il tramonto di un regno









pagina iniziale le rubriche storia postale filatelia siti filatelici indice per autori

il tramonto di un regno


di Giancarlo MAGNONI

12° Periodo dal 16 0ttobre 1944 al 26 aprile 1945.
Territorio a sud della linea del fuoco: A.M.G./A.C. E LUOGOTENENZA

Quarta parte dal 17 al 23 novembre 1944
 

venerdì 17 novembre 1944

DAL DIARIO DI MACMILLAN
Roma - “(…) Alle dieci, ho visto il comandante (G.R.) Holdsworth e il generale Stawell con cui abbiamo parlato del modo di assistere i partigiani che operano in Italia Settentrionale durante l’inverno. Come al solito il problema di questi comitati di liberazione nazionale e di questi movimenti partigiani sta nel prevenire che si tramutino in forza meramente rivoluzionaria e politica, invece di restare una forza militare. Un’idea per risolvere il problema è quella di collegare il comitato di liberazione nazionale dell’Italia Settentrionale (CLNAI) – che agisce da Milano – direttamente con il governo italiano.
Alle undici e mezzo, ho visto il colonnello Poletti, già governatore della Sicilia, di Napoli ecc. agli ordini del governo militare alleato, che ora invece sta a Roma alle dipendenze della commissione alleata. Al colonnello piace il governo diretto, e quindi il governo indiretto suscita in lui poche simpatie. E’ stata una cosa stupefacente ascoltare questo vivace americano di natali siciliani o napoletani manifestare il suo disprezzo per il popolo italiano in generale. Poletti è un vero americano al cento per cento.
Ho fatto colazione da Kirk a palazzo Barberini. Veramente è una costruzione bellissima. Kirk è d’accordo sui mutamenti o avvicendamenti da operare nella sezione politica del comitato e si è mostrato molto disponibile. Alle tre e mezzo, incontro col generale Wilson (nell’appartamento che ha al Grand Hotel) e con il generale Stawell. Sul modo di trattare i partigiani dell’Italia Settentrionale, ci siamo in generale trovati d’accordo: ogni loro atto militare rientra nelle competenze del generale Alexander (AAI). Noi stiamo già lavorando anche a un progetto per smobilitarli dopo la liberazione, non volendo che succeda in Italia quello che si è permesso che succedesse in Grecia. Alle quattro, colloquio con il brigadiere Lush su struttura, funzioni e compiti della commissione alleata e su possibili mutamenti da operare al suo interno.
Alle cinque, ho visto il sottosegretario agli Esteri italiano, marchese Visconti – Venosta. Un vecchio triste, ma dotato di singolare acume.
Alle sei e mezzo sono andato a Palazzo Chigi, per far visita al primo ministro italiano, cioè a Bonomi. (Lo avevo incontrato prima una volta sola, durante la visita di Winston). Mi ha ricevuto in una delle grandi e fredde stanze del palazzo. Ci siamo seduti accanto ad una stufetta, come due vecchi manovali avrebbero fatto in strada accanto al fuoco.
Bonomi ha detto cose molto sensate. Mi ha parlato dell’intenzione di operare alcuni cambiamenti nel suo governo; di creare una specie di gabinetto ristretto (adesso ha venti ministri, che sono necessari per accontentare le diverse parti politiche, ma che sono troppi per fare un lavoro serio). Vuole tenere dentro il governo ad ogni costo socialisti e comunisti, così che portino anche loro l’onere della responsabilità per la durata di questo difficile inverno. Tutto questo mi è parso giusto, ma non particolarmente eccitante. Gli ho chiesto perché mai lui e i suoi ministri ce l’avevano con il controllo alleato e perché mai si scrivevano sui giornali articoli in cui noi siamo fatti oggetto di attacchi violenti. Bonomi si è profuso in scuse, ma gli ho detto di comprendere benissimo il lato politico della cosa. Tuttavia, che cosa in concreto ci stava sotto quegli attacchi? Voleva che ci ritirassimo dalla Sicilia e dall’Italia Meridionale? E quali mutamenti voleva operare di fatto? Se avesse buttato giù una paginetta indicando mutamenti e concessioni desiderate e me le avesse fatta avere per lunedì, avrei potuto vedere che cosa mi sarebbe possibile fare. Tuttavia l’ho avvisato di formulare solo quanto sinceramente voleva che avvenisse. Doveva trattarsi di un documento privato e personale, qualcosa insomma combinata tra me e lui. Quindi, non era il caso di formulare cose solo “a futura memoria”. Insomma dovrebbe trattarsi di un’indicazione di quello che, a suo avviso, sarebbe vantaggioso all’Italia, non di un manifesto politico. Mi ha promesso di sì. Credo che sia un brav’uomo, non privo di acume e di astuzia e forse possiede più fermezza di quella che in genere gli sia attribuita.
Ho cenato all’ambasciata e c’erano come ospiti il conte e la contessa Carandini. Solo loro. Il conte parte lunedì per Londra, dove sarà il rappresentante diplomatico dell’Italia con il rango di ambasciatore.
E’ persona di grande classe, e, anzi direi, una delle migliori persone che abbia mai incontrato. Ha modestia, è consapevole della difficoltà del compito che lo aspetta e (credo) a Londra opererà bene”.

