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		 Comunicato stampa dell'ISSP pubblicato su 
		  il postalista 
    
		
          
		
        Protagonisti lettere ed archivi 
         
        Svolto oggi all’Archivio di stato di Prato il nono “Colloquio di 
        storia postale” sul tema “I testi delle lettere come fonti per la 
        ricerca tra storia ed epistolografia”. Dieci gli specialisti 
        intervenuti. La sintesi delle relazioni 
         
        Prato (19 maggio 2012) – Le lettere esaminate a 360 gradi: per i 
        contenuti, naturalmente, soprattutto se hanno un particolare interesse 
        storico o documentale, e per gli involucri, tipicamente le buste. Ma, 
        ancora, l’analisi si è estesa ai sistemi di spedizione dei messaggi, la 
        loro conservazione, e senza trascurare l’interpretazione, con tutte le 
        problematiche che ciò comporta.  
        È un po’ questo il senso di quanto vissuto questa mattina all’Archivio 
        di stato di Prato. Dove l’Istituto di studi storici postali ha firmato 
        il nono “Colloquio di storia postale”, caratterizzato dal filo 
        conduttore “I testi delle lettere come fonti per la ricerca tra storia 
        ed epistolografia”. Dieci gli interventi che si sono succeduti. 
        “Anche questa volta -commenta a bocce ferme il direttore dell’Istituto, 
        Andrea Giuntini- abbiamo verificato la validità della formula che 
        miscela interventi di collezionisti e di ricercatori. Un valore aggiunto 
        per la storia postale di questo Paese”. 
        Nei prossimi giorni, sul sito dell’Issp (www.issp.po.it) saranno 
        disponibili degli approfondimenti riguardanti i singoli contributi.  
          
		
          
		
        
         
        LE RELAZIONI IN SINTESI 
         
        Maria Raffaella de Gramatica, “Carteggi privati negli Archivi di 
        stato: prospettive di ricerca” - Gli archivi familiari giunti in più 
        tempi negli Archivi di stato rappresentano una fonte di particolare 
        interesse per la ricerca storica. Una ricerca che oggi sembra sempre più 
        indirizzata a valorizzare anche fonti private per la ricostruzione di 
        eventi pubblici, interroga i documenti proprio per scoprire il lato 
        privato della storia. La trama fitta dei rapporti personali testimoniata 
        da spesso voluminosi pacchi di lettere permette di intravedere lo 
        svolgersi quotidiano di scelte politiche, economiche, religiose. 
        Riprendere quindi a riordinare e pubblicare i carteggi privati 
        costituisce un obiettivo non secondario. 
         
        Adriano Cattani, “1775, Contatti commerciali col Nuovo mondo: 
        Venezia-Rio de Janeiro” - Verso la fine del Settecento, i mercanti 
        veneziani, smentendo un'opinione comune che vuole Venezia in totale 
        decadenza economica, volgono i loro interessi verso il Nuovo mondo. Una 
        serie di lettere rintracciate sono testimoni di una via commerciale e 
        postale cercata ed intrapresa verso il Sud America, in particolare verso 
        Rio de Janeiro. L’intermediario si trova a Lisbona, porto di attracco 
        per i velieri diretti oltre l’Atlantico o da lì provenienti con le 
        ricche merci. 
         
        Lorenzo Carra, “Sotto, dentro… fascetta” - Lunghi messaggi, delle 
        vere e proprie lettere. Per nasconderli, un francobollo o più 
        francobolli non erano sufficienti: occorreva qualcosa di più grande e vi 
        fu chi pensò di metterli sotto, dentro le fascette per giornali. E 
        quello che fecero nel 1878 due studenti di Torino per raccontarsi le 
        loro avventure. Ciò che si scrissero era veramente curioso, piccante, 
        boccaccesco…  
         
        Donatella Schurzel, “I rapporti della Serenissima con le terre 
        dell’Adriatico orientale tra XVIII secolo e 1848” - Le missive 
        dimostrano quanto fossero stretti e continuativi i rapporti tra la 
        Serenissima e le terre dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia tra 
        Settecento ed Ottocento, sia dal punto di vista economico che 
        politico-sociale e culturale. Confermando una condivisione di vita 
        pubblica che, da una parte e dall'altra dell'Adriatico, veniva condotta 
        in nome di un'unica lingua e di interessi e storia comune. 
         
