il tramonto di un regno








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il tramonto di un regno


di Giancarlo MAGNONI

14° Periodo dal 10 maggio al 19 giugno 1945

a) Territorio a sud della linea La Spezia – Bologna – Rimini (ex Linea Gotica):
A.M.G./A.C. E LUOGOTENENZA che dal 10 maggio ha riassunto il controllo amministrativo delle province di Terni, Perugia, Ascoli Piceno, Macerata, Pesaro, Grosseto, Siena, Arezzo e Ancona

b) Territorio a nord della linea La Spezia – Bologna – Rimini (ex Linea Gotica): Sotto il controllo degli Alleati.

Prima parte dal 10 al 11 maggio
 


 giovedì 10 maggio 1945


DALLA LUOGOTENENZA

La Commissione Alleata per l’Italia restituisce all’Amministrazione italiana le provincie di Terni, Perugia, Grosseto, Macerata, Pesaro, Arezzo, Siena e Ancona, fatta eccezione, per quest’ultima del capoluogo. In conseguenza del trasferimento, che decorre da oggi, la Commissione Alleata dell’Umbria e delle Marche è stata abolita e tutti gli ufficiali addetti alleati sono stati ritirati.

Nell’occasione, l’ammiraglio Stone, commissario capo della Commissione Alleata, ha detto:

Questo trasferimento territoriale, deciso dalla Commissione Alleata con l’approvazione del comandante supremo alleato Maresciallo Alexander, è una prova di fiducia degli alleati per la capacità del governo italiano di riprendere libera e completa amministrazione dei suoi affari interni. Questo fatto segue immediatamente alla celebrazione della vittoria in Europa per la quale tante persone hanno sofferto e sono morte per la causa delle Nazioni Unite e alla quale l’Italia ha contribuito per mezzo del suo esercito di valorosi patrioti e col lavoro di migliaia di italiani direttamente impegnati in appoggio allo sforzo bellico alleato, e deve farci affrontare con maggior vigore e decisione i nostri compiti per la ricostruzione in modo da renderci degni di coloro che hanno combattuto e che sono morti per liberare l’Italia e che si sono adoperati per il ritorno del territorio italiano sotto la giurisdizione nazionale. Un ulteriore trasferimento di territorio sarà effettuato in un prossimo futuro”.

EX – RESISTENZA
A Parma sfilano ottomila partigiani. Il tragico bilancio a fine guerra nella provincia è di 1603 caduti (447 civili, 228 militari, 928 partigiani), 19 mutilati, 371 feriti, 123 invalidi, 21 dispersi.

GERMANIA
A Karlshort, presso Berlino, i tedeschi firmano la resa incondizionata ai sovietici.

RESISTENZA ALL’ESTERO
La divisione Italia entra a Zagabria insieme con le truppe jugoslave.
Dal 1939 al 1945 gli italiani hanno combattuto all’estero per la causa della libertà su tutti i fronti: in Norvegia, in Francia, nella insurrezione di Parigi, in Africa al lago Ciad con le truppe del generale Leclerc e a Bir – Hacheim a fianco degli uomini del generale Juin, sul fronte del Reno nell’armata del generale DE Lattre, in Grecia, Albenia, Jugoslvia, Polonia e Cecoslovacchia.

DAL DIARIO DI MACMILLAN
Caserta
– “Alle dieci e mezzo, riunione dal comandante supremo. Si è parlato per un’ora e mezzo della Venezia Giulia, senza fare grandi progressi. Obiettivo primario di queste riunioni formali e con tante persone è come quello di una riunione di governo: far sì che ognuno sappia che cosa succede e dica poi la sua. Un lungo battibecco tra l’ambasciatore Kirk e il generale McNarney è stato quanto mai illuminante. Il dipartimento di Stato è violentemente anti – titoista e pretende che si agisca con energia; il dipartimento della Guerra è molto più moderato e sta pensando all’Estremo Oriente.
La contro proposta di Tito (che adesso conosciamo in tutti i suoi dettagli) da un lato è ragionevole, ma probabilmente non potrebbe essere accettata dal feldmaresciallo (Alexander), dato che alla sua base sta la presupposizione politica che tutto il territorio ad est dell’Isonzo è de facto e de jure sotto la sovranità jugoslava. In cambio Tito offre i diritti di libero accesso a Trieste, garantisce le linee di comunicazione e propone una sorta di condominio militare (sulla città) (1). Tutta l’altra zona la pretende per sé e la vorrà occupare e governare a suo beneplacito. Allora abbiamo deciso: a) di rispondere a Tito dicendogli che, avendo lui sollevato il problema politico, il feldmaresciallo non può far altro che riferirne ai due governi da cui dipende; b) di dare istruzioni agli strateghi perché valutino con tutta precisione quante forze siano necessarie per buttar fuori gli jugoslavi.
Il generale Morgan è tornato dopo colazione, ovviamente impressionato dalla determinazione e dalla personalità di Tito. Il nostro ambasciatore, Ralph Stevenson, per altro, è del parere che il maresciallo stia bluffando. Lui (e il suo collega americano) ha telegrafato raccomandando un’azione energica e un ultimatum. Tutto questo non fa che preoccuparmi di più. Mi sono messo ad abbozzare una valutazione e un consiglio per il nostro primo ministro, ma non ne sono soddisfatto.(…)”.
…………
(1) In questo modo la sicurezza della linea di comunicazione di Alexander continuerebbe a dipendere dalla buona volontà degli jugoslavi.
 