SETTORE TIRRENICO
Battaglia per la conquista di Castelnuovo Garfagnana - Appena la visibilità si è fatta sufficiente, i reparti della RSI contrattaccano con l’appoggio dell’artiglieria e dei mortai. Gli americani vengono respinti dalle posizioni conquistate ieri ma riescono tuttavia a spingersi ancora verso Croce di Sopra e a nord di Promiana, a circa un chilometro da Eglio. Con delle pattuglie raggiungono le prime case di questo paese ma, sul mezzogiorno, si ritirano.

A Viareggio le cannonate tedesche provocano un morto.

SETTORE CENTRALE E ADRIATICO
Sola attività di pattuglie in tutti i settori. Piovono su Cotignola (RA) le prime granate alleate.

 

STORIA POSTALE del 17 novembre

 

Lettera semplice dal Comune di Torino all’Ospedale Civile di Massa Marittima (LI). Censurata con fascetta e bollo a ponte 8004 della station di Livorno.




 





Oggi, salvo nuovi ritrovamenti, abbiamo la prima data d'uso nota francobollo Roma (Imperiale senza fasci) filigrana corona £.0,30 bruno (516)








 

 

 

ZONE DI DIFFUSIONE

Il raddoppio delle tariffe avvenuto con il 1° di ottobre fa presumere (ma non ne esiste alcuna prova concreta) che il Ministero delle Poste nel territorio della Luogotenenza, avesse messo in vendita, proprio da quella data, presso gli sportelli delle varie sedi provinciali, una nuova serie di quattro valori: un 0,30, un 0,50, un 0.60 (completamente nuovo come valore) e un 1,00. Fatti preventivamente stampare questi valori ordinari, pur corrispondendo a valori esistenti, li vrebbero sostituiti differendo dagli esistenti per la sola mancanza dei fascetti ai due lati, in basso.
La stranezza consiste nelle seguenti date:

Decreto Ministeriale 18.12.44 n°473 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n°20 del 15.02.45 –
Tutte successive a quelle della loro effettive emissione.
Scadenza validità postale: 30.06.46

In uso singolo fino al 31.03.45, corrispondeva alla affrancatura della cartolina nel distretto, della stessa fuori distretto a tariffa ridotta (per militari e fra comuni) e dei manoscritti a tariffa ridotta (fra comuni). Nei periodi tariffari successivi fino alla sua scadenza di validità questo valore diventa di uso solo complementare.

Considerazioni sulla sua diffusione.
E' l'unico "nuovo" 0,30 emesso dalle Poste Italiane nel periodo 08.09.43 - 12.06.46, escludendo le emissioni della RSI.
Lo si poteva trovare nel Centro-Sud ed in alcune zone del Nord (dalla visione di circa 300 documenti postali ho rilevato tutte presenze con provenienza dal Centro-Sud al di sotto della linea La Spezia-Bologna-Rimini con le seguenti sole eccezioni: 5 da Venezia, 2 da Udine, 2 da Forlì e una da Modena, nonché una da Pavia e una da Savona nel 1946).

Possibili abbinamenti con gli altri valori della Luogotenenza:
- non può trovarsi un gemellaggio con altri valori della Luogotenenza essendo, come detto sopra, questo l'unico valore da 0,30; sono invece molte le possibilità con i valori in corso alla sua emissione: con il 0,30 Imperiale, il P.M. e i Propaganda di Guerra;
- in affrancature con gli altri valori si può trovare normalmente con tutti i Roma, salvo una minore probabilità con il 2,00 (533) data per la scarsa frequenza d'uso di quest'ultimo nel Centro-Sud, e con i Sovrastampati. Con i Novara si ha solamente la possibilità di trovarlo con il 0,10 (536), solo nel Veneto, e con il 0,60 (539), nel Veneto e nelle Marche, dove, nella provincia di Ascoli P., comparve nella primavera del 1946.

