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Le perigliose vie di mare
di Giuseppe MARCHESE (La Tribuna 184/1991)

Individuare una lettera per via di mare, o trasportata dai piroscafi postali, è semplice quando sulla lettera vi è l'indicazione "piroscafi postali" oppure la dizione "per via di mare", "col postale", "col piroscafo..." e altre consimili.

Ben diverso il caso di trasporto marittimo non specificato, ovvero coi piroscafi mercantili, con quelle navi cioè che trasportavano mercanzie e accettavano anche di trasportare le lettere, come era in uso nel '700 e fino al 1830, oppure quando una parte del percorso viene effettuata per via di mare e la rimanente (in genere quella finale) per via di terra.

Esaminiamo i casi più frequenti di trasporto per via di mare:

- primo caso: le lettere portano l'indicazione del servizio o della nave.

Su queste lettere ogni commento è superfluo.

Un solo caso merita attenzione: le lettere impostate al battello.

In questi casi il trasporto via mare è assodato. Per accertare che una lettera è stata impostata al battello vi è un solo elemento probante: l'assenza di bolli dell'Ufficio postale capocorsa, mentre sono presenti gli altri bolli di navigazione e di arrivo (figura 1).

 

- secondo caso: la lettera porta una località manoscritta e il bollo di una località di transito (sempre marittimo).

Le ipotesi sono le seguenti:

a) la lettera è stata trasportata per via di mare per il primo tratto.

La lettera veniva affidata dal privato al battello commerciale. Tale trasporto era ammesso ma il vettore aveva l'obbligo di consegnare la missiva al primo approdo che incontrava. La tassa da pagarsi era quella "dal luogo dove i bastimenti arrivano fino a' luoghi a' quali le lettere sono destinate" (decreto del 10.11.1819) (figure 2 e 3).

 

b) La lettera copre il primo tratto trasportata a mazzi; è possibile che venga trasportata per via di mare.

Sul finire del 700 per diminuire i costi delle lettere e magari per avere una maggiore celerità e sicurezza, alcuni commercianti napoletani e palermitani incaricavano degli intermediari per l'inoltro delle lettere. Costoro raggruppavano le lettere e le spedivano col primo mezzo sia esso nave o corriere, usufruendo di una tariffa minore a peso. Indirizzavano la lettera a un loro corrispondente a Napoli il quale consegnava alla posta le lettere per l'inoltro verso la definitiva destinazione.

Non vi è nessuna traccia dell'intervento dell'intermediario se non indiretto e cioè:

- assenza del bollo d'impostazione o di provenienza;

- bollo della località di arrivo o di transito;

- assenza della tassa per il percorso in questione.

In questi casi il percorso per via di mare non é certo, mentre é indubbio l'intervento dell'intermediario postale (figura 4).

Figura 4 - Lettera da Palermo 7.1.1790 a Genova il percorso da Palermo a Napoli è stato effettuato con bastimento mercantile o a mazzi col concorso di un intermediario postale. L'intervento di un intermediario a Napoli è d'obbligo in quanto le poste napoletane consegnavano, a Roma, solo le corrispondenze franche. Il segno di tassa "3" apposto in alto a sinistra, caratteristico segno di tassa di transito napoletano, corrisponde alla tassa di una lettera di un foglio diretta a Genova (da consegnarsi a Roma all'Ufficio della Posta Napoletana). Per la lettera in questione è pertanto dubbio il percorso via mare, ma è certo l'intervento di un intermediario postale a Napoli e forse anche a Palermo (per l'inoltro della posta a peso).

c) La lettera viaggia tramite un intermediario postale; è possibile che copra il, o un tratto, per via di mare (figura 5).

 

- terzo caso: non vi è nessuna indicazione del trasporto, ma le date di arrivo e di partenza fanno presupporre l'inoltro per via di mare.

L'inizio del 1840 porta a un tumultuoso sviluppo della navigazione a vapore. Dal 7.2.42 la tariffa per via di mare da 20 grani viene ridotta a 5 grani, risultando addirittura concorrenziale rispetto ai 10 grani della tariffa via terra tra Palermo e Napoli.

Inoltre sono in funzione da diverso tempo i datari di Napoli e di Palermo. L'apposizione dei datari in arrivo e in partenza permette l'individuazione del percorso. La traversata per via di mare durava 12 ore. Metti che vi era burrasca e la partenza sia rimandata. Tra i due datari deve esserci una differenza di non più di tre giorni per avere la certezza del trasporto per via di mare. È da tenere presente che, sempre intorno al 1840, il percorso Palermo-Napoli per via di terra era effettuato in sei giorni (due giorni la Palermo-Messina e quattro giorni la Messina-Napoli) (figura 6).



- quarto caso: la lettera porta il nome della località ma nessun bollo di partenza mentre figura solo quello di arrivo o di transito.

È ipotizzabile che la lettera sia stata impostata al battello.

La consegna di una lettera a una nave è un fatto comune durante tutto il '700 e una parte dell'800.

L'individuazione di queste lettere varia con il tempo. Dal 1800 circa in poi, data in cui i principali uffici si munirono di propri bolli, si possono individuare per l'assenza del bollo di partenza (figura 7).

Quanto precede non è certamente il compendio sulla rotta delle vie di mare. È uno spunto, un'idea, un guizzo per chi voglia divertirsi intraprendendo un viaggio attraverso la Storia Postale senza essere in possesso di notevoli fortune o di speciali tecniche di sopravvivenza, come sempre più spesso se ne vedono nei convegni.

 

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