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  La Regia Strada Aretina da Firenze alla Torricella
di Fabiana Susini e Roberto Monticini

PERCORSO: Posta cavalli: legislazione, strade, attori > questa pagina

La strada Aretina (1)

"La strada per Arezzo, che diversamente da oggi non si sviluppava lungo l'Arno fino dall'inizio ma solamente a partire dalla borgata di Incisa distante parecchie miglia da Firenze, nonostante la sua importanza non era ancora perfettamente rotabile alla metà del XVIII secolo. Per renderla «tutta capace di carreggio» al precipuo scopo di facilitare «il trasporto dei viveri tra il Fiorentino e l'Aretino» occorse un'opera di ricostruzione che, più volte interrotta e ripresa, durò quasi trent'anni, sotto la Reggenza e sotto Pietro Leopoldo.
I primi lavori furono messi all'incanto con una notificazione dei «Deputati sopra le strade e i ponti di Firenze» del 14 luglio 1761. Riguardavano il tratto «dalla porta di San Niccolò di Firenze fino a tutto il Borgo dell'Incisa» e consistevano nel generale «riattamento e restituzione della strada» e in numerosi «trasmutamenti» ossia varianti; il tutto come prescriveva una «relazione» dell'ingegnere Anastagi datata 30 giugno 1761.
L'appalto toccò agli impresari Lorenzo Porri e Francesco Metti per 43.870 scudi. Il completamento avvenne soltanto nel 1766; la spesa era salita a 48.793 scudi. A breve distanza da questo completamento, la continuazione del restauro fino ad Arezzo veniva proposta al granduca, come lavoro di pubblica utilità e «per sollievo dei poveri», da Filippo Guadagni, allegando un'altra relazione dell'Anastagi sui lavori da farsi fino al bosco di Malafrasca, poco oltre Levane. Avuto il rapporto del Guadagni, Pietro Leopoldo ordinò subito che la strada si facesse (rescritto del 27 febbraio 1767). I lavori furono appaltati a Francesco Metti da Incisa a Figline, a Giovanni Porri da Figline a San Giovanni, a Domenico Pesciulli e Giovanni Tortoli da Montevarchi a Levane e a Felice Tortoli da Levane in poi e la strada venne «ridotta di buon grado e barrocciabile» fin quasi a Malafrasca, anche se il restauro non fu generale ma «per tratti interrotti».
Il 26 maggio 1770 G. Battista Nelli, preposto alla Camera delle Comunità, presentava al granduca una relazione sulla postale Aretina «per terminarla nel totale». Due erano i progetti in discussione. Il primo di migliorare la strada esistente col tracciato Ponte del Romito-Monsoglio-Ponte a Buriano-Quarata, rendendola carreggiabile; il secondo di aprire un nuovo percorso che avesse origine al Ponticino, tra Malafrasca e l'Osteria di Montalto (circa al km 45 della strada attuale), toccasse Pieve a Maiano e Pratantico ed entrasse all'ultimo nello «stradone di San Leo» conducente alla porta San Laurentino di Arezzo. Il Nelli propendeva per il secondo. A questo andò anche la preferenza del granduca che con rescritto del 12 giugno 1770 ne ordinò la costruzione accettando il preventivo di scudi 46.253 fatto dal Salvetti e assegnando per i lavori del primo anno 16.000 scudi dai proventi della Imposizione della strada Pistoiese. Incominciava l'ultima fase del rifacimento della strada.
«Si pose mano a costruire la detta nuova strada» (gli impresari erano i fratelli Tosi) alla fine di luglio, ma in ciò che restava del 1770 venne concluso ben poco sia per la pioggia sia per la «scarsità degli operanti originata da molti lavori che in diverse parti contemporaneamente si facevano». Le cose andarono meglio l'anno dopo, però non molto, dato che nel gennaio del '72 risultavano fatte solo 3 miglia di strada. Nel 1773 il granduca ordinò l'inghiaramento del tratto dalla porta San Laurentino di Arezzo a San Leo, comprendente il ponte delle Carcerelle; ma si trattò di un lavoro limitato, intrapreso per lenire la disoccupazione e che venne sospeso dopo due mesi. Gli impresari Tosi continuavano però l'opera loro lavorando «verso il Palazzone». Continuarono i finanziamenti negli anni successivi (15 .000 scudi nel 177 4, 15 .000 nel 1775 e 10.000 nel 1776, tutti sui proventi dell'Imposizione della strada Pistoiese) e quindi continuarono i lavori. Ma nonostante questo, e nonostante gli incitamenti del granduca a fare presto perché «andava a rendersi impraticabile la strada usuale per Ponte a Romito e Monsoglio», nel 1777 la nuova costruzione arrivava solo al Cerro (otto chilometri da Arezzo) e per il tratto rimanente esistevano ancora problemi di tracciato: si proponeva di non dirigersi più ad Arezzo, ma a sud-est puntando, attraverso San Zeno, all'Olmo «sulla via di Perugia». I sostenitori della traversa Cerro-Olmo, dicevano che oltre ad abbreviare il cammino, essa avrebbe servito le località (Ponte a Chiani e Ponte alla Nave) dove affluivano, per essere portati alla capitale, il grano e gli altri prodotti della ferace Valdichiana. A questo progetto reagirono violentemente gli Aretini. Appoggiandosi alla storia, alla legge e alla consuetudine essi affermarono il loro diritto di non perdere la postale per l'Umbria e per Roma e chiesero formalmente che l'arteria in costruzione proseguisse come era stato stabilito dal Cerro in poi: una eventuale diramazione verso la Valdichiana doveva terminare «omninamente» al Ponte alla Nave, in modo da restare un ramo morto incapace di permettere nel viaggio Firenze-Perugia la possibilità di lasciar fuori Arezzo.
