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IL “MARCONI MEMORIAL” DEL CAMPO POW 61

di Laura PORCIANI

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E’ Belcher stesso che ricorda e scrive:

Nel 1961,……..…… decisi di approfittare della sistemazione offertami da Cartes, a Broadwell…………
………Fu una vera sorpresa arrivare al campo dei prigionieri di guerra in cima alla collina Wynols Hill e scoprire che avremmo soggiornato proprio lì. Questo ed altri ricordi mi tornarono alla mente quando Dawn Haywood al Dean Eritage Museum mi consegnò una serie di e-mail riguardanti il campo e il suo Monumento, dandomi l’incarico di investigare.

“L’OPERA ITALIANA DISTRUTTA dal PROGRESSO”


Mi ricordo che il campo era molto spartano, con casette di legno e docce tiepide sui freddi pavimenti di cemento. Non c’era il filo spinato, naturalmente, ma c’era un grande Monumento di cemento, a effetto marmo, creato dai prigionieri stessi, molto deteriorato……..…
Le e-mail contenevano fotografie del campo e del Monumento, che era un tributo a Marconi, il genio della radio.

Il Monumento era di dimensioni notevoli e comprendeva un busto del grande Marconi stesso, anche se era scolpito in modo da rassomigliare al DUCE, il dittatore Mussolini………su di esso era scritto in italiano: “A Guglielmo Marconi Mago dell’Etere, i Prigionieri di guerra Italiani, Natale 1944”.
Gli stemmi di varie città e regioni italiane erano bassorilievi dipinti nelle nicchie dei muri che si sviluppavano attorno alla torre centrale.

………Nel 1961, il monumento era in uno stato decrepito. La Local History Society, fece dei tentativi per conservarlo, ma fallì. Il Consolato italiano mandò 250 £ al West Dean District Council, ma questi le rimandò al mittente, dicendo che, il loro ingegnere e il sorvegliante, avevano progetti più importanti cui dedicarsi………
Richard Haworth rispose ad una mia richiesta di informazioni per dirmi che si ricordava di “THE MONNI”, come lo chiamavano i ragazzini del posto, durante gli anni settanta. A quel tempo era già stato notevolmente danneggiato. Il “busto” o statua era ormai scomparso, ma i bassorilievi degli stemmi dipinti sul cemento rimanevano intatti.
Il Monumento era ancora lì nel giorno del Queen’s Jubilee del 1977 e, fu probabilmente abbattuto poco dopo quell’anno stesso, per far spazio alla Wynols Hill Estate
(complesso residenziale).

Richard ricorda che, il campo oltre ad essere stato utilizzato dagli studenti, veniva anche sfruttato dai senzatetto. (inoltre che lui) Andava a scuola con un ragazzo che abitava a Parkend, di nome John Palmizi, il cui padre era stato prigioniero nel campo durante la guerra.
Un vero peccato che la scarsa previdenza da parte delle autorità ufficiali permise che, un simbolo così grande, della storia della foresta e dell’amicizia tra popoli diversi, che erano stati nemici in guerra, venisse distrutto perché non rientrava nei loro piani.
Ma oggi, abbiamo imparato questa lezione, noi della Foresta?”

Dopo aver ringraziato Mr. J. Belcher , importante testimone diretto, Geoff ci ha accompagnate in una biblioteca dove ci ha fatto avere altri articoli su stampa inglese riguardanti il Monumento.

LA FORESTA DI DEAN IN TEMPO DI GUERRA


“..…….Gli Italiani allestirono una delle baracche ad uso di Cappella e costruirono un monumento dedicato a Marconi con tutti i materiali che riuscivano a trovare, tra cui pietre e cemento. Sembrava fatto di marmo, ma in realtà era di cemento pitturato di bianco, con bassorilievi di stemmi araldici di varie regioni pitturate sui muri. Gli Italiani ne andavano molto fieri, e tutti quelli che lo vedevano ne rimanevano colpiti. Adesso non esiste più, ma la gente del posto ritiene sia una disgrazia che sia stato demolito……….”.

 

ARTISTI ITALIANI E GELIDI TEDESCHI

L’affascinante fotografia del campo dei prigionieri di guerra a Broadwell vicino Coleford pubblicato in una recente edizione del Review che ha suscitato grande interesse e ispirato i seguenti racconti di Mr. Norman J. William, di Osbaston, Monmouth.



Egli scrive:

“……arrivarono i prigionieri italiani……
…...Erano dei veri artisti e manodopera specializzata, realizzavano ……. di metallo e vetro. Fu durante questo periodo che dalla finestra della mia stanza vidi la costruzione del monumento……..”