Le ricerche da me effettuate hanno come scadenza il giugno 1997 quando il mio studio sull’uso e diffusione dei francobolli della Luogotenenza fu pubblicato integralmente sulla rivista annuale Abruzzophil ’97. Le scansioni in bianco e nero che riproduco per mostrare presenze anomale di tali valori, sono riprese dalla rivista stessa. Tutti i documenti postali riprodotti erano in mio possesso.




 

 

Lettera fuori distretto da Messina il 30.11.44 a Vaggi con la presenza del 0,30 Roma in primo mese d'uso. Completano l'affrancatura una coppia verticale del 0,15 e due 0,20 Imperiale per complessive lire 1,00.









Manoscritti fuori distretto raccomandata aperta con regolare affrancatura di lire 4,80 (2,40 di manoscritti + 2,40 di accomandazione aperta) composta da un valore 0,30 Roma in uso infrequente a Pavia, striscia verticale di quattro del 1,00 Novara senza fasci e un valore 0,50 Novara. Da Mede (PV) il 05.01.45 a Galzignago (PD) il 09.01.46.
 

 



 

Cartolina fuori distretto regolarmente affrancata lire 3,00 inviata da Albissola Capo (SV) il 01.06.46 a Schio. Abbastanza anomalo l'uso del 0,30 Roma nella zona di Savona. Completano l'affrancatura cinque valori del 0,50 e uno del 0,20 Novara, di uso normale in quella provincia.



 


 

Manoscritti a tariffa ridotta fra comuni (5,00/2=2,50) da Comeglians (UD) il 18.04.46 a Brescia. Ancora una presenza del 0,30 in zona dove si ebbe una scarsa diffusione.


 

 

 



sabato 18 novembre 1944


DAL DIARIO DI MACMILLAN
Roma – “Alle dieci (…) mi sono recato all’ufficio di D’Arcy d’Osborne. Sulla mia auto siamo andati insieme in Vaticano: l’udienza privata era stata fissata per le dieci e mezzo. (…).
Abbiamo attraversato diverse piazze, girando ad est di San Pietro fino ad un vasto cortile. Qui (sull’entrata) siamo stati accolti da un gentiluomo fulgido nel suo abito di corte. Preceduti dai lettighieri del Papa vestiti di scarlatto (l’abito è stato disegnato da Michelangelo) – sei in tutto – e guidati dal “nostro” ciambellano, ci siamo inoltrati sempre a passo di cerimonia attraverso una serie di stanze e di corridoi in ognuno dei quali stavano alcune guardie d’onore, vestite di uniformi diverse e tratte dalle varie categorie di persone che fanno parte della corte di Sua Santità. (Dimenticavo di dirti che siamo saliti al primo piano del palazzo in ascensore). Stanza dopo stanza, era possibile vedere pavimenti in marmo, pareti di color cremisi e oro, suppellettili dorate e la solita varietà di oggetti artistici (donati ai diversi papi). Infine, ci si è fatto incontro un piccolo monsignore (vestito di violaceo) proprio nella stanza che sta accanto alla biblioteca del Papa.
(…) Dopo un’attesa di alcuni minuti, dalla stanza del Papa è uscito un ecclesiastico e, preceduto da sir D’Arcy Osborne, sono stato fatto entrare. Osborne ha fatto un inchino (l’inchino che usiamo anche noi davanti al re) e lo stesso ho fatto io. D’Arcy mi ha presentato e poi è uscito.
Il Papa, in tonaca bianca, senza decorazione alcuna, fatta eccezione per la bella croce diamantata e l’anello, stava seduto ad una scrivania. Si è alzato per salutarmi stringendomi la mano e poi mi ha fatto sedere su una poltrona accanto a lui.
Il Papa è di figura scarna, ma ha un bel personale e belle mani. Piccola la testa (o almeno così sembra, forse perché ha un grande naso aquilino). La papalina e la tunica con mantellina bianca fanno sembrare il suo volto più olivastro di quel che sia, mentre le mani sono di un rosato intenso e molto ben curate. In particolare ho notato la cura delle unghie.
Ha cominciato a parlare in inglese, ma mi era stato detto prima che gli viene più facile parlare in francese, e così abbiamo subito cambiato lingua. Nonostante la notevole esperienza che ormai possiedo nel ricordare una conversazione, trovo difficile dare un resoconto preciso di quello che io (o il Papa) abbiamo detto. Abbiamo parlato di varie cose, passando velocemente, come a volo d’uccello, da una cosa all’altra. Penso di non avere ascoltato con grande attenzione, perché ero attratto da tante altre cose: l’aspetto, la voce, il gestire del Papa, la stanza, l’occasione, la lunga storia del papato, e la strana circostanza che mi aveva portato in Vaticano e cioè tanto lontano da St. Martin’s Street e ancor più da Arran.
Il Papa si è detto sconfortato dall’andamento delle cose nel mondo, come è ben credibile che lo sia. Ha parlato del comunismo, dell’irreligione, della miseria. Ha passato molti anni in Germania, conosceva l’Inghilterra e naturalmente la sua patria cioè l’Italia. Ha detto di provare pena per tutti questi paesi, ma in particolare per l’Italia lacerata dalle fazioni e rovinata dai disastri della guerra. Mi ha parlato con rispetto del nostro primo ministro, anzi direi che prova per lui una sorta di sacro timore. Ha parlato con affetto del nostro sovrano e poi della perdita subita dalla Chiesa d’Inghilterra a causa della morte prematura dell’arcivescovo Temple (1). Ma trovo difficile dire o ricordare più in particolare quello che ho detto io. Penso di avere mormorato alcune frasi di conforto, come se parlassi ad un fanciullo. Il Papa ha poi continuato, con accento triste, a saltare da un argomento all’altro. Per tutto il tempo dell’udienza l’impressione principale che ha dominato il mio spirito è stata quella degli straordinari contrasti che mi stavano sotto gli occhi: la vasta costruzione di una bellezza e magnificenza uniche nel suo aspetto esteriore, San Pietro, il Vaticano, l’interminabile infilata di stanze, la ricca suppellettile e il cumulo immenso di dovizie e poi la soverchiante quantità di “oggetti” (quale asta se ne potrebbe fare!). E poi una sensazione di essere fuori del tempo, dato che il tempo qui non ha senso. I secoli passano, ma tutto qui vive in una specie di quarta dimensione. Poi al centro di tutto, oltre le guardie pontificie e le guardie nobili e i monsignori e i vescovi e i cardinali e tutti i segni di tutte le età, ecco che siede quel piccolo sant’uomo, un po’ turbato, e, come è naturale, del tutto disinteressato e spirante santità, vale a dire: una figura che è ad un tempo patetica e tremenda.(…)”.
…………
(1) William Temple, arcivescovo di Canterbury nel biennio 1942 – 44, è deceduto alla fine di ottobre.