Decidere, naturalmente, spetta al granduca. Perché ciò possa avvenire, il 17 novembre 1777 viene ordinato all'ingegner Salvetti di visitare «la progettata linea della strada trasversale che dal punto del Cerro della nuova strada aretina dovrebbe condurre a quello detto l'Osteria del Bastardo e ad altri luoghi della Valdichiana», considerando la possibilità d'una variante Cerro-Ponte a Chiani-Arezzo o simile, capace di rendere la nuova strada regia utilizzabile anche per la Valdichiana. Salvetti, dovendo fare anche una pianta precisa del tracciato prescelto, impiega parecchi mesi e gli ordini del granduca arrivano solo in data 25 agosto 1778, nei termini seguenti. La strada regia Aretina dal Cerro proseguirà per Ponte a Chiani e per Ponte alla Nave, andando a sboccare nella strada esistente di Perugia presso la località Il Matto (situata a sud dell'Olmo e quindi ancor più distante da Arezzo): questo per «provvedere al più facile e meno dispendioso trasporto dei prodotti alla Valdichiana e insieme rendere più breve la strada che conduce allo Stato Pontificio». Ma «per comodo della città di Arezzo» si deve anche realizzare la già promessa strada di Pratantico (nel primo tratto da costruire, e nell'ultimo, corrispondente allo «stradone di San Leo» da «resarcire»): sarà considerata «strada comunitativa» e affidata per la manutenzione alla Comunità di Arezzo, naturalmente con un contributo: 160 scudi l'anno.
Arezzo dunque, secondo queste disposizioni, non sarebbe stata toccata dalla strada regia, ma semplicemente collegata a essa da un raccordo comunitativo.
Di fatto, essa beneficiò interamente della nuova opera. Salvetti ebbe l'incarico della «relazione» sul tronco Cerro-Arezzo (circa 4 miglia) e la presentò all'inizio del 1779 preventivando una spesa di 7605 scudi. Fu proposto al sovrano di affidare l'opera alla Comunità di Arezzo: proposta approvata. In conseguenza la Comunità predetta nella primavera del 1779 si prese l'impegno di far eseguire i lavori e li diede in appalto. Alla fine del 1787 erano stati spesi per il proseguimento della strada Aretina da Malafrasca ad Arezzo 69 .636 scudi: una somma tale che il tronco doveva essere compiuto o quasi. Però dopo la data predetta fu approvato ancora un lavoro importante: la ricostruzione del ponte delle Carcerelle, a un arco, sul torrente Castro, per la quale il granduca diede il benestare il 4 aprile 1788. Quanto al ramo indirizzato verso la Valdichiana risulta che venne realizzato, almeno in parte. Nel 1781 era ultimato il «risargimento totale» del tronco Cerro-Ponte a Chiani-Bastardo e il padre Cosimo Peintinger che lo aveva diretto, stava studiando il proseguimento fino a Il Matto.
Anche il rimanente della strada postale, da Arezzo al confine con lo Stato pontificio verso il lago Trasimeno, risulta essere stato migliorato. Nel marzo 1778 vennero infatti approvati i lavori per «rimettere in buon grado» il tratto compreso nel territorio della Comunità di Arezzo per lire 18.138 e quello compreso nella Comunità di Cortona importante lire 14.999 e quello della Comunità di Castiglion Fiorentino, per lire 7113: spese «forti» giustificate in parte con l'abbandono nel quale era rimasta ultimamente la strada. Inoltre fu aperta una variante per evitare l'aspra salita (con relativa discesa) di Castiglion Fiorentino.
Il tracciato dell'Aretina, con le pendenze e contropendenze del tratto iniziale, appariva insoddisfacente già ai tecnici del Settecento: «Perché mai – scriveva il ricordato matematico Ferroni - i nostri Antichi non han veduto che in cambio del Poggio di San Donato, su cui sale adesso, e da cui discende la Strada Regia, la quale introduce nell'Umbria, la natura la richiamava piuttosto, per divenir quasi piana, a passare, venendo da Perugia, sotto l'Incisa dalla parte opposta dell'Arno mediante il Ponte di Rignano ed a piè della Vallombrosa e sempre accanto al fiume... congiungersi al Ponte a Sieve?».
La strada non doveva distinguersi nemmeno per imponenza di opere d'arte: erano frequenti i ponti e i ponticelli, specie nel tronco del Valdarno, ma di essi non sapremmo indicarne nessuno di grande mole o di struttura particolarmente interessante.
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Inizio questa pagina con quello che più di autorevole e scientifico si possa trovare sull'argomento e che nel modo migliore sintetizza le variazioni del percorso succedutesi nel tempo sulla Strada Regia Aretina e che sono, in sostanza, ancora quelle per chi oggi la percorre ed anche le medesime che hanno successivamente accompagnato anche la scelta del percorso autostradale.

