini, tra le pendici del Gianicolo e via della Lungara. Nella sala sono state disposte dodici poltrone dorate, coperte di velluto rosso. Un tavolo di noce a ferro di cavallo è stato riservato ai membri della Corte; ad altri tavoli prendono posto i giornalisti italiani e stranieri. Il pubblico siede sulle poltrone di cuoio ordinate nel restante spazio della sala. Gli agenti hanno perquisito chiunque.

Nonostante la vicinanza del carcere al Palazzo Corsini, il trasporto di Caruso non è facile. Fin dalla mezzanotte è stato disposto un imponente spiegamento di polizia intorno al Palazzo. Caruso, viene fatto uscire dal carcere nel cuore della notte. Appoggiandosi alle grucce (occorre ricordare che nell’incidente d’auto verificatosi durante la sua fuga da Roma prima dell’arrivo degli alleati, aveva riportato numerose fratture) ha salito lo storico scalone per andare a distendersi su una branda in una stanzetta buia adiacente al salone.
Alle 8,30 Caruso e il suo ex segretario Ochetto , vengono fatti entrare in aula. Il dibattito continua fino al pomeriggio fra interrogatori dell’imputato ed escussioni dei testi di accusa.

DAL DIARIO DI MACMILLAN
Napoli – “(…) Alle undici seduta del comitato politico. Pochi punti all’ordine del giorno; le notizia dall’AAI (fronte italiano) lasciano ben sperare. Sarà un fatto prodigioso se Alexander riuscirà a portare felicemente a termine l’operazione. (…)”.

SETTORE TIRRENICO
Pietrasanta (LU) – Gli americani entrano in forze, una gran folla sciama nelle vie ma presto, a causa dello scoppio delle granate tedesche si hanno le prime vittime. Intanto i brasiliani, che spingendosi oltre la via della Freddana, sulla linea Castello (Montemagno) – Migliano – Monsagrati – Cucco (Torcigliano), sono riusciti, con il loro II battaglione: del 6° reggimento stabilire il contatto con i tedeschi, registrano le prime perdite in combattimento e fanno i primi prigionieri.

SETTORE CENTRALE
L’88^ divisione americana è pronta ad attaccare nella valle del Santerno verso Imola, mentre le altre divisioni Clark mantengono la pressione lungo la statale 65 per Bologna, per impedire a Kesselring di spostare truppe verso la zona in pericolo. Il passaggio per la strada di Imola dipende dal controllo di Castel del Rio, quindici chilometri più avanti, all’ultimo raccordo della strada principale prima della pianura, dominata da altre due montagne: Carnevale e Battaglia. Prima di tutto l’88^ dovrà neutralizzarle.


Gli alleati raggiungono Razzuolo (FI) nella direttrice di Faenza e completano l’occupazione di Pistoia con l’attiva collaborazione, specialmente per ripulire la città dai cecchini, del comando dei patrioti locali nei cui ranghi figurano brillantemente gruppi femminili di azione partigiana (vedi foto).


Conquistate: Crespino sul Lamone e San Pellegrino in provincia di Firenze.

SETTORE ADRIATICO
Gli alleati entrano in Poggio di Chiesanuova, San Marino, Serravalle (Repubblica di San Marino) mentre continua la battaglia per la conquista di Rimini

Nella foto le truppe greche nella battaglia per Rimini

Le truppe greche della 3^ brigata da montagna si trovano davanti i paracadutisti che avevano difeso strenuamente Cassino ai quali il comando tedesco ha affidata la difesa della città. Gli inglesi attaccano con coraggio suicida nella zona di Montecieco, chiamato il “gruppo della morte” (nella foto) e perdono 42 carri contro i Panther del generale Baade (nella foto).

Gli alleati entrano anche in: Calvillano in provincia di Pesaro; Marebello, Montegranelli, San Fortunato e Vergiano in provincia di Forlì.


Storia Postale del 20 settembre

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giovedì 21 Settembre 1944

ANCORA DEL PROCESSO A PIETRO CARUSO
Roma – Si conclude oggi il processo a Pietro Caruso. Dopo le arringhe dei due difensori, alle 18,30 la Corte si ritira in camera di consiglio per circa due ore. Verso le 20 viene annunciato l’ingresso della Corte. Gli imputati che avevano abbandonato l’aula, vengono riaccompagnati al loro banco, mentre la scorta di carabinieri viene sensibilmente rinforzata. Sei enormi riflettori proiettano una luce abbagliante nella sala. Per qualche istante si fa un silenzio assoluto, poi il presidente dà lettura della sentenza:
L’Alta Corte di giustizia per le sanzioni contro il fascismo…dichiara Caruso Pietro fu Cosimo e Occhetto Roberto fu Umberto colpevoli del reato loro ascritto con attenuanti generiche nei confronti del solo Occhetto e, in conseguenza, condanna Caruso Pietro alla pena di morte mediante fucilazione nella schiena e Occhetto Roberto ad anni trenta di reclusione ed alle spese di procedimento”.