BOMBARDAMENTI ALLEATI
Bombardamento del campo di aviazione di Aviano (UD).

FRONTE ITALIANO:

Settore Tirrenico
Continua la battaglia per la conquista di Castelnuovo Garfagnana – Vero le 10 il 370° reggimento rinnova ancora una volta i suoi attacchi verso Croce di Sopra, riuscendo ad impossessarsi di alcuni avamposti, ma viene respinto dalla 7^ compagnia dell’Uccelli, spesso addirittura a bombe a mano. Ora tutto il Cadelo è schierato in linea insieme all’Uccelli, tra l’Intra e il Brescia, e riprende la quota 1031 mentre in riserva divisionale può scendere a Piazza al Serchio il III/285° tedesco. Le stesse fonti americane ammettano apertamente il fallimento dell’offensiva anche se la situazione dei difensori non è delle più rosee.

Settore Centrale
Sola attività di pattuglie in tutti i settori.

Settore Adriatico
Sola attività di pattuglie in tutti i settori. Il comando dell’VIII Armata fissa per le ore 20,00 del giorno 20 l’attacco congiunto del V Corpo brit. e del II Corpo polacco verso Faenza. Intanto viene presa Dovadola(FO).



STORIA POSTALE del 18 novembre
 

Lettera semplice da Cerisano (CS) a New York regolarmente affrancata 2,50 affrancata con una coppia di 1,25 Imperiale.

Lettera semplice da Bari a Ditroit (USA) regolarmente affrancata 2,50 affrancata con una coppia di 1,25 Imperiale sovrastampati PM..




domenica 19 novembre 1944

DAL DIARIO DI MACMILLAN
Roma – “Alle nove del mattino sono partito da Ancona e sono tornato in volo a Roma. (…).
Verso mezzogiorno ero già all’ambasciata e ivi ho trovato l’ambasciatore in procinto di andarsene a fare un po’ di golf.
Dopo colazione ho lavorato un poco, poi io e Ralph con l’auto siamo andati a Tivoli (che ha subito danni piuttosto gravi) e a Villa D’Este. Spettacolo malinconico. Le bombe, la trascuratezza e il tempo hanno grandemente rovinato la villa, i giardini e la fontana. (…)”.