Lo studioso di storia postale non guarda la sola letteratura, ma anche le fonti legislative, seguiremo pertanto le mutazioni delle stazioni di posta attraverso i diversi regolamenti che si sono susseguiti dal 1746 sino all'avvento della strada ferrata che segnerà la fine delle Stazioni di Posta per far luogo alle Stazioni Ferroviarie. Stazioni e percorso ferroviario che sostanzialmente non porterà modifiche a quello viario anche perchè popolazione-infrastrutture-economia procedono quasi sempre di pari passo.

Firenze – Pian della Fonte – Levane – Arezzo - Camoscìa – Torricella 1746

Stazioni di posta tratte da:

- 6 giugno 1746 - Regolamento universale da osservarsi da' Corrieri, Procacci, Postieri, Vetturini ecc.

- 30 aprile 1752 – Tariffe

Firenze – Incisa – Levane – Arezzo – Camuscìa – Torricella 1782

Stazioni di posta tratte da:

- 18 maggio 1782 – Regolamento e tariffa universale per le poste di Toscana

- 22 marzo 1788 - Regolamento e tariffa generale per tutte le poste di Toscana

- 27 giugno 1803 – Regolamento e tariffa generale delle poste in Toscana

- “Itinerario Italiano – che contiene la descrizione dei viaggi per le strade più frequentate alle principali città d’Italia” Firenze, 1806, quinta edizione (2)

- Bullettin des lois della Giunta di Toscana n. 79, dei 14 settembre, e 14 novembre 1808: Nuova organizzazione delle poste per le lettere in Toscana dalla norma si ricava:

... XI. Sarà fatto il servizio fra Firenze, e Arezzo tre volte la settimana con biroccio tirato da un cavallo; e da Arezzo a Perugia due volte per settimana, e a cavallo,
Da Arezzo a S. Sepolcro due volte per settimana , e a piedi.
Da Arezzo a Poppi due volte per settimana, e a piedi.