STORIA POSTALE del 10 maggio
 

 

Biglietto postale da 0,50 usato come supporto per affrancatura lettera si 2,00 e, a fianco, una cartolina postale VINCEREMO affrancata 2,00 per Ricevuta di Ritorno.

 





Cartolina fuori distretto affrancata 0,60 anziché 1,20 e tassata in arrivo per il doppio della affrancatura mancante con una coppia di segnatasse da 0,60.


 

 




venerdì 11 maggio 1945

STRASCICHI DELLA GUERRA
Mentre in Venezia Giulia i partigiani di Tito stanno accanendosi contro gli italiani, partigiani italiani e truppe alleate stanno da giorni proteggendo il Friuli che Tito avrebbe voluto occupare fino a Tarcento, oltre Cividale.

ECCIDI POSTBELLICI
Vengono trucidati i sette fratelli Govoni nelle campagne del bolognese (vedi foto). In un casolare della campagna bolognese presso Argelato, un gruppo di partigiani sevizia e strangola, una per una 17 persone. Sette appartengono alla stessa famiglia, sono i fratelli Dino, Marino, Emo, Giuseppe, Augusto, Primo e Ida Govoni. Sono tutti accusati di essere dei fascisti.
Nella foto successiva un immagine del ritrovamento dei corpi.

 

DAL DIARIO DI PUNTONI
“Di ritorno da Roma riferisco al Re sui colloqui e sulle impressioni del mio soggiorno romano.
Arriva alla Regina una lettera di condoglianze del Principe Saverio di Borbone – Parma, fratello di Luigi il consorte della Principessa Maria, che è stato internato in Germania e uscito illeso dalla bufera si trova ora a Napoli”.

DAL DIARIO DI MACMILLAN
Caserta
– “Ho lavorato per iscrivere il testo del mio telegramma (per Churchill), che ho diviso in due parti: un breve sommario circa gli sviluppi possibili dei fatti (relativi alla Venezia Giulia) e poi la parte delicata alle mie considerazioni. Ho mostrato e l’una e l’altra ad Alexander e al generale Morgan e ho poi spedito il tutto (ma in due telegrammi distinti) apportando le poche correzioni che mi hanno suggerito. Alex ha inviato ai capi di stato maggiore riuniti il telegramma seguente: “Nel caso che si aprissero le ostilità contro la Jugoslavia, debbo sapere su quali divisioni posso contare. Sarei lieto se da parte vostra fossero consultati i governi americano, inglese, neozelandese, sudafricano, indiano brasiliano, polacco e italiano”. Credo che queste parole dovrebbero spaventare quei paciosi signori di Washington!
Il problema di Tito è di una difficoltà immensa e sono molto, ma molto preoccupato della posizione che assumerà l’Inghilterra. Il generale McNarney ci ha detto con tutta franchezza che gli ordini da lui ricevuti gli ingiungono di non immischiarsi nel pasticcio (o, meglio, nella lite con la Jugoslavia) e del resto il dipartimento di Stato (e anche il nostro ambasciatore, Stevenson) ci invitano a considerare un bluff quello di Tito. Il mio pensiero è che dobbiamo essere certi dell’appoggio concreto e morale degli Stati Uniti se proprio dobbiamo correre il rischio (di uno scontro con la Jugoslavia). Quel che è certo, è che non voglio sperimentare un altro caso “Grecia”. (…)”.



STORIA POSTALE dell’11 maggio
 

 

Una lettera espressa da Pavia a Viterbo affrancata 3,50 secondo le tariffe della ex-RSI mantenute in corso. A fianco una cartolina 0,30 VINCEREMO espressa da Serracapriola (FG) a Bari regolarmente affrancata 6,20 (1,20 di cartolina fuori distretto + 5,00 di espresso.

 

Raro biglietto postale 0,50 sovrastampato RSI con aggiunto valore da 0,50 Monumenti Distrutti, secondo le tariffe ex RSI, usato in Piemonte dove i valori della ex RSI erano stati dichiarati fuori corso. A fianco un piego comunale affrancato 1,00 come lettera a tariffa ridotta fra sindaci. Bollo ACS di Livorno.

 

Lettera espressa da Connostramatza (CA) a Macomer, censura 82R di Cagliari. A fianco una raccomandata da Caserta a Ascoli Piceno.

 

Raccomandata affrancata 13,00 da Messina a Roma e raccomandata da Alessandria a Roma affrancata 2,50 a tariffe RSI con presenza di due valori RSI (Monumenti Distrutti) ufficialmente fuori corso in Piemonte.

 

Lettera semplice da Roma a New York regolarmente affrancata 5,00 e, a fianco, lettera raccomandata regolarmente affrancata 7,00 da Bari ad Arezzano.

 

 

 

 

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