FRONTE ITALIANO
Statico con attività di pattuglie in tutti i settori.


STORIA POSTALE del 19 novembre

Non reperiti documenti postali passati per posta in questa data




lunedì 20 novembre 1944

DALLA LUOGOTENENZA: PRIMA CRISI DEL GOVERNO BONOMI
Umberto di Savoia affronta la sua prima crisi ministeriale in seguito alle dimissioni del governo Bonomi.

FRONTE ITALIANO:

Settore Tirrenico e Centrale
Sola attività di pattuglie in tutti i settori.

Settore Adriatico

Riprende l’offensiva con obiettivo Faenza. Secondo giorno di cannoneggiamento su Cotignola (RA).La 46^ divisione del V Corpo (VIII Armata) conquista Castiglione di Ravenna (RA).



STORIA POSTALE del 20 novembre

Una lettera semplice da Siena a Massa Marittima censurata con fascetta con bollo 8278 della station di Siena e una cartolina semplice fuori distretto da Messina a Firenze vistata dal bollo 4085 della station di Firenze.

Cartolina Vinceremo nel distretto di Bari regolarmente affrancata con a tariffa ridotta (0,30 anziché 0,60) vistata per censura con il bollo a ponte 2299 e il bollo ACS. Il T che indicherebbe da sottoporre a tassazione giustamente non applicata. Interessante avviso della censura: Ritardata dalla Censura perché priva del nome e indirizzo del mittente.


 

 

martedì 21 novembre 1944

FRONTE ITALIANO:

Settore Tirrenico e Centrale
Sola attività di pattuglie in tutti i settori.

Settore Adriatico
All’offensiva su Faenza partecipano attivamente la 4^ e la 46^ divisione. A sud di Faenza la 3^ divisione Carpatica (II Corpo polacco) conquista Monte Fortino ed avanza verso nord. Conquistata Converselle(FO).



STORIA POSTALE del 21 novembre

 

 

 

Cartolina postale 0,30 Viceremo nel distretto di Firenze con visto della censura ACS con il bollo in cartella Ritardata dalla censura perché priva dell’indirizzo del mittente.
 

 

 

 

 



mercoledì 22 novembre 1944

FRONTE ITALIANO:

Settore Tirrenico
Nel barghigiano, dopo una visita del gen. Wood al settore, il 370° reggimento fanteria lancia all’alba un attacco in direzione del crinale della Lama di Sotto, da cui si domina Barga che di lassù riceve la sua frequente dose di mortaiate. All’azione partecipa la compagnia L del III battaglione il tiro dei mortai tedeschi mette però rapidamente fuori combattimento quelli americani e, nonostante l’appoggio, come sempre potente, dell’artiglieria che si avvale di granate fumogene per l’acquisizione dei bersagli, l’attacco deve presto considerarsi esaurito.

Settore Centrale
Sola attività di pattuglie in tutti i settori.

Settore Adriatico
Continua l’offensiva su Faenza.



STORIA POSTALE del 22 novembre

 

 


Piego manoscritti raccomandati aperti 2,40 (1,20 manoscritti + 1,20 di raccomandazione aperta). Da Viterbo a Gaeta con visto ACS di Viterbo.





 

Due pieghi di amministrazioni pubbliche entrambe vistate con ACS, quello di sinistra inviata da Terni a Lumbano in Teverina con ACS in cartella di Terni e quello di destra, da Roma a Siracusa, con ACS di Roma.

 



giovedì 23 novembre 1944


RESISTENZA: ORGANIZZAZIONI POLITICO – MILITARE AL SUD
Monopoli (BA) - I rappresentanti del CLNAI,
solo oggi riescono a giungere alla riunione conclusiva, alla quale intervengono la stesso generale Maitland Wilson comandante supremo alleato per il teatro del Mediterraneo, il generale Stawell, comandante della Special Force N°1 e il comandante Holdworth.
Alla fine delle lunghe trattative viene stilato dalle parti il seguente documento:

1) - Il Comando Supremo Alleato desidera che la più completa collaborazione militare sia stabilita e mantenuta fra gli elementi che svolgono attività nel movimento di resistenza. Il CLNAI stabilirà e manterrà tale cooperazione in modo da riunire tutti gli elementi che svolgono attività nel movimento della resistenza, sia che essi appartengano ai partiti antifascisti del CLNAI o ad altre organizzazioni antifasciste”.