- “Bullettino delle Leggi” n. 128 del 7 gennaio 1809 (Strada da Firenze a Roma passando per Arezzo e Perugia).

Firenze – S. Donato - Incisa – Levane – Arezzo – Camuscia - Torricella 1814

Stazioni di posta tratte da:

- 12 agosto 1814 – Regolamento e tariffa generale delle poste in Toscana

>> - 26 dicembre 1817 - Apertura di una stazione di posta in loc. Castiglion Fiorentino sulla “strada aretina” nella tratta Arezzo – Camuscia

Firenze - Pontassieve - Incisa - S. Giovanni - Levane - Ponticino -

Arezzo - Rigutino - Camuscia - Case del Piano


1825

Stazioni di posta tratte da:

- Il 20 gennaio 1825 il Soprintendente Generale delle Poste pubblica la tabella di seguito nella quale Pontassieve compare per la prima volta come Stazione di Posta, come pure S. Giovanni, Ponticino e Rigutino, la Strada Regia non attraversava più nè il S. Donato, nè Ponte Buriano e Quarata. Non troviamo però indicazioni sulla stazione di posta di Castiglion Fiorentino che è stata aperta nel 1817.

>> 1° novembre 1825 - Con motuproprio di Leopoldo 2° le strade assumono un numero d’ordine ed alla Strada Aretina, dalla Porta S. Nicolò della città di Firenze per Arezzo fino al confine Pontificio viene assegnato il numero 10.

>> 19 dicembre 1827 - Regolamento e tariffa generale delle Poste di Toscana. Conferma le poste della tabella: Firenze – Pontassieve – Incisa – S. Giovanni – Levane – Ponticino – Arezzo – Rigutino – Camuscia – Case del Piano

>> Nuovo assetto viario: Prospetto e stato nominale delle Strade Regie del Granducato