DAL DIARIO DI MACMILLAN
Da Napoli alla zona operazioni - “(…) Il tempo è ancora brutto, ma il pilota pensa che ce la potremmo fare e, quindi, siamo partiti col Dakota del generale Alexander (apparecchio molto comodo, con poltroncine). Decollati verso le undici e mezzo (e infatti sto scrivendo queste note mentre siamo in volo), abbiamo caricato una partita di vino e di liquori per il generale, mentre il mio personale tributo di gratitudine è…un prosciutto.
Siamo arrivati all’una e, passando per Siena, ci siamo portati al campo di Alex. La pioggia è cessata e ora splende un bel sole. La campagna verdeggia e si è, per così dire, ripresa, mentre la vecchia città (con le strade senza polvere e i muri lavati dalla pioggia) era tutta un fulgore di bellezza. Siamo arrivati al campo in tempo per trovare il generale Infante (Il generale Adolfo Infante è, dal febbraio aiutante di campo del principe Umberto, ha comandato la divisione Pinerolo in Tessaglia, dove aveva accettato di combattere i tedeschi, ma l’ELAS si era impadronita di tutte le armi della sua divisione.) che scambiava con Alex ricordi di guerra nella parte occidentale del deserto.
Il generale è, a quanto pare, col morale alto. Dopo una dura giornata di combattimenti, quale è stata quella di ieri, durante la quale gli americani al Passo della Futa e gli inglesi sulla destra hanno subito gravi perdite (tremila caduti nella ventiseiesima divisione), si sono poi fatti buoni passi avanti. Rimini è presa e si hanno buone prospettive che “la partita” della conquista faticosa di una posizione dopo l’altra volga al termine e che il nemico non sia più in grado di sopportare altre perdite. (…)”.

SETTORE TIRRENICO
Gli alleati conquistano definitivamente Forte dei Marmi in provincia di Lucca.

SETTORE CENTRALE
All’alba, due reggimenti dell’88^ divisione USA, il 350° e il 351°, iniziano ad avanzare su stretti sentieri di montagna per conquistare i monti Carnevale e Battaglia. Cade una pioggia intermittente e la presenza di banchi di nebbia rende pericolosa l’avanzata per uomini e muli.
Gli inglesi di di Kirkman (XIII Corpo), dopo avere varcato la Colla di Casaglia, sono giunti sulla linea Palazzuolo – Marradi – San Benedetto in Alpe da cui si dipartono le foci dei fiumi Senio, Lamone e Montone, seguendo il cui corso si giunge rispettivamente a Castel Bolognase, Faenza e Forlì, nella pianura romagnola.

Gli alleati conquistano Barco (Giogo di Scarperia), Cornacchiaia, Firenzuola, Rifredo e Violla in provincia di Firenze; Cireglio, Corniolo, Crespole, Frassignoni, Lagacci, Lanciole, Le Piastre, Mammiano, Molino del Pallone, Piteccio, Piteglio, Pontepetri, Prataccio, Prunetta, Sambuca Pistoiese, San Mommè, San Pellegrino, Spedaletto e Stiappa in provincia di Pistoia; Quarto Inferiore in provincia di Bologna.

SETTORE ADRIATICO
I canadesi del I° Corpo e la III brigata da montagna greca entrano in Rimini (FO) da dove i tedeschi si sono ritirati.
Dall’inizio dell’offensiva alla Linea Gotica, l’VIII Armata ha perduto 14000 uomini fra morti, feriti e dispersi.

Nelle foto Turkmeni del 314° reggimento della 162 divisione che si sono arresi nel settore di San Fortunato e greci del II battaglione (col. Miliorachis) della 3^ brig da montagna in via XX settembre a Rimini.


Gli alleati entrano in: Alfero, Bagno di Romagna, Barleta, Biserna, Buggiana, Cabelli, Camposonaldo, Casanova, Corpolò, Donicilio, Isola, Larciano, Massa, Mazzi, Paganico, Poggio alla Lastra, Premilcuore, Quarto, Ridracoli, Riofreddo, Ruscello, Saiaccio, San Martino, Sant’Agata, Sarsina, Selvapiana, Sette Galli, Spadardo, Spescia, Strabate, Valbiano, Verucchio, Vessa e Villa Verucchio in provincia di Forlì; Caioletto, Maiano, Maiolo, Monte Cerignone, Novafeltria, Pereto, Perticara, Petrella Guidi, Rocca Pratiffi, San Donato, Sant’Agata Feltria, Sartiano, Talamello, Ugrigno e Villagrande in provincia di Pesaro.





Storia Postale del 21 settembre

 

Lettera raccomandata doppio porto da Fiumefreddo di Sicilia (CT) a Catania. Infrequente affrancatura con soli valori AMGOT usati in settembre come tollerati.
 



 

 

 

 

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