2) – Durante il periodo di occupazione nemica il comando generale dei Volontari della Libertà (e cioè il comando militare del CLNAI) eseguirà per conto del CLNAI tutte le istruzioni date dal comandante in capo A.A.I. (cioè Alexander, comandante delle armate alleate in Italia), il quale agisce in nome del Comandante supremo alleato. Il Comandante supremo alleato desidera, in linea generale, che particolare cura sia dedicata a salvaguardare le risorse economiche del territorio contro gli incendi, le demolizioni e consimili depredazioni del nemico”.

3) – Il capo militare del comando generale dei Volontari della Libertà deve essere un ufficiale accetto al Comandante in capo A.A.I., il quale agisce per conto del Comandante supremo alleato”.
Il che, in parole povere, significa che il CLNAI deve accettare l’autorità del generale Raffaele Cadorna, fiduciario di Alexander, la cui già indiscutibile autorità è ancor più rafforzata dall’avallo di Wilson.

4) – Quando il nemico si ritirerà dal territorio da esso occupato, il CLNAI farà il massimo sforzo per mantenere la legge e l’ordine e per continuare a salvaguardare le risorse economiche del paese in attesa che venga costituito un governo militare alleato. Subito, all’atto della creazione del governo militare alleato, il CLNAI riconoscerà il governo militare alleato e farà cessione a tale governo di ogni autorità e di tutti i poteri di governo locale e di amministrazione precedentemente assunti. Con la ritirata del nemico, tutti i componenti del Comando Generale dei Volontari della Libertà del territorio liberato passeranno alle dipendenze dirette del comandante in capo A.A.I. ed eseguiranno qualunque ordine dato da lui o dal governo militare alleato in suo nome, compresi gli ordini di scioglimento e di consegna delle armi, quando ciò venisse richiesto”.

5) – Durante il periodo dell’occupazione nemica dell’Alta Italia verrà dato al CLNAI, insieme con tutte le altre organizzazioni antifasciste, la massima assistenza per far fronte alle necessità dei loro membri, che sono impegnati nel contrastare il nemico nel territorio occupato; un’assegnazione mensile non eccedente i 160 milioni di lire mensili verrà consentita per conto del Comandante supremo alleato per far fronte alle spese del CLNAI e di tutte le altre organizzazioni antifasciste. Sotto il controllo del comandante in capo A.A.I. tale somma sarà attribuita alle zone sottoindicate nelle seguenti proporzioni: Liguria 20, Piemonte 60, Lombardia 25, Emilia 20, Veneto 35”:

6) – Missioni alleate addette al CLNAI, al comando generale dei Volontari della Libertà o a qualsiasi dei suoi membri, saranno da loro consultate in tutte le questioni riguardanti la resistenza armata, le misure antincendi e il mantenimento dell’ordine. Gli ordini emanati dal comandante in capo A.A.I. e trasmessi per tramite delle competenti commissioni saranno eseguiti dal CLNAI e dal comando dei Volontari della Libertà e dai loro componenti”.

Non è chiaro come questo accordo stilato il 23 novembre (come si rileva dal II volume – pag. 1349 – de “Dal regno del sud al vento del nord”) a Monopoli sia poi stato firmato dal generale Maitland Wilson e da Pizzoni, Parri, Pajetta e Sogno, solo il 7 dicembre a Caserta.

TRATTATIVE IN SVIZZERA FRA I TEDESCHI E LO STRATEGIC SERVICE

Alle pagine 1352, 1354, 1355 e 1356 del II° volume “Dal regno del sud al vento del nord”, senza precisa datazione degli avvenimenti, ma dichiarati come avvenuti in questo periodo, sarebbero state intrattenute delle trattative intavolate dagli stessi tedeschi, e più precisamente dal generale Harster, capo della Gestapo in Italia, con un intermediario in Svizzera, Franco Marinotti, presidente della Snia Viscosa che si trova in Svizzera.
Harster si è preoccupato di trovare un intermediario con gli Alleati, che ottenga ai tedeschi l’assicurazione di poter lasciare pacificamente l’Italia, pena la minaccia di mettere a ferro e fuoco tutte le città.
Marinotti prima coinvolge il console britannico a Zurigo, Cable, che messosi in contatto con gli uomini dell’Intelligence Service ottiene, non solo il rifiuto di Londra ad ogni trattativa, ma anche una nota di deplorazione, poi lo Strategic Service tramite il suo "uomo” in Svizzera, Allen Dulles che è anche il fiduciario di Roosvelt. Anche Washington, come Londra, non raccoglie l’iniziativa e il tentativo di trattativa sfuma senza che ne siano nemmeno sondati i termini. Lo sviluppo di questi avvenimenti con i particolari di maggior dettaglio, oltre che da datare sono anche da vagliare per una conferma della loro autenticità tramite la consultazione di altri testi.

