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quinta parte




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Le bollatrici del dopoguerra
(sesta e ultima parte)

di Alcide SORTINO
(Sintesi di articoli n° 126, 134, 150, 165, 167, 193 de L’Annullo)

Le Siemens e le NEC

Alla fine degli anni novanta fu intrapresa la realizzazione dei CMP di 2^ generazione, ove venivano applicate tecniche più evolute nella indicizzazione e smistamento della corrispondenza. I nuovi impianti furono realizzati dalla ELSAG di Genova Sestri e per la bollatura (cancelling) furono dapprima utilizzate due diverse tecnologie. In questi impianti, che potremmo definire “a ciclo integrale”, la bollatura è una delle varie fasi e non siamo di fronte a una bollatrice intesa nel senso usuale del termine (cioè una macchina in cui viene inserita, manualmente o meccanicamente, la corrispondenza da timbrare), ma bensì a una delle tante componenti dell’impianto stesso. Il primo dei nuovi CMP, quello di Milano Borromeo, entrò in servizio alla fine del 1999 e a ruota seguirono tutti gli altri, ma in numero ridotto rispetto a quelli di 1^ generazione (a parte quelli ancora da realizzare, come Pisa o Novara), dato che a Torino, Genova e Roma fu eliminato il secondo impianto, mantenuto solo a Milano.
Per la componente bollante furono adottate inizialmente due differenti tecnologie, fornite rispettivamente dal gruppo Siemens e dalla giapponese NEC (Nippon Electric Company), che si riconoscono per due differenze nell’impronta.



Siemens



NEC

Nella Siemens il datario è “lungo” e il blocchetto ha sei linee con andamento sinusoidale, mentre nella NEC il datario è “corto” e le sei linee hanno un andamento parabolico, senza cioè l’inversione della curvatura. Inoltre gli impianti NEC la posizione datario-blocchetto può essere invertita.

L’uso di targhette pubblicitarie è stato limitatissimo e soprattutto scoraggiato. Da un lato per l’incomunicabilità tra i vari settori di Poste Italiane (i CMP sono una cosa a parte), dall’altro per l’impossibilità pratica di bollare il materiale giunto alla spicciolata dai collezionisti, a meno di bloccare ogni volta l’impianto. Le uniche targhette, usate solo a Milano e Roma, sono state richieste (e magari appoggiate dall’intervento del parlamentare di turno) da enti istituzionali, nel 2001 dall’ISTAT per il censimento, nel 2004 dall’ACI per la campagna di sicurezza stradale e nel 2009 dall’INPS per il 110° anniversario della previdenza sociale.



Targhetta Siemens



Targhetta NEC

Successivamente sembra che la tipologia NEC (almeno per quanto riguarda la bollatura) sia stata abbandonata, poiché salvo il CMP di Catania, le impronte degli altri centri sembrano esclusivamente di tipo Siemens.

A partire dal 2006 apparvero, almeno nei CMP più trafficati, delle bollature a getto d’inchiostro, con impronta di tipo continuo a cinque linee ondulate. Fu un’ulteriore aggiunta agli impianti per bollare le buste “fuori bustometro”. Il datario era composto con cifre graficamente differenti da Siemens e NEC, mentre l’impronta nel suo complesso aveva lunghezza variabile, in funzione della posizione o dell’estensione dell’affrancatura, rilevata da appositi sensori.


 

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