        Carlo Cetteo Cipriani, “Spulciando fra le cartoline dalla Dalmazia 
        (al tempo dell’occupazione italiana della Dalmazia dopo la Prima guerra 
        mondiale)” - Non essendoci mezzi elettronici, la posta era l’unico 
        mezzo per comunicare fatti, pensieri, speranze ed ansie, l’affetto ai 
        familiari lontani, le vicende della polis. In genere si leggono le 
        lunghe lettere d’amore, le relazioni, le corrispondenze commerciali. Ma 
        quasi nessuno valuta le cartoline che pure contengono in breve, quasi 
        sms antichi, informazioni utili alla ricostruzione delle vicende. La 
        lente si è soffermata sugli elementi storici presenti in alcune 
        cartoline che dalla fine del 1918 al 1922 partirono dalla Dalmazia 
        redenta. 
         
        Claudio Ernesto Manzati, “Storia della posta o posta della storia?” 
        - La ricerca sistematica del filatelista inizia dai francobolli e solo 
        successivamente l'interesse si rivolge alle lettere. Presto si orienta 
        al loro contenuto e con esso al periodo storico. Poi, si giunge su un 
        crinale: storia della posta o la posta testimonianza tangibile della 
        storia? Poco importa sapere se esiste questo confine o se i due approcci 
        siano intrecciati in un legame indissolubile. La sete di conoscenza e la 
        ricerca iniziate con un hobby giungono a maturità con la voglia di 
        raccontare e tramandare per iscritto le proprie conoscenze. 
         
        Maria Grazia Chiappori, “Aspetti sociali e culturali nella Fiume di 
        fine '800: la corrispondenza di Giovanni e Lodovico Holtzabeck” - Il 
        contributo intende rintracciare i fermenti culturali che animarono la 
        cosmopolita Fiume tra la fine dell’Ottocento ed i primi anni del 
        Novecento, testimoniando l’importante ruolo di difesa dell’identità 
        culturale italiana svolto da associazioni e sodalizi come la Giovine 
        Fiume ed il Circolo letterario. La specifica condizione di Fiume, cui le 
        molte vicissitudini hanno negato di fatto una memoria storica, rende 
        determinanti i documenti epistolari per la ricostruzione dell’atmosfera 
        culturale della città. 
         
        Fabio Vaccarezza, “La posta in bottiglia” - Nell’immaginario 
        collettivo, i messaggi in bottiglia si associano alla richiesta di 
        soccorso da parte di un naufrago sperduto su un'isoletta. Raggruppando i 
        messaggi per contenuto, il relatore, oltre alla categoria degli “sos”, 
        ne ha individuate altre quattro: i diari dei marinai a futura memoria, 
        le richieste di inoltro personale, le proposte di amicizia ed infine le 
        ricerche scientifiche come lo studio delle correnti. Il tutto è stato 
        presentato con esempi reali, fra cui non poteva mancare un messaggio 
        lanciato dal Titanic il giorno prima dell'affondamento. 
         
        Marco Occhipinti, “I testi scritti nelle missive provenienti da zone 
        colpite da catastrofi naturali” - In occasione di alcuni eventi 
        disastrosi, nel passato si è assistito alla concessione, più o meno 
        ufficializzata, della franchigia postale. Partendo da ciò, il relatore 
        ha mostrato come la gente comune abbia utilizzato questo mezzo per 
        comunicare con i propri familiari ed amici, terminando con l'analisi di 
        un carteggio inedito del 1906 sulla prevenzione sismica. 
         
        Giorgetta Bonfiglio-Dosio, “Amministrar per lettera: Giacomo Zocchi 
        professore dello Studio patavino e le sue proprietà ferraresi (sec. XV)” 
        - Alcuni documenti, attualmente conservati nell'archivio della Veneranda 
        arca di sant’Antonio a Padova, consentono di ricostruire un piccolo 
        archivio familiare prodotto negli anni centrali del Quattrocento. 
        L'archivio è composto da lettere, appunti contabili, scritture private 
        ed altri materiali utili per analizzare le tecniche con le quali un 
        professore di diritto canonico dell'Università cittadina, di origine 
        ferrarese, riusciva ad amministrare a distanza i beni siti nella sua 
        terra di origine. Una delle lettere contiene il commento "in diretta" di 
        un mercante ferrarese sulla morte di Lionello d'Este e sulla conquista 
        del potere di Borso I. 
		
          
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