DAL DIARIO DI MACMILLAN
Parigi
– “(…) Dopo colazione non essendoci anche oggi alcuna possibilità di andare in Inghilterra, perché il maltempo infuria), sono tornato all’albergo e mi sono messo a letto. E stando a letto ho lavorato fin verso mezzanotte con l’ausilio della Campbell. Insieme, siamo riusciti a mettere a punto una lunga relazione (da venti a trenta cartelle) in cui sono esposte tutte le mie raccomandazioni per la soluzione dei problemi italiani. In realtà il forzato ritardo mi ha fatto bene. Infatti non c’era stato modo di mettere per iscritto quello che volevo far sapere prima della partenza e sarebbe stato difficile trovare il tempo e la tranquillità per scriverlo dopo l’arrivo.

La mia relazione conteneva le raccomandazioni seguenti:

1. Il mutamento di denominazione da commissione di controllo alleata a commissione alleata doveva avere un significato concreto: la commissione dovrebbe funzionare come una missione di esperti che danno consigli, fatta eccezione per tutto ciò che le autorità militare alleate potessero esigere per controllare specifiche funzioni o per occupare determinate proprietà private

2. Per motivi militari ci spetta di dar risalto: a) al fatto che l’ammontare degli aiuti alleati dovrebbe essere proporzionale allo sforzo autonomo degli italiani e b) alla necessità che venga mantenuto l’ordine pubblico e che sia rispettata la legge.

3. Abolizione della sezione politica, dato che è ormai un relitto dei giorni in cui il re e il maresciallo Badoglio rappresentavano il meglio che sapesse esprimere l’Italia come forza di governo.

4. Dovremmo consentire il ristabilimento di rapporti diretti tra il governo italiano e gli altri governi e dovremmo, quindi, cessare ogni controllo sulle leggi emanate dal governo italiano e (fatte le debite eccezioni per ragioni militari) sulle nomine del governo italiano a mansioni interne al territorio italiano.

5. I cosiddetti ufficiali di collegamento (Liaison-Officers) dovrebbero essere ritirati dalle prefetture italiane, dove di fatto, anche se con discrezione, ora esercitano una vera e propria autorità.

Poi la relazione concludeva così:
Da quanto si è detto si capirà agevolmente che il compito di quanti dovranno studiare in che modo si possa sovvenire ai bisogni del popolo italiano non è facile. Fa venire in mente uno di quei giochi ingegnosi di pazienza che arrovellano giovani e vecchi che si lasciano catturare dalla voglia di risolverli, per es. quando bisogna manovrare quattro palline di mercurio in una scatoletta di cartone in modo che vadano a cadere ognuna nel buco assegnato. Ebbene due delle palline (ossia dei problemi) possono essere sistemate subito, tre possono andare a posto spesso, ma le quattro insieme esigono moltissima pazienza e moltissima determinazione. Nel nostro caso le palline sono: disponibilità di approvvigionamenti, problema finanziario, problema dei trasporti e problema della ricettività portuale. Di rado è stato possibile ottenere una soluzione simultanea di tutti e quattro e ancora oggi, a meno che non avvenga il miracolo di una confluenza concorde di tante volontà, ogni progetto per il futuro resta impossibile.
Si potrebbe obiettare che non dobbiamo troppo preoccuparci della situazione incresciosa in cui si trovano ora gli italiani. Il loro disastro è avvenuto per loro colpa. Tuttavia questa politica, brutale e cinica, sarebbe stata praticabile (almeno), se non ci fosse stata la recente dichiarazione formale da parte dei due governi alleati. Scostarsi ora dalla strada della generosità, di recente imboccata, mi pare impensabile. Per di più, questa atmosfera più improntata a generosità mi pare che ridondi a grande vantaggio degli interessi del Regno Unito, della popolazione dell’impero britannico e del mondo in generale. Quale che possa essere la politica che si adotterà verso la Germania post bellica, è un fatto che abbiamo convenuto che l’Italia sia in una posizione diversa da quella di un nemico sconfitto; abbiamo inventato (e, in certa misura, ne abbiamo tratto vantaggio) il principio della cobelligeranza e, guardando alle cose da una più ampia prospettiva, risulta chiaro che la prosperità, come la pace, è indivisibile.
I problemi che l’Italia si trova ora ad affrontare sono gravi abbastanza. Allorché raggiungeremo l’Italia Settentrionale, troveremo centri, come Torino e Milano, con altissimo numero di abitanti. E ci vorrà allora tutta la nostra abilità se vogliamo dare loro da vivere. Si tratterà dei primi centri urbani con altissima densità di abitanti, situati all’interno del paese e non affacciati sul mare. Anche solo per recare loro cubo, senza che ci siano ferrovie funzionanti o autocarri, costituirà un problema formidabile per il governo militare alleato. Adesso, per quanto quelle popolazioni possano essere in stato di schiavitù a causa dell’occupazione tedesca, le fabbriche funzionano e sono molti quelli che vi lavorano. Allorché ci sarà stata la “liberazione”, ci troveremo con le centrali elettriche saltate, con le fabbriche in larga misura smantellate, con i macchinari rovinati e portati via in Germania e….senza disponibilità di materie prime. Ci vorrà tutta la pazienza, tutto il coraggio e tutta le dedizione che possono dare inglesi e americani, incaricati di amministrare il paese, se vogliamo preservare l’Italia dal precipitare totalmente nell’anarchia, nella rivoluzione e nella disperazione. Il non voler compiere lo sforzo indicato traendo pretesto dalle nostre doléances nei riguardi dell’Italia – per quanto siano giustificate – equivarrebbe a propter vitam, vivendi perdere causas ossia, per dirlo altrimenti, avremmo vinto la guerra e perso la pace”.

