MARE E FILATELIA

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Una Divisione Navale a difesa dei nostri migranti
(1ª parte)

di Antonio Megna

Alla fine del 1800 ebbero inizio correnti migratorie di nostri connazionali dal nostro Paese nelle Americhe in relazione alle condizioni miserrime in cui versava l’Italia. Tali iniziative avvennero per gruppi di migranti legati da comuni origini etniche e, volendoci soffermare in particolar modo relativamente a quelle andate in America Latina, i nostri connazionali prevalentemente di origine ligure si diressero in Cile e Perù ed erano caratterizzati dalle attività legate alla navigazione ed al piccolo cabotaggio. Il loro inserimento fu favorito dalla situazione politica stabile di detti Paesi e non si crearono problemi legati alla loro presenza.

I migranti diretti in Argentina, Uruguay e Paraguay furono 110.000 nel 1867 e raggiunsero le 200.000 unità appena dopo quattro anni. Gli emigranti di origine meridionale si dedicarono principalmente a svolgere lavori attinenti l’edilizia ed agricoltura, mentre quelli di origine ligure concentrarono prevalentemente la loro attività nel settore del pilotaggio dei fiumi issando sulle loro imbarcazioni bandiera italiana, i lombardi divennero prevalentemente commercianti.

La nostra rapida analisi solo per soffermarci su determinati gruppi di nostri connazionali. La tutela dei nostri emigranti avveniva grazie alla efficienza dei nostri organi diplomatici presenti nelle rispettive Nazioni sud americane ma, aumentata la presenza di nostri connazionali e sussistendo una situazione politica instabile nei citati paesi, il problema della loro tutela fu posto in Italia. Infatti tra i vari Paesi dell’America meridionale che sono bagnati dall’Oceano Atlantico sorsero problemi di varia natura con conseguenti conflitti armati e vittime e danni anche a carico delle colonie straniere presenti, in particolar modo quelle italiane, non difese da nessuno.

La situazione precipitò quando tra il Brasile e il Paraguay fu guerra armata. Questo determinò l’iniziativa da parte del nostro Paese di approntare una Divisione Navale con il compito di supportare le nostre Autorità diplomatiche del posto a tutela degli interessi italiani nei vari Paesi. L’Ammiraglio Vincenzo Riccardi di Netro, posto a Capo della citata Divisione Navale, ebbe il compito espresso di “….proteggere i nostri connazionali ed il nostro commercio, accrescere la nostra influenza in detti paesi, rendere più pronta ed efficace l’azione dei rappresentanti locali italiani, la più stretta neutralità nelle questioni che non riguardano l’Italia, ma solo quando nelle continue lotte che agitano dette contrade vi sono compromessi gli interessi del nostro commercio e dei nostri connazionali o vi è impegnata una questione umanitaria il citato Comandante della Stazione Navale dovrà adoperare tutta l’influenza della nostra Bandiera per evitare tristi conseguenze e mitigare i danni che ne possano derivare….”.

Fregata di 1° rango REGINA

La Divisione era costituita dalla Fregata ad elica “Regina” (ex Marina Partenopea), Cannoniera “Ercole” (ex Marina Partenopea), due Cannoniere “Veloce” ed “Ardita” (ex Marina Toscana), Piroscafo Armato “Principe Oddone” (noleggiato sul posto), Golette armate “Trionfante”, “Bella Emilia” e “Nuova Rosina” (tutte noleggiate sul posto), Regio Piroscafo da Trasporto “Conte di Cavour”, Corvetta “Etna” e Cannoniera “Confienza”.

Le nostre Unità vennero poste in porti essenziali per la tutela dei nostri interessi, in particolar modo sul Rio de la Plata e i fiumi Paranà, l’Uruguay ed il Paraguay. In particolare “Nave Ardita” fu attivamente presente in assetto da combattimento a Buenos Aires dove le locali autorità avevano fatto gravi torti a nostri connazionali ivi presenti.

Quì due mercantili italiani, arrivati in porto, furono fermati dalle locali autorità ritenendo le merci portate di contrabbando. Inoltre due marinai di “Nave Ercole” furono ingiustamente arrestati e malmenati e il Brigantino italiano Marinetta, contrariamente alle leggi internazionali, fu occupato militarmente dagli argentini e sottoposto a sequestro.

Corvetta di 2° ordine ETNA

Il Tribunale del posto, dopo aver istaurato i relativi procedimenti giudiziari, emise sentenze rimborsando i danni sostenuti dai due mercantili, liberando il Brigantino italiano Marinetta e riconoscendo in tutti i casi citati violazioni a nostro favore, ordinando l’arresto dei funzionari di polizia che nelle varie circostanze avevano operato sospendendoli dal servizio.

Altro problema sorse a Rosario e a Mendoza dove intervenne fattivamente la Nave Ardita. Il medico di Nave Veloce intervenne a Rosario per assistere la popolazione colpita dal colera. In Paraguay nel mille e ottocento sessantotto la nostra componente navale collaborò con le Unità degli altri paesi a tutela delle vite e degli interessi dei nostri connazionali. Determinante fu l’azione del Comandante Ansaldo, Comandante di “Nave Ardita”, che risolse a nostro favore un grosso problema sorto con il Governo del Paraguay. In sintesi le nostre Unità svolsero un’azione determinante in materia umanitaria assistendo le popolazioni indipendentemente dalla loro nazionalità, garantendo la libera circolazione nelle aree marittime, aggiornando anche le carte nautiche con competente ed ampia rilevazione idrografica, infatti la carte nautiche esistenti erano molto imprecise.

Questa sintetica analisi vuol essere semplice testimonianza di quanto è accaduto in passato ai nostri emigranti e sarà oggetto di un futuro approfondimento.

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