Con motuproprio del 22 novembre 1839 viene rivisto l’intero assetto dell’organizzazione viaria con nuovi numero d’ordine delle strade classificare come Regie Postali.
Per la sua lettura ricordo che dal 1/11/1825 il Compartimento Aretino comprendeva anche la Val di Chiana senese, Verghereto, Monte Santa Maria Tiberina e Lippiano.
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n. 2 - Strada romana per Arezzo – da Firenze al confine Pontificio presso il Trasimeno per il Ponte a Sieve, Incisa e Arezzo – compartimenti di dipendenza: Fiorentino e Aretino,
n. 4 - Strada Aretina per S. Donato – da Firenze all’Incisa; per S. Donato – Compartimento Fiorentino
n. 5 - Strada di Urbino – da Arezzo al Confine Pontificio presso Cospaja; per S. Sepolcro – Compartimento Aretino
n. 6 - Strada da Arezzo a Siena – Dalla Via Regia Romana presso l’Olmo al di là di Arezzo fino a Siena; per Monte S. Savino, Palazzuolo e Val di Biena – Compartimento Aretino e Senese
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>> Nuovo assetto viario: Prospetto e stato nominale delle strade provinciali del Granducato:
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n. 6 – Strada Casentinese – da Pontassieve a Arezzo; per la Consuma, Borgo alla Collina, Rassina e Subbiano – Compartimento Fiorentino e Aretino
n. 7 – Strada della Valle Tiberina – da Bibbiena a S. Sepolcro; per l’Alvernia e Pieve S. Stefano – Compartimento Aretino
n. 8 – Strada traversa di Sestino – Dalla provinciale della Valle Tiberina presso la Pieve S: Stefano fino al confine Pontificio oltre Montarone; per l’Alpe di Via Maggio e Sestino – Compartimento Aretino
n. 9 – Strada Valdarnese – Dall’Incisa a Arezzo, sulla destra dell’Arno fino al Ponte a Buriano, e quindi Quarrata e il Ponte del Maspino – Compartimento Fiorentino e Aretino
n. 10 – Strada di Loro e Reggello – Dalla Strada Regia Romana per Arezzo presso Leccio sino a Loro, per i territorj di Reggello e Pian di Scò – Compartimento Fiorentino e Aretino
n. 11 - Strada Chiantigiana - Dalla Regia Aretina per S. Donato presso il Bandino sino alla Via Regia da Arezzo a Siena presso al ponte del Grillo; per i territorj di Bagno a Ripoli, Galluzzo, Greve, Radda, Gajole e Castelnuovo Berardenga – Compartimento Fiorentino e Senese
n. 12 – Strada da Levane alla Val di Biena - Per le Valli d'Ambra e di Coggia fin presso ai Ponte di Grillo sull'Ombrone – Compartimento Aretino e Senese
n. 13 – Strada traversa del Castagno - Dalla Strada Provinciale di Levane alla Val di Biena presso il Villaggio d'Ambra fino alla Via Regia da Arezzo a Siena presso Palazzuolo – Compartimento Aretino
n. 14 – Strada da Siena a Cortona - Dalla Strada Regia fra Arezzo e Siena presso il Ponte di Grillo sull'Ombrone fino a Cortona; per il territorio di Rapolano, le Vallesi presso Lucignano, Fojano, Farneta e Camuccia – Compartimento Senese e Aretino
n. 15 – Strada traversa del Sentino - Dalla Strada tra Siena e Cortona sino alla Lauretana presso S. Gemignanello – Compartimento Senese
n. 16 – Strada Cassia o Longitudinale per la Val di Chiana - Dal Cerro sulla Regia Romana per Arezzo fino al confine Pontificio di Città della Pieve; per il Bastardo, il Toppo, Montagnano, Fojano, Bettolle, Acqua viva e presso Chiusi – Compartimento Aretino
n. 17 – Strada Lauretana – Dalla Strada Regia fra Arezzo e Siena presso le Taverne d'Arbia, fino all'incontro della Strada Cassia in prossimità del fosso a Cornio; e da questa strada alla voltata di Gracciano fino a Camuccia - Compartimento Senese e Aretino
n. 18 - Dalla Lauretana presso Asinalunga fino ai Cannicci sulla Regia Via Grossetana; per Montisi, Val d'Asso, Torrenieri, Montalcino e Poggio alle Mura – Compartimento Aretino, Senese e Grossetano
n. 19 – Strada traversa di Montepulciano - Da S. Quirico sulla Via Regia Romana fino alla Via Cassia presso Nottola; per Pienza e Montepulciano – Compartimento Senese e Aretino
n. 20 – Strada traversa dalla Regia Romana alla provinciale - Dalla Novella sulla Strada Regia Romana per Siena fino a Chiusi; per S. Casciano dei Bagni, Sarteano e la Querce al Piano – Compartimento Senese e Aretino.

Firenze (per S. Donato) – Incisa – Levane – Arezzo – Camuccia – Case del Piano 1852

Stazioni di posta tratte da:

- 20 dicembre 1852 - Soppressione delle stazioni di posta su 4 strade postali tra cui, sulle Regia Postele Aretina: Pontassieve, San Giovanni, Ponticino e Rigutino; nuove distanze per corrieri e staffette con il ritorno al vecchio tracciato che attraversa S. Donato:

- 30 gennaio 1856 - Stazioni postali del Granducato con lunghezze e percorrenze


PER CONCLUDERE:

Da Firenze all’Incisa:

I due percorsi da Firenze fino ad Incisa: (in verde) attraverso il S. Donato o (in bianco) per Pontassieve

 

Il percorso dal S. Donato nella carta di Antonio GIACHI, SECONDA META’ XVIII SECOLO)

 

- Fino agli anni venti del 1800, la Strada Regia Aretina da Firenze arrivava all’Incisa attraverso il S. Donato.
- Almeno dal 1825 non attraversa più S. Donato ma Ponte a Sieve per poi ricongiungersi all’Incisa e riprendere il vecchio tracciato.
- Dal 1856 riprende il vecchio percorso attraverso S. Donato.

