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Sulle orme della "Grande Armata"
in Italia!
Seconda parte: "il Volo dell'Aquila"

Concludiamo oggi la lettura di questa lettera del 1850, inviata a Luigi-Napoleone Bonaparte l’allora presidente della Repubblica francese. Ricordiamo che si trattava di una richiesta di soccorso, a lui indirizzata da François Beurgat, un veterano francese della Grande Armée, “Grande Armata” costituita da Napoleone I° all’inizio dell’800. Dopo la breve relazione su un fallito sbarco francese in Sicilia nel 1811, il redattore della missiva prosegue l’esposto della carriera militare del nostro soldato… Eccone il contesto.

L’esilio…


Nel mese di aprile 1814, dopo la sconfitta militare di Napoleone I con conseguente abdicazione, le potenze vincitrici (Inghilterra, Russia, Austria, Prussia) decisero di relegare in esilio l’ex-imperatore. Fra le varie destinazioni ipotizzate (Corsica, Sardegna) l’isola d’Elba, proposta dallo zar Alessandro, fu ritenuta la più idonea. Dopo aver dato l’addio ai suoi ultimi fedeli a Fontainebleau (sotto, dipinto di A. Montfort, museo di Versailles), Napoleone si incamminò verso Fréjus per imbarcarsi verso il nuovo regno…

Il giorno 3 maggio 1814 giunse a Portoferraio per un soggiorno che sarebbe dovuto durare meno di 10 mesi. Nella Palazzina dei Mulini, Napoleone si era però presto convinto che il suo destino non si poteva fermare e limitare a qualche gomena delle coste di un continente che aveva in gran parte conquistato e dominato…

La Palazzina dei Mulini, residenza di Napoleone sull’isola d’Elba

Malgrado la sorveglianza sospettosa degli Inglesi, riceveva frequenti corrieri, che continuavano ad informarlo della delusione di una parte dei Francesi di fronte al nuovo potere politico stabilitosi a Parigi con la salita sul trono di Francia di Louis XVIII, fratello di Louis XVI ucciso durante la Rivoluzione… Napoleone sapeva anche che Londra non si accontentava di un esilio sì insulare, ma pur sempre italiano e pertanto comunque europeo. Già all’epoca circolava l’ipotesi di relegarlo nelle Azzorre o sull’isola di Santa Elena…

Napoleone sovrano d’Elba! (stampa satirica inglese)

I “Cento Giorni”

Napoleone prese allora la decisione di lasciare il suo piccolo regno italiano ed eludendo la sorveglianza delle spie e dei bastimenti di guerra inglesi, sbarcò in Francia nei dintorni di Cannes il 1° marzo 1815. Senza mai scontrarsi con una vera resistenza, compì allora una marcia di salita verso Parigi, il cosiddetto “Volo dell’Aquila”, raccogliendo intorno a sé i generali ed i soldati mandati da Louis XVIII per arrestarlo!

Dipinto eseguito da J. Beaume: Napoleone salpa da Portoferraio…
Possiamo immaginare che la sua partenza sia stata invece molto più discreta

Arrivato a Parigi alla fine del mese, Louis XVIII in esilio, Napoleone ristabilì l’impero con una nuova costituzione. I primi contatti diplomatici con le potenze europee lo convinsero però molto presto che il suo ritorno non era gradito: gli altri monarchi si rifiutarono di riconoscerlo imperatore e firmarono una nuova coalizione. Iniziò così una nuova campagna militare che, con la sconfitta francese di Waterloo il 18 giugno 1815, doveva segnare la fine dell’impero ed il ritorno di Louis XVIII. Questo breve restauro dell’impero nel 1815 (i “Cent-Jours”) durò dunque poco più di cento giorni e costrinse poi Napoleone ad un esilio definitivo sull’isola di Sant’Elena dove morì nel 1821.

Dall’isola d’Elba a Waterloo, o.. quasi

Questo percorso tragico, il nostro François Beurgat l’ha vissuto in prima persona. Nel 1814, verosimilmente dopo l’abdicazione di Napoleone, lasciò Napoli per Roma dove incontrò le autorità francesi: nel racconto è precisato che affidò i suoi documenti militari all’ambasciatore. Si può allora ipotizzare che fu smobilitato dal nuovo rappresentante del potere francese, ormai borbonico: in effetti, Luigi XVIII, costretto dalle potenze vincitrici e da imperativi economici, stava ridimensionando l’esercito francese. Beurgat giunse poi all’isola d’Elba e seguì Napoleone in Francia durante i “cento Giorni”…

… son congé (et) son
livret (…) lui furent gardés à Rome en 1814 par
l’ambassadeur français qui le fit partir au commencement
de 1815 pour aller en Ile d’Elbe

Di ritorno a Parigi, fu incorporato nel corpo dei “lancieri rossi”, reparto scelto della Guardia Imperiale, partecipò quindi alla campagna militare contro la nuova coalizione (estratto sotto). Il percorso di Beurgat si arrestò però qualche giorno prima della famosa battaglia di Waterloo: la lettera spiega che fu ferito a Fleurus, in Belgio, durante la battaglia che oppose, il 16 giugno 1815, l’esercito francese al suo avversario prussiano. Questi combattimenti costituirono l’ultima vittoria militare di Napoleone prima della sconfitta definitiva avvenuta due giorni dopo…

Non conosciamo la risposta che Beurgat possa aver ricevuto dal presidente Luigi-Napoleone, ma possiamo credere che i suoi servizi siano stati riconosciuti e ricompensati.

Incorporazione di Beurgat dai Lanciers rouges.

Lancier rouge
de la Garde impériale, 1811

L’epilogo: “dopo la ritirata di Fleurus, arrivarono a Parigi, poi varcarono la Loira dopo tre giorni. Il nemico era rimasto sull’altra sponda. Arrivati nella città di Tours, ricevettero l’ordine di rincasarsi”..

 

Allegato

(la terza ed unica pagina rimasta di questa lettera)


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