S. P. del Regno delle due Sicilie

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I collegamenti postali tra la Sicilia
e altre località durante il 1848-1849

di Giuseppe MARCHESE

Durante la rivoluzione siciliana del 1848-49 la Sicilia venne a trovarsi nuovamente isolata postalmente: ciò a causa della posizione geografica e della dipendenza postale da Napoli.

Ma per meglio comprendere questo isolamento è opportuno spendere due parole sull'organizzazione postale nel periodo pre-insurrezionale.

Il servizio postale da e per i paesi esteri avveniva tramite Napoli.

Per via di terra vi era un collegamento giornaliero che lasciava e prendeva la valigia della posta a Messina: da lì un collegamento giornaliero la portava a Palermo oppure tre volte la settimana a Catania. Da queste due località poi veniva smistata alle definitive destinazioni.

Per via di mare i collegamenti erano tenuti da tre vapori postali. Due di questi collegavano Palermo-Napoli e Messina-Napoli e viceversa una volta la settimana da ogni singola località.

Oltre a questi collegamenti con Napoli vi erano, sempre per via di mare, quelli con i paesi esteri.

Con la Francia vi erano servizi regolari a mezzo vapori postali in forza di una convenzione postale stipulata nel luglio 1842. Tuttavia questi collegamenti postali non erano diretti tra Sicilia e Francia, ma erano tenuti tramite Napoli. Infatti la convenzione postale franco­napoletana del 27.7.1842 stabiliva che la corrispondenza tra i due paesi poteva essere scambiata tramite gli uffici di posta di Napoli da una parte e di Parigi, Marsiglia, Costantinopoli, I Dardanelli, Smirne, Alessandria, dall'altra.

Questa imposizione di avere solo Napoli come posto di scambio arrecava un grave danno alla Sicilia, danno oltre che di tempo anche denaro: di tempo perché il vapore dalla Francia non poteva portare la corrispondenza direttamente a Messina, ma consegnarla a Napoli; di denaro perché nel computo della tassa interna, oltre a quella dovuta alle poste francesi, il destinatario siciliano doveva pagare il tragitto da Napoli alla sua sede.

Infine oltre a questi collegamenti, diciamo così regolari, ve ne erano altri saltuari.

Era infatti norma comune che un bastimento di commercio, un veliero, una barca a vela o anche un peschereccio portassero dai luoghi di approdo alla Sicilia e viceversa lettere consegnate dai privati. Il regolamento postale prescriveva che all'arrivo in un porto del regno delle Due Sicilie le lettere dovevano essere consegnate all'ufficiale di posta o alla polizia, ma la norma era largamente disattesa e prosperava un traffico di lettere che non passava attraverso la posta.

Ci pare evidente che Napoli tenesse sotto rigido controllo la corrispondenza diretta in Sicilia facendola passare tutta da Napoli: questo ci induce a credere che, come per le altre amministrazioni postali più «evolute», anche Napoli indulgesse al vizio di aprire e controllare la corrispondenza dei cittadini.

Con la rivoluzione siciliana del 1848 questo elaborato sistema postale entrò in crisi. I primi a fermarsi furono i collegamenti via mare dalla Sicilia a Napoli. Quelli internazionali tramite i vapori francesi continuarono a dirigersi a Messina ma in virtù della convenzione non poterono scaricare la posta direttamente a Messina.

Solo un canale postale restava aperto: quello via di terra per le Calabrie, mentre i battelli commerciali che battevano il Mediterraneo fungevano da preziosa valvola di sfogo in questa situazione di emergenza.

Questi battelli facevano parte di piccole compagnie private che operavano nel Mediterraneo come la Compagnia Sicardi, napoletana, la compagnia Rustand e la Fraissenet, ambedue francesi, e la società dei battelli a vapore siciliani del Florio.

Queste ed altre compagnie si presume trasportassero corrispondenza nei loro viaggi anche se abbiamo notizia da un giornale del giugno 1848 che «i vapori della Compagnia Sicardi avevano avuto l'ordine dal Governo Borbonico di non toccare alcun porto della Sicilia nei loro viaggi per Malta».

Il Governo Siciliano cercò in tutti i modi di superare l'isolamento riuscendo nell'ottobre 1848 ad ottenere l'approdo a Palermo dei vapori della Compagnia Rustand nei seguenti giorni:

- da Marsiglia a Palermo, toccando Genova e Livorno: 27 ottobre; 7, 17, 27 novembre; 7, 17, 27 dicembre.

- da Palermo per Ponente, toccando Livorno, Genova, Marsiglia: 29 ottobre; 19 e 29 novembre; 19 e 29 dicembre.

- da Palermo per Levante toccando Malta, Sira, Smirne, Costantinopoli: 8 novembre; 8 dicembre.

Nello stesso periodo, caduta Messina sotto controllo napoletano e non volendo o non potendo effettuare uno scalo a Palermo, le Messaggerie Imperiali decisero di effettuarlo nel porto di Trapani, situato nell'estremità occidentale dell'isola a circa 100 km da Palermo...

La corrispondenza proveniente dall'estero veniva indirizzata al Vice Console francese che a sua volta la inoltrava al direttore delle Poste di Trapani. Questi formava immediatamente un dispaccio e con una staffetta lo inoltrava al Delegato delle Poste in Sicilia di Palermo.

Anche per un certo quantitativo di lettere in partenza, si reputa di una certa importanza, avveniva la trafila verso il console francese che le consegnava poi al comandante del bastimento in partenza da Trapani, sia per la linea di Ponente che quella di Levante.

Questa attività nel porto di Trapani ebbe termine il 25.4.1849 con il naufragio del vapore Ramsete e la fine della rivoluzione siciliana.


Cronologia degli avvenimenti principali dal punto di vista postale.

Febbraio 1848: inizio dell'insurrezione. Si interrompono i collegamenti postali via mare Palermo-Napoli e viceversa.

Giugno 1848: la compagnia Sicardi interrompe le comunicazioni con la Sicilia, toccando Messina sulla via di Malta.

Luglio 1848: interrotte anche le comunicazioni postali attraverso le Calabrie per via di terra.

Settembre 1848: Messina viene occupata dalle truppe borboniche. I vapori francesi del Mediterraneo non effettuano più la fermata.

Ottobre 1848: accordo con la compagnia francese Rustand per la sosta a Palermo e il trasporto della corrispondenza verso Genova, Livorno e Marsiglia, Malta, Sira, Smirne, Costantinopoli.

Ottobre 1848: i vapori francesi del Mediterraneo effettuano una fermata a Trapani nel percorso verso Levante e verso Ponente. I Capitani dei bastimenti accettano e lasciano posta tramite il console del loro paese.

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