LEZIONI DI UNA VITA


“………lo mostravano in altri tipi di “attività”.
Un altro indicatore di questa relativa felicità e tranquillità che dimostravano avere i prigionieri, in particolar modo gli “artistici italiani”, fu l’erezione di un bel monumento dedicato a Marconi, con su scritti i nomi delle loro regioni di provenienza. Da lontano sembrava essere di marmo bianco, ma in realtà era cemento pitturato di bianco. Questo monumento colpì profondamente gli abitanti del posto, ed era tenuto in altissima considerazione dai prigionieri stessi………”

Il soggiorno a Coleford sarà breve e, con la nostra foto del monumento in mano, abbiamo cercato ogni possibile fonte di informazioni. Cerchiamo contatti con i residenti locali più anziani, i quali osservando la foto, ci sorridevano ritornando col pensiero a quel periodo. Ricordavano quel Monumento molto grande, che era in cemento, ma sembrava di marmo rosato. Ci raccontano che si poteva vedere la torre da molto lontano al punto tale che, con il tempo, era divenuto un punto di riferimento per i cittadini, che lo battezzarono amorevolmente “The Monni”. Tutti erano concordi nel dire che è stato un grosso errore abbatterlo.

Nel pomeriggio, riceviamo una telefonata, molto gradita e inaspettata, da Geoff Davis, il quale ci comunica che domani mattina ci porterà a vedere “quei Mappamondi” in quel giardino.
Il tempo diventa infinito per l’attesa!!

L’indomani siamo tutti puntuali e ci avviamo con la macchina di G. Davis.

Un guasto alla macchina ci fa temere il peggio ma, finalmente: Siamo arrivati!!
Entriamo in una casa, vediamo l’uscita verso un giardino, dobbiamo scendere tre gradini, ai lati dei quali ci sono i “Due Mappamondi” (Globi) appoggiati sull’erba. del prato. Pochi metri oltre, emergono anche le due ali di Colomba. Controllando con fatica l’emozione, prendo dalla mia borsa, il metro, la carta e la penna, appositamente preparati, e misuriamo i preziosi reperti: Circonferenza dei Globi = 215 cm, Lunghezza ed Spessore delle Ali = (112 x 15) cm.

Reperti, del "Marconi Memorial", ritrovati

 

Misurazione dei reperti sul campo

 

Dobbiamo uscire, ancora incredula ho toccato per l’ultima volta quei reperti, avrei voluto avere il registratore adatto per stati d’animo e atmosfera, che li mantenesse nel tempo, come prezioso ricordo.
Il giorno dopo ci incontriamo anche con Terry Halford, molto simpatico e loquace il quale ci consegna un interessante articolo, scritto da lui e riferito al trattamento dei PoW nel Campo 61.
Terry sta raccogliendo, da tempo, tutto il materiale possibile perché il suo desiderio è quello di allestire un Museo di Guerra a Coleford. In cuor mio penso che sarebbe il posto ideale per conservare anche i ruderi di “quel Monumento”.

Il mio viaggio a Coleford carico di emozioni è terminato. Io e Giulia, stupefatte, torniamo felicemente a casa.

Spesso, mi soffermo a pensare a queste scoperte. Ero partita da una fotografia ignota e per me senza storia. Al contrario! E’ una storia bellissima!
Era il monumento, dedicato a Guglielmo Marconi, costruito dai prigionieri italiani, all’interno del Campo 61. Di notevoli dimensioni con 12 m di Larghezza, 10 m di Altezza, e 6 m di Profondità, era molto curato nei dettagli.

Foto ricordo del gruppo dei costruttori del monumento, con dedica del capo campo

Purtroppo, per ragioni urbanistiche, nonostante il contributo italiano per il restauro, il monumento fu abbattuto definitivamente nel 1977, con grande disappunto di molti residenti.
La realizzazione fu sicuramente un lavoro molto impegnativo, considerando anche il fatto che i PoW non avevano i materiali e le attrezzature adeguate. Tutto era realizzato con inventiva e mezzi di fortuna e solo negli orari del loro ”tempo libero”.

Al loro rimpatrio, stanchi e delusi, quasi nessuno dei Prigionieri ha voluto parlare di quel periodo, compreso mio padre.
Nessuno mi aveva saputo dare informazioni precise sul perché di tale costruzione, ma io credo che, solo motivazioni profonde come l’orgoglio italiano, la nostalgia di casa e l’amor di Patria abbiano potuto dare tanta volontà e determinazione.

Dopo le mie lunghe ricerche, i viaggi a Coleford, il mio libro, il modello in scala del Monumento e il Video in 3D, ritengo che, oggi, il significato del grande valore di quel manufatto, sebbene distrutto e quasi dimenticato, ritrasmetta un forte messaggio

di Unione e di Pace tra i Popoli.

prossimamente:

la ricostruzione virtuale 3D con audio del Campo 61