varietà in filatelia




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Varietà in filatelia

I filamenti azzurrini del 25 e 40 lire della serie “Michelangiolesca”

di Antimo D'APONTE

Parlare ancora oggi, dopo quasi sessant'anni dalla sua emissione (6 marzo 1961), della serie ordinaria detta “Michelangiolesca”, sembra quasi pleonastico, superfluo. Questa serie è riconosciuta essere una delle più belle emissioni filateliche, in particolare per quanto riguarda i due alti valori da 500 e 1000 Lire, stampati con procedimento calcografico e con formato più grande degli altri, inoltre, rappresenta l’unico caso, nella storia filatelica repubblicana, di un’emissione messa fuori corso, il 31.12.1968, e, successivamente, riammessa a partire dal 20 marzo 1969. Ancora oggi è in piena validità postale, utile per l’affrancatura delle corrispondenze essendo stata dichiarata con “validità permanente”.

Tante sono state le pagine scritte e gli studi effettuati per questa serie di francobolli, dai grandi della filatelia, a gente comune che l'hanno inserita anche nella propria tesi di laurea (Dott.ssa Anna Da Sacco: il francobollo tra arte e comunicazione nella Repubblica Italiana).

In questo mio intervento non voglio descrivere come sono stati realizzati, stampati e composti i francobolli, bensì porre all'attenzione del mondo filatelico che la Michelangiolesca non finisce mai di stupire con nuovi ed impensabili ritrovamenti.

Molte sono state le varietà di questa serie soprattutto i tagli chirurgici, le dentellature spostate, le carte ricongiunte e francobolli non dentellati; quelli che ho preso in esame e studiato sono i valori da 25 lire (volto del Profeta Isaia) e quello da 40 lire (volto del Profeta Daniele).

Il valore da 25 lire


Da una prima indagine fatta sul tipo di carta usata per la stampa (che dovrebbe essere non fluorescente), e fermo restando la normale disposizione delle stelline in filigrana, tranne qualcuna di esse non perfettamente disposta in senso orizzontale. (figura 1)

(Figura 1)


ho avuto modo di riscontrare che circa il 10% dei francobolli in mio possesso rispondono positivamente alla lampada di Wood, con il seguente risultato:

(Figura 2)


Si vede chiaramente la luminosità del francobollo centrale (fluorescenza o luminescenza?).

Nel verificare se tale luminosità fosse presente anche su francobolli ancora incollati su documenti regolarmente viaggiati, ho sottoposto alla lampada di Wood molti di questi francobolli, tra cui tantissimi su “Avviso di ricevimento o di pagamento” spediti verso la metà dagli anni ‘60 del secolo scorso (Figura 3).

(Figura 3)


ed è proprio su uno di questi francobolli che si è focalizzata la mia attenzione: il valore da lire 25 di cui alla figura 2, sottoposto alla lampada di Wood, ha nell'impasto della carta filamenti vegetali azzurrini (Figura 4 e 5).

 

(Figura 4)

 

(Figura 5 – particolare alto a dx)


Ho provveduto, allora, ad esaminare ulteriori altri francobolli dello stesso valore ed ho avuto modo di riscontrare che solo una piccolissima parte di essi ha le stesse caratteristiche.

Il valore da 40 lire

Anche per questo valore sostanzialmente vale lo stesso discorso fatto per quello del 25 lire; le indagini, gli esami con la lampada di Wood, la carta usata per la stampa mi hanno portato a trarre delle conclusioni che, probabilmente e per un determinato periodo di tempo, è stato usato un tipo di carta con nell'impasto dei filamenti vegetali, come si può notare nella visualizzazione alla lampada di Wood ed alla risoluzione monocromatica, dove si evidenzia in modo inequivocabile la presenza di filamenti vegetali (Figg. 6, 7, 8, 9).

(Figura 6)

 

(Figura 7 – particolare in basso)

 

(Figura 8 – risoluzione Monocromatica)

 

(Figura 9 – particolare in basso)


Posso, quindi concludere dicendo che ci troviamo di fronte ad una ulteriore “novità” sconosciuta nella serie della Michelangiolesca.

La prima volta che ho scoperto questa particolare carta utilizzata per i francobolli è stato su un valore da 150 lire Castelli. Da allora ho curiosato su tanti francobolli che mi sono capitati tra le mani. A quella scoperta vanno aggiunti altri valori dei castelli che comunicherò appena possibile; ora si aggiungono questi due valori della Michelangiolesca.

Riflettendo un po’ su questa novità, mi viene da pensare che questo tipo di carta, benché niente affatto comune, possa essere stato utilizzato saltuariamente per la stampa dei francobolli e, penso, possa essere possibile che vengano fatti altri ritrovamenti, forse non solo sulle serie ordinarie.

Antimo (Nino) D'Aponte