Quest’ultima variante potrebbe essere stata indotta dalla nobile famiglia di origine russa: Demidov oppure Demidoff, stabilitisi definitivamente a Firenze nel 1825 nella Villa San Donato, nella zona della chiesa di S. Donato in Polverosa. Essi furono grandi benefattori per Firenze ed uno dei discendenti, Anatolio Demidoff, fu nominato primo principe di San Donato dal Granduca Leopoldo II.

- Il tratto doveva pertanto vedere l’attraversamento di Incisa, Palazzuolo, San Donato in Collina, l’Apparita, il Bigallo, Bagno a Ripoli e Porta San Nicolò (3).

Da Levane ad Arezzo:

(Manoscritto Antonio GIACHI, SECONDA META’ XVIII SECOLO)

- La vecchia Regia Aretina attraverso il Ponte Romito: "Il Campione viario del 1798 ci permette di indicare con precisione qual era l’inizio di questo importante percorso, la via Fiorentina per eccellenza. Da Porta S. Lorentino la strada portava verso Montione attraverso il Ponte nuovo delle Carcerelle e attraverso il Campo del Sasso si dirigeva verso Quarata, Ponte Buriano, Costa di Ferro, la Doccia e Osteria Nuova, Capannelle, Quercie delle Casacce immettendosi nella strada che da Laterina va a Castiglion Fibocchi, Monsigliolo, Ponte Romito, Montalto, Malafrasca, Ricavo ed infine Levane". (2)

- Non sono in grado di indicare in quale anno la Strada Regia abbandona il percorso di Quarata per quello nuovo di Ponticino – Pieve a Maiano, potrebbe essere intorno al 1815. Vero è che la strada, all’altezza di Laterina, invece di proseguire per la Setteponti, poteva dirigersi verso Ponticino e Pieve a Maiano, senza dover necessariamente proseguire alla volta di Quarata.

Le due immagini illustrano i particolari dei percorsi alternativi tra Firenze e Incisa e tra Levane e Arezzo, sono tratte da una carta del 1820. Questo ci aiuta a dimostrare che, a quella data, la strada regia passava per S. Donato e non per Ponte a Sieve (dalla tabella del 20 gennaio 1825 possiamo rilevare la variazione del percorso), infatti la strada "segnata" risulta anche priva del proseguimento per Incisa.

Sempre dalla carta del 1820 si rileva che la Strada Regia, nell’ultimo tratto verso Arezzo, transita per Levane, Pieve a Presciano e Bastardo e non per il Ponte Romito, Ponte Buriano e Quarata, percorso che evidentemente era stato abbandonato prima di quella data.

  La Regia Strada Aretina Parte introduttiva
APPARITA SAN DONATO
PONTE A SIEVE INCISA
SAN GIOVANNI LEVANE
PONTICINO BASTARDO
AREZZO RIGUTINO
CASTIGLION FIORENTINO CAMUCIA

1) - D. Sterpos, Le strade di grande comunicazione della Toscana verso il 1790, 1977, Firenze, Sansoni Editore
2) - V. Alfani, Le Regie strade postali in Toscana 1700 – 1849, Firenze, 2003
3) - A. Bacci, Antica Viabilità Aretina, dal campione di Strade e Fiumi del 1798, 1998, Calosci, Cortona

Bibliografia per approfondire l'argomento

V. Alfani, Le Regie strade postali in Toscana 1700 – 1849, Firenze, 2003
V. Alfani, Toscana - Organizzazione postale del 1700 al 1851, Florence Center Srl, Firenze 2007.
A. Brilli, Grandi viaggiatori in Terra di Arezzo, 1985, Firenze, Arti grafiche il Torchio
S. Chieppi, La Toscana in diligenza, Firenze 1993, stampato in proprio.