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Torna al Servizio delle raccomandate
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prefazione

di Luigi M. Impallomeni

Nell'Europa medievale e poi rinascimentale si sente l'esigenza di un allargamento del servizio presso la nobiltà e la borghesia, che con i nuovi commerci ha la necessità di informazioni e comunicazioni con luoghi lontani. Il servizio era assicurato da viaggiatori che si impegnavano a recapitare la corrispondenza. Questo servizio non era costante e la consegna era insicura, tanto che spesso si preferiva inviare più di una lettera tramite viaggiatori diversi. Nel XVI secolo il servizio di recapito offerto dalla famiglia Tasso collegava buona parte d'Europa tramite corrieri a cavallo. Come nel periodo precedente, la lettera rischiava di andare persa o non consegnata per numerosi motivi: rapine, viaggi lunghi e accidentati, morte del destinatario o cambio d'indirizzo ecc. Per questi e altri motivi, non secondario il rischio che il corriere intascasse il compenso senza consegnare la corrispondenza, la tariffa veniva riscossa dal destinatario. Tale sistema provocava molte perdite alle poste e quindi aveva costi e tariffe molto elevati, abbordabili solo per la nobiltà e per l'alta borghesia. Solo durante il primo periodo Granducale Asburgo-Lorenese venne istituita, con decreto del 4 aprile 1788 una sovrattassa per le raccomandate che, eccettuato il periodo dipartimentale napoleonico, restò invariata per tutto il periodo prefilatelico, ossia fino a tutto marzo 1851: “ …tutte le lettere o pieghi venuti, o che si manderanno con Speciale Raccomandazione pagheranno 1 paolo (8 crazie) a titolo di consegna per ciascheduno, oltre la solita tassa del porto o affrancatura che entreranno l’una e l’altra nel rispettivo conto del Dispensatore e del Ricevitore “.


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