FRONTE ITALIANO:

Settore Tirrenico
I soldati di colore, col solito concerto di artiglieria, riprovano ad attaccare in direzione del crinale di Lama di Sotto, ma senza ottenere miglior risultato del giorno prima.

Cannonate tedesche colpiscono Viareggio provocando varie rovine e un morto.

Settore Centrale
Sola attività di pattuglie in tutti i settori.

Settore Adriatico
Continua l’offensiva su Faenza.


STORIA POSTALE del 23 novembre

 

 

Oggi, salvo nuovi ritrovamenti, abbiamo la prima data d'uso nota francobollo Roma (Imperiale senza fasci) filigrana corona £.0,60 verde mirto (518)
Decreto ministeriale 18.12 44 n°473 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n°20 del 15.02.45.
Scadenza validità postale: 30.06.46

 

 

 

 



ZONE DI DIFFUSIONE

In uso singolo fino al 31.03.45 questo valore corrispondeva alla affrancatura della cartolina fuori distretto e dei manoscritti a tariffa ridotta fra comuni. Nel periodo tariffario successivo, dal 01.04.45 al 31.01.46, serviva alla affrancatura della cartolina nel distretto, della stessa fuori distretto a tariffa ridotta (per militari e fra comuni) e per le partecipazioni e stampe augurali. Dopo il 31.01.46 e fino alla scadenza della sua validità non avrà più possibilità di uso singolo.

Considerazioni sulla sua diffusione.
Usato in tutto il Centro-Sud e forse anche in Emilia-Romagna.
E' di sicura individuazione fino alla presunta prima data di emissione del suo gemello senza filigrana (fine febbraio 1945) dopo la quale risulta molto più difficile per l'impossibilità su busta di individuare la filigrana. La situazione si complicherà ulteriormente dopo il luglio 1945 a seguito dell'emissione del gemello con filigrana ruota alata.

Possibili abbinamenti con gli altri valori della Luogotenenza:
- statisticamente reperibile in gemellaggio con gli altri due 0,60, senza filigrana (521) e filigrana ruota (530), fino al 30.06.46; con il 0,60 Novara è da ritenersi abbastanza raro il gemellaggio sia perché quando quest'ultimo entrò in corso (fine giugno 1945) erano già largamente diffusi gli altri due Roma sia perché l'abbinamento poteva avvenire solo limitatamente alla stessa zona d'uso: l'Emilia-Romagna (sempre ammesso anche che questo valore con filigrana corona vi sia stato distribuito);
- con tutti gli altri valori "luogotenenziali" si poteva trovare in affrancature con tutti i Roma e con i Sovrastampati; quasi impossibile invece la contemporanea presenza con i Novara.

 

 

 

Manoscritti raccomandati aperti regolarmente affrancati lire 2,40 (1,20 manoscritti + 1,20 raccom. aperta) con quartina del 0,60 Roma Corona. Da Lucera (FG) il 16.02.45 a Penne (PE).


 

 

 

 

 


Lettera raccomandata nel distretto affrancata con una sestina del 0,80 Miti e Simboli e una coppia del 0,60 Roma corona. Da Roma il 02.07.45 per città.
 

 

 

 

 

 

 

 

 

pagina iniziale le rubriche storia postale filatelia siti filatelici indice per autori